Burano è un’esplosione di colori, di suoni, di profumi. Come non bastasse la vicinanza con l’intramontabile bellezza di Venezia, questa piccola isola deliziosa ha tanto da raccontare.
Prima di raccontarti cosa vedere a Burano sappi però che, al contrario di quello che tutti credono, non è un’isola, ma un piccolo arcipelago di quattro isolette collegate da ponti. La storia vuole che alcuni abitanti veneti, per sfuggire alle invasioni barbariche, si rifugiarono nella laguna veneziana. Il resto è storia, giusto?
Come raggiungere Burano?
Il metodo più semplice per raggiungere Burano è il vaporetto. Ti consigliamo di prendere i mezzi del servizio pubblico ACTV, il cui imbarco si trova proprio di fronte all’ingresso della stazione ferroviaria.
Puoi prendere i vaporetti delle Linee 1, 4.2, 5.2 e in direzione Fondamenta Nove (passano ogni 10 minuti circa) e, da qui, usare l’imbarco della linea 12, vero collegamento da Venezia a Burano.
Arriverai all’isola in circa mezz’ora di navigazione, ma durante il viaggio lo spettacolo sulla laguna è assicurato.
Quando visitare l’isola?
L’isola è abitata e visitabile tutto l’anno. Il mio periodo preferito è sicuramente la primavera. Le temperature miti ti permettono di non soffocare (Venezia sa essere decisamente calda e umida in estate), ma sono soprattutto le fioriture fuori dalle case e alle finestre che ti lasceranno a bocca aperta.
In estate puoi però approfittare del caldo e noleggiare un kayak, mentre in autunno e in inverno la nebbia (piuttosto frequente) regalano scenari fiabeschi.
Quanto fermarsi a visitare l’isola?
Tasto dolente. L’isola è piccola, molto piccola. Consta circa 2000 abitanti e per girarla tutta un paio d’ore sono sufficienti. Non fare quest’errore però: la bellezza di Burano va assaporata, vissuta. Con calma.
Noi ti consigliamo infatti di spendere almeno una mezza giornata a gironzolare nell’isola, abbinandola magari alla visita di Murano o di Torcello per l’altra metà giornata.
Cosa vedere a Burano?
Attesa di Pace, scultura di Remigo Barbaro
Iniziamo con questa opera perché è la prima cosa che vedrai una volta sceso dal vaporetto. Attesa di Pace è una scultura in bronzo realizzata da Remigio Barbaro, presentata alla Biennale del ’56 sotto il nome di Adultera.
L’artista è anche noto come “lo scultore eremita”, dato che gli ultimi anni della sua vita sull’isola li ha vissuti con la sola compagnia del suo canarino, nella casa-studio affacciata alla laguna.
La casa è tuttora costellata di sculture da lui realizzate e, nonostante il desiderio di Remigio fosse quello di trasformare la sua dimora in un museo permanente, ad oggi non è ancora visitabile.
Il museo del merletto
La domanda è Burano è più famosa per i colori delle sue case o per i merletti? Prima dell’avvento dei social la risposta era scontata, ora in realtà non più! Ecco quindi che molte persone che visitano Burano si perdono un pezzo interessantissimo dell’isola: il museo del merletto.
Il museo è situato all’interno di un bellissimo palazzo gotico, sede della storica Scuola dei merletti di Burano del 1872. La tradizione del merletto sull’isola è però ben più antica, perché risale ai secoli della Serenissima Repubblica di Venezia.
Vedere la maestria e la preziosità di certi lavori è un’esperienza davvero arricchente.
Le coloratissime case di Burano
Rosse, gialle, rosa, azzurre, ma anche verdi, viola e multicolori: tradizione vuole che ogni casa avesse un colore diverso in modo che i pescatori potessero riconoscerla da lontano durante le lunghe giornate di nebbia (una specialità molto veneta).
La cosa migliore che tu possa fare è lasciarti trasportare dai colori e seguire il flusso delle case per imbatterti nelle viuzze più caratteristiche. L’isola è piccola e non avrai alcun problema ad orientarti.
Se poi hai la fortuna di visitare Burano in primavera o estate, oltre ai colorati intonaci delle case, potrai godere di alcune delle fioriture bellissime. A Burano l’estetica esterna delle case è una cosa seria e così ecco gelsomini, roseti e adornamenti floreali da lasciare a bocca aperta.
Casa di Bepi Suà
Se ti stai chiedendo quale sia la casa più colorata di Burano, ecco la risposta: Corte del Pistor, 275, ovvero la Casa di Bepi Suà. Coloratissime forme geometriche si alternano tra loro creando effetti ottici veramente suggestivi.
Bepi Suà era un uomo che ogni giorno colorava la facciata della sua abitazione in modi diversi. Quando morì le mura iniziarono a scrostarsi fino a che la sorella decise di dare memoria alla fantasia del fratello restaurando la facciata e riportandola all’originario splendore. Oggi è dipinta esattamente come lo era nel 1985.
L’edificio è visitabile solo dall’esterno ed è facile da raggiungere: si trova a pochi minuti dalla piazza principale di Burano.
Passeggiare in Piazza Galuppi
Si tratta della via principale e dell’unica piazza di Burano. Negozietti di ogni tipo, signore concentrate nella lavorazione dei merletti e invitanti bar per l’aperitivo: non manca nulla.
Al centro c’è anche un pozzo risalente al 500 interamente fatto in pietra d’Istria.
Il campanile storto di Burano: chiesa di San Martino Vescovo
La chiesa risale all’anno mille e l’aspetto esterno presenta almeno due bizzarrie:
- manca l’ingresso,
- il campanile è storto.
In realtà l’ingresso esiste, anche se si trova su una facciata laterale e non su quella frontale, mentre la posizione migliore per ammirare il campanile storto è dal ponte di Terranova o dalla Riva della Giudecca. Il campanile è alto 53 metri, ma a causa di un cedimento del terreno, risulta oggi decisamente pendente.
L’interno conserva alcune importanti opere, tra le quali spicca una Crocifissione di Giambattista Tiepolo.
I tre ponti di Burano
A pochi passi dalla Chiesa si trova una delle visuali più suggestive di Burano è quella dei Tre Ponti. Si tratta di un ponte in legno che scavalca tre canali e collega tre tra le vie più colorate di Burano (Via Giudecca, Via San Mauro e Via San Martino Sinistro).
Lo scenario delle case colorate che si riflettono nei canali, dei ponti in pietra e del campanile storto è davvero unico al mondo.
Lo slow living
Ok, il termine è parecchio di moda, ma nelle isole veneziane è una cosa seria. Prenditi del tempo per vivere l’isola con calma. Troppi turisti arrivano con il battello e se ne vanno in appena un’ora, attirati da altre “attrazioni” veneziane.
Eppure l’isola non è solo “cosa vedere a Burano”, ma è sedersi in un bar per guardare la vita cittadina scorrere, sono i panni stesi al sole, i gabbiani che passeggiano sulla banchina, le sfumature del sole che dipingono scenari splendidi.
E poi… non vorrai mica perderti queste perle veneziane?
I bussolà di Burano
Non è propriamente una delle cose da vedere a Burano, ma è certamente una da non perdere! I bussolà sono un dolce squisito a forma di ciambella. Sono conosciuti anche con il nome di buranelli.
La ricetta tradizionale è piuttosto antica: veniva preparata dalle mogli dei pescatori prima che questi partissero, così che potessero portarli con sé durante la navigazione per avere le energie necessarie al viaggio.
Tornata da qualche settimana da Burano e devo dire che sono pienamente d’accordo che bisogna vivere la piccola isola in maniera slow, assaporandone ogni vicolo, angolo, casa. Mi sono persa la statua di Barbaro però e anche i Buranelli!
Ciao Veronica, che piacere leggerti! Sono felice ti sia piaciuta Burano, è in assoluto la mia isola veneziana preferita…
La statua potresti non averci fatto caso dato che è proprio davanti alla fermata del vaporetto, mentre per i Buranelli… dovrai tornarci!
Buona serata
Ciao
Da Veneziano devo dirti che la storia dei colori per riconoscere la propria casa da lontano è una bella fiaba….ma non ha nulla di vero!
Infatti, le case sono colorate anche nei rii interni, sicuramente non visibili dal mare (che poi è la Laguna nord)
Si tratta piuttosto di riconoscere le proprietà, anche quando la casa di famiglia viene divisa tra più eredi.
In questo caso, più del catasto o del notaio, ci si basa sul colore della parete, onde evitare discussioni su come dividere le spese, dopo le rituali liti di successione!
Tra le cose che meritano a Burano, aggiungerei la chiesa di S. Caterina a Mazzorbo, di cui si dice costruita nel 783 stando alle cronache di Bernardo Trevisan del 1715 e poi rimaneggiata infinite volte.
Ciao Claudio, grazie di cuore per la spiegazione sul colore delle case! In effetti sembra molto più coerente, lo aggiungerò nell’articolo.
Non abbiamo visitato S. Caterina a Mazzorbo, ma non me la perderò sicuramente nel prossimo giro a Burano!
Buona serata