Come faccio a sapere che piuttosto che fare manutenzione all’attrezzatura da montagna ti faresti altri 1000 metri di dislivello positivo a fine giornata? Lo so perché per noi è lo stesso! Per questo motivo abbiamo stilato una lista pratica, veloce e (quasi) indolore di cose da fare quando torni dalle tue bellissime escursioni.
Sistemare l’attrezzatura a fine gita è una delle cose più noiose da fare. Ma è ancora peggio dover riacquistare il materiale solo per non averci fatto manutenzione. Insomma… già lo sai quanto costa una giacca in goretex!
Ecco quindi il nostro piano di battaglia di ritorno dalla gita.
Un check allo zaino da trekking
Il rischio: gli oggetti dimenticati, la puzza degli spallacci.
Al termine di una gita è sempre fondamentale controllare che tutte le tasche dello zaino siano vuote. Al di là degli oggetti dimenticati infatti può capitare di scordarsi anche qualche resto alimentare. La carta di un formaggio o il resto di un panino dopo una settimana di oblio sono capaci di impestare tutta la casa e, peggio ancora, di lasciare terribili odori nello zaino.
Al termine di ogni escursione inoltre è buona regola far prendere aria allo zaino. Posizionarlo in un ambiente ventilato o all’esterno aiuta le fibre a traspirare l’umidità che si è accumulata nei tessuti e nelle imbottiture. Soprattutto in estate infatti gli spallacci e la parte dorsale dello zaino possono letteralmente inzupparsi del sudore della pelle.
Almeno un paio di volte all’anno infine è bene lavare lo zaino a mano con del sapone neutro. Anche qui: se ne hai il tempo e la voglia, sarebbe buona regola dare una passata alle parti più sporche ogni due o tre weekend. E ricorda anche che il fango secco (ad esempio, se hai appoggiato lo zaino dove non avresti dovuto) può alla lunga danneggiare i tessuti.
Infine: poni rimedio a qualunque accidente sia capitato durante il trekking. Perché gli accidenti possono succedere.
Come una volta a Mondeval. Eravamo appena arrivati, io e il mio compare, e stavamo curiosando attorno all’area archeologica, quando all’improvviso sentiamo un insistente, piacevolissimo profumo di mugo. Ma di mughi, a Mondeval, non ce ne sono. Realizziamo subito che si è rotta la fiaschetta con la grappa che avevo riposto dentro lo zaino, nella tasca superiore. Ma la tasca – come tutto lo zaino, del resto – era perfettamente impermeabile, per cui nella grappa galleggiavano alcune cose, tra le quali la mia macchina fotografica. Irrimediabilmente rovinata.
Epilogo: abbiamo subito bevuto la grappa dalla tasca dello zaino con i cucchiai. Ma lo zaino ha puzzato da alcool per un bel po’.
Tempo per la manutenzione dello zaino: 5 minuti per svuotarlo bene e controllare tasche e taschine.
Asciugare i bastoncini
Il rischio: la formazione di uno strato di ossido all’interno dei tubi, che impedisce ai bastoncini di chiudersi e aprirsi con la giusta facilità.
Una volta a casa ti basterà smontare i tubi che compongono i bastoncini telescopici e lasciarli asciugare. Solitamente io li smonto già prima di salire in auto e li asciugo con un panno in microfibra. In questo modo quando arrivo a casa sono solitamente già pronti per essere rimontati, chiusi e riposti.
Insomma, la manutenzione dei bastoncini da trekking è davvero semplice e indolore.
Un consiglio se usi bastoncini di sottomarca: controlla eventuali danni “gravi”. Se il bastoncino inizia a mostrare una leggera flessione in uno dei suoi elementi (ti si è incastrato con troppa violenza tra le rocce, per esempio), sappi più prima che poi ti abbandonerà, piegandosi inesorabilmente. Se hai in programma un trekking impegnativo di più giorni, approfittane per cambiarli prima di partire.
Ultima nota: se li hai tolti, ricordati i puntali da neve. È sempre una noia dover ricomprare i ricambi giusti…
Tempo per la manutenzione dei bastoncini: 5 minuti. La fai mentre il più lento dei tuoi compagni di gita si sta cambiando le scarpe.
La manutenzione degli scarponi da montagna
Il rischio: doverli buttare via.
Hai presente l’odore dell’auto in cui ci sono ben due paia di scarponi che hanno fatto 10 ore di camminata in piena estate, magari senza disdegnare pozzanghere e fango? Ecco… parliamone. Davide la chiama la macchina del cheddar.
Al termine di ogni weekend, la prima cosa da fare appena arrivati a casa è estrarre la suoletta degli scarponi. Io la lascio tutta la notte ad asciugare in un luogo caldo, ma lontano da fonti di calore. Questo serve a togliere tutta umidità che inevitabilmente si crea all’interno dello scarpone.
In secondo luogo mi occupo della pulizia delle membrane esterne dello scarpone con una spazzola morbida. Questo di solito basta per togliere residui di fango e terra incrostata; per le cose un po’ più coriacee utilizzo un po’ di acqua calda senza detergenti.
Infine è importante riporre gli scarponi in un luogo asciutto, sempre però lontano da fonti di calore. Banditi assolutamente termosifoni e stufette, così come i garage umidi. Un paio di fogli di giornale appallottolati all’interno dello scarpone infine favoriranno l’assorbimento dell’umidità.
C’è chi per prevenire o attenuare l’odore all’interno degli scarponi utilizza il talco mentolato o degli appositi prodotti antiodore. Personalmente non amo queste soluzioni e preferisco prevenire, asciugandoli a fondo dopo ogni gita. Il cattivo odore infatti è dovuto principalmente proprio dall’umidità che ristagna all’interno, favorendo la nascita di micromuffe e batteri.
Un paio di volte all’anno infine controllo l’impermeabilità degli scarponi cospargendo la tomaia con un apposito spray impermeabilizzante in grado di ricostruire la pellicola protettiva. I più affidabili sono quelli della Tectron o della Granger, ma fai attenzione a scegliere lo spray giusto per il tuo tipo di scarpa: pelle, nabuk o materiale sintetico richiedono cure diverse.
Ultima accortezza: gli scarponi in pelle, come quelli di Davide, vanno nutriti una volta all’anno con prodotti appositi, per evitare che si secchino. La pelle secca finisce per lacerarsi.
Recentemente infine entrambi li abbiamo fatti risuolare dal nostro calzolaio di fiducia. Per 35 euro (ma ci giunge voce che in genere il costo di questa prestazione è quasi doppio) ci sono state installate nuove suole Vibram che assicurano un maggiore grip rispetto alle suole consunte che avevamo. Per gli scarponi di Davide è stato inoltre necessario incollare di nuovo la banda laterale in gomma, e cucire il puntale che da sempre tendeva a scollarsi.
Occhio che la risuolatura non è per sempre, ma ti permette di usare i tuoi amati scarponi per una o due altre stagioni.
Tempo per la manutenzione degli scarponi (dopo gita): 5-10 minuti. Ricorda sempre che quegli scarponi ti portano nei posti bellissimi, e si meritano tutte le cure.
Lavaggio delle maglie tecniche da trekking
Il rischio: l’orrore.
Continuiamo a parlare di odori? In ordine di orrore, dopo gli scarponi metto le maglie tecniche in seguito a un trekking intenso in estate.
Ogni tipo di tessuto richiede un lavaggio diverso, quindi sarebbe bene guardare l’etichetta con le istruzioni. Se invece, come me, non hai tempo di fare 20 lavatrici differenti puoi propendere per un unico ciclo, purché rispettando questi accorgimenti:
- bassa temperatura (massimo 30°- 40°),
- no ammorbidente (le molecole di grasso ostruiscono le fibre traspiranti),
- si può usare la centrifuga…
- … ma mai l’asciugatrice,
- l’asciugatura deve avvenire naturalmente sullo stendino,
- vietato stirarle.
Tempo per la manutenzione delle maglie tecniche: dipende dalla durata del lavaggio che imposti!
Come lavare le giacche in Goretex?
Il rischio: ti ricordi quanto l’hai pagata, vero? Ottimo: non credo che tu voglia fare il bis.
La risposta è “non lavarle!” Una premessa è d’obbligo infatti: le giacche in Goretex vanno lavate il meno possibile. Al contrario del resto dell’attrezzatura che richiede una manutenzione (quasi) costante, sappi che ogni volta che lavi la giacca la membrana impermeabilizzante rischia il distacco o la lacerazione.
Assolutamente bandito quindi il lavaggio in lavatrice. Se la giacca fosse sporca ti basterà lavarla a mano con una spugnetta, utilizzando acqua e sapone neutro. Anche l’asciugatura è importante: deve avvenire in modo naturale. Metti la giacca su una gruccia e lasciala asciugare in un luogo ventilato, lontano da fonti di calore.
Tempo per la manutenzione della giacca in Goretex: minimo.
Il kit di pronto soccorso
Personalmente lo controllo e modifico piuttosto spesso. Da anni ho abbandonato i kit preconfezionati che si trovano in commercio e mi sono creata il mio kit personalizzato. Così sono sicura di avere con me tutto quello che mi serve e, nello stesso tempo, di non portarmi dietro cose inutili o che non saprei utilizzare.
Ciclicamente quindi verifico che ci sia tutto e sostituisco eventuali medicinali o cerotti che sono stati utilizzati o che sono scaduti. Ci vuole veramente poco, ma può essere di fondamentale importanza. Trovarsi in alta montagna con la febbre e avere solo paracetamolo scaduto non è il massimo!
La gestione del pronto soccorso va in oltre fatta in accordo con il luogo in cui ti trovi a fare trekking. Non tanto per quello che ti porti via – un kit del pronto soccorso più o meno è sempre quello – ma per le scorte che hai.
Un esempio? In Perù, in seguito al secondo trekking, avevamo un disperato bisogno di Compeed. Dopo aver visitato tutte le farmacie di Cuzco e Huaraz, abbiamo realizzato che in Perù non esistono quei magici salva-vesciche. Sofferenza assicurata quindi per il resto del viaggio, e “ma perché non ne abbiamo portato una confezione in più?”
Tempo per il controllo del kit di pronto soccorso: 5 minuti.
Pulizia della tenda
Il rischio: vedersela tanto, tanto brutta.
Ok, fino ad adesso abbiamo giocato… sistemare scarponi e prendersi cura dell’attrezzatura in genere è un gioco da ragazzi, finché non si passa all’equipaggiamento da tenda o da bivacco. La pigrizia in questo caso è la nemica numero uno. Una cosa va però fatta assolutamente, soprattutto se stai intraprendendo un trekking di più giorni in tenda.
Prima di iniziare l’avventura infatti è importante assicurarsi che tutta l’attrezzatura sia funzionale. Ciò vale ancora di più se dall’ultima volta che hai usato il materiale è passato più di qualche mese (sto parlando a te, che fai una uscita all’anno!)
Iniziamo dalla tenda. È essenziale montarla dove puoi: cortile, garage, salotto, strada, vale tutto. Pulisci l’interno con una spugna bagnata e controlla che non ci siano rotture nei teli. Le parti plasticate delle tende soprattutto tendono a seccarsi, il che ne provoca la lacerazione. In tal caso, a seconda della frattura, è necessario intervenire, facendo sostituire le parti che si sono rotte.
In caso di rottura di un telo procurati assolutamente un sigillante per le cuciture (come l’ottimo SeamGrip, link Amazon). Il suo utilizzo è molto semplice:
- pulisci la cucitura appena fatta con uno straccio imbevuto di alcool
- passi il sigillante in modo uniforme
- quando è asciutto, spolveri la cucitura di talco
Voilà: tu e la tua tenda siete pronti a sostenere le peggio intemperie (noi questa procedura l’abbiamo fatta giusto prima di subire una catastrofica tempesta notturna sulle Vette Feltrine)
Dopo ogni gita è essenziale aprire la tenda e metterla su uno stendino ad asciugarsi completamente, prima di rimetterla nella sacca di compressione. Anche se non avesse piovuto, l’umidità della notte spesso lascia i teli o il fondo della tenda bagnati.
Sistema infine eventuali danni alla paleria che hai visto durante il trekking, e sostituisci i picchetti che possono essersi piegati contro le rocce del sottosuolo.
Tempo per la manutenzione della tenda: 10-15 minuti, ma sono spesi davvero bene.
Quello che non doveva succedere in realtà è successo a tutti, almeno una volta. Fai il tuo trekking, esplori i dintorni finché non trovi la piazzola ideale, apri la sacca della tenda… e un penetrante odore di cantina, formaggio e temporale ti assale.
È la muffa. Non solo puzza ed è poco salutare, ma una volta pulita (ci sono diversi modi per farlo) lascerà comunque delle tracce scure sui teli della tua tenda.
Manutenzione dei sacchi a pelo e dei materassini
Per quanto riguarda i sacchi a pelo, anch’essi vanno tolti dalla sacca una volta a casa. Ripiegarli è una delle cose che odio di più, ma cerco comunque di farlo una volta al mese: li srotolo, li capovolgo, elimino eventuali resti di erba o briciole di biscotti e li lascio a prendere aria per un giorno intero prima di riporli nella sacca di compressione. L’ideale sarebbe lasciarli aperti fino al giro successivo, ma chi ha lo spazio in casa per farlo?
I materassini hanno bisogno in genere di poca manutenzione: o sono integri e non c’è problema, o sono forati e vanno riparati. La verifica l’hanno fatta la tua schiena e le tue cervicali, quindi dovresti sapere come agire:
- se il materassino è forato, usa il kit (in genere è allegato al prodotto) per incollare una toppa al foro. Per individuare il foro, gonfia un po’ il materassino, strizzalo e usa l’orecchio!
- se è un materassino autogonfiante e la valvola non tiene più, butta via tutto. È il motivo per cui siamo passati a un tipo di materassino apparentemente meno resistente, ma senza il problema della valvola (link Amazon)
Tempo per la manutenzione di sacchi a pelo e materassini: 5-10 minuti. Dipende da quanto strette sono le sacche di compressione.
La manutenzione di tutto il resto
Infine, la lista della restante attrezzatura da montagna che va pulita e controllata:
- Lampade frontali, torce elettriche, GPS se lo usi: controlla che le batterie siano cariche. Se non ti ricordi quanto le hai usate, porta con te delle pile di riserva.
- Powerbank: mettilo subito in carica, ti togli un pensiero.
- Macchina fotografica: svuota quanto prima la memory card per evitare di trovarti il prossimo weekend a dover cancellare foto mentre sei appeso in ferrata. E controlla le batterie.
- Telefono: salve le foto della gita nel cloud o trasferiscile nel computer. Conosco persone che con il telefono hanno perso due o tre mesi di foto di escursioni.
- Fornelletto a gas: assicurati che la valvola sia funzionante.
- Fornelletto ad alcool: non devi fare niente, purché tu abbia svuotato bene il bruciatore dai residui di alcool (dovresti averlo fatto quando hai smontato l’ultimo campo base).
- Accendini: controlla che abbiano ancora combustibile, altrimenti comprane subito di nuovi.
- Borracce, bottiglie e camel back: dai loro una sciacquata, ma soprattutto non fare l’errore di riporli in armadio chiusi senza averli fatti sgocciolare alla perfezione. La combinazione di residui d’acqua e tracce batteriche possono provocare la formazione di un odoraccio davvero fastidioso.
- Posate e stoviglie: lava tutto.
Tempo per la manutenzione di tutto il resto: 15-20 minuti.
Tutte queste procedure ti prenderanno sempre meno tempo man mano che ti ci abituerai. Quindi, vedi di fare più gite possibile.
Tieni conto che io inizio a fare ordine e controllare l’attrezzatura appena arrivata a casa, mentre l’acqua della doccia si scalda. Finisco dopo la doccia, mentre Davide prepara la cena. Che organizzazione!
Le guide per la montagna di Bagaglio Leggero
Che sia la tua prima volta con la tenda in montagna, o che stia cercando qualche nuovo spunto… oppure che tu voglia ripassare qualche rudimento tecnico (tipo come si fa una ferrata), qui trovi un bel po’ di consigli utili.
Ovviamente, arriva tutto dalla nostra esperienza sul campo – cioè, sul sentiero!
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