Reykjavík, se ci capiti tra giugno e settembre, è luce.

Certo, è una capitale, e in quanto tale è vitalità, atmosfera, eventi, fermento culturale, tradizione. E puoi provare cucine di mezzo mondo. Ma soprattutto è luce.

Io ci sono stato in luglio, e ho una foto di me in una luce soffusa, morbida: lo scatto è stato fatto alle tre di mattina.

Ora: esaurire una capitale, per quanto piccola rispetto alle altre d’Europa (ha poco meno di 130mila abitanti), non è cosa da un articolo e via. Per cui, più che una guida completa (ma mordi e fuggi), preferisco raccontarti quello che mi ha colpito… e cosa va assolutamente visto e fatto.

Skyline di Reykjavik dal port

Quando andare a Reykjavík

Per me, in estate. Reykjavík è affascinante nella morsa dell’inverno, ma diventa, come dire, triste: anche in pieno giorno la luce pare smorzata, la neve sporcata dal traffico spegne i colori, e il freddo e il vento non perdonano. Dalla tarda primavera, invece, quando puoi stare in felpetta, la vita in città è rilassante, piacevole, leggera.

Nella mia permanenza in città, prima e dopo della Traversata a Piedi dell’Islanda, le mie giornate erano tutto un passeggiare in giro, prendere un hot dog da Bestu, stendermi a leggere in uno dei tanti parchi della città, infilarmi in una libreria di seconda mano o in un negozio dell’usato, curiosare i menu dei ristoranti… insomma, hai capito come funziona.

Inoltre, in estate il sole quasi non tramonta mai (già a metà luglio si ferma sull’orizzonte, beffardo). È una condizione climatica strana, alla quale non siamo abituati (preparati eventualmente a qualche notte insonne), ma che vale la pena di vivere almeno una volta.

Luce in piena notte a Reykjavik a luglio

Curiosità su Reykjavík

Cominciamo con qualche curiosità, giusto per descriverti chi ti troverai di fronte.

1 – È piccola, e molto grande

La capitale islandese è, per gli standard europei, una capitale piuttosto modesta: duecentomila abitanti e stop. Colpa (o merito) del fatto di essere la capitale più a nord del mondo (se si esclude Nuuk, in Groenlandia). Eppure, gli abitanti della città rappresentano i due terzi abbondanti dell’intera popolazione dell’isola.

2 – Una baia fumosa

870 dC, anno più, anno meno. Ingolfur Arnarson, norvegese, arriva qui e decide che il golfo di Faxaflói – un’area geotermicamente attivissima – è il luogo ideale per fondare una nuova città. In realtà, a deciderlo è il suo trono di legno, lasciato alla deriva in mare, libero di spiaggiare dove più avesse ritenuto interessante. Per quasi tutto il resto della sua storia, Reykjavík resta un piccolo abitato di pescatori, che concentra tutti i sevizi dell’isola, nonché l’attività culturale.

3 – Un numero di tre cifre

101: è il codice postale del distretto centrale della città, ed è qui che è ambientato il libro 101 Reykjavík. Se ti interessa una panoramica ironica della vita dissipata (circa…) dei trentenni islandesi, te lo consiglio assieme ad altri classici della letteratura islandese.

4 – Il parlamento? Meglio in città!

Per una terra che per molto tempo è stata poco più che una manciata di fattorie sparse nel nulla, l’Islanda ha una lunga e nobile storia di democrazia. L’Alþingi è il nome del parlamento islandese, un elegante edificio in centro. Tuttavia, fino al 1844 il parlamento si svolgeva a Þingvellir, un’area naturale oggi protetta. Si trova nel sudovest dell’isola, nei pressi della penisola di Reykjanes e dell’area vulcanica di Hengill.

Prima di trasferirsi in città, il parlamento era a tutti gli effetti un’assemblea che si svolgeva all’aperto: i padroni delle fattorie di tutta la nazione cavalcavano fin qui e si accampavano, e nel corso di alcuni giorni discutevano del destino dell’isola e di tutte le questioni che dovevano essere regolate dalla legge. Puoi leggerne qualche scena romanzata in Attraverso.

Þingvellir è ora patrimonio UNESCO.

5 – Reykjavík è bizzarra… positivamente bizzarra!

In ordine sparso: a Reykjavík non c’è un McDonald, dato che le tre sedi sono fallite nel 2009. L’ultimo panino+patatine prodotte, però, sono esposte alla Snotra House.

Fino al 1984, se abitavi in città, non potevi avere un cane.

Oggi la città è decisamente dog-friendly, ma sono i gatti a farla da padrona: si stima che ci sia un gatto ogni 10 abitanti.

5 cose da vedere a Reykjavík

Reykjavík è una città modesta. Se la guardi nel suo insieme – e se la percorri a piedi, libero, curiosando nei quartieri periferici – scoprirai che fondamentalmente è una distesa di casette con giardino, che si stendono verso una conca erbosa racchiusa dai monti (direzione aeroporto locale) o contro i neri campi di lava solidificata, in direzione di Keflavik (il luogo dal quale molto probabilmente sei arrivato).

Anche il centro ha questo carattere. Sono pochi infatti i palazzi imponenti, maestosi o storici che in genere associ a una capitale. Eppure… eppure un suo fascino ce l’ha: in parte è quello di essere un avamposto, la capitale – e l’unica città degna di nota – di un’isola dal clima che non perdona, in parte per lo spirito che la pervade, e infine perché questo è il punto di partenza obbligato per le avventure nei luoghi geologicamente incredibili dell’isola.

Hallgrímskirkja, la cattedrale “spaziale”

È la chiesa più grande della città (e l’unica che davvero va vista). Imponente (è alta 75 metri), luterana, è un monumento al design nordico. La trovi all’estremità di una delle vie principali della città, Skolavordustigur, sopra una leggera salita. Le colonne che la compongono si rifanno a quelle di basalto che spingono i turisti verso gli angoli più lontani dell’isola, riproponendole in cemento.

È stata finita nel 1983, e a costruirla ci sono voluti quasi 40 anni. Poi entri, e trovi un ambiente austero, minimale, vuoto, “freddo”. Eppure immerso nella luce. L’effetto è straniante.

Bellissima la vista dal campanile.

Cattedrale di Hallgrimskirkja

Harpa, l’affascinante hall musicale

L’artista Oliafus Eliasson riprende i toni del basalto (ancora!), li proietta nel cielo e sull’acqua, costruisce un simbolo. Realizzata nel 2011, si tratta della sede dell’Orchestra Sinfonica e dell’Opera d’Islanda. All’interno si tengono concerti, congressi e manifestazioni, ci sono due ristoranti e alcuni negozi di musica e librerie. Da vedere all’ora del tramonto, quando l’edificio e i suoi riflessi giocano con la luce. Si trova sul lungomare.

Sólfar, la “nave del sole”

Uno dei punti più iconici della capitale islandese è questa statua, il Sun Voyager, che si trova sul lungomare. Celebra due cose: i 200 anni della fondazione della città, e la scoperta dell’Isola. Ma soprattutto è simbolo della potenza del sole, e dei sogni: è la promessa dei territori da scoprire. Realizzata in un acciaio lucido che sembra cambiare colore durante la giornata, riprende e stilizza le linee dei drakkar, le navi vichinghe. Si trova a due passi dall’Harpa.

E a proposito di territori da scoprire, un’altra statua celebre è quella di Leif Erikson, l’esploratore islandese vissuto attorno all’anno mille, apparentemente il primo europeo ad essere sbarcato sul continente americano: una terra dal clima temperato, florida, dai fiumi popolosi di salmoni, che lui chiamò Vinland (terra dei pascoli). Si trova davanti alla cattedrale Hallgrímskirkja.

Solfar, la nave del sole sul lungomare di Reykjavik

Il Museo Fallologico Islandese

Non c’è articolo sull’Islanda che non ne accenni, almeno. È proprio quello che ti aspetti dal nome: una raccolta di oltre 200 peni (e parti di genitali) di mammiferi islandesi, di mare e di terra. E basta. Come si suol dire: fa già ridere così.

Lago Tjörnin

La città ha diversi parchi, che con il sole sono uno spettacolo per il relax. Quello più fotografato non è un vero “parco”, ma è il lungolago Tjörnin. Lo considero un parco perché è famoso per le decine di cigni e altri uccelli acquatici che lo popolano in ogni stagione dell’anno. La passerella che porta verso il municipio compare in una scena di 101 Reykjavik, il film tratto dall’omonimo libro, che racconta la vita dei giovinastri “senza meta” della capitale.

5 cose da fare a Reykjavík

Mangiare cose buonissime

Mangiare piace a tutti, e c’è da dire che in una capitale la rosa delle opportunità si amplia sempre: e Reykjavik non fa eccezione.

Ovviamente c’è una buona scelta di ristoranti che propongono la cucina tradizionale islandese. Leggenda vuole che non sia una cucina per palati difficili (testa di pecora? Squalo fermentato? Sanguinaccio?), ma in realtà gli ingredienti sono semplici, e molte combinazioni deliziose – pecora, pesce e segale la fanno da padrona. Una avvertenza: quando sono stato in capitale, ho riscontrato la tendenza dei ristoranti “tradizionale” a prendere sfumature gourmet e design che fanno lievitare i prezzi in modo considerevole.

PS: se vuoi approfondire la cucina tipica islandese, puoi partire dall’articolo dedicato.

Comunque, per evitare la questione dei prezzi esorbitanti, mi sono rivolto… alle cucine del mondo. Coreana (l’epocale tavola calda Noodle Station, che mentre scrivo dovrebbe avere aperto più sedi, una delle quali proprio di fronte al Museo Fallologico), bulgara, americana sono le prime che mi vengono in mente. Un appunto sulle hamburgerie: non si perdono in frivolezze ricercate, ma offrono hamburger solidi e gustosi.

E poi c’è Bestu.

Baejarins bestu

Come recita la Lonely Planet, Bestu è il ristorante più famoso d’Islanda. Definizione pomposa, per un baracchino sul mare che offre un solo piatto – l’hot dog. Economicissimo – per quanto in pausa pranzo puoi vedere gli impiegati in giacca e cravatta che lo pagano con la carta di credito – non può non conquistarti: mentre fai i tre bocconi necessari a mangiarlo, sotto lo sguardo attento di una foto ricordo con Bill Clinton che sta facendo lo stesso, senti esplodere le cipolle caramellata e la maionese.

Te lo dico: uno non basta.

Bestu stand di hotdog miglior ristorante della capitale

Andare alle terme

Gli islandesi hanno una passione sfegatata per le terme, le piscine, l’acqua calda. Diciamo che è ovvio, se vieni da generazioni di uomini e donne che hanno lottato contro un clima freddo e inospitale!

A Reykjavik l’attrazione termale non manca, ovviamente. Fondamentalmente hai quattro scelte:

  • La celeberrima Laguna Blu, Bláa lónið, a 40 chilometri dalla città. Un luogo magico e amatissimo (soprattutto dai turisti, tanto che è una delle attrazioni islandesi più visitate). La laguna è stata “costruita” riversando in una baia naturale il surplus di acqua geotermale di una vicina centrale. Il risultato? Uno specchio d’acqua latteo, il vapore che nasconde il paesaggio alla vista, una certa innegabile magia.
  • La nuovissima Sky Lagoon. Aperta in primavera 2021, è un altro luogo “artificiale”, dal concept “di classe”, tra tradizione e contemporaneità. Da amante delle terme, mi riprometto di andarla a provare.
  • Le terme “minori” della capitale (alberghi, piscine, eccetera). Ce ne sono diverse, ma la vera sorpresa per me è stata alle…
  • piscine municipali”. Io ho frequentato Sundhöllin, un edificio quasi sovietico, enorme, luminosissimo. C’è la piscina olimpionica, ma la vera bizzarrìa l’ho trovata sul tetto: due vasche termali caldissime, una microsauna, il cielo della città (quel giorno) gonfio di nuvole da pioggia. Ne parlo nel mio libro, Attraverso, e resto dell’idea che valga la pena di passarci qualche ora. Nota bene: il prezzo per l’ingresso e il noleggio di accappatoio e asciugamano è davvero proletario.

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Fare shopping

Una sola parola: Laugavegur. Da non confondere con il trekking più popolare d’Islanda, questa è la via dello “struscio”, se così si può dire. Assieme alle vie parallele, è una strada piacevolissima da passeggiare.

Cosa comprare non devo dirtelo io – i maglioni tradizionali? I card game con protagonisti i montoni islandesi? Gioielli che incorporano la lava e l’ossidiana? – ma quello che ci tengo a dirti è che Laugavegur e dintorni vanno vissuti. La sera – soprattutto del sabato – le vie si popolano, i locali pure. Dai quartieri periferici i giovani si riversano a piedi verso il centro, “assaltano” i Vínbúðin (una specie di monopolio statale della vendita di alcolici), fanno festa.

Consigliatissimo, viverlo così.

Edifici colorati a Reykjavik

Partire per le escursioni più belle di sempre

Già, Reykjavik è la capitale delle avventure. Che tu voglia noleggiare un 4×4 o un’auto per spingerti verso l’interno, prendere un bus per spostarti verso chissà quale incredibile area geologica, salire su un volo interno verso Akureyri (la “capitale del nord”) per fare l’impresa che ho raccontato in Attraverso, il libro sulla traversata a piedi dell’Islanda, o organizzare il tuo tour più o meno organizzato dell’Isola, tutto nasce da qui.

La capitale ti può appoggiare per qualunque tua necessità outdoor, dalle escursioni accompagnate ai trekking estremi in solitaria. Dal Laugavegur con il primordiale Landmannlaugar, al Circolo d’Oro, dal periplo dell’Isola lungo la strada numero 1 – che ne fa il giro completo – alle escursioni giornaliere verso geyser, ghiacciai e crateri vulcanici: ti conviene organizzare tutto da qui!

Cosa fare e cosa vedere a Reykjavik pin