È una delle cime che dà il nome al Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, e per salirla scegliamo il giorno forse non più indicato: una domenica di inizio marzo, con una temperatura che trasforma in pappa il manto nevoso, e una coltre di nuvole basse che ci impedisce di godere davvero del panorama. Ma sarà stata la compagnia, la voglia di camminare o la “non tecnicità dell’escursione”, fatto sta che la salita invernale al Monte Sirente per la via normale ce la siamo proprio goduta!
⚠️ Avvertenze. Noi siamo saliti con i ramponi nello zaino, ma non li abbiamo indossati. A seconda dello stato del manto nevoso, possono però essere necessari questi, oppure le ciaspole. Queste ultime, in particolare, potrebbero essere indicate in condizioni normali: le pendenze sono sempre moderate, dato che il tratto più alto dell’escursione consiste di una serie di morbide gobbe.
La via normale invernale segue lo stesso percorso del sentiero estivo, il numero 13; sale dal versante sud del Sirente, morbido e graduale – un altro mondo rispetto al verticale, scavato (e pericoloso) versante nord.
In qualsiasi caso, trattandosi di un’escursione invernale è obbligatorio consultare sempre il bollettino valanghe e dotarsi di ARTVA, pala e sonda se le condizioni lo richiedono.
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Da dove partire per la via normale al Sirente
Da Ovindoli, pittoresco borgo sul carsico e bellissimo Altopiano delle Rocche, raggiungiamo in auto la Val D’Arano, o meglio il punto in cui il divieto ci impone di parcheggiare. Lasciamo l’auto lungo la strada giusto prima del punto picnic, e ci prepariamo a questa tirata di quasi 20 chilometri e 1000 metri di dislivello.
Dalla Val D’Arano al Monte Coppone
Dal parcheggio della Val D’Arano (1337 mslm), prendiamo la carrareccia sulla sinistra – sentiero 13, numero che ci accompagnerà fino in cima – che risale lungamente e con pendenza moderatissima il versante del Monte della Revecena. Mentre i prati della valle si allontana sotto di noi, se vuoi qui ci si annoia un po’: ma almeno si scaldano gradualmente le gambe, e si chiacchiera con i compagni di gita. La carrareccia fa un paio di svolte e ci deposita alla Bocchetta di Prato del Popolo (1608 mslm), ampia conca nella quale affonda la dorsale inclinata e rocciosa che porta al Monte Savina e al Monte Etra (altro giro bellissimo e avventuroso).
Fuori dalla bella faggeta che ci ha accompagnati finora, prendiamo la carrareccia che piega sulla sinistra e inizia a salire un po’ più decisa verso nord. Al primo bivio che incontriamo (1744 mslm), pieghiamo a gomito sulla destra e proseguiamo.
Sotto di noi, intanto, si apre la visuale su questo mondo calcareo, dove i prati sono frastagliati di rocce levigate e creste, profondi fossati e dossi arrotondati. Iniziamo a trovare della neve, mezza sciolta per le temperature eccezionali di questo marzo. La carrareccia raggiunge il dosso chiamato in carta Monte Coppone (1852 mslm). Qui lasciamo la comoda strada, e prendiamo la cresta di rocce che sale sulla sinistra.
D’ora in avanti, teniamo d’occhio i segni bianco rossi tracciati sulle rocce affioranti. Risulta utilissima, oltre che la presenza dei nostri due amici Alessandro e Tiziana di Abruzzo Trek, esperti della zona, avere un’app con la traccia GPX: il manto nevoso riduce ad un decimo il numero di segnavia visibili.
Dal Monte Coppone al Monte Sirente
Su sentiero, ora. Da qui alla vetta, faremo diversi saliscendi, dovuti alla peculiare morfologia carsica dell’ambiente. A una prima salita decisa, sulla cresta di cui sopra, segue un breve tratto quasi in quota, poi un’ampissima conca nella quale si discende – e dove la neve è maggiormente accumulata, il che ci fa sprofondare ad ogni passo.
Dopo la conca, riprendiamo a salire su pendenza maggiore… poi scendiamo un po’ ancora. Insomma… è tutto così! Sono pochi i massi isolati che sporgono dal manto che, via via che saliamo, si fa più morbido e uniforme, fino a inghiottire ogni cosa.
Ma a questo punto, le nuvole basse che definiscono la giornata che abbiamo scelto iniziano ad abbassarsi ancora di più, in un accenno di white out che va e viene. Di gobba in gobba e di dolina in dolina, con il Monte Sirente che non è mai lui davvero (è una di quelle gite che mentre sali ti sembrano fatte di sole anticime), raggiungiamo una specie di forcellina (2320 mslm circa). Si aprono un attimo le nubi, e sulla sinistra la vediamo: l’ultima rampa rocciosa che punta alla croce del Sirente!
Il Monte Sirente
Dalla forcellina allora pieghiamo sulla sinistra seguendo delle tracce di scialpinisti; raggiunte le rocce inclinate, saliamo sulla rampa e in brevissimo siamo sulla vetta del Monte Sirente (2348 mslm), dove ci aspetta una croce di tubi piuttosto stilizzata, rotante (non credo fosse nell’idea del progettista) e coperta di adesivi; e un punto trigonometrico – ovvero, il pilastrino con la mira di ferro, cioè tutto quello che ne esce dalla neve.
Tenendoci giustamente lontani dalle cornici di neve, ci godiamo la drammatica cresta verso sud est, quella più morbida verso nord ovest, delle improvvise aperture a nord sulle colline della Valle Subequana senza neve, e dalla parte opposta dei fasci di luce che forano le nuvole cariche di pioggia e illuminano l’isolato Monte Etra e la spigolosa Serra di Celano con il triangolare Monte Tino spolverato di neve. In lontananza, i rettangoli bianco-fluorescenti delle serre sulla piana del Fucino.
Per chi ha fortuna con il meteo, cito direttamente dalla Wikipedia: “la visuale spazia su quasi tutti i principali gruppi montuosi dell’Appennino Abruzzese e Laziale, dal Velino al Gran Sasso, dalla Maiella ai Marsicani, gli Ernici, i Cantari e i Carseolani”. Che invidia!
A questo punto, dato che non si vede quasi nulla, non resta che scendere per la via di discesa seguendo i nostri passi sulla neve, e poi la carrareccia fino in Val D’Arano.
Via normale al Monte Sirente: dati tecnici in breve e traccia GPX
⛰️ Dove siamo | Nel Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, provincia di L’Aquila. Gruppo del Sirente |
📍 Partenza da | Ovindoli, Val D’Arano – area picnic e divieto (1337 mslm) |
🏅 Punti dell’anello | Monte Sirente (2348 mslm) |
📐 Dislivello | 1000 metri |
📏 Lunghezza | 19 km salita e discesa |
⏱️ Tempo | 7 ore (le tempistiche invernali dipendono dallo stato di innevamento) |
😅 Difficoltà | Difficile. Abbiamo trovato neve molle; l’orientamento invernale è difficile perché i segnavia sono tutti su roccia – app e traccia gpx fondamentali |
💧 Acqua | / |
🗺️ Cartografia | Carta 1:25.000 Edizioni il Lupo n.8 – Parco del Velino-Sirente, Montagne della Duchessa |
🛰️ Traccia GPS | Sì. Per la discesa, dove possibile, abbiamo “tagliato”: fallo solo se sei cosciente dell’orientamento e della neve, altrimenti non ne vale la pena, l’escursione è ugualmente lunghissima! |
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