Escursione non difficile, ma decisamente soddisfacente, alla scoperta della valle del Rio Paschiet, connessione tra Val d’Ala e Val di Viù nelle Valli di Lanzo, nel cuore della quale si nascondono gli specchi trasparenti dei Laghi Verdi e l’intimo Bivacco Gandolfo. Con una avvertenza: se questa gita non presenta complicazioni tecniche, tutto un altro discorso è… non fermarsi a lungo ad ogni lago, tanto è splendida l’atmosfera di ognuno di essi!
Da Balme ai Laghi Verdi
Giusto prima di entrare a Balme, ultimo centro della Val d’Ala, prendiamo sulla sinistra la strada in discesa che, dopo una curva a gomito con stretto ponticello e simpatiche sculture a bordo strada, ci permette di lasciare l’auto nel parcheggio di Cornetti (1426 mslm). Da qui in aventi, le indicazioni non mancheranno mai.
Noi seguiamo, ora a piedi, la strada asfaltata in morbida salita. Superiamo il punto tappa della GTA Les Montagnards, un secondo baretto (qui l’ultima fontana disponibile), e sempre proseguendo su asfalto, passiamo sotto la frazione di Frè, che sarà molto bella da vedere scendendo.
A questo punto, incontriamo un ponte sulla sinistra (1500 mslm circa): lo attraversiamo seguendo le indicazioni per il sentiero 214, i Laghi Verdi e il Bivacco Gandolfo. Al ritorno, scenderemo invece dalla forestale che vediamo di fronte a noi.
Ora in destra idrografica del Rio Paschiet – vallone selvaggio, dice un pannello, anche se per noi questo appellativo se lo merita il Vallone di Sea – iniziamo la salita attraverso alcuni pascoli – noi incrociamo un gregge di capre, il pastore sembra decisamente felice – con di fronte a noi le tre cascate di Paschiet, che leggeremo essere meta ambita di scalatori di cascate di ghiaccio.
Superiamo l’Alpe di Pian Salé (1588 mslm) e ci alziamo sul rio, che sotto di noi compie cascate e scava gole. Proseguiamo per tornantini la ripida salita nel bosco, ma presto siamo di nuovo fuori dalla copertura degli alberi. Oggi è una giornata calda, e si sente! L’Alpe Garavela e la sua omonima Superiore (1744 mslm) ci introducono a un mondo di pascoli e rocce, con le ripide pareti di roccia del vallone a fare da confine allo sguardo. Abbiamo superato un altro “gradone” della valle, e alcune mucche si godono placide la vista sulla Punta Rossa, al di là della Val d’Ala.
A quota 1905 mslm incontriamo sulla destra la deviazione per il Lago Paschiet, ma la ignoriamo. Il sentiero supera Alpe Pian Buet (2006 mslm), sale un altro modesto costone, si insinua tra alcune grosse pietre incrociate di licheni gialle, sotto noi sembra scorrere l’acqua e… compare il primo dei due Laghi Verdi (2142) mslm.
I Laghi Verdi
Il primo dei due laghi ha toni d’azzurro e blu, è placido e grande, e lungo le sue rive grandi massi lisci permettono di sedersi comodi. Di fronte, la strozzatura del vallone: seguendola si raggiunge Passo Paschiet e si scavalla in Val di Viù. Almeno all’inizio, è la stessa strada che seguiremo noi. Ma intanto, ci fermiamo qui qualche decina di minuti, ci godiamo la vista, mangiamo paninetti e albicocche che abbiamo con noi, in un silenzio rotto solo dal verso di alcuni uccelli che non riusciamo a indentificare.
Il sentiero 214 ci porta infatti in meno di cinque minuti al secondo dei Laghi Verdi (2168 mslm), una mezzaluna tra le rocce di acqua poco profonda e, per questo, di un colore incredibile. Qui ci fermiamo poco, perché siamo ora curiosi del bivacco.
Dai Laghi Verdi al Bivacco Gandolfo
Dal più piccolo dei Laghi Verdi si segue sul sentiero 214: la salita è modesta, e in venti minuti siamo a vista del Bivacco Gandolfo (2206 mslm).
Il Bivacco Gandolfo
Il Bivacco Gino Gandolfo e Franco Giuliano ci stupisce: è piccolissimo, sembra ancora più contenuto dei Fondazione Berti ai quali siamo abituati. Eppure, nella piccola stanzetta in legno e lamiera marrone, c’è tutto: sei posti letto con materassoni, cuscini e alcune coperte; tavolo e panche. Libro del bivacco in pratica cassetta borchiata, e la fotocopia di una curiosa poesia d’amore non corrisposto, che finisce così:
Camminiamo? Mi hai chiesto
no, non mi staresti dietro
vado troppo lento.
Qui rimaniamo poco, anche se lo sguardo si lascia ispirare dalla pendente insenatura che, stando alla carta, sale il Canalone Rosso della Torre d’Ovarda.
Il giro ad anello: dai Laghi Verdi al Lago Paschiet
Dal bivacco torniamo sui nostri passi e superiamo il lago a mezzaluna fino al capo opposto. Qui, su una roccia, a vernice rossa e bianca, i segnavia che ci servono (le indicazioni sono scritte a pennarello nero, ma sono destinate ad un occhio super attento).
Prendiamo sulla sinistra quindi (venendo dal bivacco) il sentiero 214A, che inizialmente sale per superare un costone di roccia, mentre dietro di noi i Laghi Verdi si allontano, lasciandosi guardare nella stessa inquadratura.
Il dosso erboso sul quale ci troviamo diventa ora una lunga discesa – dapprima su erba, poi su sentiero a tornantini – verso il Lago Paschiet, che gradualmente appare sotto di noi.
Duecento metri di dislivello, e siamo sulle rive del Lago Paschiet (2003 mslm), a godere di un’altra meraviglia non preventivata.
Il lago infatti occupa una splendida conca glaciale: verso nord, alcune cascate evanescenti segnano la roccia e lo alimentano; dalla parte opposta, una vista da cartolina – il lago si interrompe sull’orizzonte, al di là le montagna che separano Val d’Ala da Val Grande.
Tocca fare un’altra lunga, lunghissima pausa…
Discesa verso Balme
Dal lago, seguiamo ometti e segnavia per iniziare la lunga discesa a valle.
Attenzione! A poca distanza dal lago, c’è un passaggio leggermente esposto: si tratta di superare alcune rocce. Niente di che, ma l’esposizione può dare qualche problema, specie a chi soffre di vertigini.
La discesa verso valle è piuttosto intuitiva, non c’è modo di sbagliarsi (la traccia GPS che trovi a fine articolo ti sarà comunque d’aiuto).
In corrispondenza della grande Alpe Paschiet (1927 mslm), è possibile prendere sulla destra la deviazione che, in breve, ci riporta sul sentiero di salita. Noi però ti consigliamo di proseguire sul 214A, in sinistra idrografica, e fare così l’anello.
Quando la pendenza si rompe, ci troviamo su dei pascoli solcati da un ruscello, affluente del Rio Paschiet. E qui, lo incontriamo.
Sulle prime non ci crediamo. Lo guardiamo fermo su una roccia. Proviamo ad avvicinarci, e lui parte in un maestoso volo a spirale, prendendo quota ad ogni giro. È un airone cinerino – a breve un pannello ce lo confermerà – e qui si avvistano spesso, perché questo particolare ambiente montano è in pratica la sua dispensa.
Dopo l’avvistamento dell’airone, superiamo un ponticello di legno con annessa scultura fungina, evitiamo una deviazione sulla destra per l’Alpe Pian Sulé (noi stiamo sul nostro sentiero, ora 214B) scendiamo ancora per pascoli e lungo un percorso protetto sui due lati da muri a secco, e sbuchiamo dopo poco al ponte iniziale sul Paschiet.
Punto tappa della GTA… metti in fresca le birre che arriviamo!
Laghi Verdi e Biacco Gandolfo da Cornetti di Balme (giro ad anello): dati tecnici in breve
⛰️ Dove siamo | Alpi Graie, Valli di Lanzo, Val d’Ala, a sud di Balme |
📍 Partenza da | Cornetti (1426 mslm) |
💍 Punti dell’anello | Laghi Verdi (2142 mslm), Bivacco Gandolfo (2206 mslm), Lago Paschiet (2003 mslm) |
📐 Dislivello | 800 metri complessivi |
📏 Lunghezza | 10,6 km |
⏱️ Tempo | 5 ore (con tanta calma!) |
😅 Difficoltà | Media |
💧 Acqua | Sì: alla partenza. Tutta l’abbondante acqua presente nella valle del Rio Paschiet va invece potabilizzata per la presenza di animali al pascolo |
🗺️ Cartografia | L’Escursionista 1:25.000 n.17 – Alte Valli di Lanzo (se non ce l’hai puoi comprarla qui) |
🛰️ Traccia GPS | Sì |
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