C’è un luogo perfetto per parlare di geologia. E per far stupire la tua lei con dei ritrovamenti fossili praticamente in tempo reale. È il Monte Fior, morbido rilievo del versante orientale dell’Altopiano dei Sette Comuni.
In una frase: con questa escursione ti prometto una sorpresa dopo l’altra.
Cosa troverai in questo percorso:
La salita da Val Miela verso il Monte Fior
Per pigri e furbacchioni, lo dico subito: a Malga Slapeur, punto ideale per partire all’esplorazione del Monte Fior, ci puoi arrivare in macchina, da Campomulo, per una stradina sterrata.
Ma noi siamo dei puri, per cui lasciamo l’auto al comodo parcheggio di Val Miela (999 mslm) e imbocchiamo subito il sentiero 861. Ci aspettano 630 metri di dislivello in una unica tirata (è l’unica vera difficoltà del giro).
Siamo in un bel bosco, almeno per metà della salita. I segni di Vaia sono ancora evidenti (solo un anno prima della nostra gita, eravamo stati costretti ad abbandonare il giro dal mare di abeti caduti).
Poco dopo Bocchetta Slapeur si apre la prima meraviglia dell’escursione: una radura pianeggiante, data la stagione (siamo in autunno) una conca dorata circondata da boschi e rocce. Splendido, e le gambe possono rilassarsi dopo la lunga salita.
Un breve pezzo di carrareccia, e siamo a Malga Slapeur (1628 mslm). Sulla nostra sinistra, il morbido colle delle Melette. Sulla destra, una breve salita e alcuni alberi ci precludono alla vista la vera sorpresa.
Monte Fior: benvenuti nella città di roccia
Il sentiero è ancora l’861. Saliamo un breve pendio, superiamo alcuni alberi, ed eccola: la città di roccia.
O, per lo meno, il suo imbocco. Perché la cosiddetta città di roccia è estesissima. Ma forse è meglio che io prima di dica cos’è, una città di roccia.
In poche parole: l’Altopiano di Asiago è costituito da rocce calcaree, in particolar modo di due tipi: il calcare grigio, e una “fetta” di rosso ammonitico – la stessa roccia con la quale vedi costituiti gradini, lavelli e lastre, nonché le “laste”, tradizionalmente utilizzate per delimitare i prati. Quando ci sono rocce calcaree, c’è (in genere) il fenomeno del carsismo: una particolar combinazione chimica (acqua piovana, anidride carbonica dell’aria, calcare della roccia) fa sì che l’erosione lasci forme più o meno particolari. Qui se ne vedono due di particolari:
- i campi carreggiati (o Karren, o ancora “città di roccia), dei grossi massi tagliati in verticali, a formare una specie di scacchiera gigante
- i “libri”, cioè l’esposizione della successione degli strati sedimentari. Qualcosa tipo i Libri di San Daniele sopra Erto e Casso, ma con dimensioni davvero fuori scala
La muraglia di strati interrompe, in orizzontale, i rilievi altrimenti morbidi ed erbosi del Monte Fior. Una foto rende più evidente il discorso.
Seguiamo il sentiero in quota in senso antiorario (verso destra). Non appena mi è possibile, porto Silvia verso le muraglie di roccia, dove questa è più rossa. Mi basta guardare pochi secondi i blocchi di roccia al suolo, ed eccolo: il calco di un’ammonite, fossile a spirale tipico di questa zona e di questa quota. Spettacolare. Anche Silvia guarda in giro, e trova le sue mezze conchiglie rese eterne dalla sedimentazione.
Camminiamo ancora, curiosiamo le pareti di roccia, torniamo sul sentiero. È emozionante: è la storia geologica delle montagne che si apre davanti ai nostri occhi, e si confonde con le tracce della Prima Guerra Mondiale.
Il paesaggio è incredibile e ne rimango letteralmente rapita. Ci sediamo su una roccia, mentre con lo sguardo continuo a cercare tra le rocce bovoletti, anemoni e tracce di serpentelli. Se hai un bambino, portalo qui! Raccontagli la storia e cercate assieme i fossili, ne rimarrà estasiato!
E mi raccomando… i fossili si guardano, si toccano, ma non si portano a casa!
Il giro ad anello del Monte Fior: le tracce della Prima Guerra Mondiale
Pochi minuti e siamo a Pozza del Biasia (1721 mslm) e poi alla bellissima Casera Montagna Nova (1724 mslm).
Dalla Casera Montagna Nova la vista si apre verso i lembi meridionali dell’Altopiano e verso il Grappa. Seguiamo il giro obbligato che sale sulla sinistra – da qui altrimenti si può scendere diretti verso le frazioni di Foza – e imbocchiamo prima la forestale e poi il sentiero che portano alla sommità del Monte Fior (1824).
Salendo, la visuale è impressionante: una profonda trincea, come una ferita, taglia con un strappo su per il fianco della montagna, in uno zigzag perfetto. E se fino poco fa era come leggere un libro di geologia a cielo aperto ora è come stessimo studiando un libro di storia. Alcuni pannelli riportano brandelli di testo da Un anno sull’Altopiano, aggiungendo atmosfera all’atmosfera.
Sulla cima, un monumento, ricordo delle battaglie che si combatterono qui. E, a proposito, a poca distanza c’è la cima del Monte Castelgomberto (1771 mslm), teatro di una battaglia tra le più cruente della Prima Guerra. Per arrivarci, si scende verso Selletta Stringa (1731 mslm) e si risale brevemente per la cima.
Dalla cima del Fior anche il panorama è grandioso e spazia dalle Prealpi Venete alle Dolomiti, dal Monte Novegno fino alla Marmolada e alle Pale di San martino.
Il sentiero invece scende alla selletta, svolta sulla sinistra attraverso un bosco, e torna a Malga Slapeur.
Trekking al Monte Fior: dati tecnici in breve
Dove siamo: in Altopiano di Asiago, sopra Foza
Partenza: park Val Miela (999 mslm)
Punti dell’anello: Malga Slapeur (1528 mslm) – Monte Spil (1808 mslm) – Monte Fior (1824 mslm)
Dislivello: 825 metri (da park Val Miela), 200 metri da Malga Slapeur
Tempo: 3 ore e mezza la salita (considerando di fermati ad ogni passo per curiosare tra i fossili!)
Difficoltà: facile-medio. Il percorso è in sé facile, i dislivelli sempre moderati.
Cartografia: Cartografia: carta Tabacco n. 50, Altopiano dei Sette Comuni – Asiago – Ortigara (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)
Ciao! Grazie per l’itinerario con partenza strategica, ma non la trovo su maps. Cosa devo inserire per trovare il parcheggio val miela?
Ciao Lisa! Su maps trovi il punto di partenza sulla sinistra di Foza (lungo la strada provinciale 76) e, in corrispondenza di un curvone, dove c’è il punto “Sentiero 861 Monte Fior. Lì c’è il parcheggio, buona gita (attenta che non è molto grande, nelle domeniche estive può essere pieno).