È bene che lo dica subito: la meta di oggi era un’altra. Volevamo raggiungere il Bivacco Regondi – spoiler: in inverno non ci si arriva serenamente, e al bivacco ci andremo un’altra volta – ma eccola lì, la meta alternativa: Punta Cornet che ci accoglie con un panorama strepitoso, regalandoci una vista splendida e una gita che non poteva essere più bella di così!

Silvia a Place Damon verso Punta Cornet

Da Glassier (Ollomont) a Punta Cornet: sentiero 6

Ed è bene che ti dica subito un’altra cosa: Glassier in inverno è in ombra per gran parte della giornata, motivo per il quale fare un’escursione qui non fa molta voglia nelle giornate di sole. Tuttavia, come spesso succede in montagna, basta salire un po’ per non rimpiangere la scelta.

Quindi partiamo: lasciamo la macchina nell’ampio parcheggio al termine del vallone di Ollomont (1571 mslm) alla fine della strada nell’abitato di Glassier. Leghiamo le ciaspole allo zaino (noi troviamo una stagione tremendamente secca, ma può succedere che le ciaspole servano da subito) e ci incamminiamo lungo il sentiero 6, che subito oltrepassa un grande pannello fotovoltaico che ricorda la coda di un pavone, o un girasole meccanico (vedrai!).

Il sentiero piega decisamente a destra, raggiunge una baita semi abbandonata (Crottes) per poi, poco dopo, deviare bruscamente verso sinistra e imboscarsi decisamente.

Attenzione! Proseguire dritti qui è un attimo, ma è sbagliato: il tracciato sembra segnalato dagli impeccabili marchi bianco-rossi sugli alberi e, per noi veneti (ma la cosa vale praticamente in tutta Italia), questo significa “sentiero”. Ci siamo però scordati momentaneamente di essere in Valle d’Aosta, dove i sentieri sono segnalati di giallo. In più, qui in genere – almeno per quanto abbiamo potuto vedere – si predilige la segnaletica bassa (massi e pietre, piuttosto degli alberi).
Insomma se, come noi (lo vedi nella traccia allegata in fondo) ti trovi a salire nel bosco in maniera verticale seguendo questi segni bianco-rossi sappi che sei fuoristrada!

Come avrai capito, cerchiamo quindi di tornare sui nostri passi senza perdere tutto il dislivello faticosamente accumulato e tagliamo per il bosco fino a ricongiungerci con il sentiero 6.

Zigzag nel bosco, ciaspolando

Dopo i primi duecento metri di dislivello, il sentiero inizia a salire in maniera decisa, con un susseguirsi di strettissimi zig zag sotto a pareti rocciose teatro di alcune splendide cascate di ghiaccio fino a condurci ad un ampio pianoro.

Indicazioni nel bosco

Siamo finalmente al sole e da qui lo spettacolo, dopo gli alberi spogli del bosco in ombra, è bellissimo. Indossiamo le ciaspole e continuiamo a seguire il sentiero, che sale i cinquanta metri di dislivello di un largo vallone. Segue una coca, in corrispondenza della quale c’è un bivio:

  • sulla sinistra, quella che sarebbe la forestale scende verso un ponticello per poi risalire verso Balme de Bal e la Conca di By
  • sulla destra, si sale in corrispondenza della carrareccia e, dopo un paio di tornanti, si raggiungono le casette di pietra, ohimé abbandonate, di Places Damon (2160 mslm).

Raggiungiamo queste ultime.

Silvia ciaspole Ollomont

L’ambiente è solitario, immacolato e ampio, davvero di una bellezza commovente. Qualche passo, e di fronte si fa vedere la grande conca che “chiude” con il Mont Gelé, imponente, e l’Avril a guardare il passo della Fenêtre de Durand.

Il Monte Gelé fa capolino

Ovviamente, come per tutte le escursioni invernali, ARTVA, pala e sonda sono obbligatorie unite ad una buona consapevolezza dell’ambiente invernale e al sapersi muovere: il rischio valanghe è sempre presente in inverno.

Fiancheggiamo il monte e arriviamo dinnanzi al Combe de le Eaux Blanches del Torrente Fenetre. La località è amena: in alcuni punti la neve si è già sciolta lasciando intravvedere le vene del torrente che scorrono al di sotto. Sulla destra, in alto su una lunga cresta, proviamo a intuire la presenza del Regondi: non lo vediamo, ci fissiamo su una grande roccia… ma il bivacco è davvero lì, come scopriremo mesi dopo, a guardarci.

ciaspolando verso il Mont Gelé

Deviamo ora verso sud e, dopo aver capito che non saremo riusciti a raggiungere il Bivacco Regondi (eh ma ci rivediamo eh, eccome se ci rivediamo!, decidiamo di puntare verso il Col Cornet, sperando in un bel panorama.

A questo punto, la nostra forestale, stando alla carta, si interrompe, e la ciaspolata si fa libera. Pieghiamo verso sud, mantenendoci poco più in alto della base di un basso dosso, quasi “circumnavigandolo” per guadagnare l’accesso ad un’ampia e bassa valle che piega verso sud ovest.

Di fronte a noi vediamo il passo che anticipa, sulla destra, la nostra nuova meta.

Verso Punta Cornet

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Il Col Cornet in Valpelline

Arrivati al passo (Cole Cornet, 2370 mslm), vediamo che sulla nostra destra ci sono due cime, in parte spelate. La prima (e la più vicina) con croce è in realtà un’anticima giusto un attimo più bassa, mentre Punta Cornet, con croce anch’esso, si trova più a destra. Le due sono separate da 5 minuti di passeggiata (qui la neve è già stata spazzata via dal vento), ma puoi sempre dire di aver raggiunto due cime in un giorno solo! Dall’anticima, una breve e ampia cresta conduce al monte vero e proprio.

Croce di Punta Cornet

Con i suoi 2389 mslm, il Punta Cornet è una cima modesta, se paragonata ai giganti che la circondano, eppure offre un panorama davvero grandioso, decisamente più di quello che ci aspettavamo. Tre rapaci salutano il nostro arrivo volteggiando sopra le nostre teste.

Su Punta Cornet

Sotto di noi l’Alpe Berrio (di cui ti consiglio la bellissima escursione partendo da Ollomont) e poi l’intero vallone di Ollomont, alle nostre spalle il famigerato Passo della Fenêtre Durand (2805 mslm). Ruotando lo sguardo da est a sud e poi ad ovest, vediamo il Grand Combin, l’Avril, il Mont Gelée, la spigolosa catena del Morion,

Sono questi i luoghi di Ettore Castiglioni, dei partigiani e delle tantissime storie che si sono intrecciate su queste montagne. Se ancora non l’hai letto, ti consiglio vivamente lo splendido libro di marco Albino Ferrari, Il vuoto alle spalle. Lo trovi nella nostra pagina dedicata ai libri.

Mangiato il nostro paninetto, torniamo a valle per la stessa via della salita.

Noi in cima a Punta Cornet

Ciaspolata al Monte Cornet: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Nel Vallone di Ollomont, Valpelline, Valle d’Aosta
📍 Partenza da Parcheggio in località Glassier (1571 mslm)
🏅 Arrivo Punta Cornet (2389 mslm)
📐 Dislivello 810 metri
📏 Lunghezza 9,5 km tutta l’escursione
⏱️ Tempo 6 ore pausa compresa
😅 Difficoltà Difficile: gita comunque con dislivello, e che richiede di muoversi in libera nella parte alta
💧 Acqua Sì: fontana al parcheggio di Glassier (potrebbe essere gelata in inverno)
🗺️ Cartografia L’Escursionista 1:25.000 n. 5- Valle del Gran San Bernardo, Ollomont (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS