Il Bivacco Piovan in invernale è quella gita di scialpinismo che fai alla ricerca della neve polverosa. Completamente in ombra dall’inizio alla fine, anche nelle giornate di bel tempo il sole sarà comunque sempre da un’altra parte. La parte divertente? La bella sciata è (quasi) assicurata.
Ah… se sei con le ciaspole immagino che, come Davide, tu lo faccia per amore!
Cosa troverai in questo percorso:
Da Bagni di Val Grande al Bivacco Piovan
Superate le Terme di Valgrande a Padola, lasciamo l’auto nei pressi della località Bagni di Valgrande (1276 mslm). Sci d’alpinismo e ciaspole ai piedi e siamo pronti ad imboccare il sentiero 171 che parte attraversando le piste da fondo. La Val Grande è uno dei luoghi più belli del Comelico Superiore, e la mattina presto, con la neve e l’aria cristallina, dà il meglio di sé.
Il sentiero, che fa parte del sentiero Frassati, segue il Torrente Risena che un tempo veniva utilizzato per l’avvallamento dei tronchi tagliati (per rimanere in tema, hai visitato La Stua di Padola?).
Il freddo di queste notti sembra aver congelato questo ambiente, dandogli un’atmosfera da sogno. Cristalli, ghiaccioli e buffe formazioni si alternano sui tronchi e sulle foglie della vegetazione, mentre il torrente attraversa rumorosamente sponde nuvolose di neve. Impossibile non rimanere incantati da tanta meraviglia.
Proseguiamo in leggera pendenza con alcuni saliscendi fino al bivio con il sentiero 126. Il 126 lo lasciamo sulla sinistra, noi continuiamo dritti attraversando, poco dopo, il Rio del Sasso su un ponticello in legno (che, a dover di cronaca, mi vedrà incastrata in discesa… ma questa è un’altra storia). Siamo a quota 1422 mslm, e finora non ci siamo alzati per nulla.
Dopo un centinaio di metri iniziamo la salita vera e propria, addentrandoci nel bosco sulla sinistra . Da qui saliamo, in maniera abbastanza libera e con orientamento non semplicissimo, superando alcuni tratti ripidi e qualche albero troppo espansivo, che cerca di abbracciarci con le sue fronde.
Quando finalmente usciamo dal bosco, il vallone innevato è davvero spettacolare. Completamente esposto a nord, sembra rimasto immobile nel tempo di una antica glaciazione.
Continuiamo la salita in maniera piuttosto regolare, spostandoci un po’ verso sinistra per tenerci sotto Pala Ciapel. Un breve tratto più ripido, e raggiungiamo la sella sulla quale si trova il Bivacco Piovan (2070 mslm).
La fa facile, Silvia, quando descrive le salite di scialpinismo. Ma ora prendo la parola, e ti dico questa salita cos’è stata, con le ciaspole.
Sei in ombra patocca, per cui se ti fermi ti congeli (con le ciaspole, su queste salite, sudi tantissimo). Il versante è pendente, e la neve bella ti obbliga a sprofondare o scivolare all’indietro. Sui traversi – quelli sottili, con il quasi-nulla sotto – vedi i tuoi amici skialp andare lisci: per te è tutto una caviglia storta, uno scarpone che vorrebbe uscire dalla ciaspola (allacciarle superbene, mi raccomando!), un braccio alto e uno basso per gestire i bastoncini.
Superato il traverso, c’è una bellissima conca sopraelevata, fatta di morbidi bozzi – sono rocce coperte dalla neve. Puoi tirare il fiato prima della salita lungo Pala Ciapel. Qui torna l’inferno: sei di nuovo solo, segui gli zigzag degli sciatori (troppo pendente qui per pensare di tagliare in verticale come faccio di solito), fa sempre più freddo, gli zigzag non finiscono mai, aspetti con trepidazione il tornantino dove loro con i loro passi da trampoliere hanno cambiato direzione lasciando una traccia evidente, ma non arriva mai. E quando arriva, poi comunque ce ne sono altri.
Alla fine arrivi, comunque, neanche troppo in ritardo.
La discesa? No, ok: la discesa è ESILARANTE. Sei super veloce, e puoi anche affondare fino alle cosce nella neve, tanto la verticalità del pendio ti porta comunque verso un basso controllato che è un piacere da fare, e balzellon-balzelloni rieccoti alla conca. A questo punto torni ad essere il più lento di tutti: e allora auricolari, un bel disco vichingo ed eroico, e macchina fotografica sguainata per immortalare il mondo di ghiaccio sottostante.
Il Bivacco Piovan
Il bivacco lo devi cercare un po’ perché, nonostante si trovi su una esposta forcella, è quasi completamente sepolto dalla neve. Purtroppo, non bastassero le intemperie di queste quote, il bivacco e da un po’ lasciato a sé stesso, privo di manutenzione e dichiarato inagibile.
Per noi che amiamo i bivacchi è davvero un peccato, intuire le lamiere rosse che nessuno più cura, tanto più data la posizione invidiabile in cui si trova. Sito in un punto strategico tra la Cima di Campo, la Cima de Ambata e la Cima Bagni, questo bivacco meriterebbe un po’ di amore in più.
Un ultimo appunto: il bivacco Piovan è di proprietà del Cai di Padova a cui è intitolata anche la mia scuola di scialpinismo.
Intanto, abbiamo giusto il tempo per mangiare un panino e guardare gli incredibili muri di roccia di Cima Bagni (un gigante da 2983 metri) e le imponenti forme che ne fanno parte, come il Campanile di Salvapiana, e poi una serie di pilastri e forcelle, di enormi colonne e di canaloni dalle pendenze impossibili…
La discesa con gli sci d’alpinismo
Scendiamo per la via della salita. Il primo tratto di discesa, più ripido ma piuttosto ampio, regala da subito grande soddisfazione. Neve polverosa nella quale affondare gli sci per godersi splendide curve.
Decisamente più complicata e meno divertente la discesa in bosco, con molti tratti più intricati e crostoni ghiacciati.
E, dulcis in fundo, il sentiero 171 con i suoi saliscendi, dove ai due possibilità:
- Prendertela comoda e ammirare l’incredibile paesaggio che ti circonda
- Spararti a tutta velocità per non toglierti gli sci.
A te la scelta, noi, dalle foto che puoi vedere, non abbiamo avuto dubbi.
Con ciaspole o sci d’alpinismo al Bivacco Piovan: dati tecnici in breve
Dove siamo: in Val Grande, nel Comelico Superiore
Partenza: Bagni di Val Grande (1278 mslm)
Arrivo: Bivacco Piovan (2070 mslm)
Dislivello: circa 800 mt
Tempo: 2 ore e mezza la salita
Difficoltà: Per lo scialpinismo è classificata come BS S3 ed in effetti non presenta particolari difficoltà, se non un po’ con l’orientamento in bosco.
Per le ciaspole il dislivello, la lunghezza complessiva e la capacità di valutazione del manto nevoso la rendono una gita difficile, e da non fare da soli.
Cartografia: Carta Tabacco n. 17 – Dolomiti di Auronzo e Comelico (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)
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