Metti nello stesso giorno: un trekking ad anello (di media difficoltà), il Rifugio Zacchi (con la sua terrazza panoramica commovente) e i Laghi di Fusine (per i quali ogni descrizione è superflua), mescola bene (o meglio cammina bene), condisci a piacimento (possibilmente con la giusta compagnia) ed è fatta. Eccoti in uno dei percorsi più suggestivi del Tarvisiano.  

Laghi di Fusine

Il sentiero 512 verso il Rifugio Zacchi

Parcheggiamo l’auto nei pressi del lago superiore di Fusine. È il primo lunedì di novembre e tutta la valle sembra immersa in un’atmosfera surreale. Un camper parcheggia mentre ci carichiamo gli zaini in spalla: il guidatore ci dice che solo ieri i parcheggi erano stati chiusi nel primo pomeriggio – pieni. Le Alpi Giulie respirano piano, stamane, e ci aspettiamo una escursione degna di nota.

Siamo pronti a goderci una giornata silenziosa. Imbocchiamo il sentiero 512: dapprima è la carrareccia che permette ai fuoristrada di raggiungere il rifugio, ma dopo una ventina di minuti da questa si stacca un sentiero sulla sinistra (a circa 1030 mslm).

Niente di difficile: dove la pendenza è leggermente più accentuata, alcuni tronchi aiutano il passo. In circa un’ora siamo al rifugio.

Davide in salita verso il Rifugio Zacchi

Il Rifugio Zacchi (1380 mslm)

Il Rifugio Zacchi è per i friulani una vera e propria istituzione. La salita per arrivarci è semplice e adatta quasi a tutti, la cucina ottima e la visuale davvero impagabile. A dominare è il Mangart (2677 mslm), uno dei giganti delle Giulie, dal quale si allungano le creste e le cime minori che lo collegano alla Ponza Grande. Una cortina di roccia spettacolare.

Essendo novembre troviamo il rifugio chiuso, così ci rilassiamo qualche minuto sulla terrazza esterna aspettando i primi raggi del sole. La vista da qui è davvero commovente (e anche il frico non è da meno se ti capita di trovare il rifugio aperto).

Rifugio Zacchi giro ad anello porticina

Il giro ad anello dal Rifugio Zacchi

Il giro ad anello parte proprio davanti al Rifugio Zacchi. Un cartello indica la continuazione del segnavia 512 (direzione Ponza Piccola).

Siamo nuovamente in mezzo al bosco: una faggeta attraversata dalla luce del mattino. La distesa color rame delle foglie cadute – in anticipo sulla stagione, perché le prime gelate di quest’anno hanno “bruciato” gli alberi – ci accompagnerà uniforme per le prossime ore.

Dopo circa mezz’ora un bellissimo punto panoramico con panchine ci apre la visuale sul lago superiore di Fusine. Anche da qui in alto (1559 mslm) l’acqua del lago mantiene il suo sorprendente colore.

Il resto del sentiero continua in salita mai eccessiva fino ai pressi di capanna Ponza (un piccolo riparo privato a quota 1657 mslm). Da questo bivio è possibile prendere due sentieri:

  • il sentiero 512a conduce alla cosiddetta Porticina, un valico a quota 1844 mslm sotto la Ponza Piccola. Si raggiunge in circa 30 minuti.
  • il sentiero 512 invece continua direttamente il giro ad anello.

Proseguiamo l’anello, che scende di qualche metro per attraversare un ruscello e risalire subito dopo il versante opposto.

Il sentiero qui si fa ancora più stretto e le foglie dei faggi lo rendono particolarmente scivoloso. Alcuni tratti attrezzati con dei cavi e dei ponticelli aiutano nei passaggi potenzialmente pericolosi, dove la roccia è spesso soggetta ad erosione. Questo, a dire il vero, è l’unico vero punto impegnativo dell’intero trekking. Passo fermo e assenza di vertigini sono necessarie, ma il sentiero è messo bene in sicurezza.

tratto attrezzato giro ad anello della porticina

Superato questo passaggio, il sentiero sale gli ultimi metri incorniciato da splendidi mughi. L’atmosfera qui è quasi mediterranea.

In breve iniziamo a scendere: circa 700 metri di discesa quasi costante attraverso il bosco di faggi del crinale del Monte Sbavezza. La pendenza in alcuni tratti è davvero notevole: per questo ti consiglio di fare l’anello del Rifugio Zacchi nel senso in cui l’abbiamo fatto noi (antiorario), per non trovarti a dover fare questo lungo e pendente tratto in salita.

Bellissimi gli scorci dei laghi che appaiono tra il foliage color rame.

Corriamo in discesa. Un ultimo mare di foglie, un ultimo tornante e ci siamo…

vista sui Laghi di Fusine

Dulcis in fundo: i Laghi di Fusine

E dopo averli ammirati dall’alto, osservati, scrutati tra le foglie, sospirati… finalmente siamo davanti a tutto lo splendore dei Laghi di Fusine. Gli ultimi passi in bosco dell’anello ci lasciano dove il Rio del Lago prende vita dal lago inferiore di Fusine.

Siamo fuori stagione, giorno e orario perché ci sia ressa per cui ci godiamo una meritata birra in riva al lago osservando i raggi solari infrangersi sul pelo dell’acqua giocando. Per la cronaca: i Laghi di Fusine sono eccezionalmente belli, sempre.

Lasciamo il Rifugio Eidelweiss sulla sinistra e imbocchiamo un piccolo sentiero che collega i due laghi e ci ripoterà al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto. Le sfumature di colore che attraversiamo sono incredibili, quelle dell’acqua irreali, la luce del sole che penetra tra le foglie, magica.

Laghi di Fusine autunno trekking

Dati tecnici in breve

Partenza e arrivo: Parcheggio del Lago superiore di Fusine (937 mslm)

Punti dell’anello: Rifugio Zacchi (1380 mslm), Capanna Ponza (1657 mslm), Monte Svabezza (1284 mslm)

Dislivello: 400 metri se arrivi solo allo Zacchi, poco più di 700 mt tutto l’anello

Tempo: 4 ore

Difficoltà: media. La salita al Rifugio Zacchi è adatta a tutti, mentre il giro ad anello presenta alcune difficoltà: il sentiero è stretto e sono presenti alcuni tratti attrezzati che richiedono un po’ di dimestichezza e incedere sicuro.

Cartografia: Tabacco n. 19 – Alpi Giulie Occidentali – Tarvisiano

Anello del Rifugio Zacchi per i Laghi di Fusine pin