Ci sono tanti motivi per cui un luogo risuona con te. Alle volte è qualcosa di puramente estetico, altre volte una suggestione, oppure ancora il momento particolare che stai vivendo mentre lo percorri. Per noi, la salita al Rifugio Giaf è il ricordo dell’inizio dello spettacolare Anello delle Dolomiti Friulane, fatto per bivacchi qualche anno prima. Tornare qui con la neve, nel silenzio di una giornata solitaria, con tutta la calma di una giornata libera per noi, ci ha emozionati. La ciaspolata al Rifugio Giaf è un itinerario facile, super piacevole, capace di offrire bellissimi scorci dolomitici… e di liberare la mente al suono ovattato delle ciaspole!
Un’avvertenza prima di partire: anche se hai intenzione di fare una bella ciaspolata, tieni comunque nello zaino un paio di ramponcini. Soprattutto ad inizio (con nevicate ancora modeste) e fine stagione, il primo tratto di percorso può essere ghiacciato, e i ramponcini sono utilissimi.
Per il resto, la ciaspolata è decisamente facile e sicura. Molto probabilmente, la troverai già tracciata.
Salita con le ciaspole al Rifugio Giaf
Lasciamo l’auto lungo la strada che da Passo della Mauria scende a Forni di Sopra: un ampio parcheggio sterrato, in località Chiandarens (966 mslm), è riconoscibile per il grande pannello che indica il rifugio e l’ampia spianata alle sue spalle.
Se vuoi sapere qualcosa di più su Passo della Mauria, puoi leggere l’articolo sulla ciaspolata a Forte Miaron (altro facile percorso in zona).
Sotto al pannello, un cippo segnala l’inizio della Strada del Rio Giaf. La imbocchiamo, seguendo le indicazioni del segnavia CAI 346 (pannello di legno) superando le belle case di pietra e legno della frazione. Un ponte ci permette di superare il Tagliamento.
In meno di dieci minuti, siamo di fronte alla Fornace di Davaras: una grande calcara, recuperata alla perfezione, con la quale si otteneva la calce. Già da qui abbiamo un assaggio delle montagne che costituiscono l’anfiteatro al centro del quale sorge il rifugio.
Proseguiamo sulla strada dalla pendenza modesta fino a un secondo ponte, questa volta proprio sul torrente Giaf (1075 mslm). Lo attraversiamo, e iniziamo la salita sulla carrareccia che ci accompagnerà fino al rifugio, lungo la Valle di Giaf.
Tempo di cinque minuti, e siamo ad un bivio: sulla sinistra la carrareccia prosegue, ancora con morbida pendenza, mentre sulla destra il sentiero 346 si stacca dalla strada per infilarsi nel bosco.
Ti sconsiglio di salire per il sentiero in inverno: con le ciaspole, la carrareccia è decisamente più comoda. I cartelli, poi, sono chiari: a prendere la scorciatoia risparmieresti soltanto 10 minuti e in inverno il sentiero scompare!
Proseguiamo quindi sulla carrareccia, che per morbidi tornanti, in circa un’ora, ci porterà al cospetto dei due edifici che anticipano il rifugio (1373 mslm). Mentre saliamo, buttiamo l’occhio sia sopra agli alberi di fronte a noi, che alle nostre spalle, perché gli scorci montani si aprono sempre più: scendendo, ricordati di guardare verso est le montagne che sovrastano Forni.
Due edifici, dicevamo: il primo, risalente agli anni ’50, è adibito a spartano locale invernale. Il secondo è una piccola cappella votiva, costruita nel 1949 e dedicata ai caduti della montagna: non soldati, qui, bensì sfortunati escursionisti. Questo pianoro era il vecchio campivolo della malga della quale il rifugio ha preso il posto.
Il Rifugio Giaf
Un bell’edificio di pietra, tante panche e tavoli – che troverai ingombri di neve – e una vista notevole, dal piazzaletto anteriore, verso le montagne di Forni di Sopra.
Il rifugio si trova a 1400 metri di quota, al centro di un anfiteatro roccioso tutto guglie, pinnacoli e torrioni che però da qui – dal ripiano boscoso alla base del Coston di Giaf sul quale si trova – soltanto si intuisce. Le impressionanti masse rocciose delle Dolomiti Friulane, infatti, si possono ammirare solo proseguendo per almeno un’ora, quando il bosco si apre sul Cridola e su questa sezione dei Monfalconi.
Avvertenza: il percorso che porta verso Forcella Scodavacca è destinato a scialpinisti e ciaspolatori molto esperti. Se non sei uno di questi due, accontentati dell’atmosfera che avvolge il rifugio.
Qualche curiosità sul Rifugio Giaf. La sua costruzione ha richiesto sette anni, ed è stato inaugurato nel 1947. Negli anni è stato ristrutturato e ampliato molte volte, perché è un punto d’appoggio eccezionale per gli alpinisti che frequentano queste crode. Una tradizione racconta che, nelle giornate di pioggia, gli alpinisti si allenassero scalando il profilo sud ovest dell’edificio. Infine, un po’ di toponomastica: “giaf”, nel dialetto fornese, significa “catino, depressione, avvallamento, vallone ghiaioso o erboso”.
PS Il rifugio, in inverno, è chiuso. Ricordati di portarti un paninetto per fare merenda, nonché una capo caldo, che ti permetta di fare una bella sosta senza subire il freddo!
Si ritorna a valle per la stessa via della salita, cioè seguendo la carrareccia.
Ciaspolata al Rifugi Giaf: l’escursione in breve
⛰️ Dove siamo | Sulle Dolomiti Friulane, versante di Forni di Sopra (Alta Valle del Tagliamento). |
📍 Partenza da | Parcheggio lungo la strada del Passo Mauria, località Chiandarens (966 mslm) |
💍 Arrivo | Rifugio Giaf (1400 mslm) |
📐 Dislivello | 434 metri |
📏 Lunghezza | 4,7 km la salita |
⏱️ Tempo | 1 ora e 30 la salita |
😅 Difficoltà | Facile |
💧 Acqua | No |
🗺️ Cartografia | Carta Tabacco n. 2 – Forni di Sopra, Ampezzo, Sauris, Alta Val Tagliamento (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon) |
🛰️ Traccia GPS | Sì (è la discesa, ma va bene uguale!) |
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