Il Monte Novegno è stata per me una vera scoperta, un giro ad anello panoramico tra alcuni scenari della Grande Guerra.

Montagne ancora troppo poco conosciute, lontane dai soliti giri ormai iperturistici. Eppure, pur essendo meno blasonati, sono luoghi che hanno tanto da dire e da dare a chi sa mettersi in cammino.

A ciò ci aggiungo il mio personalissimo carico da 90: è la prima volta che vado in montagna da sola, e l’emozione è tantissima. Ho viaggiato il mondo in solitaria, ma qualcosa mi ha sempre trattenuta dal fare trekking da sola. Le paure alle volte hanno le forme più disparate, ma è arrivato il momento di affrontare (e sconfiggere) le mie.

Il meteo prevede pioggia tutto il weekend in tutto il Triveneto, pertanto, carta alla mano, cerco un giro abbastanza vicino a casa che non sia troppo impegnativo. E comunque… in realtà adoro fare trekking quando piove!

Salita al Monte Novegno da Cerbaro

Salita verso il Monte Novegno

Per salire al Monte Novegno si può arrivare da più parti, a seconda della fatica che hai voglia di fare. Per i più pigri infatti è possibile parcheggiare la macchina dopo la Malga Pianeti e seguire il sentiero 422 che, in soli 100 metri di dislivello, porta alla cima del monte.

Il mio giro invece parte da Cerbaro, scarponi ben allacciati ai piedi e alle 8.00 sono già in salita lungo il sentiero 433. Cielo grigio, nuvole basse e le prime gocce di pioggia che non tardano ad arrivare… eppure l’atmosfera che si respira è unica, come quella che solo la montagna carica di umidità sa offrire.

Degli splendidi cavalli stanno pascolando liberi di fianco al sentiero, mentre il fiato si accorcia e mi godo questo silenzio quasi irreale: oggi sembro essere davvero l’unica persona che ha pensato di venire qui.

Cavalli al pascolo a Schio

Il sentiero è piuttosto lineare e la salita morbida, mentre il bosco dopo la pioggia sembra respirare silenziosamente. Il sole gioca a colorare le felci e i pini di luce diversa ad ogni passo e io sono dentro questo paesaggio incantato.

Arrivata al bivio con il sentiero 435 (da dove scenderò nel mio giro ad anello) proseguo tenendo la sinistra lungo tracce che tagliano il sentiero tra i tornanti.

Appena uscita dal bosco la vista si apre su un’insieme di morbidi pascoli accesi di verde dominato da malghe e marmotte. Un posto perfetto per un picnic… sempre che non trovi il tempo che ho trovato io!

il respiro del bosco

La cima del Monte Novegno

In due ore dalla partenza avvisto la cima, o almeno così mi pareva un secondo prima perché ora non la vedo più. Oh sì… eccola di nuovo sbucare! Le nuvole sono talmente basse che appena esco sulla Busa di Novegno ne vengo inghiottita.

Mi godo la cima conquistata con tutta la soddisfazione delle grandi imprese, nonostante tutto è pur sempre il mio primo trekking in solitaria e posso dirmi già contenta di tutta la bellezza che sono riuscita a cogliere.

Silvia in cima al Monte Novegno

Per quanto modesto, il Monte Novegno ha in realtà una grande rilevanza storica. La sua importanza strategica infatti mi è chiara da subito: il nemico doveva passare da qui per la conquista della pianura padana. Sulla cima, vedo i resti di quella che doveva essere la postazione di un cannone dell’artiglieria, poco più in là un parapetto, delle trincee, delle gallerie e qualche costruzione militare.

Pur non essendo un’appassionata della storia delle nostre montagne, ci sono luoghi (come anche la Strada delle 52 gallerie del Pasubio) nei quali la guerra è ancora vibrante tra le rocce delle montagne. La verità è che per quanto una persona ne legga sui libri di storia, niente emozionerà di più che recarsi nei luoghi dove la storia è stata scritta.

La natura con il tempo sta riprendendo il suo spazio così le trincee e le gallerie sono oggi ammorbidite dalla vegetazione come a volerne curare le ferite. 

La Busa del Novegno è un vero e proprio museo a cielo aperto, tanto che alcuni siti sono dotati di cartelli che dovrebbero spiegare la storia di questi luoghi. Nonostante i cartelli si vantino del nome di Ecomuseo, devo però segnalare che alcuni sono davvero in pessimo stato e risultano pressoché illeggibili, un vero peccato.

Resti della guerra sul Monte Novegno

E poi?

Oltre a godervi il sole, il meritato picnic (soprattutto se avete lasciato l’auto a Cerbaro) e i meravigliosi prati pascolivi del Monte Novegno, avete almeno una miriade di possibilità di continuare a esplorare quest’area.

La bellezza di questo posto infatti sta nel fatto che da qui si diramano tantissimi sentieri, che offrono itinerari diversi anche a seconda del tempo e dell’impegno che si vuole impiegare. Si possono infatti raggiungere Cima Alta, Monte Priafora, Monte Rione Rivon, Monte Cogolo, il tutto senza un eccessivo dislivello.

Prati pascolivi e soffioni

Il giro ad anello verso Passo Campedello

Dalla cima del Monte Novegno mi incammino seguendo con lo sguardo la Malga Novegno che compare e scompare davanti ai miei occhi. L’orientamento non è difficile, ma a tratti non vedo ad un palmo dalla mia mano: il rischio di sbagliare sentiero non è così remoto.

All’incrocio con un cimitero di guerra prendo il sentiero 455 che passa davanti a Malga Campedello fino a Passo Campedello, reso riconoscibile dalla caratteristica Pozza Vaccarese. Da qui il sentiero piega decisamente verso destra lungo il sentiero 435, che mi ricondurrà a Cerbaro.

Il mio giro è finito, i cavalli sono sempre lì ad aspettarmi, ho fatto almeno un milione di pensieri e il tempo è stato clemente. Non potevo chiedere di meglio.

Malga Campedello

Dati tenici in breve

Partenza: Cerbaro 809 mslm – c’è un parcheggio subito dopo il Camping Club Cerbaro

Arrivo: cima del Monte Novegno 1548 mslm

Dislivello: 750 mt

Tempo: 2 ore la salita e altre 2 ore il giro ad anello

Difficoltà: bassa, il giro ad anello è molto piacevole e la salita piuttosto morbida. Attenzione che in caso di pioggia la strada del ritorno può risultare scivolosa. La difficoltà è nulla se si lascia l’auto direttamente lungo la strada forestale dopo Malga Pianeti.

Monte Novegno pin

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