Siamo in Valle Maira solo da qualche giorno e il Rifugio Stroppia sembra una meta irrinunciabile. Sarà l’aspetto sbarazzino, o il fatto che poco più sopra paia aprirsi un “altro mondo”, non importa: noi siamo pronti a scoprirlo.
Cosa troverai nell’escursione al Rifugio Stroppia:
Dal Rifugio Campo Base al Rifugio Stroppia
Superiamo Chiappera e lasciamo l’auto nei pressi del Rifugio Campo Base (1642 mslm). È una delle nostre prime gite in Valle Maira e nel suo stranissimo “inverno senza neve”: in zaino abbiamo ciaspole e ramponi pronti ad ogni evenienza.
Il sentiero inizia morbido costeggiando il Maira lungo il sentiero T15 al cospetto della bellissima Rocca Provenzale. La Fonte dei Mulattieri sembra un occhio di ghiaccio per il pattinaggio, mentre tutt’attorno lo scenario è quasi bruciato.
Proseguiamo in leggera salita fino a quota 1687 mslm, dove incrociamo sulla sinistra la nostra deviazione e imbocchiamo il sentiero SDI (sentiero Dino Icardi, che percorreremo qualche settimana più tardi)/S18 e iniziamo la salita vera e propria.
Il sentiero da qui è unico ed è impossibile perdersi, tanto che ci concentriamo sugli splendidi scenari che si aprono mano a mano davanti a noi, con l’erba gialla che contrasta fortemente con le più alte cime innevate al confine con la Francia.
Ad un certo punto il sentiero piega decisamente verso sinistra fino a portarci a ridosso delle Cascate di Stroppia, le cascate più alte d’Italia (500 metri di salto… che noi però non vediamo, perché sono in secca).
ATTENZIONE: circa a questo punto troverai le indicazioni dei tempi di percorrenza del sentiero… sappi sono completamente sfalsate.
La vegetazione si dirada ed entriamo nel mondo di roccia e dell’incanto: due camosci compaiono di fronte a noi. Cercano tranquilli qualcosa da brucare tra le ghiaie, noi rallentiamo il passo per non disturbarli. Alziamo lo sguardo: un gipeto vola non troppo alto sopra le nostre teste, volteggia, plana. Ne individuiamo un secondo esemplare, che però presto non riusciamo più a distinguere sullo sfondo grigio della parete di roccia. Continuiamo la nostra salita.
Arrivati sotto alle pareti rocciose, la salita si fa più ripida. Il sentiero si arrampica lungo uno stretto zigzagare letteralmente inciso nella roccia, incassato tra la Rocca Bianca e il Monte Cerello. Ci sono alcuni scalini in legno, dei muriccioli, qualche protezione fatta con i supporti del filo spinato di epoca bellica.
Gli ultimi metri prima del rifugio si fanno più morbidi, permettendoci di percorrere una cengia panoramica con un corrimano in corda che rende più sicuro il passo (nulla di difficile o pericoloso, il sentiero è stretto ma sufficientemente sicuro).
Rifugio Stroppia
L’aspetto del Rifugio Stroppia è quantomeno curioso. Struttura in pietra, infissi e tetto giallo a sottolineare il carattere di chi è abituato a vivere quassù con la compagnia dei camosci (ne vedremo tantissimi durante la discesa).
Il nome però tradisce, almeno per noi, una piccola bugia. Il Rifugio Stroppia non è un “rifugio” nel senso moderno del termine, almeno nel senso che non è gestito. È semmai un “rifugio” nel senso di riparo, perché si tratta a tutti gli effetti di un bivacco.
Ci dicono che l’interno sia molto grazioso, e che abbia 12 posti letto. Ci dicono anche che le chiavi si chiedono al bar di Chiappera. Quando però domandiamo in quale bar, nessuno ce lo sa dire…
Il Rifugio è stato costruito nel 1933, a partire dalla ristrutturazione di una vecchia casermetta militare. Da qui si gode di una vista privilegiata sull’imponente cresta della Rocca Provenzale e sulla Torre Castello.
Verso il Lago Niera
ATTENZIONE! Da qui in avanti, in versione invernale, il sentiero risulta complicato per la possibilità di slavine e per alcuni pendii piuttosto ripidi da superare in traverso. Ramponi e conoscenza dell’ambiente innevato sono obbligatori per procedere in sicurezza.
Indossiamo i ramponi e ci lasciamo alle spalle il simpatico Rifugio Stroppia per proseguire verso il Lago Niera. Dopo i due traversi inclinati, il sentiero prosegue con alcuni tornanti non proprio agevoli per via dell’innevamento fino al Passo dell’Asino (2309 mslm, credo che sulla carta in nostro possesso la sua posizione sia errata).
Siamo ora nell’ampio Vallonasso di Stroppia e lo scenario è magnifico. La giornata di sole illumina le cime, regalando giochi di luce splendidi tra la neve e le rocce calcaree. Il Lago Niera (2309 mslm), adagiato contro le ultime rocce prima dello strapiombo sovrastante il Rifugio Stroppia, è completamente in secca: sono le foto estive a rendergli davvero giustizia!
Abbiamo una mezza idea di raggiungere il Bivacco Barenghi o di continuare lungo il Sentiero Dino Icardi, ma qui è decisamente troppo bello per non fermarsi. E così facciamo: paninetti, sole, chiacchiere, non serve molto di più.
Oh beh, una cosa in più c’è: per buona parte della discesa, avremo davanti agli occhi la Rocca Provenzale.
Salita al Rifugio Stroppia: dati tecnici in breve
Dove siamo: in Alta Valle Maira, Alpi Cozie, provincia di Cuneo. Il punto di appoggio è il Rifugio Campo Base.
Quando l’abbiamo percorso: gennaio 2022, un inverno di poca neve.
Partenza: Rifugio Campo Base (1642 mslm)
Arrivo: Rifugio Stroppia (2259 mslm) – Lago Niera (2309 mslm)
Dislivello: 660 metri fino al lago Niera
Lunghezza: 8 km salita e discesa
Tempo: 4 ore scarse
Difficoltà: medio se percorso in assenza di neve per la presenza di un paio di tratti un po’ più esposti. Difficile in inverno dov’è richiesta attrezzatura e pratica dell’ambiente innevato.
Cartografia: Valle Maira 1:25000, L’Escursionista Editore (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon)
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