Il percorso al Rifugio Quintino Sella al Felik è come una terra di passaggio tra escursionismo e alpinismo, tra roccia, ghiaccio e cielo. Mano a mano che si sale, le difficoltà aumentano, fino a quando non arrivi fronte al rifugio, che segnala il capolinea per tutti gli escursionisti ed apre la porta al mondo degli alpinisti verso il ghiacciaio del Monte Rosa.
Tra escursionismo e alpinismo, tra roccia e ghiacciai perenni: benvenuto a quota 3585!
Cosa troverai nel percorso al Rifugio Quintino Sella al Felik:
Da Staffal a Passo di Bettaforca
Lasciamo l’auto nel parcheggio della seggiovia di Staffal e prendiamo la cabinovia per il primo troncone fino a Sant’Anna e una seggiovia che ci porterà fino al Passo di Bettaforca (2746 mslm).
Siamo quelli del “giammai una impianto”, ma in questo caso farla a piedi avrebbe significato la bella cifra di 1700 mt di dislivello complessivi, dei quali 900 piuttosto noiosi da fare sotto piloni e cavi… non proprio allettante.
Avvertenze:
- scegli la giornata dell’escursione con attenzione. La cresta può essere un facile veicolo per i fulmini;
- data la quota alla quale arriverai, porta con te vestiti pesanti (pantaloni lunghi, felpa, guscio) e occhiali da sole e crema solare protettiva;
- se sali alle prime ore del mattino (cosa che ti suggerisco) mettiti una giacca in seggiovia (io con solo la felpa mi sono congelata le chiappe);
- informati circa lo stato dell’innevamento del percorso.
Il sentiero 9 da Passo di Bettaforca
Scendiamo dalla seggiovia e iniziamo a camminare di buon passo (soprattutto per scaldarci). Il sentiero è il n. 9 che punta deciso verso nord. È segnato piuttosto bene, ma l’ambiente è dominato da pietraie infinite, per cui occorre tenere gli occhi sempre aperti per vedere i segni gialli posti sulle pietre.
In breve si arriva al Passo della Bettolina inferiore (2905 mslm), da dove la visuale inizia ad aprirsi la visuale sul ghiacciaio del Monte Rosa.
L’orientamento è abbastanza semplice, quando capita di sbagliare è sufficiente tornare indietro di un paio di passi per riprendere la retta via. Qualche staffa aiuta in alcuni passaggi più ripidi e mano a mano il sentiero diviene sempre più stretto e impervio.
Il sentiero attrezzato al Rifugio Sella
Una premessa: si tratta di un sentiero attrezzato e non di una ferrata. Questo significa che non è necessario avere imbrago e set da ferrata. Non è necessario, ma se ti senti più sicuro non è sbagliato averlo. In genere il 90% delle persone che abbiamo visto salire al rifugio ne era sprovvista (noi compresi), ma c’era anche chi preferiva legarsi per una maggior sicurezza. A te la scelta.
Il percorso è abbastanza lineare fino alla cresta, dalla quale iniziano i passaggi più delicati. Una corda fissa ci accompagna lungo tutta la salita e, anche se non sempre è necessaria, può aiutare soprattutto a livello psicologico. Si sale, si aggira, si arrampica e si scende qualche masso per poi continuare a risalire, mentre il panorama diviene via via più grandioso.
È comunque richiesto passo fermo, dimestichezza con qualche passaggio di arrampicata e soprattutto assenza totale di vertigini.
Un catena di ferro ci porta fino ad una passerella di legno decisamente area che collega la cresta appena percorsa con l’ultima cresta finale, che conduce al rifugio. Sono gli ultimi metri, la meta rimane ancora nascosta, ma nonostante ciò il percorso è tremendamente suggestivo.
La testa si fa leggera, le gambe diventano pesanti, il sole cocente acceca gli occhi, mentre il vento raggela le guance. Siamo ben al di sopra dei 3000 metri, ad un passo dal cielo.
L’ultimo strappo di cresta è piuttosto esposto e impegnativo, concentrazione alta e determinazione sono necessarie per raggiungere finalmente il Rifugio Quintino Sella, posto a 3585 mslm.
Il Rifugio Quintino Sella al Felik
Una bandiera italiana sventola a qualche metro dal rifugio. Il massiccio del Monte Rosa appare in tutta la sua grandiosità e l’emozione è palpabile.
Una scultura posta fuori dal rifugio attira la nostra attenzione. Dal titolo “Ora!”, l’opera di Paolo Barichello testimonia la necessità imminente di agire per cambiare il nostro rapporto con il pianeta.
Un sentimento di attenzione ai temi ambientali che vediamo anche all’interno del Rifugio Sella al Felik, rinnovato proprio in data 8 agosto 2021 tenendo conto delle moderne esigenze di ecosostenibilità edilizia. In quest’ottica i rifugisti tengono a precisare che utilizzano quanto più possibile materie prime a “km 0” provenienti dalla Valle d’Ayas, come le verdure che vengono essiccate a valle per poi essere usate nella preparazione delle zuppe. Complimenti!
La storica Capanna Quintino Sella, suggestiva memoria degli albori dell’alpinismo, rimane in utilizzo come bivacco invernale con 25 posti letto, mentre la struttura del Rifugio può ospitare fino a 142 alpinisti.
Entriamo al piano terra attraverso un ampio ingresso con zona asciugatura e scaffalatura per depositare tutto il materiale alpinistico (zaini compresi). Da qui passiamo alla luminosa sala pranzo con un salottino posto davanti ad alcune splendide vetrate panoramiche.
Non ci lasciamo distrarre dal panorama e andiamo dritti al punto: una birra e una fetta di torta con noci e cioccolato (ottima)!
Da qui?
Da qui inizia il mondo dei ghiacci. Il complesso del Monte Rosa si estende in tutta la sua maestosità. Le ascese più famose da qui sono Punta Felik (4061 mslm), Castore (4221 mslm), Polluce (4091 mslm) e Lyskamm Occidentale (4449 mslm).
Ramponi, piccozza, corde, fiato ed esperienza… da qui si sale sui 4000 del Rosa.
La discesa
La discesa avviene per lo stesso itinerario di salita. Risulta comunque abbastanza lunga e delicata, soprattutto nella prima metà. Alcuni pezzi affrontati in salita vanno scesi tenendo il volto rivolto verso la roccia e aiutandosi con le corde. Nel complesso è sempre importante tenere alta la concentrazione: fondamentale la scelta degli appoggi per i piedi, dato che l’itinerario si svolge completamente su pietraie.
Noi avevamo fatto i biglietti di andata e ritorno per la seggiovia. Tieni conto infatti che farla tutta a piedi significa affrontare quasi 1800 mt di dislivello negativo… non proprio una passeggiata! Risparmia le energie per il trekking del giorno dopo, nel blog ne trovi di bellissimi tutti in zona.
Trekking al Rifugio Sella: dati tecnici in breve
Dove siamo: sul versante meridionale del massiccio del Monte Rosa, Alpi Pennine
Partenza: dal parcheggio di Staffal (1864 mslm) prendi la seggiovia fino al Passo di Bettaforca (2672 mslm)
Arrivo: Rifugio Quintino Sella (3585 mslm)
Dislivello: 800 mt
Tempo: 2 ore e 45 minuti per la salita (di buon passo, ma senza correre)
Lunghezza: 4,2 km la salita
Difficoltà: difficile. L’ultima cresta prima del Rifugio è impegnativa per altitudine, esposizione e qualche passaggio di arrampicata di 1°-2° grado. Il dislivello non è proibitivo, ma nel complesso è un trekking riservato ad escursionisti esperti. Capacità di sopportare sforzi prolungati, facilità di acclimatamento sopra i 3000 metri, abitudine a terreni impervi, assenza di vertigini, passo fermo su passaggi di arrampicata-sentiero attrezzato.
Acqua: presente solo nei rifugi.
Cartografia: Carta L’escursionista n.8, Monte Rosa, Ayas, Gressoney, Alagna (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon)
Il rifugio Sella rappresenta un validissimo punto di appoggio per i fantastici 4.000 del Monte Rosa.
Il sentiero attrezzato per giungervi può essere affrontato in sicurezza utilizzando imbracatura e longe permettendo così di fare superare a tutti la paura del vuoto.
Ottima la gestione.
Ciao Alberto, anche a noi ha colpito l’attenzione della gestione del rifugio… per i 4.000 del Monte Rosa, work in progress!
Grazie per aver lasciato il tuo contributo.
Buone gite!