Prendi una pausa pranzo un po’ pigra, un autunno che non ne vuole sapere di abbandonare l’estate, la voglia di quei panorami che solo l’Altopiano dei Sette Comuni sa regalare: l’anello delle malghe del Monte Longara è l’ideale (e nasconde una sorpresa dolcissima: il Libralbero).

Silvia davanti al Libralbero sul Monte Longara

Dagli impianti delle Melette a Malga Longara Davanti

Lasciamo l’auto nel parcheggio nord degli impianti delle Melette (1432 mslm), ci si arriva da Gallio e la strada è comoda. Subito siamo colpiti dalla devastazione, se così si può dire: a metà ottobre gli impianti sanno di abbandono, la tempesta Vaia ha ferito i fianchi delle colline attorno e, come ci racconta un pannello, il bostrico sta facendo il resto.

Che fatica, povera montagna!

Imbocchiamo la forestale-sentiero che sale verso ovest proprio dalla fine del parcheggio, e saliamo attraverso quello che era un bosco di abeti. Fatta una curva, il paesaggi non è dei migliori: una grandissima spianata ghiaiosa culmina contro due piloni della telefonia.

Una cosa ti posso però promettere: supera i piloni, e tutto cambierà!

anello malghe monte Longara Altopiano di Asiago

Dopo i piloni, la forestale diventa un nastro morbido, le pendici del Monte Cucco sono morbide e verdi, tra l’erba affiorano le stratificazioni a lastre del calcare ammonitico (ci ricordano quelle del Monte Fior, altra gita indimenticabile) e le pozze d’alpeggio, i due edifici gialli di Malga Longara Davanti, in alto, sono un accenno di Altopiano tradizionale.

In quaranta minuti dalla partenza siamo a malga Longara Davanti (1614 mslm), e ci gustiamo la vista che dal cortile si apre sulla Conca di Asiago, ancora verdissima.

Malga Longara davanti

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Ma la sorpresa dolcissima arriva tra due minuti, piegando con la forestale verso sinistra e salendo di qualche metro.

Il Libralbero

Giusto il giorno prima, salendo a Cima XII, pensavo a una cosa: nella tragedia, la grande Guerra ci ha lasciato una rete di strade forestali tra i faggi, gli abeti e i mughi che, a percorrerle, rilassano l’animo.

Allo stesso modo, la violenza di Vaia ci ha lasciato un po’ di dolcezza frutto dell’animo umano… come il Libralbero.

Un piccolo recinto di legno, una grossa panca per due persone, alcuni sgabelli scolpiti… e una piccola biblioteca di legno. Ogni cosa è stata ricavata dal gigantesco tronco di un albero che spiccava su questo cucuzzolo, ma è stato abbattuto dalla tempesta.

Ci sediamo e ammiriamo il panorama. Di fronte la Conca, alla nostra destra il cuore dell’Altopiano carsico (e si vede la già nominata Cima XII), verso est il Grappa… mangiamo i nostri paninetti, prendiamo un libro e lo sfogliamo: è il nostro amato Un anno sull’Altopiano.

Paradiso.

Dal Libralbero all’Altare di Giovanni Paolo II

Proseguiamo lungo la forestale, che senza strappi raggiunge Malga Longara di Dietro (1655 mslm), adagiata contro il pelato Monte Baldo. La malga ha una combinazione curiosa di colori, bianca con le finestre verdi e il tetto azzurro-acciaio, mentre un pannello ne descrive i servizi: taglieri e cibo genuino di malga. 

Malga Longara dietro

Proseguiamo, seguendo con gli occhi tre bandiere sventolanti – Italia, Vaticano e… non l’abbiamo capito. Arriviamo così all’Altare dedicato a Giovanni Paolo II che qui, in questa amena oasi di bucolica quiete, tenne una benedizione alle popolazione (1643 mslm).

È un’area un po’ strana, questa: dentro al recinto ci sono grossi blocchi di calcare e rosso ammonitico, un busto del papa, una campana da suonare, densissime stelle alpine piantate in due vasi. Ci rilassiamo qualche minuto, e riprendiamo la forestale.

Altare Giovanni Paolo II

Discesa al Rifugio Campomulo e ritorno

Della discesa, c’è davvero poco da dire: proseguiamo sulla stessa morbida forestale, qualche tornante e siamo a vista dell’amplissima area sciistica alle spalle dei Rifugio Campomulo (1530 mslm). Ci viene da sorridere: quando qualche anno fa siamo saliti al Bivacco Campilussi con le ciaspole, già qui stavamo soffrendo per la tantissima neve fresca!

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Le panche del rifugio, immerse nella luce del sole, invogliano a una birra, ma la nostra pausa pranzo si è allungata fin troppo… prendiamo la strada asfaltata e, dopo poco più di due chilometri, siamo all’auto.

A circa metà strada però, sulla destra, merita dare un occhio alla Chiesetta degli Alpini (1459 mslm), coccola nel suo color arancione ed emozionante con l’affresco che racconta degli Alpini di ritorno dalle Campagne di Russia. Una curiosità: fino al 1980, la chiesetta era in realtà la casetta di Finco Scampit, stradino e sopravvissuto proprio di quella terribile campagna invernale.

👉Se cerchi altre camminate facili in Altopiano di Asiago dei Sette Comuni, le trovi qui. 

Chiesetta degli Alpini

Escursione ad anello al Monte Longara: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo Nel cuore dell’Altopiano dei Sette Comuni, sopra Gallio (VI)
📍 Partenza da Ski area le Melette, parcheggio nord (1432 mslm)
💍 Punti dell’anello Malga Longara Davanti (1614 mslm), Malga Longara di Dietro (1655 mslm), Rifugio Campomulo (1530 mslm)
📐 Dislivello 240 metri
📏 Lunghezza 8,5 km
⏱️ Tempo 3 ore con calma
😅 Difficoltà Facile: dislivello minimo, orientamento banale
💧 Acqua No
🗺️ Cartografia Carta Tabacco 1:25.000 n.60 – Altopiano dei Sette Comuni, Asiago, Ortigara (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)
🛰️ Traccia GPS

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