Trekking in Valle d’Aosta. 18 itinerari
Questo è un librone. Cioè: è piccolo e tascabile, e in casa editrice lo chiamano una “guida alla mano”. Ma il suo contenuto ad essere tosto.
Sono 18 trekking, ognuno con il suo carattere, le sue meraviglie, le sue sorprese. 18 escursioni intense, lunghe, che si srotolano attraverso gli ambienti eccezionali della Valle d’Aosta.
Soprattutto, sono itinerari che abbiamo percorso, documentato e amato. Ci sono aperture glaciali e laghi commoventi, boschi che lasciano spazio alle praterie alpini, roccia maestosa. E poi rifugi e bivacchi, mulattiere e strade dimenticate, sentieri quasi nascosti.
In fondo al libro, c’è anche un racconto, Riportatemi lì!: due pagine scritte mentre lavoravo a questa guida, mentre ripercorrevo con la mente i percorsi, confrontandoli con la carta topografica, associando ogni passaggio alle foto. Ci tenevo, che ci fosse, perché spiega bene cosa provo quando lavoro a questi libri.
La guida ha 176 pagine, è stata edita da Editoriale Programma a giugno 2024, e la trovi in tutte le librerie. E su Amazon, ovviamente.
Buone gite.
Leggi gli estratti
Gli itinerari
1. Anello del Bivacco Lateltin da Gressoney-La-Trinité
2. Anello del Rifugio Sottile da Gressoney-Saint-Jean
3. Anello di Punta Valnera da Gressoney-Saint-Jean
4. Escursione al Vallone delle Cime Bianche
5. Anello degli alpeggi di Roisan
6. Anello del Ru de Mont tra Doues e Ollomont
7. Anello dell’Oratorio Les Arsines da Semon
8. Salita al Bivacco Penne Nere
9. Salita al Rifugio Nacamuli
10. Salita al Monte Vertosan
11. Escursione al Rifugio Arbolle
12. Escursione al Lago di Licony e al Bivacco Pascal
13. Rifugio Deffeyes e anello dei Laghi del Rutor
14. Anello della Becca dei Quattro Denti
15. Giro ad anello al Rifugio degli Angeli
16. Salita al Lago Goletta
17. Anello dei rifugi del GranPa in Valsavarenche
18. Rifugio Grauson e piccolo anello dei laghi
Vorrei iniziare questa guida con i classici cenni sul territorio. La geologia, prima di tutto, e la geomorfologia, perché le costituenti del territorio e le sue forme sono la base; toccare velocemente gli effetti del clima che cambia su ghiacciai, idrografia, precipitazioni, clima; resocontare velocemente flora e fauna; passare alla storia del popolamento umano e alle vicende storiche, agli usi del suolo, alla frequentazione delle quote intermedie – alla tradizione dell’alpeggio alle culture, alle imprese alpinistiche. Mancherebbero ancora un sacco di argomenti, io avrei finito le pagine a mia disposizione e l’editore probabilmente mi avrebbe mandato una mail di avvertimento.
Da dolomitico, da escursionista che si è formato attraversando le valli più isolate del Veneto, da amante della montagna calcarea, la Valle d’Aosta è stata una scoperta – anzi, di più: è stata una triplice scoperta. In tre lunghi soggiorni – come nomade digitale, quindi con l’obbligo, prima di tutto, di tentare di opporre una qualche resistenza al richiamo delle carte topografiche e della luce che inondava i tavoli dai quali lavoravo – in tre lunghi soggiorni, dicevo, ho scoperto una regione (uso il minuscolo anche se la sovrapposizione con la grafia maiuscola è precisa) molto più ampia di quello che l’atlante dice, molto più varia, molto più sorprendente. Rocce, colori, profumi differenti; sentieri diversi sotto ai piedi (diversi proprio nelle sensazioni) e viste così lontane da quelle di casa. E in ognuna delle tre valli che mi hanno dato casa – quella del Lys, la Valpelline e la Valle Centrale – mi sono sentito a mio agio, mentre in ogni valle nella quale mi sono infilato ho sentito il richiamo ad approfondire.
[Continua nel libro]