Escursioni sulle Alpi carniche e Alpi Giulie. 15 itinerari in Friuli Venezia Giulia (che però sono 30)

È una guida, o un tributo? Credo entrambi. La maggior parte degli itinerari li abbiamo percorsi (o ripercorsi) durante i due mesi che abbiamo trascorso nel Tarvisiano, e si vede: ci sono i classici, certo – la copertina ti dice nulla? – e ci sono delle chicche scoperte per quasi caso, tra un rimestare della carta topografica aperta sul pavimento, e una deviazione fuori sentiero.

La guida ha 144 pagine, è stata edita da Editoriale Programma a marzo 2023, e la trovi in tutte le librerie. E su Amazon, ovviamente:

Le escursioni sono descritte con dovizia di particolari, ci sono mappe schematiche per aiutarti a prepararle (mi raccomando la carta topografica) e un bel po’ di foto – sono nostre anche quelle, quasi tutte.

Perché però ho scritto che le escursioni sono in realtà 30? Perché ho scelto, per ciascuna, di spezzare gli itinerari in

  • una prima parte, per tutti
  • una seconda parte, per esperti

Ho pensato di fare così in seguito all’ennesima richiesta di amici, di organizzare un’escursione che avesse una prima metà facile – per i pigri o per chi non è allenato – e una variante per chi ha ancora voglia di camminare. Furbo, eh?  

Puoi leggere qui sotto l’indice, e l’introduzione.

Leggi gli estratti

Introduzione

Gli itinerari
1. Escursione a Casera Val sul Verzegnis e variante delle creste
2. Stavoli di Moggio e anello di Moggessa
3. I boschi di casera Cimadors
4. Escursione a casera Glazzat Alta
5. Passeggiata a baita Winkel e salita al Malvuerich Alto
6. Malga For e monte Corona
7. Escursione al monte Osternig
8. Escursione al monte Acomizza
9. Escursione a malga Priu
10. Forte Hensel e Soldatenweg
11. La linea difensiva dei Plans
12. Bivacco Battaglione Alpini Gemona e Jof de Miezegnot
13. Escursione al rifugio Pellarini
14. Escursione al monte Santo di Lussari per il Sentiero del Pellegrino
15. Gita all’orrido dello Slizza

L’autore

Nella scelta di questi itinerari, ho dato la precedenza alla curiosità: dei luoghi come della storia, degli ambienti naturali come di quelle indissolubilmente legati all’uomo. Quello che mi premeva trasmettere, con la selezione, era la grande variabilità di un territorio, la ricchezza di scorci meritevoli che non fossero soltanto il panorama dalla vetta, il senso di compenetrazione tra vicenda umana e montagna. Ho avuto gioco facile, lo ammetto, perché tra le ardite tracce della guerra e i torrenti nascosti dalle acque turchesi, gli abitati abbandonati ma non del tutto abbandonati e i sentieri da poco recuperati, in questa ampia area del Friuli Venezia Giulia c’è davvero di tutto.

Le prime escursioni che ho potuto fare tra le montagne di questa Regione, alcuni anni fa, sono state illuminanti: vi ho ritrovato qualcosa delle montagne che frequentavo in Veneto – gli uniformi sentieri nel bosco, certe pendenze che non mollano, i lunghi giri ad anello, le improvvise aperture prative, i bivacchi – ma con una percentuale maggiore di ruvidità, di selvaggio, di imprevisto – non nel senso di guaio da risolvere, ma in quello di situazione da re-immaginare, e nello stesso tempo da godere.

Questi itinerari sembrano essere distribuiti entro un’areale geografico piuttosto limitato… e sul piano delle distanze è così. Eppure, trovarsi a metà tra i giganti delle Alpi Giulie e i rilievi delle Alpi Carniche, tra creste taglienti e dossi erbosi, tra massicce moli stratificate e versanti che paiono sbriciolarsi, assicura una varietà di ambienti davvero notevole. Aggiungici le livree delle diverse stagioni, e il catalogo nel quale scegliere diventa quasi infinito.

A proposito di scelta. Questa guida propone 15 itinerari frutto di un paio di carte topografiche aperte sul pavimento ed esplorate con calma alla ricerca del significato di un toponimo o del nome di una casera, del perché una traccia non abbia dignità di sentiero, della possibilità di camminare da un punto A ad un punto B, ma di ritornare per chissà quanti altri punti.

I percorsi sono decisamente diversi tra loro. Alcuni portano in luoghi isolati ma, stando ai libri di vetta e a quelli di bivacco, molto amati. Altri sono decisamente più frequentati. Alcuni prolungano una meta ovvia in un’avventura originale. Altri scelgono di arrivare a malghe e rifugi vivaci, mentre altri ancora esplorano vestigia di guerra capaci di trasmettere emozioni molto forti.

Non bastasse questa logica, ho provato a proporre quanti più itinerari “doppi” possibile, così da soddisfare anche le compagnie “miste” che spesso tentano di organizzarsi per la montagna: chi ha meno gamba (o voglia) può fermarsi alla prima meta – una malga, un bivacco – e aspettare chi, ancora non soddisfatto, vuole prolungare l’escursione.

Secondo me, queste escursioni vale la pena di farle tutte. Prima o poi, senza fretta. E trovando il proprio modo di inventarne altre permutazioni.