La proposta è da una parte subito interessante, ma dall’altra ci lascia perplessi: venite a fare trekking nel Pollino? È interessante perché non siamo mai stati in Basilicata (e tanto meno a camminare) ed è quindi una terra tutta da esplorare; siamo perplessi perché… ci saranno davvero montagne in Basilicata? Spoiler: ci sono, sono bellissime e superano pure i 2000 metri! Ma andiamo con ordine…
Cos’è e dove si trova il Pollino?
Prima la geografia. Il Pollino è un massiccio montuoso situato tra Basilicata e Calabria, ed è uno dei grandi gruppi appenninici meridionali. Eppure, ci è bastato fare i primi metri di escursione per sentirci un po’ a casa: il Pollino è calcareo (e non mancano rocce dolomitiche) e quindi carsico, e molti versanti sono ricoperti da estesissime faggete, sopra le quali si aprono i pascoli… e le similitudini finiscono qui!
Gli spazi sono invece diversi, le vedute pure. Le montagne hanno nomi mai sentiti – Timpa? Timpone? Cozzo? – il vento e l’odore dell’aria sono peculiari. La vegetazione? Un mondo a parte.
Ancora un po’ di un geografia. Nel Pollino ci sono cinque cime che superano i 2000 metri (per cui sì, ci sono montagne in Basilicata, e sono le più alte del sud Italia), numerosi inghiottitoi e grotte, pianori e conche, le tracce evidenti delle glaciazioni e quelle più recenti di copiose nevicate che fanno la gioia di scialpinisti e ciaspolatori.
Segue la parte amministrativo-forestale: il Pollino è un’area protetta. Più precisamente, con i suoi quasi 200mila ettari di superficie, il Parco Nazionale del Pollino è la più grande area protetta d’Italia, e una delle più grandi d’Europa.
Il punto d’appoggio ideale: Rotonda
“Casa” la troviamo a Rotonda, un borgo arroccato a 580 metri di quota sopra il fiume Lao, in una valle che fu lago pleistocenico. Siamo sul confine tra Basilicata e Calabria, e in pieno Parco del Pollino (che qui peraltro ha sede).
Dopo tre giorni e tre notti qui, abbiamo capito un bel po’ di cose di Rotonda:
- L’ospitalità è genuina e generosa – ci dicono “anche più che nel resto della Basilicata, che non scherza mica!”. C’è sempre qualcuno che passa il tempo nella piccola e bella piazzetta (sulla quale si affacciano bar e negozi), c’è sempre voglia di prendere il caffè e farsi delle chiacchiere.
- Dopo i trekking si recupera mangiando benissimo e TANTO (ma di questo ne parliamo dopo).
- È una città di scalpellini, il che spiega la presenza della pietra nelle vie del borgo, e le tante statue.
- Affonda le sue radici in una tradizione che è tenuta viva con orgoglio e una partecipazione sentita da tutta la popolazione. Un esempio? Il matrimonio arboreo, un rito e una celebrazione che culmina il 13 giugno – giorno di Sant’Antonio, patrono di Rotonda – e che lascia senza parole. Oltre a vedere il “faggio maritato all’abete”, puoi farti raccontare il rito e la festa: ne vale la pena.
Delle cose che puoi fare a Rotonda, ti consigliamo:
- salire alla croce che sta in cima allo scoglio calcareo sul quale sorge il paese, e dal quale si può ammirare la campagna, le colline e le montagne circostanti;
- visitare il museo di Storia naturale, perché a due km dal centro sono stati rinvenuti i resti due animali preistorici (un elefante e un ippopotamo);
- goderti qualche ora di relax alla spa del Borgo Ospitale.
Per dormire invece, puoi soggiornare a Il Borgo Ospitale, un albergo diffuso con varie sistemazioni sparse nel paese, recuperate da case storiche e rivalutate in chiave moderna: sono una più bella dell’altra!
Come arrivare a Rotonda e come muoversi nel Pollino
Unico punto dolente è il trasporto pubblico. Ma dato che non siamo qui per girare attorno ad un annoso problema, queste le tre soluzioni che puoi mettere in pratica:
- Auto propria. Se vuoi organizzare l’esplorazione del Pollino in autonomia, è assolutamente imprescindibile: per spostarsi tra i borghi o raggiungere il punto di partenza delle escursioni e delle altre attività.
- Rivolgerti a un’agenzia locale, che insieme alle attività ti organizzerà i vari spostamenti. Noi ti consigliamo Ivy Tour, con la quale ci siamo trovati benissimo sia per gli spostamenti che per le attività outdoor.
- Bici. Il Pollino si sta aprendo al mondo del cicloturismo, con nuovi percorsi in fase di realizzazione (comprese articolate traversate). Noi non siamo esperti, ma puoi informarti.
Attività outdoor nel Parco Nazionale del Pollino (e due escursioni da fare)
Mai l’espressione “non c’è che l’imbarazzo della scelta” è stata più azzeccata. Nel Pollino ci sono sentieri da percorrere a piedi, cime da salire, carrarecce da fare in bici, torrenti nei quali fare rafting, inverni per ciaspolare sulla neve…
In più, il parco si estende dal Tirreno (vedi alla voce Maratea: mare splendido) allo Ionio, quindi c’è da mettere a bilancio anche la voce mare! Difficile quindi anche solo pensare di esaurire le possibilità!
In due giorni dedicati alla montagna, queste sono le due gite che abbiamo fatto:
Escursione a Cozzo Ferriero tra le faggete vetuste
Questa è un’escursione “per pochi”, in quanto il percorso è stato da poco tracciato e presenta dei punti dall’orientamento un po’ confuso. Noi abbiamo avuto il piacere di farla con i ragazzi di Ivytour.
Siamo partiti dal Rifugio Fasanelli in località Pedarreto (1350 mslm), a . I tre chilometri di escursione ci hanno portati dapprima attraverso una densa faggeta “normale” (il termine corretto è “cedua”), poi attraverso una faggeta vetusta, e infine sulla vetta ingiallita dall’estate del Cozzo Ferriero (1803 mslm). Qui, oltre ad un omone sul quale “campeggia” la scritta a pennarello con il nome della cima, si gode di un panorama notevole che, nelle giornate terse, comprende le montagne di quattro regioni!
Dicevamo faggeta vetusta? Si tratta di faggete in quota che, per la scomodità e le pendenze, non hanno mai conosciuto la mano dell’uomo. Sono l’equivalente delle foreste vergini, e hanno un carattere diverso dalle faggete alle quali siamo abituati: gli alberi hanno età, dimensioni e forme differenti; i rami e i tronchi caduti a terra liberi di marcire, ci sono tantissimi funghi che vi crescono sopra; il senso di “disordine” nasconde in realtà una maggiore biodiversità.
Nel frattempo, la guida ha arricchito le nostre conoscenze sulle erbe spontanee: non avevamo mai visto la stregonia siciliana (o tè dei pastori), ad esempio.
Salita a Cozzo Ferriero dal Rifugio Fasanelli
Lunghezza: 6,5 km A/R Tre chilometri di salita
Dislivello: 400 metri di dislivello
Durata: 4 ore A/R
Difficoltà: oltre al già nominato orientamento, alcuni tratti nel bosco sono un po’ sdrucciolevoli.
Curiosità: Capita che di fronte ai rifugi si piazzino gli allevatori locali, con un tavolino ingombro di formaggi di pecora (soprattutto) e salumi. Occhio all’invito ad assaggiare qualcosa, pronunciato sempre con un sorriso: io sono tornato a Rotonda con lo zaino pesante il doppio! Spesso offrono hanno anche taniche di vino locale.
Escursione al Giardino degli Dei al cospetto dei pini loricati
Questo è un trekking imperdibile nel Parco del Pollino e – forse – il più bello.
Più lunga della precedente, ma non impegnativa, l’escursione ci ha portati dai Piani dell’Impiso fino al cospetto dei “gendarmi”, due pini loricati pluricentenari che aprono la vista allo splendido Giardino degli Dei. Impossibile non restare affascinati da questa vista splendida.
Qui trovi la relazione completa della gita al Giardino degli Dei.
Gita al Giardino degli Dei da Piani dell’Impiso, dati in breve:
Lunghezza: 11 km A/R
Dislivello: 500 metri
Durata: 5 ore A/R
Difficoltà: l’orientamento può non essere proprio banale e alcuni tratti nel bosco sono un po’ sdrucciolevoli.
Curiosità: i pini loricati in Italia si trovano solo qui e il più vecchio ha più di 1300 anni!
Cosa mangiare nel Pollino
Mentre ti raccontavo la parte escursionistica del nostro viaggio, ho ponderato la frase “in Pollino si mangia benissimo e TANTO”, e devo dire che… non ho certo cambiato idea!
Abbiamo assaggiato una cucina densa di sapori, decisamente incentrata sui prodotti della terra – ma in fondo basta guardarsi intorno muovendosi per i dintorni: gli orti sono rigogliosi, le piante cariche di frutti. Seguono poi i formaggi (con predominanza di quelli di pecora) e i salumi.
Ma sono le tipicità del territorio a dare l’accento alla cucina di un luogo… e Rotonda vanta ben due eccellenze DOP!
La melanzana rossa DOP
Abbiamo fatto un quiz su Instagram: è una melanzana, un pomodoro o una zucca? Tutti – tutti! – hanno dato la seconda risposta… sbagliando!
La melanzana rossa, Solanum ethiopica, fa di tutto per sembrare un lucido pomodoro, ma è a tutti gli effetti una melanzana. Proviene dall’Africa – probabilemnte portata qui dai reduci delle guerre coloniali – ed è di recente stata riscoperta.
Nella cucina di Rotonda, la melanzana rossa è onnipresente, e noi abbiamo provato un bel po’ di preparazioni: spadellata con patate e cipolle, sottolio, sottaceto, alla scapicia, in forma di crema (con o senza aglio) o di marmellata… A differenza della normale melanzana, la rossa si mangia anche cruda, come carpaccio condito con rucola e grana.
Il fagiolo poverello bianco
Che nome! Colpa (o merito) della pianta, che fatica a dare molti frutti. Il fagiolo poverello – una pallina bianca, anch’essa DOP – è però un must della cucina rotondese. Lo si mangia ad esempio, quando è ancora verde, con le patate schiacciate e condite con lardo e cipolla, oppure in una zuppa con cavatelli e peperoncino che fa davvero inverno. Sta benissimo anche con la pasta.
Dove mangiare nel Pollino?
Ti consigliamo i posti che abbiamo provato (e che ci sono piaciuti):
- Ristorante Braceria “à Rimissa”, in centro. Ci abbiamo fatto tre cene, e abbiamo sempre mangiato da dio. Lo chef Donato, oltre all’abilità ai fornelli, è persona super piacevole. Lasciati consigliare da lui, successo assicurato!
- Officina La Rossa, buona enoteca, nonché validissima rivendita di prodotti del territorio ed eccellenze.
- Enoteca Pollino Divino, in centro. Selezione di vini ricchissima, birre artigianali del territorio, e ottimi cocktail (abbiamo anche provato il Rotondjto, un twist del mojito a base di… melanzana rossa, what else?).
Il parco nazionale del Pollino è stupendo
Ne siamo rimasti tremendamente affascinati, sarebbe stato da fermarsi di più, ma torneremo di sicuro!