Il tremila “sopra casa” dei nostri due mesi a Saint-Pierre: il Mont Fallère è una cima panoramica e decisamente soddisfacente, una escursione tecnicamente non difficile, ma da affrontare però con carburante nelle gambe e, nel caso tu voglia fare il giro ad anello, completa assenza di vertigine.

Da Vetan al Rifugio Fallère

Il primo step di questa escursione è il Rifugio Mont Fallère, situato a in una bellissima conca a 2388 metri di quota. La partenza è il borgo di Vetan, e in un’ora e quaranta circa sei su. La cosa bella? Il museo a cielo aperto!

Alla salita al Mont Fallère e al suo museo abbiamo dedicato un articolo completo. 

Acqua fresca, birretta o merenda, un giro alla mostra permanente di scultura, e siamo pronti per ripartire, direzione est.

il Rifugio Mont Fallère

Dal Rifugio Mont Fallère al Mont Fallère

Seguiamo i segnavia per Lac des Grenouilles (sentiero 14) e Lac Fallère (TMF). Dal rifugio si scende di qualche metro nella conca prativa, si superano alcuni corsi d’acqua e si raggiunge in 10 minuti il Laghetto delle Rane (2363 mslm), attorno al quale l’immancabile Siro Viérin ha posizionato alcune sculture di bambini nudi intenti a giocare con le rane, appunto, che davvero ingannano l’occhio. Uno dei bambini sembra offrire in dono una ranocchia verde al rifugio.

Nei pressi del lago, verso sud, attiro l’occhio anche lo sventolio delle bandierine tibetane che circondano un ometto di pietre decorato con mini statue buddiste. Noi proseguiamo in salita.

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Sul nostro percorso, incontreremo quindi due deviazioni sulla sinistra:

  • una prima, che sale al Lac Mort e intercetta la via normale al Mont Fallère,
  • una seconda, che porta al Bivacco Pansa e alla cresta attrezzata.

Saliremo per la seconda e scenderemo per questa prima.

⚠️ Ma a questo punto parliamo di difficoltà. ⚠️

Mont Fallère: via normale o cresta attrezzata?

Meglio fugare subito ogni dubbio:

  • la via normale è pendente, ma non pone vere difficoltà tecniche. Il tracciato può essere scivoloso per la polvere ma, al di là di questo, è classificato per escursionisti esperti;
  • la via attrezzata della cresta è invece… sorprendente. Ogni tratto è assicurato da cavi d’acciaio e catene, ma quello che colpisce è l’esposizione: si tratta di un percorso DECISAMENTE AEREO, e per tutta la (breve) durata ha sotto di te un impressionante strapiombo. Da evitare assolutamente se soffri di vertigine o non sei a tuo agio con l’esposizione!

Se non hai i problemi di cui sopra, puoi salire indifferentemente per l’una o per l’altra via, e scendere dall’altra per fare un anello e passare al Bivacco Pansa.

Noi siamo saliti per la via attrezzata, e te la raccontiamo così.

La cresta attrezzata al Mont Fallère

Prendiamo la deviazione, quindi, e saliamo… con intensità! Il sentiero infatti prende a fare lunghi tornanti che tagliano il versante meridionale del Fallère, in un ambiente piuttosto grandioso di roccia sbriciolata e polvere. La pendenza è piuttosto regolare, ma ci sono degli strappetti che sfiancano abbastanza.

Il bivacco Pansa sotto al Mont Fallere

Ad un certo punto, osserviamo sulla destra, in alto, una sagomina rossa e grigia: è il Bivacco Alessandro Pansa. Attorno ai 2980 metri di quota, in piena pietraia, imbocchiamo il sentiero che ci porta lì.

Il Bivacco Alessandro Pansa (2962 mslm) è dedicato proprio all’economista e manager scomparso nel 2017. Appassionato di montagna, le vacanze le passava in Valle d’Aosta, e quindi ecco il bivacco a lui dedicato.

Lo stile è quello di svariati bivacchi di design di concezione moderna (tanto che i colori ci hanno ricordato il Bivacco Zeb sui Monti lariani). Più lamiera che legno, forme geometriche quasi a incastro, finestroni, dettagli (e dotazione) minimali.

All’interno, quattro posti letto piuttosto risicati – abbiamo qualcosa da ridire sull’organizzazione degli spazi – con materassi ma non coperte, e due copie di una raccolta di saggi di Alessandro Pansa, Il manager intellettuale.

Fuori, le rovine di un rifugio (Capanna Margherita) che sorgeva giusto un metro sotto all’attuale bivacco. La vista su Emilius, Aosta e valle Centrale è splendida.

Dal Bivacco Pansa alla cima del Mont Fallere

Da qui, la cima si trova a soli 150 metri di quota, ma…

Saliamo alle spalle del bivacco praticamente in verticale, aggirando alcuni paravalanghe. Ultima tirata e siamo su un colletto a circa 3000 metri. Prendiamo a sinistra, e inizia la via attrezzata.

Di questa, che dire? Che improvvisamente siamo appesi alla roccia, che tutto sembra strapiombare per centinaia di metri sotto ai nostri piedi, che la traccia per i piedi è davvero concisa, e che le catene e i canaponi – in ottime condizioni e abbondanti – danno sicurezza… fino a un certo punto! Sarà la lunga salita, sarà che eravamo un po’ stanchi, fatto sta che l’esposizione ci ha presi di sorpresa, e abbiamo trattenuto il fiato per tutto il tempo necessario a percorrere la cresta (10 minuti, in realtà).

La cima del Mont Fallère

3061 metri di quota: eccoci sul Mont Fallère! Sulla cima svetta la Madonna con bambino, opera anch’essa di Siro Viérin e curiosa, perché il bambino accarezza un ermellino, mentre il piedistallo è popolato di altri animali. C’è anche un’edicola votiva, sotto la quale si trova il cassetto di metallo che contiene il libro di vetta.

Discesa per la via normale al Mont Fallère

Decidiamo di scendere per la via normale del Mont Fallère. Il sentiero di discesa è evidente, ben tracciato, ben pendente, ma non presenta grandi difficoltà tecniche: in un solo punto, che potrebbe rivelarsi un po’ insidioso, sono state posizionate staffe e catena che aiutano la discesa (o la salita). L’ambiente è comunque bellissimo, si cammina tra masse di roccia scura, e il panorama di fronte è apertissimo.

Per il resto scendiamo tenendo come punto di rifermento il Lago Morto (2634 mslm), splendido nella sua piccola conca glaciale, tutta contrasti tra il Fallère scuro, l’acqua blu-verde, la ghiaia delle rive… e seguiamo alcuni segnavia dai colori bizzarri: sono quelli delle gare di trail che sono rimasti impressi sulle rocce, ma che comunque indicano il percorso corretto (anche se non sempre è quello ufficiale). Seguendo i bolli a vernice, infatti, passiamo per il lago, il Lago Clapin (2525 mslm), bacino allungato perfettamente trasparente e incassato in una “finestra” che restringe la vista a Gran Paradiso e Grivola… neanche male!

Sbuchiamo così “alle spalle” del Rifugio Mont Fallere, dal quale scendiamo per la stessa via dell’andata.

PS: attenzione ad imboccare la forestale fino a Vetan, perché è eterna (anche se morbida). La descriviamo nell’articolo sul Rifugio Mont Fallère, ma escursionista avvisato…

Salita al Mont Fallère (via normale e cresta attrezzata): dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo A nord della Valle Centrale, Valle d’Aosta
📍 Partenza da Vétan, parcheggio (1780 mslm)
🏅 Arrivo Mont Fallère (3061 mslm)
📐 Dislivello 1280 metri
📏 Lunghezza 16,6 km
⏱️ Tempo 7 ore
😅 Difficoltà Difficile: al di là del dislivello e di alcune pendenze interessanti, la cresta attrezzata è DA EVITARE ASSOLUTAMENTE se temi l’esposizione o soffri di vertigini (ma anche se il meteo è incerto).
💧 Acqua Sì: al Rifugio Mont Fallère
🗺️ Cartografia L’Escursionista 1:25.000 n. 5 – Valle del Gran San Bernardo, Ollomont (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS

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