Sai che esiste un posto dove la Mole Antonelliana si trova proprio di fianco alla Torre di Pisa? Non siamo in centro a Torino né a Pisa, ma in un borgo incastonato tra le Alpi piemontesi a 1000 metri di quota, che è un vero gioiello. Si chiama Vrù, e oggi te lo raccontiamo!

Silvia e Davide davanti alle miniature di Vrù

Dove si trova Vrù? 

Con il navigatore è facile: imposti “Vrù” in Google Maps e in un attimo ti ci trovi di fronte, ma capire perché quel luogo si trova proprio lì significa addentrarsi in quella che è – ed è stata – la sua storia. Vrù è un piccolissimo borgo del comune di Cantoira che nel 2020 contava 2 abitanti. Siamo nelle Valli di Lanzo e, precisamente in Val Grande, in provincia di Torino, tra le montagne che – più di altre – sembrano essere state dimenticate dal turismo. 

Perché se qui nel passato la ferrovia ha reso possibile e necessaria la costruzione di hotel di prestigio, oggi quello che spicca sono soprattutto gli edifici anni ’70 e gli alberghi chiusi, fermi nel tempo.

Ti sembra una visuale troppo grama? Prova allora a leggere del cosiddetto ecomostro dell’Alpe Bianca di Tornetti.

Vrù esce da queste dinamiche perché gli anni ’70 e il boom economico-turistico hanno appena sfiorato il borgo, troppo impervio da raggiungere, troppo povero, troppo antico. Ed questa una delle fortune di questo luogo che oggi appare intatto, fermo ad un’epoca ancora più remota, con case in pietra, tetti in pietra, viuzze in pietra chiamate “chintanes” e… sculture in pietra!

Silvia e Davide a Vrù

Le miniere di talco di Vrù

La storia di Vrù è legata a doppio filo alle miniere di talco – tutt’ora visitabili – che vennero aperte verso la fine dell’Ottocento. Dopo un periodo di estrema povertà, le miniere portarono un certo benessere nel borgo, permettendogli nel suo massimo splendore la costruzione di una scuola per i tanti bambini che qui vi risiedevano.

Già durante la guerra però in molti emigrarono (troppo dura la vita di miniera, troppo povera la realtà quotidiana) e nel 1979 le miniere vennero definitivamente chiuse. Vrù venne progressivamente abbandonato.

Cosa vedere a Vrù

Ci sono posti però che sono “duri a morire” e così questa è la storia dei pochi abitanti che negli anni ci hanno profondamente creduto, ostinandosi a vivere qui e incaponendosi nel voler raccontare cosa di buono si cela tra queste pietre.

Nel 2019 è nata l'”Associazione culturale Francesco Berta”, che continua ad abbellire e valorizzare il borgo con iniziative culturali e opere sempre nuove.

“Perché se hai una bella pietra, la tentazione sarebbe quella di metterla da parte, invece bisogna usarla per darle nuova vita” è una delle (tante) frasi che si leggono sulle finestre delle case di questo borgo unico al mondo. Leggendola è impossibile non sorriderne, ma è proprio questo amore per le piccole cose che ti travolge mentre passeggi tra i vicoli: ogni finestra racconta una storia (bella, divertente, ma più spesso malinconica), in ogni porta appaiono oggetti di vita quotidiana, fantocci e bambole che sembrano arrivare da un altro tempo, ma soprattutto sculture in pietra strepitose, un presepio meccanico, tantissime curiosità ad ogni angolo.

Vrù a Cantoira in Piemonte

Le sculture di pietra di Cichin (Francesco Berta)

Francesco Berta, in arte – o meglio in soprannome – “Cichin” è l’autore di tantissime delle opere che oggi si possono vedere a Vrù. Nato e vissuto in questo borgo, egli lavorò come minatore e nel tempo libero dedicò anima e corpo ad abbellire il paese con la sua passione per la lavorazione del legno e della pietra.

Il presepio meccanico

All’interno della vecchia scuola si trova un presepio meccanico, sempre opera di Cichin, ancora funzionante. Una miriade di personaggi e modelli scolpiti nel legno e rivestiti di gesso, ma anche realizzati con stoffe e tanti altri materiali di recupero, raccontano la Natività.

presepio meccanico

La chiesa della Madonna della Neve

Di fronte al presepio si trova la settecentesca Chiesa della Madonna della Neve, particolare soprattutto per la cupola rialzata, detta “lanterna”, rivestita con lose a forma circolare (dettaglio raro) e le cui finestre raccolgono la luce per illuminare l’interno con i numerosi ex-voto popolari.

Il campanile di 14 metri, ristrutturato nel 1958, svetta sulla struttura della chiesa, dandole un’aspetto del tutto singolare. Con lo sfondo di prati e boschi, e quel tronco gigantesco convertito in biblioteca, l’atmosfera è quella della fiaba.

chiesa Madonna della Neve

La Mole Antonelliana, la Torre di Pisa e il Rocciamelone

Due riproduzioni fedeli in ogni dettaglio, alte circa 3 metri, capaci di lasciare chiunque a bocca aperta. Sono la Mole Antonelliana e la Torre di Pisa, molto più vicine di quanto mi avessero spiegato alle elementari. Sempre vicino ad esse, il modellino del Rocciamelone, simbolo delle Alpi Graie, perfetto in ogni dettaglio. Le prime due sono un progetto del Cichin, la terza è un voto fatto dallo stesso per la malattia di una nipote (cosa che lo portò a salire l’alta vetta piemontese).

miniatura a Vrù

Accanto sono ancora visitabili due splendide baite in pietra che venivano utilizzate dai minatori come dormitorio, una postazione di partenza della teleferica per il trasporto dei materiali negli alpeggi e un mulino ancora funzionante.

Per raggiungere le sculture, devi attraversare il paese e percorrere una decina di minuti di carrareccia (curiosamente realizzata in parte con traversine ferroviarie), seguendo le numerose indicazioni per la “sculture in pietra”.

miniatura della Mole Antoneliana a Vrù

Le miniere Brunetta

Parti da Vrù e dirigiti verso borgata Rivirin – quella delle riproduzioni in pietra di Cichin – risali il Vallone di Brissout dove si trovano gli accessi alle cave di talco, la teleferica e i ruderi di alcuni dormitori dei minatori, e poco dopo ti troverai di fronte alla miniera di talco Brunetta (1539 mslm).

La miniera fa parte oggi del Museo Archeologico Industriale Brunetta, un ecomuseo visitabile solo su prenotazione al CAI di Lanzo.

Come visitare Vrù

PARCHEGGIO: lascia l’auto all’imbocco del Paese, un cartello segnala l’ultimo parcheggio disponibile. Ci sono pochi posti a disposizione. La strada per arrivare è un po’ stretta e pendente, ma non crea problemi. Lungo i tornanti, alcune targhe spiegano i luoghi, raccontando leggende, tradizioni e cenni di geologia.

VISITARE IL BORGO E LE SCULTURE: segui le indicazioni attraverso il borgo (una mucca ti dirà cosa fare). Impossibile non orientarsi, ma se vuoi perderti un po’ tra le viuzze scoprirai un borgo ancora più bello. Bevi alle mille fontane sbarazzine, leggi tutte le storie, salutaci i conigli! 

VISITARE IL PRESEPIO MECCANICO: è aperto e visitabile tutte le domeniche, mattina e pomeriggio.

VISITARE LE MINIERE: solo su prenotazione al CAI di Lanzo.