La primavera si avvicina e in montagna la natura sta già scatenando tutta la sua bellezza. Decidi così di inforcare gli scarponi alla ricerca di paesaggi incantati e splendide fioriture, ma davanti a tutta questa meraviglia una domanda continua ad assillarti: “chissà che fiore è questo??”.
Ci siamo passati anche noi, tranquillo, ecco quindi una piccola guida per scoprire (e riconoscere) le più belle fioriture in montagna (con foto!).
Una raccomandazione sui fiori di montagna
Sembra scontato doverlo scrivere ancora, ma come si dice, repetita iuvant. E quindi beccati un sonoro (sì, un pochino sto urlando): i fiori in montagna NON si raccolgono MAI!
Mi sembra ieri quando i cartelli dalla grafica anni ’80 recitavano lungo i sentieri “chi ama la natura non raccoglie i suoi fiori”, eppure le cose non sembrano cambiate. Beh, sappi che se ti vedo a raccogliere un fiore te ne canto quattro! Che poi… al di là dei discorsi ambientalisti, sono fiori che hanno un equilibrio talmente delicato che muoiono non appena li metti in vaso, quindi è anche fatica sprecata.
Oh là. Ora che ho detto la mia, possiamo iniziare a conoscere le meraviglie della natura montana!
Ah, un’ultima premessa: non siamo esperti di botanica, ma solo amanti della montagna. Meglio chiarirlo da subito. Questo non è un manuale, ma un diario delle nostre osservazioni.
La targa dipinta di colori vivaci con la frase che dice Silvia, la trovi – vestigia di un CAI d’altri tempi – ormai solo in certi bivacchi fuori rotta. Questa, ad esempio, l’ho fotografata nel bivacco grande del Feltre-Bodo, sulle Vette Feltrine. Credo sia addirittura precedente agli anni ottanta (ma non lo so).
PS. Questa nostra guida conta come una prima, semplice infarinatura! Se vuoi approfondire il tema dei fiori di montagna, puoi cercare un corso del CAI, oppure procurarti una buona guida… e andare per boschi e prati a riconoscerli!
Stella alpina o edelweiss: la regina dei fiori di montagna
La regina indiscussa, il fiore montano per eccellenza. Solitamente si trovano in ciuffetti di 2-3 stelle alpine, ma non è raro, quando se ne si avvista una, scoprirne un’intera distesa. Le foglie lanceolate sono particolarmente “feltrose” al tatto, mentre l’infiorescenza consistente in 5-10 petali (anch’essi della consistenza del feltro) disposti a forma di stella.
Tra i fiori di alta montagna è sicuramente la più iconica. Vive su affioramenti rocciosi e prati calcarei assolati, solitamente sopra i 1700 metri. Ne abbiamo trovato un’intero tappeto attorno al Bivacco Marussich in Friuli Venezia Giulia, nei pressi del Bivacco Sieff in Latemar e salendo oltre il Menegazzi verso il Bivacco Reali.
I crochi: #crochimonamour
Lo ammetto: ho un debole per i crochi. Ho anche litigato con Davide per metterli secondi (e non primi) in questa lista dei fiori di montagna, ma la verità è che ne vado pazza!
Aspetto ogni anno con trepidante attesa il momento dello sbocciare dei crochi per ammirarli in tutta la loro delicatezza. Sì perché il tempismo in questo caso è fondamentale: sbocciano al primo sciogliersi delle nevi, per ritornare sotto terra subito dopo.
Piccoli fiorellini di 10 cm di colore bianco-lilla dai petali delicatissimi, spesso raggruppati in enormi distese. Un sogno per gli occhi.
Si trovano un po’ dappertutto sulle montagne, ma sono sfuggenti: il timing è fondamentale! Nell’articolo che abbiamo dedicato ai crochi puoi scoprire tutto su questi fiori, ma soprattutto consultare la mappa delle fioriture che abbiamo realizzato con chi ci segue su Instagram (a proposito… tu ci segui già?)
Rododendro: il fragile incanto
Bellissimo cespuglietto nano di colore fuxia intenso e foglie ruvide sempreverdi. Si trova al limite alto dei boschi. La cosa più bella? Solitamente se ne trovano in gran quantità, tanto che formano vere e proprie muraglie!
Una curiosità: nel linguaggio dei fiori il rododendro simboleggia la prima dichiarazione d’amore, che, dietro alle grandi promesse nasconde un fragile incanto, proprio come fragili sono i suoi fiori. Per noi, invece, il rododendro è uno dei compagni delle camminate che superano il limite del bosco e si spingono verso la roccia – puoi trovare i rododendri fino ai 3000 metri di quota!
I rododendri sono tra i “prezzemoli” della montagna, e li trovi associati a diverse altre specie (la foto sopra è presa da Depositphotos, e rende benissimo l’idea). Una delle più spettacolari distese di rododendri noi l’abbiamo vista sopra Malga Pircher in Valle Aurina.
Pennacchi: quella dolce vibrazione
Nuova, nuovissima scoperta! Finita la stagione dei crochi ho una nuova ossessione: i pennacchi! Il nome scientifico è Eriophorum scheuchzeri (per gli amici pennacchio di Scheuchzer, pennacchio rotondo o semplicemente pennacchio!).
Si trova sopra i 1500 mt ai margini di paludi, torbiere o su terreni umidi dove può formare fitti tappeti bianchi cotonosi. Perché la vera meraviglia è proprio la fioritura, da luglio ad agosto, quando sullo stelo lungo fino a 30 cm sboccia un fiore che assomiglia ad un morbido batuffolo di cotone.
Ginestre: l’oro giallo delle montagne
Una pianta spinosa dai fiori giallo oro il cui colore ha contribuito al diffondersi della credenza (raccontata anche da Plinio) della presenza di oro nelle sue ceneri.
La ginestra fiorisce in primavera e simboleggia la bella stagione e il sole di cui richiama i colori accesi. E se sei stato attento durante le lezioni di letteratura italiana, saprai anche che la ginestra, per Leopardi, è simbolo di coraggio e tenacia di fronte al destino.
Vuoi essere sicuro di imbatterti in un mare giallo? Percorri nella giusta stagione la discesa del Monte Borgà in Friuli.
Aquilegia: la casa delle fate
Bellissima (e piuttosto rara) pianta dalla figura esile e slanciata, i cui fiori penduli lasciano incantati anche il più distratto dei camminatori. I fiori, grandi anche 8 cm di diametro, sono di norma colorati di viola o blu intenso: impossibile che passino inosservati.
Il nome sembra derivare dall’espressione “aquam legere”, dato che la forma e la disposizione dei petali a calice è perfetta proprio per la raccolta dell’acqua.
Prima di annusare un’aquilegia però presta attenzione che qualche fata non ci stia dormendo dentro: si dice infatti che spesso siano solite ripararsi sotto il cappello di questo fiore.
Scarpetta di Venere (o della Madonna): quella buffa
Se il nome ti fa sorridere (e ti capisco) aspetta di vederle dal vivo. Impossibile non notare le sue forme bizzarre e i colori vibranti.
Conosciuta anche con il nome di Pianella della Madonna, si tratta di un’orchidea di colore giallo intenso con sfumature violacee il cui labbro inferiore sembra proprio una scarpetta rigonfia.
Sul nostro arco alpino si trova facilmente nelle aree umide e nei sottoboschi.
Botton d’oro: una leggenda dei fiori alpini
Anche chiamato ranuncolo di montagna, il suo nome non lascia dubbi: assomiglia veramente ad un bottone dorato (come vuole anche la leggenda che lo vede protagonista). Alto tra i 20 e i 50 cm, a discapito della sua forma amichevole è un fiore velenoso in ogni sua parte.
La fioritura lunga (da maggio a ottobre) e la sua ampia diffusione lo rendono uno dei fiori montani più facilmente individuabili. Essendo una pianta infestante infatti non è raro vedere interi prati dipinti d’oro grazie alla sua affascinante fioritura.
Nel linguaggio dei fiori il botton d’oro simboleggia il sarcasmo: impossibile non amarlo! (E Davide lo adora)
Genziana e genzianella: fiori viola di montagna per eccellenza
Blu brillante o viola intenso, la genziana è un fiore con 5 petali che formano una stella ad imbuto. Esistono quasi 400 specie di genziana, quindi quando vedi un fiore di colore blu o viola intenso puoi buttarti e classificarlo come genziana (a meno che tu non sia in compagnia di qualche botanico!).
Sboccia sempre attorno ai 1000 metri di altitudine ed è conosciuta ai più per l’ottimo liquore che se ne ricava (anche se si fa con la genziana dai fiori gialli). Non hai masi assaggiato la grappa alla genziana? Corri a rimediare!
Silene a cuscinetto: buttati che è morbido
Un altra fioritura che devi saper riconoscere: la bellissima Silene a cuscinetto. Una specie di muschio fiorito, un cuscinetto morbido e coloratissimo in cui perdersi tra le delicate foglie e i deliziosi fiorellini viola, rossi o rosa.
Si trova normalmente su rocce, ghiaioni e suoli calcarei.
Achillea: ti va una tisana?
Sei goloso? Bene, anche noi! Allora l’achillea è un fiore che devi proprio imparare a riconoscere, perché con questo si fanno delle ottime tisane, degli infusi squisiti e delle grappe tostissime!
I fiori e le foglie di achillea contengono oli essenziali, flavonoidi e acidi organici che conferiscono loro incredibili proprietà astringenti, antinfiammatorie, antispasmodiche ed emostatiche.
Noi l’abbiamo scoperta percorrendo la Translagorai in tenda, e adesso la cerchiamo ogni volta che bivacchiamo da qualche parte.
Ranuncolo glaciale (o ranuncolo alpestre): i ghiaioni vivono
Questo fiore di montagna di 5-15 cm ha foglie carnose verde scuro e piccoli fiori. Vive su ghiaioni (anche impossibili: lo possiamo testimoniare), rocce silicee e depositi morenici.
Fiorisce in piena estate, quando i suoi petali bianchi dalle sfumature gialle o rosa si stagliano contro i grigi delle rocce.
Linaria Alpina: quella alta
Uno dei fiori che vive più in alta quota – preferisce i ghiaioni calcarei e le rocce dai 1200 ai 3800 metri. Insomma, la trovi proprio là dove stai imprecando perché non trovi un appoggio stabile per i piedi, specie sulle Dolomiti Friulane.
Mentre lei appare sempre bellissima ed elegante con i suoi fiori blu-viola a macchia gialla, quasi a prendersi gioco di te.
Il nome allude alla somiglianza delle foglie con quelle del lino.
Bucaneve: primi fiori di primavera
Una pianta delicatissima di 10-20 cm, con foglie basali carnose e un solo fiore pendulo formato da 3 petali bianchissimi, quasi eterei. Un fiore che simboleggia l’inizio della primavera, in quanto fiorisce tra febbraio e marzo nei boschi umidi e lungo i ruscelli. Insomma, è proprio il primo fiore a “bucare le nevi” degli inverni.
Il posto dove ammirarli in anteprima? I boschi dei Colli Euganei.
Tarassaco comune: pissacane?
Ok, ok questo c’è anche in pianura. Vive su prati fertili, pascoli d’altura, giardini, aree antropizzate, ma più che per il suo fiore è riconosciuto per il suo caratteristico soffione.
Sei solito soffiarlo per esprimere un desiderio? Benissimo, ma sappi che il tarassaco possiede anche tantissime proprietà depurative e diuretiche. Le foglie tenere sono ottime cotte (in Veneto si chiamano pissacani perché si trovano ad ogni pissada de can).
PS: puoi anche sbizzarrirti con le ricette. Con i fiori puoi fare un delizioso “miele di tarassaco”, perfetto per insaporire le tisane o… sperimentare un hugo sui generis!
Elleboro: e primavera fu!
Un altro simbolo della primavera, in quanto risulta tra i fiori che sbocciano per primi. Gli ellebori simboleggiano la bella stagione che incalza tra fine febbraio e aprile. Fioriscono in gruppi di 2-3 fiori penduli e bellissimi, spesso colorati di bianco o di verde.
Allo stato selvatico, si incontrano facilmente sui terreni umidi, ai margini dei boschi collinari e in zone fresche e ombrose.
Papavero alpino: quello raro
Una fioritura tutt’altro che comune che fiorisce tra luglio e agosto. Vederli è sempre più difficile, ma se stai faticando lungo qualche ghiaione (e non hai ancora visto una linaria alpina) è probabile che riuscirai ad incontrare un papavero alpino.
Petali delicatissimi giallo acceso si stagliano in orizzonti di roccia e ghiaia, e tu puoi solo domandarti come tanta bellezza sia possibile in luoghi così aspri.
Al culmine della nostra traversata delle Marmarole… una distesa. In più, il loro giallo timido ha ispirato alcune sensazioni descritte da Davide nel racconto Tracce non risolte.
Raponzolo: l’animo punk delle fioriture montane
Fiore dalla forma inconfondibilmente punk, con punte fuxia e sfumature violacee. La corolla rigonfiata alla base, di colore lilla pallido, termina in un lungo rostro blu-viola a punta.
Vive nei crepacci di rocce calcaree e dolomitiche, a quote di 1000-2000m.
Anemone alpino: il gioco del vento
Pianta perenne dal delicatissimo fiore bianco con corolla gialla. In gergo tecnico si chiama Pulsatilla alpina: il nome fa riferimento alla peluria che riveste lo stelo e all’insieme dei frutti che sembrano vibrare al minimo soffio di vento.
Fiorisce da maggio a luglio sui pascoli alpini e sub-alpini, dai 1800 ai 2400 m di quota.
Verbasco nero: un fiore stellato
Non puoi non notarlo: il fusto eretto della pianta si slancia per 50-150 cm, ed è coperto di fiori giallissimi macchiati di rosso-viola. I fiori sono disposti a grappolo e quelli chiusi sembrano delle piccole stelle. Un vero capolavoro della natura.
Vive solitamente nelle aree antropizzate, quindi è facile trovarlo lungo aree disboscate o vecchi ruderi abbandonati.
Aconito: bombette e veleni
L’aconito appartiene alla famiglia delle ranuncolacee e si trovano nelle zone montane umide dei boschi. I fiori, dalla buffa forma a bombetta, sono disposti a grappolo e possono essere gialli o blu.
Le foglie della pianta sono molto usate in farmacologia: vi si estraggono diversi alcaloidi. Ci segnalano nei commenti che però si tratta di un fiore molto velenoso che veniva estirpato dai pascoli per evitare che gli animali se ne cibassero.
Soldanella alpina: le vedette delle terre alte
Appena ho scoperto il nome di questo fiore di montagna non ho avuto dubbi: si chiama così perché sembrano tanti piccoli soldati sull’attenti. Poetico, no? E invece ero del tutto fuori strada. Il nome deriva infatti dal latino solidus, moneta, in riferimento alla forma rotonda delle foglie basali. Eppure la mia spiegazione sembrava così convincente!
Si trova quando il terreno è intriso dall’acqua di scioglimento delle nevi da maggio a giugno.
Bistorta officinalis: quella attenta
Se il nome (due volte contorta) si riferisce alla radice l’aspetto è quanto di più dritto possa esserci: uno scovolino rosa impettito che sembra starsene sempre sull’attenti.
Un’altra curiosità: la radice è ricca di amico e, anticamente, era usata per fare il pane.
Bonus track: il narciso, “principe bianco”
Da fine aprile ai primi di giugno, il principe bianco – il narciso – compare tra l’erba dei prati di montagna (fino ai 1800 metri). Una bella storia di salvaguardia riguarda una bella zona del bellunese, sopra al Comune di Lentiai (BL). Ne abbiamo raccontato in questo articolo.
Ci regali un fiore di montagna?
La nostra è una formazione che si fa sul campo. Ad ammirare le piccole creature della natura si impara piano piano, così come a saperle riconoscere. Mi piace moltissimo fare foto ai fiori di montagna e cercare di scoprirne il nome.
Queste sono le nostre fioriture preferire, aggiorneremo l’articolo di anno in anno con le nostre scoperte. Ci descrivi i tuoi fiori di montagna preferiti?
Le guide per la montagna di Bagaglio Leggero
Che sia la tua prima volta con la tenda in montagna, o che stia cercando qualche nuovo spunto… oppure che tu voglia ripassare qualche rudimento tecnico (tipo come si fa una ferrata), qui trovi un bel po’ di consigli utili.
Ovviamente, arriva tutto dalla nostra esperienza sul campo – cioè, sul sentiero!
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Il kit di pronto soccorso per la montagna – La manutenzione dell’attrezzatura da montagna
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Può sempre servire
Crochi, fantastici e… buoni quelli coltivati! Bellissime foto.
“Ocio” all’aconito, tante proprietà medicinali sì, ma velenosissimo. Una volta veniva estirpato dai prati per evitare ti somministrarlo agli animali con la fienagione.
Grazie Alberto! Non sapevo che l’aconito fosse così velenoso, lo aggiungerò nell’articolo. Davvero molto interessante il tuo commento.
Ciao! Intanto bravi perché è molto chiaro per curiosi o neofiti che cominciano a interessarsi ai fiori.
Qualche appunto (posto che non sono un botanico, ho un po’ di esperienza da escursionista curioso):
– le radici da cui si fa il liquore alla genziana o la grappa alla genziana vengono non dal gruppo delle genziane viola ma dalla gentiana lutea (molto più grande e coi fiori gialli). Le foglie della lutea assomigliano al veratro, molto tossico ma distinguibile perché sono a foglie opposte (lutea) e alternate (veratro).
– l’aconito che avete in foto è il lycoctonum, letteralmente uccisore di lupi in quanto usato in passato contro volpi e lupi.
Gli aconiti, compresi quelli viola, sono tra le piante più tossiche delle Alpi, tutta la pianta è tossica anche al solo tatto, quindi attenzione!
– il raponzolo è diffuso in altre varianti, meno punk! :) Per esempio il phyteuma orbicolare.
– occhio al botton d’oro perché anche lui è tossico anche al tatto, come molte della sua famiglia, le ranuncolacee
E ora qualche stranezza incontrata nel mio cammino:
La Nigritella, orchidea che profuma di Nesquik, giuro!
Il fior di stecco, prima i fiori delle foglie, profumatissimo
la pinguicula o erba unta, perché è carnivora.
Il dente di cane
Orchidee, campanule e genziane hanno tante sottospecie e sono tutte belle.
Buone passeggiate e buone scoperte!
Ciao Daniele, non immagini che gusto leggere il tuo commento! Ci siamo avvicinati ai fiori di montagna con la curiosità dei bambini, senza saperne nulla, ma con il solo piacere di osservare, curiosare e cercare di imparare.
Devo aggiornare l’articolo con le scoperte degli ultimi mesi, ma molte delle cose che hai scritto non le conoscevo, quindi grazie di cuore! È sempre un piacere imparare cose nuove e ritengo sia una cosa preziosa che tu abbia voluto dedicarci un po’ di tempo per raccontarcele…
E ovviamente, da domani a caccia di negritelle… con il naso!