Escursioni con le ciaspole. 15 itinerari tra le montagne venete

Ci sono i blog (tipo questo), i profili social, i forum. Scegliere la ciaspolata per il weekend non dovrebbe essere difficile. Eppure… magari sei uno di quelli che il venerdì sera preferiscono prendere un volume dalla libreria, buttarsi in divano e scegliere che giro fare.

Ti capisco, sarei anche io così.

Così ho scritto una piccola guida: Escursioni con le ciaspole. 15 itinerari tra le montagne venete. Contiene ciaspolate da facili a qualcosa di più Bagaglio Leggero style… ma senza esagerare, promesso.

I luoghi: Monte Grappa, Lessinia, Altopiano di Asiago, Cadore, Comelico. E le mie favorite, le “ciaspolate di confine”.

La guida ha 128 pagine, è stata edita da Editoriale Programma a dicembre 2021, e la trovi in tutte le librerie. E su Amazon, ovviamente.

Le quindici escursioni sono descritte con dovizia di particolari, ci sono mappe schematiche per aiutarti a prepararle (mi raccomando la carta topografica) e un bel po’ di foto – sono nostre anche quelle. Ci sono anche alcune indicazioni su come affrontare una ciaspolata se è la prima volta che ti cimenti.

Puoi leggere qui sotto l’indice, e l’introduzione.

Leggi gli estratti

Introduzione: La bellezza della ciaspolata
Prima di partire

Gli itinerari
1. Ciaspolata a Monte Tomba e Monte Sparavieri (VR)
2. Salita a Monte Zebio da Colonia Sant’Antonio (VI)
3. Salita al Rifugio Forte Verena (anche in notturna) (VI)
4. Salita al Forte Lisser (VI)
5. Dal Rifugio Scarpon al Monte Pertica (VI)
6. Salita al Sacrario del Monte Grappa (TV)
7. Ciaspolata al Lago de Federa e Rifugio Croda da Lago (BL)
8. Salita al Rifugio Col de Varda (BL)
9. Salita ai Tabià Val di Quòilo e a Somma di Quòilo (BL)
10. Valgrande e salita al Rifugio Lunelli (BL)
11. Salita a Monte Zovo (BL)
12. Padola, Casera Aiarnola e Bosco Sant’Anna (BL)
13. Da Passo di Monte Croce Comelico a Malga Coltrondo e Rifugio Rinfreddo (BL)
14. Salita al Rifugio Auronzo verso le Tre Cime (BL)
15. Salita al Monte Piana (BL)

L’autore

Un bianco dominante, prima di tutto. Un non colore che avvolge, uniforma, abbacina. Sotto il manto della neve, la natura dorme: gli alberi sono trasformati in forme geometriche semplici, il terreno in una coperta ondulata e morbida. Nel campo visivo, a farla da padrone, è il senso di immobilità, assieme a quello del dettaglio: ogni elemento è sottolineato dalla neve – la staccionata che delimita i prati, il tetto spiovente di una malga, la forma elegante e ripetuta degli aghi di abete, lo scheletro del faggio privato da mesi delle sue foglie. Tutto è congelato in un’attesa interrotta, per la sola durata del nostro passaggio, dal suono croccante eppure ovattato delle ciaspole, dalle nuvole di mantice del nostro respiro.

Così è la ciaspolata nella natura. E se non l’hai mai provata, beh: dovresti.

Le ciaspole – quei goffi attrezzi di plastica sagomata che si allacciano agli scarponi e ti consentono di camminare sulla neve senza sprofondare (o meglio: sprofondando poco) – stanno conoscendo un momento di grande successo. A testimonianza della voglia di provare un modo diverso di vivere la montagna innevata, nei weekend dell’inverno 2021-2021 non si trovava un paio di ciaspole a noleggio in tutto il nord-est.

Nello stesso tempo amate e odiate da chi frequenta la montagna (vedremo in un attimo perché), le ciaspole permettono di affrontare la montagna invernale con una marcia in più, allontanando chi le inforca dal frastuono del carosello ripetitivo delle piste da sci. Perché le ciaspole ti aprono il sentiero che porta attraverso prati infiniti, o dentro boschi maestosi, o verso rifugi dalle finestre sbarrate eppure, a modo loro, accoglienti.

Certo, non è tutto oro quel che luccica. Ciaspolare è, a tutti gli effetti, un’attività sportiva, e anche di quelle faticose. Camminare con le ciaspole richiede fiato ed energia e, le prime volte – ma anche la prima uscita della stagione per chi è già avvezzo al loro uso – la stanchezza che ti piomba addosso a escursione finita è davvero intensa. Per non parlare dell’appetito che una buona ciaspolata è capace di metterti!

Amate e odiate, quindi. Da una parte, gli estimatori delle ciaspole non le baratterebbero per nessun altro strumento al mondo, pur temendo lo sforzo che richiedono, almeno quando le gite si fanno più impegnative man mano che aumenta l’esperienza. Dall’altra, chi pratica i “classici” sport della montagna – discesa, fondo e scialpinismo – nei ciaspolatori vede quello che intralcia, che si sposta goffo, che buca le piste e il manto nevoso.

Inutile dire che in montagna c’è spazio per tutti.

Ho provato a includere in questa guida quindici percorsi dal carattere diverso. I più semplici sono anche i più addomesticati: si svolgono su piste battute, dalla pendenza modesta quando quasi inesistente, e dall’orientamento facilitato. Sono un ottimo modo per avvicinarsi a questa pratica in perfetta sicurezza. Ma dato che la ciaspolata è molto di più – parliamo di silenzio, natura, immersione e scoperta – ho pensato di inserire alcuni itinerari leggermente più sfidanti, che diano un assaggio di cosa significhi ciaspolare in condizioni meno antropizzate, spingendosi (di poco) fuori dal rassicurante ambito della pista battuta. La speranza è quella di contribuire a promuovere un modo più naturale di “stare” nella natura, e nello stesso tempo una cultura del fare le cose con attenzione, consapevolezza e gradualità.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, le escursioni sono concentrate attorno ad alcuni poli della montagna veneta particolarmente apprezzati durante la stagione invernale.

L’Altopiano di Asiago, ad esempio, può essere considerato un vero e proprio parco giochi per chi vuole ciaspolare senza troppe difficoltà. Pendenze morbide, panorami aperti, strade forestali sempre facilmente riconoscibili (quando non già battute dalle motoslitte), e vicinanza alla pianura. Ho inserito anche uno dei più classici itinerari in notturna, dato che la ciaspolata al lume di frontale – o meglio ancora, di luna piena – è uno di quei piaceri da assaporare almeno una volta nella vita.

Segue il Comelico. Estrema regione settentrionale della Provincia di Belluno, terra di confine, luogo di tradizioni. Le possibilità, qui, sono infinite. Ho scelto tre itinerari piuttosto diversi, che giocano incastrando i diversi parametri che definiscono una ciaspolata: naturalità, lunghezza, immersione nell’ambiente.

Ho poi inserito tre percorsi ai quali sono particolarmente legato, e che ho chiamato “ciaspolate di confine” perché si svolgono tra Veneto e Alto Adige – il che storicamente significa tra Italia e Impero Austriaco. Per quanto la maggior parte delle tracce dei truci avvenimenti storici siano in inverno finalmente pacificate sotto la neve, le ciaspole permettono di percorrere territori che hanno visto l’uomo cimentarsi in tragedie inimmaginabili. Lo stesso discorso può essere fatto per i percorsi situati in Altopiano di Asiago e Monte Grappa.

Monte Grappa, appunto, e Lessinia, e Cadore: altri spunti per spostarsi, ciaspole alla mano (al piede?), verso altre zone della nostra regione, alla ricerca di peculiarità, attitudini differenti, possibilità infinite.

Mancano all’appello diverse altre montagne: le aspre Feltrine che amo, ma che sono fuori dalla portata del principiante della ciaspola. Oppure le Piccole Dolomiti. Ci sarà tempo per un’altra serie di itinerari: ma il mio obiettivo è quello di farti venire l’acquolina.