Vetta sorprendente, quella di Cima Fontana. La salita per la via normale non è troppo difficile, e fa di tutto per distrarti dalla meta: laghi di un blu impossibile, torrenti che scavano tra le rocce rosse, improvvisi cambi di prospettiva.
Ma quando arrivi in cima…
Avvicinamento al punto di partenza
L’escursione , che si svolge su una traccia di sentiero non numerata (ma segnata in carta) parte dal Bivacco Anghileri-Rusconi. Questo significa che dovrai partire dai 2000 metri circa dei laghi di Campo Moro e Campo Gera (come ti spiego in quest’articolo), salire all’Alpe Gembrè (2217 mslm) e dirigerti lungo la Val di Confinale fino all’omonimo passo, sopra il quale si trova il bivacco.
In tutto sono 650 metri di dislivello e 8 chilometri (a meno che tu non salga dal versante svizzero). Fino alla cima sono quindi 1000 metri di dislivello: si può fare, ma perché non regalarsi una notte in bivacco?
Salita a Cima Fontana
Comunque, in un modo o nell’altro siamo arrivati al Bivacco. Il sentiero per Cima Fontana parte dietro a questo, sulla destra. È segnalato piuttosto bene con ometti e segni biancorossi.
Dapprima, si sale gradualmente dietro al bivacco, fino a raggiungere un paio di passaggi “ostici”: niente di che, ma su uno servono le mani, mentre l’altro è un po’ sbricioloso. Il sentiero piega sulla sinistra e siamo su un pianoro erboso. Alle nostre spalle, la vista si alza sulla Vedretta di Pizzo Scalino, come un preludio di quello che vedremo tra circa un’ora.
Il panorama gradualmente cambia: tutto si fa di roccia tra il grigio e il rosso, torrenti e ruscelli – che nascono da cascatelle – solcano le piane detritiche, occhieggia il primo di molti laghetti. Cuscinetti di fiori rosa spuntano tra le pietre.
Il secondo dei laghi è di un blu speciale, sembra lo specchio d’acqua di un miraggio nel deserto. Dall’alto questo lago, la vedretta sullo sfondo, i nevai, rendono l’ambiente qualcosa tra l’islandese alieno.
Altri laghi, poi un pianoro, questa volta di roccia e, oltre un nevaio residuo, una massa di ghiaccio sembra improvvisamente riempire lo spazio.
A questo punto, l’escursione cambia carattere: saliamo prima lungo i versanti e poi sulla cresta di una lama di pietroni, seguendo l’esile traccia tra le rocce. È il punto più delicato del trekking, perché bisogna stare attenti ai segnavia, e camminare con più attenzione – ma sempre senza troppe difficoltà.
Un’anticima, una cresta sulla destra, e ci siamo: Cima Fontana, un onorevolissimo tremila (3066 mslm).
Il panorama da Cima Fontana
Dalla cima, la vista è mozzafiato, primordiale, assurda. In ordine sparso, ci sono le vedrette: quella di Pizzo Varuna, quella di Fellaria Orientale, quelle in secondo, in terzo piano, verso il Bernina. Poi ci sono le cascate che dalla Vedretta di Fellaria alimentano lo spettacolare lago sottostante, color Tiffany e stagliato contro il ghiacciaio grigio sporco. Più in fondo, la valle che porta alla Bocchetta di Caspoggio, verde di una peluria che sembra l’equivalente di una barba di tre giorni. A sinistra la Forcella di Fellaria: sembra lontanissima, ma solo il giorno prima la stavamo scavallando, provenendo dal Rifugio Carate.
Rimaniamo paralizzati dalla bellezza: è un regalo, essere qui, insieme.
Con la luce che cambia – mancano un paio d’ore al tramonto – i toni della roccia e dei laghi cambiano, rendendo la discesa ancora più magica.
PS Si scende per la stessa via della salita.
Via normale a Cima Fontana: l’escursione in sintesi
⛰️ Dove siamo | In Valmalenco, sulle Alpi Retiche, Provincia di Sondrio |
📍 Partenza da | Bivacco Anghileri-Rusconi, sul Passo del Confinale (2665 mslm) |
🏔️ Arrivo | Cima Fontana (3066 mslm) |
📐 Dislivello | 390 metri |
📏 Lunghezza | 2,5 km la salita |
⏱️ Tempo | 3 ore salita e discesa |
😅 Difficoltà | Media |
💧 Acqua | Nì. C’è tantissima acqua di scioglimento glaciale, ma preferibilmente da potabilizzare |
🗺️ Cartografia | Carta SeteMap 1:25000 Valmalenco, Sondrio e dintorni (se non ce l’hai puoi comprala su Amazon) |
🛰️ Traccia GPS | Sì. |
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