Sulla vetta del Monte Forno – o più pomposamente Dreiländereck in tedesco – si incontrano i confini di Italia, Austria e Slovenia, ma soprattutto si incontrano i bunker della guerra finalmente dismessi, i boschi e le piste da sci con le chaise-longue panoramiche. Non solo: la vetta è una ottima meta per una ciaspolata sul confine (ancora!) tra natura e storia.

Silvia e Davide al Monte Forno

Dal Valico di Fusine alla Madonna delle Nevi

Lasciamo l’auto a due passi dall’ex confine con la Slovenia – il cosiddetto Valico di Fusine. Ci sono alcuni posti auto di fronte alla ex caserma della Guardia di Finanza (851 mslm, ora casa parrocchiale), 500 metri prima del confine, sulla sinistra venendo dall’Italia. Se qui non c’è spazio, bisogna parcheggiare dopo il valico.

Le indicazioni della forestale/sentiero 522 sono chiare e iniziano proprio di fianco all’ex caserma (sulla destra guardandola). Percorsi un paio di centinaia di metri, si raggiunge una baitina bijou, e ci si “infila” in un camminamento tra gli alberi, che conduce a dei primi pratoni innevati. In genere non dovrebbe essere un problema orientarsi – forestali e tracce sono uniformemente coperte dalla neve, ma basta seguire i segnavia biancorossi su pali per proseguire nella giusta direzione.

Monte Forno da Valico di Fusine

Il sentiero ad un certo punto inizia a salire lungo il versante del Monte Cavallar fino a rientrare nel bosco, all’incirca a quota 1040 mslm. Qui piega a gomito sulla sinistra, la pendenza si fa più decisa e la traccia più stretta.

Siamo su un versante abbastanza pendente. In condizione di neve molto abbondante, valuta che la salita non sia infida – ad esempio, se non hai esperienza e non è ancora strato tracciato il percorso.

Silvia ciaspolata a Dreiländereck

Questo lungo traverso ci porta a guadagnare più di 200 metri, fino a congiungerci con una ampia strada forestale. Proseguiamo sulla destra, superiamo una curva incassata tra due terrapieni di pietra, e proseguiamo fino ad avere un’ampia radura sulla destra (bellissimo lo stavolo in legno al centro). Pochi metri ancora, e raggiungiamo il bivio per la Madonna delle Nevi (1325 mslm).

Madonna delle Nevi

In meno di dieci minuti, seguendo la forestale in piano attraverso un bel bosco, raggiungiamo la cappella della Madonna della Neve, situata alla fine di un’ampia e splendida radura (1277 mslm). Anche questa chiesa, al pari di Cappella Zita e *, è opera dei soldati della Prima Guerra Mondiale.

Madonna delle Nevi

In questo punto, con la neve abbondante e il cielo sospeso sopra di noi, la sagoma aguzza della chiesa e i silenzio, la magia della foresta millenaria del tarvisiano è al suo massimo.

Silvia durante la ciaspolata a Tarvisio

Torniamo sui nostri passi fino al bivio.

Dalla Madonna delle Nevi al Bivacco Senza Confini

Al bivio quindi prendiamo sulla sinistra. Ignoriamo la deviazione sulla destra per il Monte Coppa e, qualche minuto più avanti, una forestale che scende sulla sinistra. Ignoriamo purtroppo anche una grossa costruzione militare in cemento (1275 mslm): il suo interno è invaso dall’acqua e dal fango, noi siamo “intrigati” dalle ciaspole, e fa pure freddo – gli enormi ghiaccioli rendono bene l’idea!

Proseguiamo, quindi, fino a un altro bivio. Una indicazione con segnavia si stacca sulla destra: è il sentiero che permette di tagliare quattro o cinque tornati delle forestale. Arriviamo al Bivacco Senza Confini (1340 mslm). “Purtroppo” – ma buon per il proprietario – il bivacco è privato, e quindi chiuso. La sua sagoma scura, però, è davvero bella e il nome decisamente evocativo.

Bivacco Senza Confini

Salita al Monte Forno

L’ultimo lungo tratto di salita attacca oltre il bivacco (sulla sinistra guardandolo). Di fronte a noi abbiamo una lunga forestale con numerosi tornanti, che richiede una certa pazienza – e 40 minuti – per essere percorsa. Superati i primi due gruppi di tornanti e arrivati a quota 1450 circa, si vede in corrispondenza dell’ennesima curva una piccola deviazione, che porta ad un altro bunker della Prima Guerra Mondiale.

Fornini del Monte Forno

La struttura è chiusa, ma si può spiare all’interno un locale con un forno, e una serie di locali in abbandono. Curiosa è la livrea delle pareti del forte, invece, perché oltre alle classiche chiazze mimetiche in toni del marrone, sono dipinti anche degli alberi stilizzati grigio-verdi – non li avevo mai visti.

Torniamo sulla forestale, saliamo un altro paio di tornanti fino ad avere sopra di noi un altro edificio mimetico, questa volta più simile a un fortino. Raggiunto quest’ultimo, si prende sulla sinistra tra gli alberi, e si incontra subito un sentiero che sale.

Questo sentiero sale direttamente dalla forestale (il suo attacco si trova a una decina di minuti da questo, sulla sinistra). Permette di accorciare di molto il percorso, ma potrebbe essere ingombro di neve, per cui la forestale resta l’opzione migliore.

Un minuto, e siamo a vista della cima del Monte Forno (1508 mslm).

Davide sul Monte Forno

Sulla cima del Monte Forno – Dreiländereck

Su questa cima pelata, circondata dagli alberi verso sud e ovest e dalle piste da sci verso gli altri versanti, si incarna il concetto di pace tra i popoli. Sono tre infatti i monumenti che, in poca superficie e tra tettoie, chaise-longue, impianti e rifugi e grandi antenne, parlano della speranza di un mondo senza più guerra.

triplice confine del Monte Forno

C’è una struttura in legno con grossi cartelli che indicano la direzione delle tre terre che qui si incontrano. Ce n’è uno, bronzeo e protetto da un vetro che abbiamo trovato ghiacciato, più orientato alla memoria militare. E c’è infine una preghiera di pace e di speranza che si conclude con questa frase di Sri Chimnoy:

“La pace non consiste nell’assenza di guerre e conflitti, ma nella presenza di armonia, amore, unità e soddisfazione tra i membri della famiglia umana.”

Ogni cosa qui è trilingue, e sempre in tre lingue e con rappresentanti delle tre nazioni qui si organizzano incontri e commemorazioni. E tre nomi almeno ha il Monte Forno, Dreiländereck, Peč… ma anche Tromeja e Ofen!

Davide sulla cima del Monte Forno

Infine, il panorama, che noi ovviamente non abbiamo potuto godere in quanto era un weekend di piena perturbazione (qui una testimonianza del giorno seguente). Nei giorni di sole, dal Dreiländereck si vedono le Giulie – Mangart, Montasio e Jof Fuart in grande spolvero – le Alpi del Gail e il Dobratsch, quelle della Gurktal, gli Alti e Bassi Tauri, parte della Caravanche. Spettacolare. Dicono.

Ma altrettanto spettacolare però è stato lo scenario con gli alberi così carichi di neve. Credo che lo ricorderò per la vita.

Silvia sotto la nevicata

Silvia sulla Slemenova SpicaSilvia

alberi innevati del Monte Forno

A duecento e trecento metri verso ovest, rispettivamente, si incontrano i rifugi Dreiländereck Hütte e Dreiländereck Bergrestaurant. Per entrambi, informati sulle aperture, legate all’attività sciistica austriaca.

Per il ritorno, ti consiglio di seguire l’itinerario di salita: la variante di discesa per il Monte Coppa richiede un ottimo orientamento, perché il tracciato non è molto chiaro.

Davide durante la ciaspolata

Ciaspolata al Monte Forno da Valico di Fusine: l’escursione in breve

⛰️ Dove siamo Sulle Alpi Carniche, all’incontro dei tre paesi: Italia, Austria, Slovenia.
📍 Partenza da Valico di Fusine, casermetta poco prima dell’ex casello del confine (851 mslm)
💍 Arrivo Monte Forno – Dreiländereck (1508 mslm)
📐 Dislivello 720 metri complessivi
📏 Lunghezza 8 km la salita (compresa la deviazione per Madonna della Neve)
⏱️ Tempo 3 ore e mezza la salita
😅 Difficoltà Media. La difficoltà dipende dallo stato della neve: se il percorso è già tracciato, non ci sono problemi, altrimenti l’escursione è un po’ più faticosa.
💧 Acqua C’è una fontana nei dintorni della deviazione per il Monte Coppa, ma potrebbe essere ghiacciata.
🗺️ Cartografia  Tabacco 1:25.000 n. 19 – Alpi Giulie Occidentali, Tarvisiano (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì.

Ciaspolata a Monte Forno sui tre confini - pin