È una delle domande che ci fate più spesso: come fate a riconoscere le cime in montagna?
Il segreto è… che non c’è un segreto, ma ci sono ben cinque metodi da combinare per imparare a capire i nomi delle montagne che hai di fronte.
(A proposito: riconosci le montagne che compaiono in questo articolo?)
Cos’è quella cima? Come si riconosce una montagna
Partiamo dal presupposto che ci vuole un po’ di esperienza, qualche minuto, ma soprattutto una sana dose di curiosità.
Le montagne sono davanti a noi in ogni momento eppure… quante volte ti chiedi cosa stai vedendo? Questo non vale solo quando ti trovi sulla terrazza panoramica del rifugio mentre aspetti che ti arriva il secondo bombardino, o quando hai raggiunto una vetta particolarmente panoramica, ma anche quando stai camminando.
Soprattutto durante le escursioni lunghe, i panorami cambiano, aprendoti punti di vista sulle montagne circostanti – più o meno vicine – e prospettive inedite. Non sapere cosa stai guardando è un peccato!
La questione si fa stringente quando ti trovi in una nuova zona, e non hai idea di cosa sia “quel gigante a punta che si vede dal paese”.
A noi capita ogni due mesi. Quando arriviamo tra nuove montagne, combiniamo cinque metodi per imparare a riconoscere le cime:
- la carta topografica
- l’app per il riconoscimento
- i piedi!
- i plastici e i pannelli informativi
- l’esperienza di “chi sa”
1. Aprire la carta topografica 🗺️
Con la carta topografica puoi non solo riconoscere le montagne, ma anche mettere in relazione cime e massicci, valli e corsi d’acqua, laghi e bivacchi, rifugi e paesi…
La carta topografica ti spiega il mondo.
Il massimo lo ottieni quando ti trovi su un bel punto panoramico e sai da che direzione sei arrivato: a questo punto puoi aprire la carta topografica e iniziare a capire “chi è cosa”. Noi lo facciamo anche durante le alte vie e le traversate: quando facciamo una pausa per uno spuntino o per il pranzo, apriamo la carta e studiamo quello che abbiamo sotto agli occhi.
Ad aiutarci sono soprattutto l’altezza relativa delle cime, la forma delle montagne e la posizione delle valli e dei paesi (se si vedono).
Ovviamente, per ottenere questo effetto serve saper leggere la carta topografica: puoi imparare le basi con la guida di Davide.
2. Usiamo le app per riconoscere le montagne 📱
Le applicazioni sono uno strumento validissimo per riconoscere le cime in montagna.
Ne abbiamo provate varie, ma adesso utilizziamo PeakLens, un’app gratuita per Android e iPhone, che combina il GPS del telefono e la realtà aumentata per mostrare in sovraimpressione i nomi delle montagne. Ti consiglio di scaricare le mappe per l’uso offline perché spesso tra i monti la connessione è debole. Ha anche la possibilità di inserire la foto in un secondo momento, ma non sempre funziona.
Ti segnalo anche le altre app più gettonate:
- PeakFinder con un database di 850.000 montagne che funziona anche offline (costa circa 5€);
- PeakVision collegata anche con alcune informazioni di Wikipedia e di sentieristica (gratis per iPhone, circa 5€ per Android);
- Google Maps, allargando la visuale potrai avere l’indicazione delle cime che ti circondano in base all’orientamento del telefono.
Le app per il riconoscimento delle montagne funzionano sempre? No. Bisogna avere un po’ di abilità per capire quando (e quanto) stanno sbagliando.
Un’avvertenza: le app tendono a spegnere la curiosità nel momento. Questo significa che, data la velocità della risposta, difficilmente poi approfondiamo e quindi è anche più facile dimenticare in fretta quello che abbiamo appreso. Per questo motivo, a mio avviso, utilizzare solo le App potrebbe essere limitante se vuoi diventare un virtuoso del riconoscimento cime!
Silvia ha ragione, ma le limitazioni delle app non finiscono qui.
“Leggere” le montagne con la carta topografica e il panorama davanti ti permette di conoscere i nomi delle valli, di scoprire dove passano i sentieri (che magari hai già percorso), dove di trovano rifugi e bivacchi…
A noi è capitato durante la nostra permanenza a Gosaldo, quando un signore ci ha snocciolato, dal paese, ogni singola cima e cimetta del panorama estesissimo che stavamo ammirando. Beh… per la prima volta, e aiutandomi con la carta, ho potuto vedere “da fuori” tutto il Vallone di Campotorondo, al culmine del quale si trova il bivacco omonimo, cioè quello che io chiamo “il posto più bello del mondo”. Se mi fossi limitato alle cime mostrate da una app, non l’avrei mai scoperto!
3. Le saliamo! 🥾
Non c’è modo migliore per riconoscere le cime… scoprirle da altri punti di vista, magari a distanza di mesi o anni, sarà poi ancora più emozionante.
Usando questi tre metodi in combinata, di solito ci bastano un paio di settimane per riconoscere molti gruppi montuosi della zona!
4. Guardiamo plastici e i pannelli panoramici 📍
Li adoriamo! Nelle cime più panoramiche e in alcuni punti strategici può capitare di trovare i plastici con disegnate le montagne e indicato il nome proprio di fronte a dove puoi scrutare l’orizzonte. Un metodo eccellente per riconoscerle è proprio quello di guardare il plastico e cercare i memorizzare i principali gruppi montuosi, specie in relazione tra di loro.
Questo sul Monte Rite, ad esempio è veramente didattico!
5. Chiediamo ai più esperti 👂
Una volta in cima ti sarà sicuramente capitato di sentire qualcuno decantare i nomi di tutte le montagne in vista. Di solito i più esperti sono persone della zona e non vedono l’ora di mostrare le loro conoscenze, raccontarti aneddoti o darti consigli.
E se proprio ti intimidisce domandare, puoi sempre origliare!
E ora parliamo di te: come te la cavi?
Tre cime Lavaredo, rocca la meja, sorapis, civetta? Pelmo?
Cavoli Alberto, quasi! Il Civetta però non è tra le foto…
Negli anni 90 stavamo salendo l’Etna, all’alba vedemmo cime bianche a settentrione, molto lontane. Con la bussola prendemmo l’azimut e poi a tavolino su una carta geografica verificammo trattarsi delle cime innevate della corsica! Che soddisfazione! A quei tempi non c’erano app! Usate sempre (anche) la carta, tiene il cervello acceso e credo aiuti anche a memorizzare in modo critico i luoghi
Giancarlo, cosa non ci fai venire in mente: la combinazione di Etna (che abbiamo salito in scialpinimo/ciaspole) e Corsica (sulle cui montagne abbiamo percorso il GR20). Di entrambi trovi tra l’altro gli articoli qui.
Per la carta topografica… noi siamo super propugnatori, sempre con noi e da curiosare a ogni pausa/panorama. PS, io sono pure laureato in geografia con una tesi in cartografia. :-)