Una “salita al rifugio” classica nelle Valli di Lanzo, l’escursione al Rifugio Gastaldi da Pian della Mussa ti porta da una conca magnifica, ma color verde-prato, a una conca altrettanto magnifica, ma grigio-roccia e bianco-nevaio. Ti ci portiamo!
Da Pian della Mussa all’Alpe Neressa
Alla fine della strada provinciale della Val d’Ala approdiamo ai grandi parcheggi di Pian della Mussa (1813 mslm l’ultimo). Siamo sbucati dal bosco per stupirci dei pratoni circondati da monti vertiginosi della piana, e abbiamo trovato un posto all’ultimo parcheggio – quello prima della transenna che sbarra la salita al Rifugio Città di Ciriè (1850 mslm).
I parcheggi sono a pagamento, sì, ma ad un costo irrisorio (e puoi pagare con carta). In cambio, hai spazio in abbondanza e ben tenuto, una buona quantità di bagni mobili a disposizione, e un certo ordine, che non dispiace – specie quando in estate Pian della Mussa è preso d’assalto dai gitanti.
Per noi, un bel benefit per soli 3 euro!
Zaino in spalla e partiamo (il nostro obiettivo è un lunghissimo giro ad anello verso il Lago della Rossa, ma te lo raccontiamo in un altro articolo).
Giusto prima della salita al Rifugio Città di Ciriè, prendiamo il ponte sulla Stura d’Ala, sulla sinistra, e seguiamo i segnavia del sentiero 222.
Se esiste un paradiso, Pian della Mussa si avvicina molto alla mia idea: verdissimo, ricco di infinite specie floreali, pieno d’acqua e con svettanti rocce tutt’attorno. Davvero incantevole!
In breve, il sentiero supera un secondo torrente, piega e destra per seguirlo ed evitare l’aggettante Rocca Venoni (1953 mslm) impressionante quella casetta costruita giusto sotto l’enorme masso!) e prende a salire per stretti tornantini.
Difficoltà non ce ne sono: soltanto il sentiero sale piuttosto ripido finché la pendenza non si rompe e ci troviamo sul Pian dei Morti (dai 2000 mslm), un altro bel pianoro erboso. Guardiamo al di là della valle l’Uja di Ciamarella, simbolo di questa valle: il gastaldi ne è punto d’accesso preferenziale.
Un altro centinaio di metri di salita abbondanti e siamo a poca distanza dall’Alpe Neressa (la riconosci per la sagoma triangolare Rocca Turò che domina lo sguardo), più precisamente a quota 2208, dove troviamo un bivio: il nostro sentiero prosegue sulla sinistra.
Dall’Alpe Neressa al Rifugio Gastaldi
Qui inizia la parte più bella della salita al rifugio. Si tratta di un’altra successione lunghissima di tornantini, che permettono di guadagnare piuttosto velocemente il versante.
⚠️In un paio di punti, alcuni cavi permettono di essere sicuri dove la roccia è friabile o scivolosa, oppure dove c’è un po’ di esposizione in più: assolutamente niente di difficile, entrambi i passaggi sono pressoché in quota.
Gli infiniti tornantini ci fanno infine scavallare su un morbido vallone a quota 2600 mslm. Da qui si cammina facilmente per gli ultimi dieci minuti, cioè finché non compare il Rifugio Gastaldi (2659 mslm).
Il Rifugio Gastaldi
Un vero e proprio nido d’aquila, ma ben protetto nella conca glaciale: il Rifugio Gastaldi è uno spettacolare benvenuto dopo la salita.
Il rifugio sa di accogliente fin dall’esterno, con tanti tavoloni e panche, e la sensazione prosegue nelle ceste all’interno per posizionare gli effetti personali (prima volta che lo vediamo) e nella sala da pranzo tra i profumini di zuppa calda.
Il Rifugio Gastaldi è il più antico delle Valli di Lanzo, e risale al 1880. Il primo edificio ora ospita il bivacco invernale e una costola del Museo Nazionale della Montagna di Torino.
Qui durante durante la Seconda Guerra Mondiale si combatté: dato che siamo a tiro dei valichi con la Francia, il rifugio ospitò i partigiani. Nell’ottobre del 1944 fu incendiato durante un attacco fascista, e una lapide poco distante ricorda un partigiano caduto.
L’ambiente glaciale oltre il rifugio
Non bastasse la schiera di roccia che si trova alle spalle, è proseguendo oltre il rifugio, verso sud e sempre sul sentiero 222, che si può ammirare un ambiente naturale piuttosto unico: il Crot del Ciussine.
Siamo infatti in ambiente glaciale, con morene già ammorbidite e altre ancora affilate, tantissima roccia, laghetti alpini e torrenti, fiori delicatissimi che sfidano freddo e durezza.
Noi questo ambiente l’abbiamo attraversato in parte con il nostro giro ad anello (consigliato solo se hai esperienza di alta montagna). Potresti però
- proseguire oltre il Rifugio Gastaldi sul sentiero 222, che scende verso un torrentello,
- superare il ponticello di legno,
- fare il Tour dei laghetti glaciali, che tocca alcuni suggestivi specchi d’acqua, e ti permette di ammirare una bella cascata. Questo breve anello è perfettamente segnato, ma chiedi informazioni in rifugio!
Una volta ammirato l’ambiente (e pranzato), scendi a Pian della Mussa per la via della salita.
Rifugio Gastaldi da Pian della Mussa: dati tecnici in breve
⛰️ Dove siamo | Alpi Graie, Valli di Lanzo, Val d’Ala |
📍 Partenza da | Pian della Mussa (1813 mslm) |
🏅 Arrivo | Rifugio Gastaldi (2659 mslm) |
📐 Dislivello | 840 metri |
📏 Lunghezza | 4 km la salita |
⏱️ Tempo | 2 ore – 2 ore e mezza la salita |
😅 Difficoltà | Media: non ci sono difficoltà tecniche |
💧 Acqua | No (torrenti e simili vanno potabilizzati per la presenza di animali al pascolo) |
🗺️ Cartografia | L’Escursionista 1:25.000 n.17 – Alte Valli di Lanzo (se non ce l’hai puoi comprarla qui) |
🛰️ Traccia GPS | Sì: trovi la salita nella traccia del giro ad anello che abbiamo fatto da Pian della Mussa al Gastaldi, proseguendo per il Lago della Rossa e scendendo per Val Saulera (lunghissimo, non spaventarti se cerchi solo la traccia per il Gastaldi) |
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