Le ciaspole… c’è chi le odia, e chi le ama.
Tra gli odiatori ci sono gli sciatori da impianti, perché ai loro occhi le ciaspole fanno “slow” e un po’ sfigato. Poi gli scialpinisti, più o meno per gli stessi motivi. Chi pratica sci da fondo vede nel ciaspolatore il nemico numero uno, che mina la regolare livellatura dei suoi tracciati. Gli alpinisti puri, quelli con ramponi-e-piccozza, ti incroceranno e il loro sguardo truce dirà “questo non arriva a fine giornata”.
E poi ci sono quelli come il mio amico M, che portato fuori sentiero su un pendio quasi verticale in località Pusterle (Altopiano di Asiago), con la neve ad altezza ginocchio nonostante le ciaspole, ha continuato a ripetere per quattro ore di ciaspolata e due di macchina: io le ciaspole le odio. E non le userò mai più.
Con queste premesse viene da chiedersi: c’è invece qualcuno che le ama?
Sì, io. E tutti quelli che le usano regolarmente.
Benvenuto nel mondo dei ciaspolatori: come godersi l’incanto della montagna d’inverno senza spendere soldi, senza impattare sull’ambiente, senza dover sapere sciare… ed essere comunque odiato da tutti.
Vediamo allora cosa ti serve per ciaspolare, come cominciare, dove andare, come vestirti per camminare sulla neve… e tutto quello che devi sapere per usare le ciaspole.
Nuove regole per le ciaspolate dal 1° gennaio 2022
Prima di iniziare con la guida un avvertimento: dal 1° gennaio 2022 entra in vigore l’obbligo di dotarsi dei dispositivi di sicurezza di ARTVA, pala e sonda “in particolari ambienti innevati, laddove, per le condizioni nivometeorologiche, sussistono rischi di valanghe”.
Abbiamo già approfondito l’argomento, ,a in generale: se c’è rischio valanga 2 e la zona può essere a rischio devi avere ARTVA, pala e sonda (pena multa, ma soprattutto per la tua sicurezza).
Detto questo… possiamo iniziare!
Cominciamo dall’inizio: cosa sono le ciaspole? E perché si chiamano così?
Il vero nome delle racchette da neve è ciaspe – in dialetto ladino – o ciaspole, il loro nome oggi più comune, che deriva dal dialetto della Val di Non.
Per farla breve, le ciaspole sono implementi che ti permettono di camminare sulla neve – più o meno fresca – senza sprofondare, e senza scivolare quando questa è ghiacciata.
Un po’ di storia
All’inizio erano di legno e cuoio.
E per “inizio” si parla di ritrovamenti risalenti a 6000 anni fa.
Le ciaspole nascono infatti molto lontano nel tempo: da quando cioè l’uomo ha avuto la necessità di spostarsi attraverso territori coperti dalla neve per molti mesi l’anno. Come in America del Nord, in Scandinavia, in Asia centrale.
Questo quando gli inverni erano davvero tali, e da novembre ad aprile il manto nevoso era abbondante e soffice. Ad usarle, contadini e cacciatori: gli unici cioè che si trovavano a dover vivere la montagna anche d’inverno.
Una curiosità: nel 1888 l’esploratore e scienziato Fridjof Nansen ha compiuto la traversata della Groenlandia con ciaspole e sci ai piedi.
Oppure: i cercatori d’oro della Gold Rush raccontati da Jack London in Zanna Bianca usavano proprio le ciaspole per spostarsi tra boschi e radure nello Yukon dell’800.
Come sono fatte le ciaspole e come sceglierle
All’inizio le ciaspole erano costituite da un ovale di legno e da strisce di cuoio o corda legate tra loro. Dei legacci di corda o una cinghia di cuoio permettevano poi di legarle agli scarponi.
Oggi in genere la racchetta da neve ha una struttura piuttosto elementare: una base in plastica dura stampata, oppure un telaio in alluminio, una superficie d’appoggio per lo scarpone in neoprene o poliuretano e dei lacci per tenere saldo il piede.
Attacchi e cinghie
Gli attacchi sono snodabili, tanto da permettere – beh, forse non la prima volta che le usi – una camminata abbastanza fluida e naturale. Gli attacchi delle ciaspole “moderne” inoltre permettono di assicurarle facilmente alle normali calzature da montagna.
Sono da preferire gli attacchi a regolazione rapida (hanno una vite centrale che una volta regolata non toccherai più dopo la prima volta) e cinghie morbide che avvolgono punta e caviglia degli scarponi.
Gli attacchi automatici sono viceversa più stabili e precisi, ma si usano esclusivamente con calzature dalla suola rigida e inviti appositi sulla suola.
Controlla inoltre anche il sistema di chiusura delle fibbie. Non è raro infatti che si ghiacci rendendo assai difficile sganciarle e riagganciarle durante la ciaspolata.
Altre parti della ciaspola: ramponcini e alzatacco
I ramponcini sotto l’attacco – in punta – e i tacchetti metallici sulla “suola” permettono una buona presa sulla neve ghiacciata o su superfici ghiacciate. Assicurati che le ciaspole che acquisti abbiano puntale e tacchetti metallici, la neve, anche nei percorsi più semplici, può presentare insidie non da poco.
C’è infine l’alzatacco, un piccolo rialzo che fatto scattare si insinua sotto il tacco dello scarpone, cambiandone l’inclinazione. In questo modo il passo in salita è facilitato, e il polpaccio si stanca meno.
Ti consiglieranno in genere di scegliere ciaspole con alzatacchi che possano essere sganciati con i bastoncini, perché così non devi piegarti sulle ginocchia – rischiando di perdere l’equilibrio – né di congelarti le mani azionandoli.
Mah… siamo davvero così pigri?
Come regolare le ciaspole
Regolare le ciaspole sul tuo piede non è difficile. Una volta regolata la lunghezza con l’apposita vite (basterà farlo la prima volta) sarà sufficente posizionare lo scarpone all’interno della struttura e stringerlo con le apposite cinghie.
Fai in modo che il piede non sia troppo stretto dalle cinghie, ma neanche lasco evitando così scarsa circolazione o vesciche.
NB: sì, anche se a prima vista non è evidente – e confonderle cambia poco o niente – ci sono una ciaspola sinistra e una ciaspola destra. Per riconoscerle: la fibbia di chiusura deve sempre rimanere all’esterno.
Un ultimo accorgimento: la cinghia che avanza va infilata da qualche parte (spesso ci sono degli appositi elementi) per evitare che ti intralci camminando o si riempia di ghiaccio. Io personalmente riavvolgo i lacci all’interno, sopra il piede.
Tipologie di ciaspola
Moderne…
Inventate una cinquantina di anni fa, le ciaspole moderne
- Hanno una superficie minore, che le rende più comode per brevi tragitti o fondi innevati compatti
- Hanno degli accessori utili (come abbiamo visto sopra: ramponcini frontali, chiodatura e alzatacco)
- Richiedono minore manutenzione rispetto a quelle in legno e corda
A voler fare i pignoli, esistono ciaspole diverse a seconda dell’uso che se ne intende fare.
- Le ciaspole canadesi sono più grandi, e sono adatte a manti nevosi molto profondi e soffici
- Quelle corte si usano per percorsi dalla pendenza accentuata
- Per le distese pianeggianti si potrebbero preferire quelle in alluminio
- Esistono infine delle ciaspole composite, perfette per percorsi più challenging in alta montagna e a temperature più basse.
Queste sono finezze.
Con le mie fide ciaspole TLS ho affrontato tutti i tipi di percorsi: dalla camminatina per mostrare come si usano agli amici che non sanno cos’è una montagna, all’ascesa ai bivacchi invernali delle Feltrine (con dislivelli superiori ai 1000 metri, dieci anni fa ancora completamente innevati in inverno), dai morbidi pendii dell’Altopiano di Asiago e della Lessinia, alle scialpinistiche – al seguito ovviamente dei miei amici muniti di sci e pelli. Per finire con una epocale escursione sui nevai del ghiacciaio dello Stubai, in Austria (a quote superiori ai 3000 metri).
Ho scritto “per finire”? In realtà se hai voglia di faticare con le ciaspole, le imprese sono dietro l’angolo: anche quelle più matte. Tipo seguire gli scialpinisti fino al cratere dell’Etna? Fatto.
Non significa che sia sempre stato facile – le mie ciaspole, ad esempio, sono molto larghe, e su versanti molto inclinati diventano decisamente scomode da usare, perché mettono sotto sforzo le caviglie (e la pazienza).
Comunque, è proprio per questo che nell’articolo non troverai confronti tra ciaspole, marche e modelli. Ognuno trova le sue favorite – anche a costo di doverne provare più modelli – per tipologia e stile. Delle nostre preferite, te ne parlo a breve.
…e tradizionali
C’è una cosa da dire riguardo le ciaspole tradizionali: sarebbe un piacere poterle usare di nuovo!
(Anche se in realtà la neve nostrana, per la forte umidità presente, tende molto spesso a ghiacciarsi, e questo tipo di ciaspola sarebbe inefficace)
Le ciaspole tradizionali (quelle in legno e corda, per intenderci) darebbero tuttavia dei vantaggi incredibili:
- Hanno una superficie maggiore, che le rende perfette per compiere lunghe distanze portando grandi carichi (come lo zaino per un paio di notti in bivacco). Non per niente, sono state ideate e affinate da montanari ed esploratori, che ne avevano bisogno per “imprese” più o meno quotidiane.
- I materiali con i quali sono costruite le rendono molto più silenziose: perfette per osservare la fauna senza disturbarla (e per cacciare, direbbe purtroppo qualcuno).
- La struttura in legno può resistere a temperature molto basse. Se te lo stai chiedendo, quelle comuni in plastica si creperebbero al di sotto dei 30° sotto zero.
Quali ciaspole comprare?
Il bello delle ciaspole è che tra gli 80 e i 130 euro puoi portarti a casa un ottimo paio di ciaspole.
Io sulla qualità delle mie TSL posso metterci la mano sul fuoco. Il modello che uso l’ho comprato ben 15 anni fa: ne hanno viste di tutti i colori (e si vede!) ma sono ancora un ottimo strumento. Ad oggi le TSL non sono certo le più economiche ma, sai che ti ritrovi con delle ciaspole che ti possono portare quasi ovunque. Sono affidabili, tecniche e divertenti.
Il secondo paio di ciaspole che ti consiglio sono quelle Ferrino. Un modello leggermente meno tecnico, ma ugualmente di qualità. Magari non potrai infilarti in situazioni estreme (e forse è meglio così) ma ti farai comunque delle belle gite.
Un ultimo appunto per fare chiarezza: le ciaspole della Decatlhon di primo prezzo in plastica, strette e senza dentatura non sono ciaspole.
Non sei sicuro se l’arte della ciaspolata farà per te? Nessun problema: noleggiale (ma prenditi per tempo: nei weekend invernali vanno a ruba)!
Usare i bastoncini durante la ciaspolata?
Assolutamente sì!
Certo, se sei un duro (come lo sono stato io fino a qualche anno fa) o se prevedi di farti la passeggiatina di mezz’ora sui prati di fronte all’albergo, puoi anche farne a meno, ma…
I bastoncini ti permettono di camminare con maggiore stabilità, di distribuire il peso dello zaino e della camminata su busto, spalle e braccia, e di non perdere l’equilibrio nel caso il manto di neve dovesse sprofondare – a causa della consistenza ineguale – di qualche decina di centimetri. Ovviamente, i bastoncini devono essere corredati dall’apposito puntale da neve (meglio se largo per evitare di sprofondare).
E’ fondamentale considerare il peso dello zaino se hai intenzione di raggiungere un bivacco invernale per passarci la notte: avrai il tuo bel carico di sacco a pelo, viveri e ricambio di indumenti che ti farà sprofondare con più facilità.
Se vuoi un consiglio, questi della Black Diamond sono in assoluto i nostri preferiti: indistruttibili, versatili e maneggevoli.
Si fa fatica ad usare le ciaspole?
Sì, e anche molta.
In genere, fare un percorso con le ciaspole richiede il 40-50% di energie in più rispetto al farlo a piedi. L’attrito delle neve e la camminata diversa aumenta lo sforzo necessario a spostarti. In salita poi ti sembrerà di sentire i muscoli delle cosce esplodere.
C’è comunque un ottimo risvolto della medaglia. Ciaspolare brucia il 45% in più di calorie rispetto alla camminata o alla corsa alla stessa velocità.
Come si usano le ciaspole?
Si comprano o noleggiano un paio di ciaspole, ci si veste adeguatamente, si va nella neve e si cammina.
Fine.
Sarà il tempo a decidere a che categoria finirai per appartenere:
- I ciaspolatori della domenica (cioè di una domenica all’anno),
- Gli entusiasti (o i fissati) che esplorano il fuori sentiero (presente),
- Gli sportivi (sì, ci sono ciaspolate competitive. Anche storiche: ad esempio nel 2020 si è corsa la 47a Ciaspolada in Val di Non),
- Quelli che dopo la prima uscita le mettono in vendita su Subito.
A parte tutto: ciaspolare è semplice! Si tratta di abituarsi a una falcata diversa, più corta e con le gambe leggermente più divaricate. Con la pratica ci penserà il tuo corpo ad ottimizzare il tutto.
I benefici della ciaspolata
- È facile da imparare. Basta superare i primi momenti di goffaggine, e poi si va che è un piacere. (Ma ricordati che in discesa il passo non deve essere troppo lungo),
- È un’attività pressoché gratuita,
- È divertente (ok, se cerchi l’adrenalina a tutti i costi… forse no),
- Ti permette di esplorare angoli di montagna diversi, spesso solitari,
- Fisicamente è un’ottima attività e ti permette di bruciare molte calorie,
- L’intensità della ciaspolata è completamente modulabile, e non dovrebbe dissuadere nessuno: da chi lamenta quell’acciacco alle ginocchia, al superatleta fisicato,
- È psicologicamente rilassante, e può immergerti nei tuoi pensieri come con la meditazione.
Per me quest’ultimo punto è imbattibile, e quando il paesaggio è imbiancato è forse la vera motivazione che mi porta a indossare le mie amate ciaspole e ad affrontare il manto. La serenità che ti dà l’essere nel bosco innevato, ed improvvisamente sbucare in una radura ampia e assolata, è incredibile: un misto di stupore e reverenza. In quei momenti il silenzio spesso è irreale – una cosa che ci troviamo ad avere dimenticato – e così denso da ripercuotersi addirittura nel cambio di pressione nelle orecchie.
Un luogo su tutti dove sperimentare questo effetto? Raggiungi i Piani Eterni salendo dal lago della Stua, in val Canzoi sulle Vette Feltrine, lungo il sentiero 802… un posto davvero magico.
Come vestirsi per ciaspolare
Gli scarponi per la ciaspolata
Al di là della passeggiatina di mezz’ora, durante la quale non dovrebbe essere un problema sopportare le condizioni avverse, gli scarponi sono un elemento fondamentale della tua tenuta da ciaspolatore.
Se prevedi di stare molto tempo sulla neve, per gli scarponi l’impermeabilità è un imperativo. Scegli calzature impermeabili e isolanti, preferibilmente in goretex che non si bagnino al primo contatto con la neve. Io personalmente adoro i nuovi Raven Salewa: sono scarponi semiramponabili, pensati per l’alpinismo invernale. Rigidi, ma calzano come un guanto. Se li trovi troppo tecnici, o se pensi di fare ciaspolate meno challenging, posso consigliarti questi Salomon: meno rigidi dei Salewa, ma ottimi per l’inverno.
Non sottovalutare infine l’importanza di calzini termici adeguati. Assolutamente non indossare quelli di cotone: assorbono l’umidità, e creano nella scarpa un ambiente umido che può facilmente congelarsi.
Le ghette
Un accessorio che “sigilla” pantaloni e scarponi, e impedisce che la neve ti entri nelle caviglie, che si bagnino i pantaloni o che addirittura si ghiaccino i bordi.
Nei modelli di pantaloni più tecnici per l’escursionismo e l’alpinismo invernale spesso sono già incluse all’interno della gamba.
Poi, per carità, c’è anche chi non le ha mai usate (io), ma se ti infastidiscono i disagi, comprale – anche il modello più economico va bene.
Lo zaino
Non c’è molto da dire: lo zaino per la ciaspolata dev’essere leggero, e con le cinghie per fissarlo anche al petto per evitare che sballonzoli durante il tipico incedere della ciaspolata – o che si incasini se cadi.
L’abbigliamento per la ciaspolata
Iniziamo con un avvertimento: le condizioni di vento e temperatura possono cambiare moltissimo durante una ciaspolata di qualche ora. E’ furbo (ed essenziale) vestirsi a strati, con capi che possono essere tolti e messi velocemente. In pieno inverno il rischio gelate è dietro l’angolo, mentre in primavera la fatica della salita può costringerti a sfoggiare le maniche corte.
Maglie e abiti termici
Per la parte alta in genere vestiti con due o tre strati:
- Il primo strato è quello a contatto con la pelle. Una maglia termica di qualità è il top, perché ti assicura calore e traspirazione allo stesso tempo. Silvia ed io a questo proposito non abbiamo dubbio: le migliori maglie tecniche che abbiamo testato negli anni sono della Montura: traspiranti, caldissime e ad asciugatura rapida.
Se prevedi di trovarti in temperature proibitive, una calzamaglia tecnica può essere un buon investimento: la indossi sotto ai pantaloni. Silvia ne usa spesso una in lana merinos. - Un secondo strato caldo come un pile tecnico con cerniera (con la quale puoi modulare il calore del tuo corpo), che puoi togliere all’occorrenza. Evita il cotone perché assorbe il sudore e diventa umido e freddo.
- Un terzo strato a guscio. Una giacca impermeabile ma traspirante può servirti in caso di basse temperature, di venti freddi particolarmente insidiosi e… all’inizio della ciaspolata prima di scaldarti con la salita!
- Normalmente questi strati sono più che sufficienti, Silvia che, come avrete capito è particolarmente freddolosa, nelle giornate più fredde utilizza anche un piumino leggero da mettere sotto al guscio esterno. Dura poche svolte in salita prima di finire dentro lo zaino, ma le da sicurezza ed è perfetto per il fine gita.
Per quanto riguarda i pantaloni prediligi modelli invernali che non si inzuppino con i primi fiocchi di neve. In condizioni normali le ghette sono sufficienti a proteggerti. Se prevedi imprese più intense, puoi pensare a copripantaloni impermeabili – che tuttavia, secondo me, tendono a scaldare anche troppo.
Come vestirsi per le ciaspolate: le estremità
Proteggere testa e mani è fondamentale, perché la ciaspolata è una attività ingannevole. Se dopo i primi dieci minuti infatti ti troverai già a sbuffare come una locomotiva, grondando sudare dentro alla giacca (che a breve toglierai) e in genere emettendo il calore di una stufa in maiolica, per quanto riguarda testa e mani il discorso è differente.
Un passaggio in bosco, un vallone in ombra, un vento improvviso possono riservare temperature sensibilmente più basse rispetto alle aree assolate. In queste situazioni è davvero un attimo ritrovarsi con le dita o le orecchie raffreddate, o esporre il collo e la gola a correnti troppo fredde.
Anche se in genere mi ritrovo a ciaspolare in maglietta e con le gambe dei pantaloni arrotolate alle ginocchia, ci sono due cose che non tolgo mai: il berretto di lana e un collo caldo (ma non troppo).
Inoltre se ti trovi su un terreno accidentato e cadi spesso, infilare le mani nella neve non è il massimo. Per questo motivo, non puoi scordarti di avere con te un ottimo paio di guanti impermeabili. Quelli da sci sono ottimi, così come le muffole, anche se ti consiglio di prediligere modelli più leggeri.
Se è una bella giornata, ricordati anche gli occhiali da sole. La neve può abbacinarti, stancarti gli occhi o, addirittura, causarti congiuntiviti.
Percorsi e sentieri per ciaspolare
Nell’immaginario comune, l’uso delle ciaspole è ristretto alle strade forestali innevate o alle mulattiere… possibilmente per raggiungere “il rifugio” dove mettere le gambe sotto la tavola per sfondarsi di canederli (o di affettati, a seconda di che montagne stai frequentando).
Oppure, a tratti innevati perfettamente pianeggianti.
Niente di più sbagliato!
Distrai le guide alpine e gli istruttori CAI. Tappa le orecchie ai tuoi genitori, o al tuo partner (se è apprensivo).
Con le racchette da neve ai piedi si apre letteralmente un mondo di esplorazione e avventura, nonché di osservazione della natura, che ad altri frequentatori della montagna è in genere precluso.
Soprattutto, i percorsi possono essere scelti in base al tuo desiderio. E non c’è niente di più bello di questa assoluta libertà.
Vuoi esplorare i pascoli giusto sopra il paese? Vuoi seguire la forestale immersa tra gli abeti che in un dipanarsi di morbide spire raggiunge il rifugio? Vuoi scoprire le malghe più alte, chiuse per la stagione invernale, e respirare un’atmosfera di letargo? Vuoi perderti (si fa per dire) nel nulla dove non si vede segno di presenza umana?
Sul nostro blog trovi diversi percorsi con le ciaspole (più o meno canonici) dai quali prendere spunto. Noi siamo degli appassionati dell’Altopiano di Asiago, ma in genere la montagna veneta offre fantastici percorsi per le ciaspole. E la montagna trentina è ugualmente suggestiva.
E se ancora non lo sai, Davide ha scritto una guida: Escursioni con le ciaspole, 15 itinerari tra le montagne venete. È edita da Editoriale Programma, e la trovi in tutte le librerie (e su Amazon).
Qualche considerazione ambientale
Le ciaspole permettono di godere della montagna innevata senza che l’ambiente debba essere modificato dall’uomo – come avviene nel caso dello sci di discesa.
Inoltre, per praticare la ciaspolata non c’è bisogno di pagare skipass e altri balzelli.
Ma quello che davvero conta è che ciaspole significa lentezza, silenzio, osservazione, meditazione. Il contatto con la natura – soprattutto nel momento in cui ti allontani da strade, paesi e piste da sci – è molto profondo.
L’etichetta del ciaspolatore
Checché ne dica chiunque, la montagna è davvero di tutti, e una delle cose da tenere a mente è che è possibile godersi la propria sfumatura di montagna senza pestare i piedi agli altri. Quindi:
- Studia prima il percorso che intendi fare, in modo da non trovarti in difficoltà, né finire su terreni che non puoi frequentare (come le piste da sci, piste da fondo o su piste preparate per altri sportivi (fat bike, sci da discesa). Stai sul bordo se proprio devi, o apriti la tua pista
- Non lasciare traccia. Niente rifiuti in giro. So che non vuoi sentirtelo dire, ma questo vale anche per fazzolettini e brandelli di carta igienica.
- Il bello delle ciaspole è che puoi andare fuori sentiero senza troppi problemi. Tenta però di camminare su superficie innevate uniformi, e non dove la vegetazione ancora spunta, per evitare di danneggiarla
- Una regola che vale sempre: il camminatore più veloce passa. Se senti alle tue spalle che ne sta arrivando uno, fatti un attimo da parte e lascialo passare
- Ciaspoli con il tuo cane? Questo è tutto un altro argomento, e ne parleremo a breve.
Una cosa infine che infastidisce anche me: se stai per fare la tua ciaspolata… non aspettare a indossare le tue ciaspole! Molto spesso infatti si vedono escursionisti che le portano sottobraccio – o appese allo zaino – perché approfittano della neve battuta su una strada forestale, su un prato, lungo una pista. E’ inevitabile in queste situazioni fare dei buchi sulla superficie della neve, dove questa non è abbastanza compatta. Questi buchi sono come minimo fastidiosi (quando non pericolosi) per chiunque scenderà dalla tua stessa strada.
Avvertenze e consigli per ciaspolare in sicurezza
Prima della ciaspolata: pianifica
Scegliti dei compagni di gita. Per quanto apparentemente innocua, la ciaspolata si svolge comunque in un ambiente “ostile”. Andare in montagna da soli è bellissimo e noi stessi lo pratichiamo in determinate circostanze, ciaspolare non è una di queste. Non dovresti andare da solo.
Studia il percorso (e fallo con cura). Questa è forse la fase più delicata dell’escursione. L’ambiente innevato è più difficile da interpretare rispetto a quello sgombro da neve. Un pianoro completamente bianco circondato dai boschi può disorientarti completamente se non c’è già una traccia segnata.
Ricordati che con le ciaspole si va solamente sulla neve. Che non ti venga in mente di avventurarti su un ghiacciaio con le racchette ai piedi!
Ricordati che puoi trovarti in alta montagna, e il pericolo di valanghe è tangibile. Leggi il bollettino, scegli la gita in accordo, e ricordati che dovresti avere ARTVA, pala e sonda sempre con te (dal 2021 è obbligatorio – ne abbiamo parlato all’inizio).
Infine, ancora sulla montagna invernale. Le ore di luce sono poche, la tua forma fisica – beh, questo lo sai (spero) tu. Scegli itinerari plausibili, e organizza anche gli spostamenti in accordo.
Durante la ciaspolata: ascoltati
Sei in montagna in inverno (o in primavera). Le condizioni climatiche cambiano repentinamente (sì, mi sto ripetendo, ma è per il tuo bene). Progetta il tuo abbigliamento in modo adeguato, come ti ho indicato prima, e tieni d’occhio i segnali che il tuo corpo ti lancia: un principio di congelamento può arrivare molto in fretta se trascuri lo stato termico di mani e piedi.
Nutriti. Ciaspolando consumi molte energie. Porta con te barrette energetiche, frutta secca, cioccolato. Evita gli snack troppo dolci, e quelli che possono congelarsi. Esaurire le energie e non avere di che ricaricarsi significa doversi fermare spesso per riprendere fiato, e nel freddo… brrr!
Bevi. La disidratazione non è un pericolo prettamente estivo. Bere durante l’escursione ti eviterà un fastidioso mal di testa al ritorno, quando sarai al bar ad ordinare la birra, o peggio, quando dovrai guidare per tornare a casa. Un bonus: un bel termos di tè caldo da portare in zaino o da lasciare in auto per il rientro.
Dopo la ciaspolata: la manutenzione delle ciaspole
Quando infine la ciaspolata è finita, prenditi un minuto per togliere il ghiaccio che si è formato nei vari interstizi delle racchette da neve. Puoi usare con delicatezza la lama di un coltello.
In questo modo la vita della ciaspola sarà più lunga, e non allagherai inconsapevolmente il bagagliaio dell’auto mentre sei fermo a berti la meritata birretta di cui parlavamo prima.
Le ciaspole in breve
Quali ciaspole comprare?
Ti consiglio di non comprare le ciaspole più economiche, ma di noleggiarle una o due volte per vedere come ti trovi (e se ti piace), e solo poi acquistare un modello adatto al tipo di percorsi che prevedi di fare.
Ciaspole: come si dice in inglese?
Con la parola showshoes puoi cercare altre informazioni in inglese.
Ciaspole: dove andare?
Se sei alle prime armi, ti conviene scegliere percorsi senza troppi dislivelli, e in ambienti sicuri. Chiedi a chi ti ospita o all'ufficio del turismo del paese, sapranno indicarti i percorsi migliori.
Ciaspole: come vestirsi?
L'abbigliamento per una ciaspolata va pensato con attenzione, perché se è vero che ti trovi in un ambiente freddo, ciaspolare ti farà sicuramente sudare. In genere ci si veste a strati, e molto importante è la protezione di testa, manin e piedi.
Quando bloccare le ciaspole?
Conviene bloccarle quando si affrontano pendii in salita. Non è obbligatorio, ma rendono il movimento più facile.
A parte quelle delle ciaspole (lo scatto delle TSL gialle è di Cristina@Flickr) e i meme, tutte le foto sono nostre, e sono state prese tra Altopiano di Asiago, passo Vezzena, val Fiscalina, Val Popena, Zebrù, ghiacciaio dello Stubai.
Le guide per la montagna di Bagaglio Leggero
Che sia la tua prima volta con la tenda in montagna, o che stia cercando qualche nuovo spunto… oppure che tu voglia ripassare qualche rudimento tecnico (tipo come si fa una ferrata), qui trovi un bel po’ di consigli utili.
Ovviamente, arriva tutto dalla nostra esperienza sul campo – cioè, sul sentiero!
Vivere la montagna e i trekking
Regole e consigli per andare in tenda in montagna – 10 consigli per dormire in bivacco
Andare in montagna da soli – Fare trekking con la pioggia
Organizzare il cibo per un trekking
NUOVA! Come riconoscere i fiori di montagna (guida for dummies)
Tecnica (anche in inverno!)
Come prepararsi per un trekking lungo
Come fare una via ferrata – Ciaspole e ciaspolate: la guida completa
NUOVA! Scialpinismo: tutto quello che devi sapere prima di iniziare
Attrezzatura
Il kit di pronto soccorso per la montagna – La manutenzione dell’attrezzatura da montagna
Tutto sui bastoncini da trekking – Preparare lo zaino per un trekking di più giorni
Può sempre servire
Ieri ho scoperto che anche chi abita in zona arancione può spostarsi dal proprio comune per fare attività fisica, se dove risiede non si può praticare un determinato sport. E visto che per il secondo anno di fila salterà la mia settimana bianca in Trentino, pensavo di acquistare delle ciaspole per raggiungere il Terminillo (vicino Roma, perché vivo nel Lazio). Il vostro articolo mi è stato utilissimo, però vorrei chiedervi un consiglio: secondo voi, meglio ancorare alle ciaspole i MoonBoot, oppure degli scarponcini da trekking (imbottiti) che non mi sembrano molto diversi da quelli della Salomon che avete consigliato?
Ciao Mariarita! Che confusione hanno fatto con queste zone! Noi in Veneto siamo in zona arancione è ci è consentito spostarci fuori comune solo per lo scialpinismo. Ciaspolate, camminate sulla neve, bob o pattinaggio non sono comprese… almeno fino al prossimo chiarimento. Direi di stendere un velo pietoso!
Per quanto riguarda la scelta tra moonboot e scarponcini imbottiti ci sono differenze di utilizzo: i moonboot non sono fatti per essere allacciati alle ciaspole, ma dovrebbero essere utilizzati esclusivamente come “dopo sci” quindi per camminate in paese. Sono comodissimi, ma inadatti per il trekking in quanto la caviglia all’interno è troppo libera.
Con le ciaspole la calzatura ideale da usare sono gli scarponi da trekking. Ora capiamoci: se è per fare un paio di ciaspolate all’anno puoi utilizzare tranquillamente quelli estivi, ti bagnerai un po’ i piedi, ma risparmierai centinaia di euro. Se invece vuoi andare a ciaspolare più di frequente ti consiglio di comprare un buon scarpone invernale impermeabile e traspirante al quale magari potrai aggancarci anche dei ramponi o dei ramponcini in futuro. Una via di mezzo tra le due opzioni? Uno scarponcino (tipo Decathlon) un po’ imbottito all’interno con il quale potrai andare sulla neve e anche fare brevi escursioni. Fammi sapere cosa scegli e come ti troverai!
Ciao Silvia, grazie di aver risposto così velocemente! Allora i Moonboot me li tolgo subito dalla testa. Come vedi sono proprio alle prime armi, che fortuna avere qualcuno in grado di consigliarmi così dettagliatamente! Ho degli scarponcini da trekking che ho utilizzato per delle escursioni in Irlanda, sono invernali, certo non proprio imbottiti, ma magari proverò con quelli. Di sicuro se poi diventerò una ciaspole addicted prenderò quelli che avete consigliato. Buona domenica!
Ciao,
complimenti per il sito!
Consigli di bloccare le ciaspole in salita, pensavo che in salita andasse messo alzatacco e ciaspola “libera”. Mi sbaglio?
Come consigli inoltre di regolare le caspole in discesa?
Grazie mille!
Ciao Matteo, e grazie per i complimenti!
Per quanto riguarda la gestione del blocco ciaspole, diciamo che fondamentalmente è l’unico vero parametro soggetto la gusto: per dire, io le tengo sempre aperte (tranne quando ho da fare saltini in discesa, perché ho paura di atterrare catastroficamente e piantarmi nella neve). Salita, discesa, piano, non piano, neve ghiacciata, tutto: sempre aperte. Poi, un altro parametro è proprio la costituzione (marca) della ciaspola.
Insomma: sperimenta su vari tipi di pendio, e vedi come si comporta il sistema piede-perno-ciaspola!