Ci sono tradizioni che vanno rispettate: i tortellini in brodo della nonna a Natale, l’immancabile tempo incerto per Pasquetta, l’inevitabile colonna alla partenza intelligente in pieno Agosto… e la notte in bivacco per il mio compleanno. 

Capiamoci… non che gli altri weekend si trascorrano in discoteca o partecipando a clamorosi party in riva al mare, ma per il mio compleanno è davvero obbligatorio festeggiare tra i monti.

Tradizione vuole anche che io non sappia niente di dove Davide abbia deciso di trascorrere il weekend, così non mi resta altro da fare che lasciarmi trasportare. Hai presente le regole per andare in montagna, vero? Studiare il percorso attentamente, valutare il meteo, soppesare l’attrezzatura in base al percorso… ecco: niente di tutto ciò mi è concesso: sono a traino!

L’unica cosa che devo fare è prepararmi lo zaino sapendo che trascorreremo la notte in bivacco.

Il carico da novanta? Tradizione vuole pure che lungo il percorso si riescano ad avvistare animali selvatici!

Spoiler: anche questa volta ce li abbiamo.

Davide con gli stambecchi

Da Sella Nevea al Rifugio Gilberti

Arriviamo a Sella Nevea dove parcheggiamo l’auto nell’ampio parcheggio di Piazzale Slovenia (il parcheggio della vecchia telecabina).

Scendiamo a piedi la strada asfaltata fino alla teleferica del Canin. Qui è possibile:

  • prendere la cabinovia (costa 14€ andata e ritorno)
  • salire a piedi lungo la forestale che costeggia le piste da sci (oppure prendendo il sentiero, di poco discosto).

Noi abbiamo tutta la giornata davanti, per cui decidiamo di salire a piedi. La forestale non è impegnativa, ma non offre certo panorami appaganti: la prospettiva delle piste da sci in estate è quanto di più odioso possa esserci in montagna.

Adoro come il tempo sia galantuomo nei confronti dei percorsi di montagna! In realtà su quella forestale ci abbiamo sputato un polmone: la pendenza è quella delle piste da sci, il fondo una graniglia insopportabile, e quel che è peggio, l’abbiamo percorsa sotto un sole implacabile.

È chiaro che la bellezza del dopo ha completamente cancellato la fatica.

Davide Zambon coautore di Bagaglio LeggeroDavide

Dopo 800 mt di dislivello arriviamo al bellissimo Rifugio Gilberti (1850 mslm) con una visuale incantevole sul suggestivo Monte Forato del Canin.

Il rifugio è davvero suggestivo con la sua grandissima terrazza panoramica, ma decidiamo di non fermarci per evitare il rischio (tutt’altro che remoto) di non riuscire più ad alzarci da tavola.

Interroghiamo i gestori in merito all’attuale situazione neve. Nonostante sia Luglio infatti il lungo inverno ha reso inagibili parecchi sentieri causa neve, per cui è sempre meglio avere qualche informazione diretta. Per tutta risposta i gestori, senza troppe domande, ci prestano sulla fiducia un paio di ramponi, nel caso il sentiero fosse stato ghiacciato.

Gesti di solidarietà e amicizia che si trovano solo in montagna e scaldano il cuore. 

Il Rifugio Gilberti

Dal Rifugio Gilberti al Bivacco Marussich

Con lo zaino ancora più carico intraprendiamo il sentiero 632 (percorso botanico) fino alla Sella Bila Pec (2005 mslm) dove possiamo gironzolare tra i resti di una casermetta. Ne sono rimaste solo le mura e al suo interno la vegetazione si sta lentamente riprendendo il suo posto, ma la vera meraviglia è il panorama.

Dall’altipiano del Montasio al Canin in un’ambiente lunare. La modesta vegetazione del percorso botanico ha infatti lasciato improvvisamente spazio ad un ambiente roccioso, carsico, dove lo sguardo si perde nell’orizzonte.

casermetta di Sella Billa Pec

Da qui si hanno due possibilità:

  • proseguire tramite il sentiero 632 che si tiene a mezza costa sotto il Canin (si trova alla propria sinistra);
  • intraprendere il sentiero 632a che perde quota per addentrarsi nella suggestiva depressione carsica.

Avendo tempo (e gambe) a disposizione scegliamo di percorrere il sentiero alternativo. La discesa (piuttosto ripida) inizia sulla destra della Casermetta e in breve siamo catapultati in questo incredibile paesaggio lunare.

Ci troviamo in un anfiteatro di roccia dominato da improvvise cavità, inghiottitoi e profondi abissi. 

La segnaletica è estremamente abbozzata quindi, se decidi di percorrere questo sentiero, occhi ben aperti: è davvero facilissimo perdersi. Occorre fare molta attenzione e, in alcuni punti, affidarsi ad un buon intuito.

Davide nella forra

paesaggio lunare verso il Marussich

Incontriamo così l’abisso Boegan da dove iniziamo nuovamente a deviare verso sinistra in direzione del Canin fino ad incrociare un canalone dove, grazie ad alcuni ometti, riusciamo a raggiungere l’incrocio con il sentiero 632.

Il distacco è netto: improvvisamente segnavia rossi e bianchi rispuntano copiosi e la natura torna a splendere in tutto il suo verde acceso di piena estate.

Da qui il sentiero si svolge tutto in piano sovrastato dalle pareti del Canin e del picco di Carnizza, mentre sotto di noi la grande depressione del Foran del Mus (il sistema di grotte più grande d’Italia, parco giochi per gli speleologi di tutto il mondo).

sentiero verso il bivacco Marussich

Il Bivacco Marussich

Un’ultima curva ed ecco comparire il Bivacco Marussich.

La tipica costruzione in metallo stile Fondazione Berti, ma di un insolito colore verde-grigio, si staglia in uno spiazzo improvviso con una splendida vista sul Montasio e sull’altopiano del monte Canin, a pochi metri da sella Grubia.

L’interno del Marussich è dotato dei classici 9 posti letto con coperte e cuscini e poco altro, ma è comunque super confortevole per la nostra notte in bivacco.

Bivacco Marussich

Bivacco Marussich in lontananza

Ci stendiamo sul prato circostante per rilassare le spalle e le gambe dalla bella camminata e solo dopo ci accorgiamo di esserci stesi sopra ad un mare di stelle alpine! Mi sento quasi in colpa, ma ce ne sono talmente tante che è praticamente impossibile sedersi senza schiacciarne qualcuna.

Il sole inizia a calare e Davide è già alle prese con il fornellino ad alcool per la cena: salsicce e braciole. Olfatto e vista sono ormai in preda all’estasi quando improvvisamente alle mie spalle compare un curioso stambecco.

Mi volto e in men che non si dica siamo circondati! Giovani stambecchi che giocano a prendersi a cornate, altri che si avvicinano incuriositi dalla nostra presenza ed altri ancora che spuntano dietro quella roccia o quell’altra ancora.

stambecchi nei pressi del Marussich

Stambecchi tra le pietre

Stare a contatto con la natura, nel modo più semplice che conosco, osservando. 

Un bicchiere di vino e un pezzo di torta, gli ungulati a fare da sfondo e un’inaspettato cielo stellato… brindiamo a questo weekend perfetto.

Mi addormento pensando al fatto che molte persone per il compleanno sarebbero felici di un hotel 4 stelle, mentre io posso vantarmi di dormire a contatto con la natura e con un milione di stelle sopra la testa.

Il ritorno ad anello

Qui le cose si complicano: perché tornare per lo stesso sentiero quando ne puoi esplorare uno diverso? Una risposta potrebbe essere “perché dobbiamo riportare i ramponi al rifugio”, e deviare significherebbe dover poi risalire ulteriori 600 metri per tornare al Gilberti.

Una risposta, appunto… peccato che non sia la nostra!

E così, a zaini pronti ed amici salutati, ci fiondiamo lungo il sentiero 645 nel paesaggio carsico che tanto ci aveva colpiti il giorno prima.

Giro ad anello dal Marussich

Arrivati alla Casera Goriuda di sopra (1404 mlsm) viriamo verso il sentiero 659 per poi proseguire lungo il Troi dai Sacs fino all’incrocio con il sentiero 635. Percorriamo quest’ultimo, in salita, fino al tanto desiderato Rifugio Gilberti.

Il giro ad anello è lungo, e molto: con gli zaini da bivacco ancora di più, e la risalita ce la risparmieremmo volentieri. Rimane il fatto che i ramponi vanno restituiti e che inoltre (o forse soprattutto) il menù tipico del Rifugio adocchiato il giorno prima prometteva bene!

E così, spinti da un’irrefrenabile desiderio di frico, siamo di nuovo al Rifugio Gilberti. Dobbiamo avere delle facce piuttosto stravolte, soprattutto se paragonate a quelle di quanti salgono qui tramite la funivia, tant’è che riusciamo a sederci in pochi minuti (nonostante l’enormità di gente).

Il frico con polenta grezza e il fregoloz (gnocchetti verdi su un letto di formaggio Montasio) sono divini!

E niente… cibo ottimo, sole splendente, notte in bivacco con gli animali e paesaggi impagabili.

Ed io ho un sorriso enorme che non riesco a togliermi dalla faccia. 

Tanti auguri a me. 

Silvia e Davide bagaglio leggero

gli stambecchi che giocano tra le rocce

Escursione al Bivacco Marussich: dati tecnici in breve

PARTENZA: 1100 mslm (funivia Canin di Sella Nevea)

ARRIVO: 2040 mslm (Bivacco Marussich)

ACQUA: solo presso il Rifugio.

DISLIVELLO:

  • giro classico: se prendi la funivia e percorri il sentiero 632 sono circa 200 metri di dislivello.
  • giro alternativo: se scegli di non prendere la cabinovia e di fare il percorso che abbiamo fatto noi sono più di 1000 metri di dislivello.

DIFFICOLTA’:

  • giro classico: nessuna difficoltà, il sentiero si svolge quasi in piano dopo la Sella e non ci sono altre difficoltà tecniche.
  • giro alternativo: la lunghezza del percorso del primo e del secondo giorno e l’orientamento difficile nella forra carsica. Consigliato solo a camminatori con una certa esperienza.

Silvia e Davide fuori dal bivaccoPanorama montagne friulane

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