Se non conosci Chiloè e vuoi sapere cosa fare e cosa vedere nell’arcipelago sei nel posto giusto, ma ti avviso: per assaporare al meglio l’isola ti serviranno tre cose: un libro, un po’ di tempo e la giusta predisposizione d’animo.
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti – copywriter (Silvia) e ghostwriter (Davide) – da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Isla Grande di Chiloè
Nonostante spesso la si chiami “isola”, in realtà Chiloè è un arcipelago composto da Isla Grande di Chiloè e da tantissime isole più o meno piccole. Alcune di queste, a seconda della marea, possono essere raggiunte via mare o via terra; ma sono il mare e le imbarcazioni il vero carattere dell’arcipelago.
La maggior parte dei turisti si ferma a visitare l’isola principale, ma se hai un po’ di tempo, ti consiglio di visitare alcune delle isole minori, perché gli scenari tra i fiordi, le scogliere e le casette in legno, sono davvero struggenti.
Clima e temperature
Siamo stati a Chiloè sul finire dell’estate, ma una cosa è certa: in questa zona ci sono circa 300 giorni di pioggia all’anno! Trovare bel tempo e trovarlo prolungato è quasi impossibile, ma niente paura: solitamente i temporali più forti si verificano nella notte, mentre di giorno può essere che piova ed esca il sole ad intermittenza nel giro di 10/15 minuti.
In generale però il clima è molto umido, anche in estate, per cui ti consiglio un buona giacca impermeabile e un piumino leggero per affrontare l’isola. Ovviamente poi sarà tutto un “togli e metti”, ma qui è così (e non poteva non ricordarci il clima cambiante di Ushuaia).
“Isola magica” tra cultura e misticismo
Prima di iniziare a parlarti di cosa vare e cosa vedere a Chiloè ci tengo a precisare che, secondo me, l’arcipelago è apprezzabile quanto più si riesce ad addentrarsi nei meandri della sua cultura.
Chiloè infatti, per la sua posizione, è rimasta molto isolata dal resto del Cile e dal resto del mondo, tanto che in termini culturali (ma anche ambientali) si presenta come un unicum. Per farti capire cosa intendo pensa che, mentre il Cile divenne indipendente dalla Spagna nel 1820, Chiloè ottenne l’indipendenza solo nel 1826: fu l’ultimo territorio spagnolo dell’America meridionale.
Questo ha fatto sì che miti e leggende spopolassero sull’isola, tanto da penetrare nel tessuto sociale in maniera così radicata da sconfinare nel mito per entrare in nella realtà. Così ancora oggi molte case hanno una pianta di ruta davanti all’ingresso per evitare che i brujos possano entrarvi.
Chi sono i brujos? Gli stregoni ovviamente. La Mayoria, o Recta provincia, come veniva chiamato il governo degli stregoni, è ancora oggi molto temuto da queste parti, tanto che – camminando per strada – non ti sarà difficile imbatterti in qualcuno che chiacchierando con l’amica dichiara di “essere verde”, ossia uno stregone buono, di quelli che curano con le erbe.
Non voglio spoilerarti altro: il misticismo in quest’isola è così radicato che potrai viverlo sulla tua pelle, a patto di non aver troppa fretta di girare da un posto all’altro.
Cosa leggere per viaggiare a Chiloè
Non si tratta di guide turistiche, ma di due libri per me fondamentali per visitare Chiloè e, soprattutto, per capirne l’atmosfera:
- Il quaderno di Maya di Isabel Allende (per gran parte ambientato qui; questo il link diretto se lo vuoi acquistare)
- Una vita alla fine del mondo: autobiografia dello scrittore Francisco Coloane, racconta la sua infanzia nell’isola di Quemchi, con un padre navigante, scogliere a proteggere l’isola, cavalcate matte, frutti strani (da mangiare) e il caleuche, il vascello fantasma che, ovviamente, bene non porta. Qui il link diretto per acquistarlo.
Le minga di Chiloè: la “tirata” della casa
La minga è un incontro tra persone che collaborano gratuitamente nella realizzazione di un lavoro con la certezza che, quando avranno bisogno loro, riceveranno lo stesso aiuto. È così che, da tempi immemori, i chiloti si aiutano nelle “tirate”, un evento unico al mondo che consiste nel trasloco di una casa. No, non dei mobili… della casa stessa, come una chiocciola!
Quando un pozzo si prosciuga o il proprietario deve andare a vivere in un’altra isola, la casa viene messa su due lance in mare e poi trasportata via terra da sei coppie di buoi, che la fanno rotolare su dei grossi tronchi, fino alla sistemazione nel luogo prescelto.
C’è da dire che oggi questi eventi sono sempre più rari, anche perché le case si deteriorano in fretta tra umidità e strattonate visto che sono fatte di legno, ma ne vengono fatte alcune rappresentazioni (per lo più a scopi turistici). Se ti capita di assistere all’evento, non perdertelo: è comunque una grande festa!
Cosa vedere nell’Isla Grande di Chiloè
L’Isla Grande di Chiloè presenta 3 punti principali:
- Ancud (a nord)
- Castro (al centro)
- Quellon (al sud)
Molti si fermano a dormire ad Ancud, ma io mi sento di consigliarti di scegliere Castro come “campo base” e muoverti da qui. Specialmente se non hai un’auto, ti sarà più facile raggiungere tutta l’isola – ogni punto può essere raggiunto in circa un’ora e mezza di bus.
Se hai pochi giorni a diposizione, ti consiglio di concentrarti su Castro e Ancud, mentre se hai qualche giorno in più puoi pensare di prendere dei traghetti o dei bus per vedere anche le altre isole o il sud.
Cosa vedere a Castro
Le palafitte di Castro
Castro è famosa anzitutto per le sue palafitte coloratissime. Costruite nel XIX secolo, queste palafitte nacquero dall’esigenza dei pescatori di facilitarsi la vita: perché dover prendere un’auto per rientrare a casa o camminare quando posso tornare direttamente in barca?
Il perché siano state colorate in maniera così vivace è presto detto: l’umidità dell’isola e i 300 giorni di pioggia all’anno non sono proprio un toccasana per l’umore e le colorazioni servivano a rallegrare un po’ l’ambiente.
Le case tradizionalmente erano costruite con un complicato sistema di incastri che non prevedeva l’uso di chiodi e anche oggi si possono vedere in (almeno) due punti della città:
- nella zona attorno al Mercato di Castro
- Mirador Gamboa
Ti consiglio di non fermarti al Mirador Gamboa, ma di andare a curiosare tra le palafitte del Barrio Gamboa (con discrezione, ovviamente) per cogliere gli scorci migliori. Se il budget te lo permette, una notte in uno degli hotel su palafitte è sicuramente un’esperienza bellissima (in fondo all’articolo ti mostro l’hotel che più ci ha colpito).
Iglesia de San Francisco
Legno, legno e ancora legno. Può una chiesa di queste dimensioni essere costruita interamente di legno? Sì può, e può anche essere stata dipinta di giallo e viola. Ti basterà mettere piede dentro alla sua porta per capire perché sia una delle chiese Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Costruite tra il XVIII ed il XX secolo per favorire il processo di evangelizzazione della popolazione natia, le chiesette in legno di Chiloè richiamano lo stile dell’Europa centrale da dove venivano gesuiti (prima) e francescani (poi). Solitamente sono chiese dalla pianta rettangolare divise in più navate e che presentano un tetto a due spioventi e un campanile poligonale.
Per la costruzione si è però ricorso a tecniche di costruzione e al legno del posto: cipressi e faggi. Nell’intero arcipelago sono state costruite circa centocinquanta chiese. Oggi ne rimangono solo una settantina di cui ben 16 sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Parco Nazionale di Chiloè
Nei dintorni del paese di Cucao sorge il Parco Nazionale di Chiloè, raggiungibile facilmente con il bus da Castro in circa un’ora.
Noi siamo amanti della natura e delle escursioni per cui non potevamo perdercelo e devo dire che abbiamo fatto bene: il Parco è ottimamente tenuto, verdissimo e ci sono numerosi sentieri curiosi da percorrere a piedi, tutti facili e senza dislivello.
Questi sono gli scenari dei percorsi che abbiamo scelto di intraprendere noi e ti avviso: cambierai idea su cosa significa “verde”.
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Muelle de las Almas
Nella zona del Parco Nazionale di Chiloè si trovano anche questi due moli artistici, molto scenografici da vedere. Per visitarli però – se non hai un’auto – ti consiglio di rivolgerti a uno dei numerosi tour che partono da Castro.
Parque Tepuheico
Un grande parco situato tra Castro e il Parque National. Si raggiunge in pulmino; il parco ha due ingressi distinti per le sue due aree principali: quella forestale, una meraviglia di fiumi e cascate circondate da un verde intenso, e quella marittima.
Feria Campesina Yumbel
La feria Campesina Yumbel è sicuramente il nostro posto preferito di Castro. Intenso profumo di pesce, frutti selvatici dalle forme esotiche e, al piano superiore, ristorantini informali dove mangiare ottimo pesce, cucinato secondo ricette tradizionali, a prezzi super convenienti.
Isola di Lemuy
Da Castro, puoi raggiungere facilmente l’isola di Lemuy, dove si trovano Puqueldón e soprattutto Detif: un piccolissimo paese composto da una manciata di case e dalla sua chiesa patrimonio dell’UNESCO. Per visitarla, devi suonare alla casa bianca antistante con il simbolo di una chiava sopra la porta. Una signora ti aprirà e ti farà visitare la chiesa.
Cosa vedere a Ancud
Ancud si trova nella parte più a nord dell’Isla Grande de Chiloè, ed è probabilmente la città con più offerta turistica.
- Plaza de Armas, classica piazza sudamericana con poche attrattive, ma ti consiglio di curiosare le due statue che si trovano agli angoli della piazza che riproducono alcune delle leggende chilote.
- Iglesia San Carlos: molto semplice, dall’atmosfera particolare.
- Museo regionale e Museo de las Iglesias de Chiloè: in particolar modo il secondo, un interessante spazio di “introduzione” al patrimonio delle chiese di legno dell’arcipelago.
- Il Fuerte San Antonio – o quello che resta, cioè alcuni bastioni ben tenuti, con i cannoni puntati verso il mare; i vari resti del forte possono essere connessi da una lunga passeggiata.
- Pinguineras: le pinguineras possono essere raggiunte anche in autobus o in autonomia con la macchina, ma visto il costo contenuto dei viaggi organizzati, te li consiglio per goderti al meglio la giornata, senza pensieri e tempistiche da far tornare.
- La feria: non potevamo farci mancare una visita al mercato di Ancud e così ci siamo infilati a curiosare tra le bancarelle di pesce, prima di infilarci al piano di sopra per un’ottima zuppa di mariscos a prezzi modici.
Cosa vedere a Quellon
Quellon è la città più a sud dell’Isla Grande. Di per sè non ha grandissime attrattive, perché si è sviluppata principalmente attorno al porto e all’allevamento del salmone, ma a noi è piaciuto andarci a curiosare:
- Museo Inchin Cuivi An, dedicato al popolo dei Huilinche, ad ingresso libero;
- il paseo con il monumento al pastore e il piccolo faro;
- lo Hito 0, cioè il punto in cui ha inizio (o fine) la Carretera Panamericana, il sistema di strade lungo poco meno di 18mila chilometri che attraversa l’intero continente americano, da Prudhoe Bay in Alaska ad, appunto, Quellon in Cile. Qui si trova un monumento, raggiungibile in auto con il bus della linea 2 (chiedi all’ufficio del turismo dove prenderlo).
Quemchi
Quemchi non avrebbe nulla di speciale se non fosse che… è una cittadina graziosissima dove il tempo sembra essersi fermato tra una manciata di case in legno. Qui puoi visitare la casa di Coloane. Sarà che da quando siamo in Sudamerica abbiamo letto praticamente tutti i suoi libri (alcuni in lingua originale), insomma – non potevamo proprio perdercela. Il museo è molto semplice – alcuni oggetti, fotografie, scritti – ma il pensare che la stessa casa natale di Coloane è stata “traslata” nella posizione attuale, dà la cifra del carattere dei chiloti.
Da Quemchi puoi raggiungere facilmente l’isola Mechuque, dov’è presente un altro molo artistico.
Come spostarsi a Chiloè
L’arcipelago di Chiloè è ben servito dai bus. I più piccoli e sgangherati percorrono tratte meno comuni, i più grandi sono quelli diretti a Puerto Montt e fanno scalo ad Ancud.
Alcuni bus salgono direttamente sui traghetti: puoi scendere dal bus solo una volta arrivato sull’isola.
Tendenzialmente non è necessario prenotare: basta arrivare un po’ prima per trovare posto (o al massimo aspettare il bus dopo), ma attenzione alla domenica (le corse si riducono ad una manciata al giorno) e ai vari incastri: le compagnie che servono le tratte sono molte – basta andare al terminal di Castro per rendersene conto! – e a volte è difficile capire come incastrare gli orari se vuoi fare più tappe nella stessa giornata.
Se hai l’auto, invece, gli spostamenti sono decisamente semplici: le strade principali sono tutte asfaltate e ben tenute e non avrai problemi neanche per il parcheggio.
Cosa mangiare a Chiloè
L’arcipelago di Chiloè vanta una sua tradizione culinaria. A dominarla è principalmente il curanto, uno stufato di frutti di mare, carne e patate che viene tradizionalmente cotto in una buca scavata nel terreno e rivestita con foglie di nalca e pietre roventi. A Chiloè puoi trovarlo cucinato al suolo, oppure in olla, cioè in pentola (noi l’abbiamo mangiato così).
Più semplici e quotidiani, il milcao e la torta de papas, due “snack” a base di patate e farina, fritti; il milcao prevede nell’impasto i chicharrones (pezzetti di carne di maiale). Li trovi spesso venduti dagli ambulanti, e sono una delizia (giusto un po’ unti).
Al di là dei ristorantini nei mercati, ti consigliamo Donde Eladio, a Castro, e El Arrayan, proprio di fronte alla fermata del bus del Parque National de Chiloè.
Un ultimo segreto “da local”: i ristoranti al mercato non hanno la licenza per la vendita di alcolici, ma un bicchiere di vino bianco lo troverai sempre (con il pesce è essenziale)… viene servito in tazze, e chiamato tecito frio, té freddo.
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