Questo è uno di quei giri inaspettati, che ti portano in un ambiente “altro”, fuori dal mondo. Un ambiente dove si mescolano la forza della geologia, la ricchezza della natura, la storia di uomini e donne che hanno lottato per portarsi nelle casa un poco di benessere. Con questa escursione ti porto alla Cascata del Salton… ti sembrerà di essere atterrato in un altro mondo!

⚠️Avvertenza. Si tratta anche di un’escursione che scende nel vivo di un ambiente delicato, come tutti quelli che coinvolgono le forme ancora naturali dell’elemento acqua. Comportati di conseguenza.

Inoltre, come potrai leggere a breve, l’itinerario è semplice, ma non banale. C’è del dislivello da fare al ritorno, ma soprattutto che un fondo di rocce scivolose (l’ambiente, sul fondo della gola, è sempre umido!) e un sentiero senza protezioni. Soprattutto, il percorso è decisamente sconsigliato in presenza di ghiaccio, neve, o con maltempo.

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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L’escursione alla Cascata del Salton: da San Donato a Molin da Sot

Raggiungiamo San Donato, frazione di Lamon alla quale si arriva seguendo una stretta strada che viaggia alta sul Torrente Senàiga, il quale dopo essere nato tra i Lagorai diventa protagonista della nostra avventura. A San Donato c’è assoluta carenza di posti auto, motivo per il quale ti consiglio di fare questa escursione in giorni “bassi”, e infrasettimanali – soprattutto in estate.

Da San Donato (890 mslm), infochiamo la strada asfaltata in discesa – incrocio tra Via Brocon e Via Galline – che porta alla località Crosare (diverse indicazioni, bacheche, foto, e cartelli per la Necropoli Romana e il Bus de la Bela che ancora non abbiamo indagato). Seguiamo la strada che fa alcuni tornanti, passa per le splendide case dai balconi protetti da graticci di legno e per una bella, freschissima acqua.

E mentre camminiamo tranquilli, lungo una pendente discesa a tratti asfaltata, a tratti cementata e a tratti sterrata, e che già temiamo di dover fare in salita, ti racconto una storia di tenacia.

PS Mentre camminiamo, tieni d’occhio le aperture sulla gola del Senàiga, selvagge.

Escursione a Lamon

La storia di tenacia (mentre continuiamo a scendere)

Immagina di vivere a San Donato negli anni Quaranta del Novecento, e di non avere luce elettrica: dura, eh? Un comitato spontaneo si costituisce con questo obiettivo: portare una lampadina ad ogni famiglia del paese.

Quando si dice che it takes a village, che serve un villaggio intero per fare qualcosa di importante: con il lavoro di tutti, si riesce a costruire una centralina, una turbina e una condotta forzata – realizzata con tubi di larice! – che del Torrente Senàiga incapsulano l’energia e, nel ’45, portano la luce a San Donato, e da lì poi alla vicina Costa. L’esperienza durerà fino al 1950, quando le società elettriche nazionalizzeranno il tema dell’energia.

Perché ti racconto questa storia, ora? Perché a breve vedrai in che razza di ambiente sono state costruite centralina, turbina e condotte: ha un che di incredibile tenacia.

Parlando parlando, dovremmo essere arrivati a località I Pian, prima (660 mslm, privata) e a località Molin da Sot poi (620 mslm), oasi di quiete, verdissimo prato prospicente alcuni edifici – un’altra storia racconta di blocchi di roccia presi da vicine fortezze in ruina per recuperarli a fini edili – alla fine del quale un generoso, ospitale abitante ha piazzato un gazebo coperto, di legno, per ristoro e tirare il fiato. Un libro di firme permette di lasciare un messaggio, ed è bello leggere di quanto una semplice cosa come una tettoia di legno, un tavolo, delle panche e delle parole gentili e ospitali possano essere amate dai visitatori.

Anche le macine del vecchio mulino, a guardare bene, sono diventate parte degli edifici.

Dopo la pausa, iniziamo l’ultima parte dell’escursione: quella insospettabile.

Davide scrive a Lamon

Da Molin da Sot alla Cascata del Salton

Indicazioni ci segnalano uno stretto sentiero che si infila, in discesa, nel fitto del bosco. Lo stesso cartello ci avverte che è un sentiero privo di protezioni, e destinato ad escursionisti esperti. Due tre tornanti e siamo al cospetto del Boal Santo, impetuoso ruscello che si è meritato il titolo di “santo” perché dava energia a mulini e segheria, e a un bizzarro, inquietante ponte di acciaio: inquietante perché dotato di una pendenza eccezionale, potenzialmente scivolosissimo – se c’è neve o ghiaccio, l’escursione è meglio farla finire qui.

Superiamo il ponte, seguiamo il sentiero: scendiamo così con alcune pirole, un paio di passaggi ardimentosi (non difficili, ma occhio alla scivolosità delle pietre), qualche corrimano, una scalinata di cemento e una centralina elettrica sul greto del Torrente Senàiga, qui più tranquillo, trasparente. Il sentiero che ora seguiamo, senza intraprendere deviazioni, è stupendo: corre basso lungo il corso d’acqua, attraversa fioriture – quando ci siamo stati noi, almeno – bianco candide, gialle, viola, rosa; scavalca tronchi perfettamente ricoperti di morbido, umido muschio; sale e scende, raggiunge due instabili ponticelli per un paio di attraversamenti.

La meraviglia è tanta: si aprono pozze cristalline, si alzano improvvise pareti di roccia, il verde domina ogni cosa, il gorgogliare dell’acqua anche.

Pareti di roccia, dicevamo? All’ultimo ponticello corrisponde una salita fino a un bivio: sulla destra si va alla Grotta dell’Acqua Nera (vedi oltre), a sinistra si segue per una cengia sospesa tra roccia a torrente fino a una curva del sentiero: eccola, la Cascata del Salton (573 mslm)!

La Cascata del Salton

Un salto d’acqua intenso, potente, lungo 30 metri d’altezza e roccia levigata. Nuvole di acqua nebulizzata ci vengono spinte contro, ci infradiciano in pochi minuti.

Scendiamo, con estrema attenzione, sulle rocce bagnate, aiutati da un paio di spezzoni di corda. Sul fondo della conca, la potenza dell’acqua è ancora maggiore, il fragore copre ogni suono, un arcobaleno oscilla al punto d’impatto tra caduta e pozza. Emozionante.

Poco prima della cascata, una microdeviazione ci porta di fronte ad una pozza di colore azzurro contenuta tra pareti levigate, già calma nonostante a pochi metri ci sia l’esplosione del Salton.

Grotta dell’Acqua Nera

Non resta che tornare sui nostri passi, eventualmente prendendo la breve deviazione per la Grotta dell’Acqua Nera, una imponente apertura nella roccia che si “conclude” in un pertugio allagato. Metto il verbo tra virgolette perché da quel pertugio, gli speleologi sommozzatori hanno indagato più di un chilometro e mezzo di grotte, sifoni, camere e condotte.

Dalla grotta si torna al bivio, e si prende in discesa per rifare al contrario l’itinerario.

Sì, ora ci sarà la salita ripida: ma la meraviglia vissuta ce la farà dimenticare.

Escursione alla Cascata del Salton: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo A Lamon, o meglio a San Donato, distante frazione del Comune. Provincia di Belluno. Sul punto più occidentale delle Vette Feltrine
📍 Partenza da San Donato (890 mslm)
🏅 Arrivo Cascata del Salton (573 mslm)
📐 Dislivello 320 metri (tutti al ritorno)
📏 Lunghezza 6,7 km andata e ritorno
⏱️ Tempo 2 ore e 30 con la giusta calma
😅 Difficoltà Media, ma il tratto sul fondo della gola NON è da sottovalutare, in quanto può essere sdrucciolevole. Inoltre, il percorso, nonostante in parte attrezzato, non è sempre protetto
💧 Acqua Fontana a Crosere
🗺️ Cartografia Carta Tabacco 1:25.000 n.23 Alpi Feltrine, Le Vette, Cimonega
🛰️ Traccia GPS Sì. Gli errori della traccia sono dovuti alla scarsa copertura sul fondo della gola del Senàiga, ma il percorso è intuibile.