Hai presente quando ti rendi conto che un’escursione breve e facile – la classica “passeggiata alle cascate” – può offrire, se solo hai voglia di esplorare, tantissime possibilità di scoperta per rimanere a bocca aperta? Ecco: la confluenza tra i torrenti Fanes e Travenànzes – genericamente conosciuta come” Cascate di Fanes” – fa quest’effetto.

Silvia e Davide dietro alla cascata di Fanes

In questo articolo, ti raccontiamo cosa puoi fare in una giornata alle cascate di Fanes, a due passi da Cortina.
Ci trovi descritti 3 itinerari: facile – medio e difficile (o meglio, attrezzato).

Dal Centro Visitatori al Belvedere delle Cascate di Fanes (facile)

Venendo dal Cadore, superiamo Cortina e, poco dopo località Fiàmes, prendiamo la stretta strada asfaltata che scende sulla sinistra e raggiunge il Centro Visitatori del Parco Dolomiti d’Ampezzo e il nuovo chalet (un po’ più in basso). Qui lasciamo l’auto, c’è abbondante parcheggio (1314 mslm).

Un primo consiglio. Questo tratto di parco naturale è costellato di piccoli pannelli informativi: dalle targhette in corrispondenza di piante e arbusti (siamo anche su un Sentiero Botanico), a leggende e tradizione raccontate presso i vari manufatti, fino ai pannelli informativi. Vale la pena di leggerli… magari con voce impostata e misteriosa se dovete stupire i vostri bambini (o la morosa)!

Ci incamminiamo a piedi oltre il divieto di transito, seguendo il sentiero 10 che ci accompagnerà per tutta la giornata. Già dall’inizio abbiamo chiaro il feeling della giornata: sulla sinistra, in basso, corre un torrente di un azzurro cristallino, sulla destra si apre una prima, piccola forra.

Alcuni dei pannelli che corredano la flora sono piuttosto interessanti. Imperdibile quello che mostra le differenze tra abete bianco e abete rosso, giusto sotto due esemplari. (Scherzo, ma è il cavallo di battaglia di tantissime guide escursionistiche e ormai ci è venuto un po’ a noia, ma se per te è la prima volta puoi perderci del bel tempo a capirne davvero le differenze)!

Davide lungo il sentiero botanico

Superiamo due primi ponti, ignoriamo un primo bivio e, poco dopo, incontriamo il cartello che segnala sulla destra il Belvedere sulle cascate di Fanes. Siamo in località Pian de Lòa (1350 mslm).

Se sei interessato alla più facile delle escursioni, ti consigliamo di proseguire direttamente per il Belvedere. Altrimenti, puoi:

  • proseguire dritto per le ferrate
  • proseguire dritto per il giro ad anello del Sentiero dei canyon e delle cascate

NOTA BENE: nella traccia GPS che trovi in fondo all’articolo, il tratto di percorso per il belvedere NON è segnato.

Il Belvedere si raggiunge in 15, 20 minuti, dopo aver percorso circa 150 metri di dislivello, mai troppo pendenti. A ripagarci, la vista più completa sulla cascata di Fanes: i 90 metri di salto sono una lama bianchissima che taglia la roccia. Siamo a 1465 metri di quota.

Ho detto “la vista più completa sulla cascata”? Sì: ma non è la più emozionante… ci credi?

La ferrata delle cascate di Fanes (attrezzato)

Spoiler: la ferrata in realtà… sono due mini ferrate!

Torniamo al bivio di Pian de Lòa, e proseguiamo sulla sterrata che corre poco sopra il Ru de Fanes, verso sud ovest. Ancora, le pendenze sono morbidissime, il bosco ci protegge dal sole. Raggiungiamo così Ponte Outo (Ponte Alto, 1450 mslm), dal quale in entrambe le direzioni abbiamo panorami notevoli sulle gole del torrente. Vertiginose, rocciose: queste incisioni di origine glaciale danno un tono completamente diverso all’ambiente.

Per i geografi: sulla sinistra abbiamo la forra di Travenànzes, sulla destra quella del Fanes. Per i curiosi: si racconta che il salto venne superato d’un balzo, a cavallo, dal nobile Guglielmo Brack von Asch, in una storia di ponti distrutti, amori e tranelli. Te l’avevo detto che i pannelli sono interessanti!

Un breve strappo, e raggiungiamo una bella area con un paio di tavoloni e panche (1500 mslm). È questo il vero snodo della parte più avventurosa della giornata!

Qui ti consiglio di fotografare la carta dell’area che trovi su un pannello: è l’unico riferimento cartografico davvero comprensibile!

Davide davanti alla cascata bassa di Fanes

La ferrata Giovanni Barbara

Un sentiero parte dalla fine dell’area dei tavoloni, apparentemente tuffandosi nel vuoto dietro una cengia. Piega invece sulla sinistra, si fa stretta cengia, e porta la placca di metallo che segna l’inizio della Ferrata Giovanni Barbara. Ci imbraghiamo proprio qui, orecchiando il fragore della cascata.

Da qui in avanti, c’è soltanto da fare attenzione al fondo roccioso, che è umido e sdrucciolevole. Per il resto, le due mini ferrate sono piuttosto semplici.

Qualche spezzone di cavo – niente di problematico – e raggiungiamo il primo punto spettacolare: quello che ci obbliga a passare tra la roccia e l’acqua della cascata di Fanes di Sotto!

via ferrata Fanes

Questa camminata per me è in realtà un grande classico perché era il sentiero preferito da mia madre. L’avrò percorsa almeno una trentina di volte, ma sempre e solo fino a questo punto. Da qui iniziava il mondo delle ferrate che a noi bambini era precluso. È anche per questi motivi che trovarsi a passare sotto la cascata – finalmente con casco e imbrago – e poter procedere oltre a vedere cosa c’è rappresenta per me una sorta di superamento delle Colonne d’Ercole.
Se già di per sé la vista di questa cascata il fragore dell’acqua mi avevano fatto venire i lacrimoni, vedere cosa si nascondeva oltre è stata per me pura emozione.

Silvia al Rifugio ChiggiatoSilvia

Riprendiamo il percorso attrezzato. Scavalliamo uno stretto passaggio, e ci caliamo – con qualche staffa – sul fondo della forra del Rio de Fanes. Il paesaggio è lunare, piuttosto impressionante, completamente in contrasto con i boschi che, placidamente, abbiamo attraversato prima. Ci godiamo la vista della cascata che si infrange nella sua pozza di acqua verde bottiglia dal colore unico.

Dal fondo, abbiamo due possibilità:

  • sulla sinistra, uno stretto zigzag ci riporta al Belvedere,
  • sulla destra, dopo il ponticello di metallo, si attacca la ferrata Lucio Delaiti

Silvia nella via ferrata di Fanes

La ferrata Lucio Delaiti

Poco da dire, qui: il cavo ci accompagna a superare alcuni spigoli rocciosi, la stretta cengia fa il giro del costone di roccia, e ricompariamo al punto dei tavoloni e delle panche.

Le due ferrate ci hanno richiesto all’incirca un’ora… mille foto comprese!

canyon Fanes

Il giro ad anello della cascata di Fanes di Sopra attraverso la Val di Fanes (medio)

Le emozioni non finiscono… Guardiamo i cartelli: decidiamo di provare a seguire il Sentiero dei canyon e delle cascate, sempre indicato dal segnavia 10. Seguendo i cartelli, imbocchiamo il sentiero sulla destra (località Bus de l’Orso, 1507 mslm), e ci troviamo immersi in un ambiente ancora diverso.

Una morbida traccia, un ponticello, dei gradini di legno… il tutto, sotto un bosco molto bello. Il sentiero si fa stretto, sale alto, diventa cengia sospesa (non consigliabile a chi soffre di vertigine).

Silvia sul sentiero delle cascate di Fanes

Da qui in avanti, il leit motiv sarà quello dell’acqua. Il sentiero infatti costeggia il Ru de Fanes, che “pulsa” tra strettoie, improvvisi slarghi, e cascate. L’atmosfera è qualcosa di speciale, il sentiero mai difficile da percorrere, ogni angolo riserva una sorpresa. Contiamo una, due, tre cascate, e ancora il percorso non è finito. L’acqua spumeggia tra il muschio, scava le rocce, gorgoglia per poi rallentare e farsi relax puro.

Una delle ultime cascate, in particolare, è incredibile: sormontata dalla mole stratificata del Tae, fronteggiata da una semplice panchina di legno… invita alla meditazione.

Cascate di Fanes

Ignoriamo i cartelli per la Val di Fanes, e seguiamo quelli del Sentiero dei canyon. Raggiungiamo la località Sbarco de Fanes (1728 mslm), e c’è una nuova magia: la cascata omonima piuttosto alta nasconde un segreto. Infatti, un cordino ci aiuta a passare dietro l’ultimo salto. È la Cengia de Mattia, e l’effetto è quello di una cortina di pesanti gocce, è fiabesco ed esilarante al tempo stesso.

Silvia dietro alla cascata

Superata la cascata, c’è un breve tratto attrezzato in salita – una ventina di metri piuttosto verticali ed esposti, niente di difficile, ma ancora una volta c’è da stare attenti alle rocce umide.

dietro alla cascata Fanes

L’acqua si fa placida, il sentiero ci ributta sulla carrareccia della Val di Fanes, che imbocchiamo in discesa, ignorando le scorciatoie per prendercela con un po’ di relax – e rivangare entusiasti tutta la bellezza alla quale abbiamo appena assistito. All’unico bivio (1480 mslm circa), prendiamo a sinistra, e siamo al punto dei tavoloni. Da qui… è tutta storia.

Silvia nel sentiero delle cascate

Escursione alle Cascate di Fanes, ferrate e giro ad anello: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Dolomiti, all’interno del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo
📍 Partenza da Centro Visitatori del Parco (1314 mslm)
🏅 Arrivo Belvedere sulla cascata (1465 mlsm) oppure cascata Sbarco de Fanes (1728 mslm)
📐 Dislivello 150 metri per il Belvedere, poco meno di 600 metri complessivi l’anello con le ferrate
📏 Lunghezza 3,25 km per arrivare al Belvedere. 14 km tutto l’anello, ferrate compresa
⏱️ Tempo 5 ore e mezza la gita come l’abbiamo fatta noi. per arrivare al Belvedere, basta 1 ora
😅 Difficoltà Facile fino al Belvedere sulla cascata. Medio (con qualche punto un po’ esposto e altri scivolosi) il giro ad anello per la Val di Fanes. I tratti attrezzati possono essere considerati facili, se sai come affrontare le vie ferrate.
💧 Acqua No
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n.3 – Cortina d’Ampezzo (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì: mi dispiace per i “gomitoli” in corrispondenza delle ferrate, ma il GPS ha fatto quello che voleva!