La storia completa è un po’ difficile da raccontare: un corso in Valmalenco, una corsa veloce in auto verso il lato opposto della valle, una (quasi) corsa su al Rifugio Carate per non impensierire nessuno e non perdere la cena… e poi un weekend lungo al Bivacco Anghileri e al ghiacciaio Fellaria… l’avevo detto che era difficile!

Ma partiamo dall’inizio…

Dal Lago di Campo Moro al Rifugio Carate

È già sera e la valle inizia ad alleggerirsi del peso degli escursionisti, per cui troviamo facilmente un posto per l’auto nel parcheggio a pagamento di fronte al Rifugio Poschiavino. Da qui si intravede anche il Rifugio Zoia (1991 mslm), raggiungibile con 5 minuti di camminata.

Issiamo il pesante zaino in spalla, regoliamo i bastoncini e siamo pronti: ci aspettano tre giorni di trekking in Valmalenco, che iniziano proprio con l’escursione al Rifugio Carate.

Imbocchiamo la strada asfaltata che inizia in discesa sulla sinistra, pochi metri dopo il parcheggio.  Raggiungiamo così in breve la diga del Bacino di Campo Moro (1934 mslm), che oltrepassiamo non potendo non notare – nonostante il bellissimo colore – quanto quest’anno il livello dell’acqua sia preoccupantemente basso.

Una volta oltrepassata la diga, un’ulteriore piccola discesa ci porta in uno spiazzo dov’è parcheggiata qualche auto, e da qui inizia il percorso vero e proprio. Siamo sul sentiero 342/1 che costeggia in maniera abbastanza sostenuta il versante roccioso del Sasso Moro. Alcuni cavi metallici aiutano nella salita di un punto ripido (ma non esposto né difficile in alcun modo).

Superata la bastionata rocciosa ci troviamo immersi in un bosco da favola. Camminare in montagna a quest’ora, sapendo che ci sarà un rifugio ad attenderti, è una delle coccole più belle che conosco. La luce filtra dorata tra gli alberi, illumina i primi rododendri in fiore.

Appena il bosco inizia a diradarsi avvistiamo in lontananza il Rifugio Carate che svetta su un mare di rocce. Dato che sono già le 19:00, vedere il rifugio ci fa sussultare di gioia pensando alla lauta cena che ci aspetta (anche perché siamo in giro dalla mattina, avendo partecipato un corso di foraging – ma questa è un’altra storia)… niente di più sbagliato!

Non che la cena non ci stia aspettando – avevamo ovviamente avvisato i rifugisti dei nostri orari – ma perché la prospettiva inganna terribilmente e il Rifugio Carate non è così dietro l’angolo come sembra. Non a caso questo tratto di percorso viene chiamato anche “dei sette sospiri”: mai nome fu più azzeccato!

La vegetazione si fa sempre più rada e i tornanti sempre più serrati, tanto che negli ultimi metri Davide mi stacca in velocità per avvisare i rifugisti del nostro arrivo al grido di “scaldate le polente!”.

Dopo due ore di camminata siamo finalmente pronti a farci coccolare in rifugio per la notte.

Il Rifugio Carate

Il Rifugio Carate sorge a 2660 mslm sotto la Bocchetta delle Forbici e il Monte delle Forbici (2908 mslm).

In circa 40 minuti è possibile salire al Monte delle Forbici senza grande difficoltà. Ci dicono che da qui si gode una visuale a 360° sulla Valmalenco e sul Massiccio del Bernina.

Arriviamo in rifugio che ormai è buio. Togliersi gli scarponi, indossare le ciabatte ed entrare nel salone con la stufa accesa e una minestra fumante e profumatissima è il massimo della vita!

Gli interni del rifugio sono semplici ma molto accoglienti, interamente in legno e con una bella selezioni di libri tra i quali leggere qualche pagina curiosa. E anche la cena è squisita: minestra di verdure calda, polenta e arrosto e per finire la tipica bisciola valtellinese: tutto ottimo e i ragazzi sono davvero di una gentilezza squisita.

Prendiamo un “serpentino della Valmalenco” (un disco di pietra che viene posizionata sopra la stufa e fa la funzione di borsa dell’acqua calda) e ci prepariamo per andare a letto.

Spoiler: nessuno russerà durante la notte, la colazione sarà abbondante e noi pigrissimi… andare via da questo angolo di paradiso è stata durissima!

Verso Forcella Fellaria e Rifugio Bignami: sentiero 305

Il nostro trekking prosegue verso Forcella di Fellaria lungo il sentiero 305. Il percorso, bellissimo, si sviluppa tutto su roccia, scavalcando e aggirando grosse pietre. Assolutamente necessario passo fermo e un po’ di dimestichezza di questo tipo di ambienti.

Giunti a Forcella di Fellaria (2820 mslm) entriamo in uno splendido e solitario vallone solcato da un ruscello, che ci condurrà al Rifugio Bignami (2389 mslm) e poi verso:

Ci aspettano ancora due giorni di cammino per concludere questo strepitoso giro ad anello!

Salita al rifugio Carate: l’escursione in sintesi

⛰️ Dove siamo In Valmalenco, Alpi Retiche, Provincia di Sondrio
📍 Partenza da Parcheggio del rifugio Zoia al lago di Campo Moro (1991 mslm)
🏔️ Arrivo Rifugio Carate (2660 mslm)
📐 Dislivello 670 metri
📏 Lunghezza 5,25 km
⏱️ Tempo 2 ore
😅 Difficoltà Facile/media
💧 Acqua No.
🗺️ Cartografia Carta SeteMap 1:25000 Valmalenco, Sondrio e dintorni (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
🛰️ Traccia GPS Sì. Trovi due tracce distinte:
  • la salita al Carate da Campo Moro
  • l’attraversamento dal rifugio Carate al rifugio Bignami e poi al bivacco Anghileri Rusconi (nel caso tu voglia ispirarti al nostro giro)

Rifugio Carate in Valmalenco - pin