Raggiungere un bivacco seminascosto tra i mughi a quasi 2000 metri può avere le sue difficoltà. Ma dato che a noi alle volte piace complicare le cose, ci siamo detti: perché non arrivare al Bivacco Grisetti passando per… un labirinto di roccia?

Nota bene: questa escursione (Labirinti esclusi) si sovrappone ad una parte dell’Anello Zoldano.

Cosa troverai nel trekking al Bivacco Grisetti attraverso i Labirinti della Moiazza:
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Passaggi stretti

Silvia e il libro di bivacco

DISCLAIMER: Il percorso che porta ai Labiriniti della Moiazza non è un sentiero! La traccia che da Casera Moiazza porta ai Labirinti è più un viaz per cui non ci sono segnali, bolli e manutenzione. Perdersi è semplice (così come leggiamo dal libro del bivacco) e i Labirinti richiedono accortezza per essere attraversati: salti di roccia, strettoie e alcuni passaggi di arrampicata non molto sicuri.

Insomma… il giro è riservato ad escursionisti molto esperti con questo tipo di percorso.

Silvia Bagaglio Leggero AvatarSilvia

Silvia al Bivacco Grisetti

Da Passo Duran a Casera Moiazza

Parcheggiamo a Passo Duran (1601 mslm), in una umida mattina di metà settembre. A risuonare con l’umidità dell’aria, c’è quella sotto ai piedi: l’inizio del Sentiero Angelini (segnavia 578) è una spugna satura d’acqua… e tutto il bosco che segue non è da meno! Il rischio di scivolare sulle radici lucide – e sulle assi di alcuni ingannevoli ponticelli – è altissimo.

Incrociamo e ignoriamo dopo pochi minuti la strada sterrata che porta al Rifugio Carestiato.

Siamo in quota per un po’, ma per circumnavigare il Burangol, il tozzo monte che abbiamo alla nostra sinistra, c’è da salire per piccoli tornatini su roccia. Il fiato si fa pesante, e superati i pallini rossi sulla carta, ci si apre davanti la distesa infinita di mughi che prelude ai ruderi di Casera Moiazza (1754 mslm).

Attenzione! Una volta superato il Burangol, il sentiero si fa davvero stretto ed esposto: sulla destra, il versante è nascosto dai mughi, ma non è per questo meno pericoloso.

Dalla Casera la vista sul Pelmo è strepitosa, ma anche volendo interpretare il detto (“Se il Pelmo ha il cappello…”), non ci si riesce: le nuvole cambiano aspetto e posizione davvero velocemente.

Il Pelmo visto da Casera Moiazza

Da Casera Moiazza all’ingresso dei Labirinti

La direzione, chiaramente indicata dal cartello, è la stessa per il Bivacco Grisetti. Prendiamo quindi il sentiero 559, e saliamo di alcuni metri. Stando ad alcune relazioni, dobbiamo tenere gli occhi aperti fin da subito, o quasi, per individuare un ometto gigante a segnalare la deviazione.

L’ometto non è pervenuto, ma un foglietto di carta appeso ad un ramo reca la scritta Labirinti. Eccoci quindi sulla traccia che sale ad aggirare una banconata di roccia impressionante. Passo dopo passo, la sensazione è sempre la stessa: ma dove passiamo, che lì davanti è tutta roccia? Il sentiero si inerpica, fa tornanti, gira e rigira (mi raccomando, segui sempre gli ometti: se ti trovi alla base di un canalone di roccia e ghiaia, e non capisci dove devi andare, torna indietro di qualche metro).

Segnalazione della traccia per i Labirinti della Moiazza

C’è anche un passaggio di I grado da superare: non esposto né niente, ma da fare con attenzione.

Alla fine, il senso di inaccessibilità è massimo: il sentiero sembra andare contro una liscia parete di roccia, il baratro sulla sinistra, la montagna a destra. Ma basta arrivare alla parete, voltarsi a destra, ed ecco la sorpresa.

I Labirinti della Moiazza (2000 mslm)

Ci troviamo a guardare una spaccatura nella roccia larga sì e no un metro. Al di là, come una camera di roccia. Entriamo? Sì, ma prima ci mettiamo i caschetti, che non si sa mai.

Dentro i Labirinti – o sarebbe meglio dire dentro la Moiazza – c’è una stretta via che attraversa la montagna. Alte pareti di roccia liscia impediscono quasi alla luce di scendere fin quaggiù, grossi massi ingombrano il percorso, un residuo di neve luccica in basso.

Ci si mette meno di dieci minuti ad attraversare i Labirinti, ma l’emozione è comunque tanta. L’attenzione a non scivolare deve sempre essere alta, ma i passaggi cruciali sono soltanto tre:

  • il primo salto di roccia, da scendere con attenzione perché non è proprio “basso”. Non serve disarrampicare.
  • un secondo salto, fattibile sia in disarrampicata che sfruttando vari appigli e appoggi naturali.
  • “lei”, la fessura.

Un capitolo a parte lo merita “la fessura”. La vedi, e non ci dai molto peso. Poi guardi la roccia che la sovrasta, calcoli come potertici arrampicare sopra, ti rendi conto che non si può. Guardi di nuovo la fessura: vale la pena di tentare. Ti togli lo zaino, cali le bacchette davanti a te, ti infili di lato… e ti incastri con il petto.

Il segreto è abbassarsi un po’, in modo che il torace possa passare dove la fessura – di appena trenta centimetri – si allarga un po’.

Al di là la luce, la vegetazione. Tempo di recuperare Silvia e di fare qualche altro metro di erta salita, e c’è l’ultimo inghippo del percorso: un passaggio di “grado albero”, che senza il tronco rinsecchito (ma solidissimo) di un larice sarebbe davvero difficile da superare. Un po’ di mani, un po’ di gambe, ed eccoci a guardare il Vant della Moiazzetta (circa 2000 metri).

Davide dentro i Labirinti della Moiazza

Vant della Moiazzetta e Bivacco Grisetti

L’ambiente è quello, splendido, delle Dolomiti agordine “prima che diventi solo roccia”. I ghiaioni si perdono nell’erba, le rocce sono coperte di muschio, qualche mugo orla i baratri alle nostre spalle. Un branco di camosci – venti? venticinque? – si lancia sulle rocce seguendo traiettorie impossibili, e scompare alla vista.

Qui ora si prosegue verso est – verso la montagna – finché non si intersecano i segnavia biancorossi del Sentiero Angelini (di nuovo lui). Lo si inforca verso sud e, ad un certo punto, su un piccolo dosso ingombro di mughi, quasi invisibile, c’è lui: il Bivacco Grisetti (1980 mslm).

La vista del Vant della Moiazzetta

Il Bivacco Grisetti

Un classico Fondazione Berti, rosso vivace, 9 posti, eppure sembra così cucciolo! Dietro di lui i mughi, poi il Vant della Moiazza, e in fondo la Cresta delle Masenade. Il mondo di roccia, mentre mangiamo i panini, sospende una coltre di nuvoloni grigi. Leggiamo il libro del bivacco: il bivacco è ben frequentato dagli alpinisti che permutano in tutti i modi possibili sentieri e ferrate di Moiazza e Civetta (fotografiamo i giri, che non si sa mai), e da un topolino malandrino.

Il bivacco Grisetti sul suo dosso

Discesa dal Bivacco Grisetti

Proseguiamo sul Sentiero Angelini che, del bivacco, scende verso Casera Moiazza. Qui ci sono due possibilità:

  • tornare a Passo Duran per il sentiero dell’andata, il 578
  • sbagliare, e prendere la traccia che dai ruderi scende leggermente più bassa

Quest’ultima è il sentiero 559 che, a forza di tornanti, scende verso località Le Vare. Durante la discesa, un evidente cartello ci manda ad esplorare una scenografica cascata, per arrivare alla quale ci vogliono un po’ di ardimenti su un sentierino infangato e vertiginoso.

Cascata in Val della Grava

Il sentiero 559 sbuca in corrispondenza di un inaspettato, isolato campetto da calcio. Da qui, avremmo dovuto fare tutta la strada del Passo Duran su asfalto, così abbiamo preferito intercettare una traccia che attraversa un bel bosco, supera il Lavinal del Bus, e ci immette a mezz’ora dal passo. Questa traccia c’è sia in carta che su Komoot.

Scendendo dal Bivacco Grisetti

Trekking al Bivacco Grisetti (per i Labirinti della Moiazza): dati tecnici in breve

Dove siamo: Dolomiti, tra Agordino e Zoldano, sul versante orientale della Moiazza

Partenza: Passo Duran (1601 mslm)

Punti dell’anello: Labirinti della Moiazza (circa 2000 mslm), Bivacco Grisetti (2050 mslm)

Dislivello: 840 metri

Tempo: 6 ore tutta l’escursione

Difficoltà: difficile. La traccia che da Casera Moiazza porta ai Labirinti è più un viaz che un sentiero. I Labirinti richiedono accortezza per essere attraversati (occhio ai salti di roccia), la strettoia È DAVVERO STRETTA, e appena usciti c’è un passaggio davvero poco piacevole (ma fattibile).

Acqua: c’è una modesta sorgente (tubo e “contenitore” di legno) sul Sentiero Angelini, a nord del bivacco

Cartografia: Carta Tabacco n. 25, Dolomiti di Zoldo, Cadorine e Agordine (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)

Bivacco Grisetti per i Labirinti della Moiazza pin