È un delizioso triangolo quello che ci compare davanti: è il Bivacco Muzek o Biv Pod Muzcem in sloveno, prima meta dell’itinerario che ci porterà a fare un giro ad anello lungo le creste che porta al Monte Stol… fin quasi a quella cima. E questo è il racconto di questo percorso, fatto in inverno (in estate alcune cose cambiano… leggi oltre!).
Da Breginj al Bivacco Muzek
Lasciamo l’auto di fianco nei pressi della chiesa di Breginj (558 mslm, ampio parcheggio) e ci avviamo in salita verso le ultime case del paese. È un sabato di metà dicembre ancora stranamente troppo mite e le signore stanno addobbando le case per le feste: abbiamo scoperto che in Slovenia si inizia a decorare tendenzialmente dopo rispetto che in Italia.
Poco prima delle ultime case, incrociamo con lo sguardo un curioso agglomerato di edifici, ma non gli diamo troppo peso. Proseguiamo, alcuni abbondanti cartelli indicano la direzione per il Muzec e il bivacco omonimo, e in breve ci ritroviamo in breve in mezzo ad un bosco di faggi piuttosto luminoso. Una seconda indicazione ci guida ad abbandonare la forestale e all’imbocco di una salita costante e sostenuta, ma dall’orientamento semplice dato che non ci sono altri sentieri.
Appena usciamo dal bosco ci troviamo di fronte alla salita al Monte Prekopa (935 mslm), del quale percorriamo la cresta.
Attenzione! La cresta del Monte Prekopa non è difficile, ma è comunque abbastanza esposta, e trasmette l’idea di essere friabile. È consigliabile percorrerla con meteo stabile e assenza di ghiaccio.
Una volta superata la cresta inizia la salita vera e propria verso la forcella che si trova tra il Monte Muzec e il Veliki Muzec. La salita è interamente esposta a sud, pertanto troviamo solo poche tracce di neve lungo il percorso che, piuttosto tortuosamente, e alternando lunghi tornanti a veri e propri zigzag verticali, ci fa guadagnare quota fino alla sella (1539 mslm). Per tutto il tempo abbiamo potuto tenere d’occhio la lunga dorsale che porta allo Stol.
Arrivati in forcella è il panorama a togliere il fiato. L’ambiente cambia drasticamente e, guardando il versante a nord del Monte Muzec, è improvvisamente pieno inverno, tra cristalli di ghiaccio e i colori azzurri della neve, mentre di fronte a noi si apre una visuale grandiosa sulle Alpi Giulie Slovene, con il Monte Canin in primo piano.
Il Bivacco Muzec – Bivak Pod Muzcem
Il bivacco Muzec (1580 mslm) è a dir poco delizioso: un triangolo in legno dal tetto super spiovente e dall’aspetto decisamente invitante. Anche l’interno non è male. Ci sono 6 panche e una grande tavolata al centro, qualche materassino e qualche cibaria completano la dotazione. Molto essenziale, ma in effetti non manca nulla perché le panche possono essere usate come letto e ci sono anche alcune coperte per la notte.
Ma il vero punto forte è la strepitosa finestra che guarda verso est!
Il bivacco non è dotato di stufa e non abbiamo visto acqua nei dintorni.
Dal Bivacco Muzec al Monte Stol (o quasi)
Valutate le condizioni della neve decidiamo di metterci in marcia e di proseguire in direzione del Monte Stol, tentando un giro ad anello. La poca neve che c’è infatti è calpestabile, i ramponi possono rimanere nello zaino e sembrano non esserci situazioni di rischio.
Il primo monte da salire è proprio il Monte Muzec (1618 mslm) al quale arriviamo con gli occhi a cuore dato lo strepitoso scenario che ci circonda. Oltre alla vista sulle cime circostanti, a lasciarci a bocca aperta sono le formazioni cristalline che il ghiaccio ha fatto su tutta la cresta. Una sorta di rivestimento prezioso che scrocchia sotto ai nostri scarponi, impreziosisce rami e foglie, riflette le luci del sole come gemme al sole.
Dal Monte Muzec in realtà è tutto un sali e scendi. La direzione è semplice: bisogna continuare per la cresta, ma la neve ha nascosto tracce e bolli, e in molti punti il sentiero risulta decisamente impercorribile. In più punti infatti il percorso è stato letteralmente invaso dai mughi, tanto che per proseguire serve salire su questi, farsi spazio o addentrarsi tra le loro fronde. Per questi motivi anche l’orientamento diventa complicato perché, se la direzione è appunto evidente, capire da che lato proseguire è tutt’altro che banale.
Allo stato in cui lo abbiamo percorso consiglio il giro ad anello SOLO a persone esperte, con un buon senso dell’orientamento e una buona dose di pelo sullo stomaco per riuscire ad arrangiarsi nelle situazioni di “ravanage”, ti servirà.
Anche qui però la neve ha creato dei veri e propri capolavori e, nonostante nel ravanamento siamo ormai pieni di neve fino alle mutande, non riusciamo a resistere al fascino di queste sculture naturali che sembrano uscite dal regno di Frozen.
Oltrepassiamo così, tra un’imprecazione e un “ooo” di meraviglia, il Monte Ribezni (1518 mslm), il Monte Puntarčič (1562 mslm) e il Monte Njivica (1602 mslm) arrivando finalmente alla sella del Monte Stol e qui… decidiamo di scendere!
È difficile dare un resoconto di ogni salita. Il fatto è che sembrano pochi metri di dislivello, ma le condizioni rendono il tutto più complesso. La salita al secondo monte, ad esempio, avviene lungo un breve canalone roccioso, reso più difficile dalla neve e dal ghiaccio. Una terza ascesa è insidiosa perché la poca neve non impedisce di incastrarsi nei mughi.
Il giro ad anello
A questo punto mancherebbero solo 20 minuti alla cima del Monte Stol (1673 mslm), ma date le condizioni del sentiero abbiamo impiegato più tempo del previsto e in questa stagione il buio arriva presto, per cui ci sembra più saggio iniziare una discesa che sarà comunque lunga.
Salutiamo il Monte Stol con un arrivederci e ci lanciamo giù per il sentiero che punta in direzione Breginj. Il tramonto ci regala un colore dorato bellissimo che illumina tutto il versante del monte di un’aurea magica. Il sentiero è gemello di quello della salita, forse con una maggiore percentuale di zigzag.
Ci riaddentriamo nel bosco e arriviamo di fronte alla deliziosa chiesa Sv Marieta (987 mslm) – obbligatorio suonare la campana – da dove il sentiero scende pressoché perpendicolare, tagliando i lunghi tornanti di una forestale, e riportandoci abbastanza facilmente fino in paese.
Il borgo delle lucine (nome!)
Un cartello – “try the very local experience” – ci aveva affascinato ad inizio della gita, così puntiamo ad una birra in questo attraente bar… che si trova proprio all’interno del curioso accrocchio di edifici visto all’inizio. Aspettative deluse perché il posto è attivo solo in estate, ma in compenso ci troviamo dentro un minuscolo borgo delizioso addobbato da calde luci.
Lo strano complesso ovale in realtà è l’ultima testimonianza della vera architettura rurale slavo-veneta. Le case a due piani in pietra erano collegate alle stalle e ai fienili e avevano ballatoi lungo tutta la facciata, mentre strade circolari avvolgevano questi nuclei ovali. Tra i gruppi di case c’erano sottopassi, gallerie, connessioni. Una regione poverissima, ma dall’architettura geniale.
Questo è l’ultimo gruppo di case sopravvissuto perché il terremoto del Friuli del 1976 ha raso al suolo Breginj, che è stata completamente ricostruita. L’agglomerato è ora un museo, e monumento nazionale.
Bivacco Muzek e anello delle creste del Monte Stol: l’escursione in breve
⛰️ Dove siamo | Sulle Prealpi Giulie, stretti tra Natisone e Isonzo. |
📍 Partenza da | Piazza di Breginj (433 mslm) |
💍 Punti dell’anello | Bivak Pod Muzcem (1580 mslm), Monte Muzec (1618 mslm), Monte Ribezni (1518 mslm), il Monte Puntarčič (1562 mslm) e il Monte Njivica (1602 mslm) |
📐 Dislivello | 1170 m complessivi |
📏 Lunghezza | 11,3 km |
⏱️ Tempo | Quasi 7 ore (con neve). Il giro ne richiede 6 in estate. |
😅 Difficoltà | Difficile con le condizioni che abbiamo trovato. Probabilmente tra medio e difficile in estate, ma consigliato ad escursionisti esperti. La sola salita al bivacco invece è medio.facile. |
💧 Acqua | No. |
🗺️ Cartografia | Tabacco 1:25.000 n. 41 – Valli del Natisone, Cividale, Krn/Monte Nero (se non ce l’hai puoi comprarla qui) |
🛰️ Traccia GPS | Sì. |
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