Questa non è un’escursione magnifica tra le Dolomiti del Comelico. Sono ben cinque escursioni in una! In questo articolo ti spieghiamo come comporre la tua gita ad anello tra Valgrande e Vallon Popera, alla scoperta dei rifugi Lunelli e Berti, del Lago di Popera, della Croda Sora Colesei, di un’affascinante opera del Vallo Littorio… e non solo.
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Difficoltà dell’escursione
Prima di iniziare un disclaimer: l’escursione al Rifugio Lunelli, al Rifugio Berti e alla Croda Sora i Colesei non presentano difficoltà tecniche. Sono escursioni di livello E.
L’anello del Vallon Popera presenta invece un tratto di cavo metallico che richiede attenzione.
Il punto di partenza: Rifugio Lunelli in Selvapiana
Il punto di partenza dell’anello è il Rifugio Italo Lunelli, che si trova a Selvapiana, un’improvvisa, verdissima radura tra i boschi della Valgrande.
Per raggiungere il rifugio, hai due possibilità:
- salire in auto, percorrendo la strada che da Padola supera i Bagni di Valgrande e sale, non troppo pendente, fino al parcheggio del rifugio. Il parcheggio è a pagamento (quando siamo stati noi l’ultima volta, a fine giugno 2025, si stavano ultimando gli spiazzi; ci sarà posto per almeno 50 auto). Dal parcheggio sono 2 minuti in piano fino al rifugio;
- arrivare a piedi, lungo la strada che proviene da Padola, raggiungi la Colonia Don Bosco (ci sono alcuni posti auto qui, altrimenti devi parcheggiare poco più indietro, negli spiazzi appositi); poco dopo la colonia si stacca sulla sinistra (1290 mslm, indicazioni) il sentiero 171 che, piacevolmente, percorre la riva del torrente Risena e guadagna in modo graduale il dislivello che serve per raggiungere il rifugio. Ci vogliono tra i 40 minuti e l’ora per percorrere questo sentiero super piacevole.
Qualunque strada tu abbia fatto, benvenuta o benvenuto al Rifugio Italo Lunelli in Selvapiana (1568 mslm). Un’occhio alla meridiana che ricorda Bepi Martini, storica guida e fondatore del Rifugio, un’occhiata che invece non ne vuole sapere di distogliersi dalla corona di cime, creste, guglie del Gruppo del Popera, che già da qui mostra di che pasta è fatto.
La gita potrebbe anche concludersi qui – specie se sei arrivato a piedi – da quanto è bello questo posto, ma noi proseguiamo!
Escursione dal Rifugio Lunelli al Rifugio Berti
Superiamo il rifugio Lunelli e imbocchiamo il sentiero 101. C’è anche un bel cartello, un po’ agée, che ci chiede un “dove andiamo oggi” pieno di promesse… un’ottima premessa di quello che sarà oggi il nostro giro! Superiamo il ponte sul Risena con una buffissima scultura in legno e iniziamo in breve a salire la parete che rappresenta l’ultima propaggine meridionale del Creston Popera.
Il sentiero sale per tornanti e tornantini, abbastanza pendente, ma mai difficile, con il rifugio che ci guarda in alto a destra – evidente per gli scuri rossi. Superiamo un paio di volte il ruscello che scende dalle pareti e vediamo in lontananza anche una bellissima cascata, ma soprattutto ora vediamo un dedalo di guglie e cime farsi vicine. Se ci prende la vertigine, possiamo voltarci e guardare la Valgrande, in basso, o il morbido Colesei, verso nord… splendidi anch’essi!
Il Rifugio Berti
Infine, nel tempo previsto, arriviamo al Rifugio Berti (1950 mslm). Una splendida terrazza panoramica, una quinta di montagne dolomitiche alle spalle, 40 posti letto e un profumino delizioso che arriva dalla cucina: c’è tutto quello che serve, no?
Se le finestrelle rosse sono una delizia per gli occhi e giocano a contrasto con uno dei panorami più belli delle Dolomiti, all’interno alcune fotografie storiche e alcuni ritrovamenti ci ricordano di quanto queste montagne siano state negli anni della Prima Guerra Mondiale teatro di scontri aspri e battaglie fatte di fame e neve. Molte le storie che sarebbero da raccontare, ma se vuoi approfondire le storie più celebri i nomi da cercare sono 3: Passo della Sentinella, Mascabroni e Fenestrelle.
Un’info utile: il Rifugio Berti ha un ricovero invernale, che è però (giustamente) aperto soltanto in inverno come ricovero d’emergenza.
Rifugio Berti dal Rifugio Lunelli: dati tecnici in breve
Se scegli di concludere l’escursione al Rifugio Berti – e chi può darti torto, con quella terrazza e quegli odorini di cucina? – questi sono distanze e dislivello che dovrai affrontare:
📍 Partenza | Rifugio Lunelli (1568 mslm) |
🏅 Arrivo | Rifugio Berti (1950 mslm) |
📐 Dislivello | 382 mt |
📏 Lunghezza | 2,3 km la salita |
⏱️ Tempo | Poco più di 1 ora |
Cosa fare dopo l’escursione al Rifugio Berti?
La cosa bella di questa zona è che ci sono tantissime possibilità di combinare giri ad anello differenti, di aggiungere mete intermedie, di fare deviazioni e varianti, che tuttavia rimangono nella stessa zona, e non si allontanano mai troppo dal Rifugio Berti.
Se hai poco tempo a disposizione o non hai tante altre forze da mettere in campo, ti consigliamo di proseguire (dopo una sosta obbligatoria in rifugio) al lago Popera che dista circa 40 minuti e 200 metri di dislivello dal Rifugio Berti, altrimenti…
L’anello che ti raccontiamo qui si chiama Anello Vallon Popera, ed è fatto così:
Rifugio Berti > Lago di Popera > Forcella Popera > Ritorno al Rifugio Lunelli
+ 2 deviazioni (come abbiamo fatto noi) : per Croda Sora Colesei e per l’Opera 10 del Vallo Littorio. Puoi inoltre allungare la discesa passando per il Colesei.
A fine articolo, ti proponiamo due ulteriori escursioni.
Anello Vallon Popera: Rifugio Berti > Lago di Popera > Forcella Popera > Ritorno al Rifugio Lunelli
Guardando il Rifugio Berti, il sentiero 101 prosegue alle sue spalle, immergendosi in un ambiente eccezionale, con il verde di una bassa vegetazione che fa contrasto con il grigio pallido della roccia (e se è la stagione giusta, con delle delicate, bellissime fioriture) con vista privilegiata sul leggendario Passo della Sentinella che si vede sempre di fronte.
Pendenze morbide, occhi pieni di meraviglia, e con 200 mt di dislivello in 40 min arriviamo al Lago di Popera (2153 mslm), un piccolo specchio d’acqua tinto d’azzurro, incastonato tra i ghiaioni che scendono da Croda Rossa e sue propaggini.
Il laghetto è sulle prime nascosto, lo si scopre piano: prima da un pulpito di roccia, poi dopo aver aggirato un masso. Di per sè è molto grazioso, ma è soprattutto l’ambiente qui ad essere grandioso e vale la pena arrivare anche solo fino a qui.
Poco oltre il lago, troviamo un bivio: qui prendiamo sulla destra il sentiero 124, che se ne sta basso sotto ai ghiaioni e raggiunge un secondo bivio, dove prendiamo sulla sinistra, in salita.
Quello che percorriamo è uno degli ambienti più belli dell’intera escursione, mentre saliamo per lunghi tornanti verso Forcella Popera 2291 mslm.
Sulla Forcella Popera, lo sguardo può sbucare oltre due massi verso la Val Pusteria e le montagne della Carnia Austriaca; sulla sinistra, la Pala di Popera prelude alla Croda Rossa; sulla destra, infine, un tratto di trincea ci indica la via.
Proseguiamo: infochiamo la trincea (direzione Anello Vallon Popera e Ex Rifugio Sala; sentiero 122), percorriamo qualche metro fino a scoprire un’apertura nella roccia – possiamo entrare, esplorare i cunicoli che portano alle aperture che tenevano d’occhio le valli sottostanti (una di queste dà verso le pareti vertiginose della Croda Sora Colesei, dove a breve saliremo; attenzione che non c’è protezione).
Continuiamo a seguire il sentiero, che con leggeri saliscendi ci conduce ad un altro bivio:
- a destra si prosegue per la nostra strada verso l’Ex Rifugio Sala;
- a sinistra si sale alla Croda Sora Colesei.
Decidi tu se vuoi fare la deviazione o proseguire l’anello… noi te la super consigliamo!
La Croda Sora i Colesei
Prendiamo il sentiero 122 a sinistra, quindi; ci troviamo prima a scendere in un valloncello tempestato di ripari della Prima Guerra, poi a risalire il versante erboso del monte. Ci ritroviamo a camminare tra un’infinità di aperture, resti di baraccamenti e piazzole della guerra (torcia obbligatoria per l’esplorazione di alcune) fino a raggiungiamo la croce di vetta della Croda Sora Colesei (Arzalpen Kopf, 1371 mslm).
Qui troviamo la croce di vetta, il libro di vetta, ma soprattutto un panorama a 360° che lascia senza fiato: da un lato le Dolomiti, dall’altro la Carnia e in mezzo tu – e il posto ideale per un paninetto.
Quando ci siamo rinfrancati, torniamo sui nostri passi fino al bivio precedente.
Proseguire l’anello Vallon Popera verso l’ex Rifugio Olivo Sala
Dal bivio, ora, prendiamo a sinistra e scendiamo tra sentiero e trincee fino a sbucare alle spalle dell’Ex Rifugio Olivo Sala (2094 mslm), ora una sala museale che contiene foto storiche (ci si entra semplicemente tirando il catenaccio).
A questo punto, ci immettiamo sul sentiero 124 in direzione nord (verso Forcella Pian della Biscia e Colesei), e percorriamo uno stretto sentiero, lungo il quale si trovano alcuni spezzoni di cavo che permettono di disarrampicare alcuni tratti rocciosi: niente di difficile, ma l’ambiente severo e un po’ selvaggio e il senso di pendenza richiedono la giusta attenzione.
Lo stretto sentierino si fa infine piano, più ampio, ghiaioso, e ci deposita a Forcella Pian della Biscia (1842 mslm). Da qui, hai ben tre possibilità per la discesa:
- piegare subito a destra sul sentiero 171, che con una bella discesa incassata tra i mughi ti porta “come una direttissima” al Rifugio Lunelli – per chiudere l’anello è la via più veloce;
- seguire a destra sulla forestale di Cima dei Colesei (anche semplicemente Colesei), strada militare che con diversi tornanti ti riporta anch’essa al Rifugio Lunelli; a breve sarà disponibile un approfondimento sul Colesei, sappi però che poco dopo averla imboccata, una sentiero che si stacca sulla sinistra ti permette di salire in breve sull’erbosa Cima dei Colesei (1972 mslm), dal quale si gode di una bella vista;
- prendere a sinistra e fare una breve deviazione per andare a vedere l’Opera 10 del Vallo Littorio.
L’Opera 10 del Vallo Littorio
Segui quindi la strada carrareccia sospesa sui prati e i boschi sottostanti fino a raggiungere un punto rovinato da recenti alluvioni che hanno portato via alcuni tratti della strada; sembra impossibile da passare, ma basta seguire con attenzione le tracce di sentiero e fare qualche saliscendi tra le ghiaie per superarle. Anche se non ci sono difficoltà, potrebbe non essere un punto banale per chi soffre di vertigini, lo segnalo.
Ci si trova così al cospetto delle paretone della Croda Sora i Colesei, e di una bella sorpresa: la roccia della montagna è solo apparentemente uniforme, in quanto si aprono sul suo fianco delle cupole di cemento imponenti, ognuna con la sua finestra o feritoria, un comignolo e una grondaia.
Sei davanti ad uno degli ingressi dell’Opera 10 del Vallo Littorio, la complessa opera di fortificazione che Mussolini fece erigere/scavare/approntare in fretta e furia lungo il confine settentrionale della Nazione, al fine di fermare eventuali ripensamenti della Germania nazista DOPO che vi si era alleato. Questa linea di bunker, trincee, torrette, fortini, gallerie e chi più ne ha più ne metta, prese da subito il nome di Linea Non Mi Fido.
L’Opera 10 è la fortificazione più importante di questo tratto del Vallo. Ti sarà impossibile da credere, ma si tratta di un sistema di gallerie su tre piani, scavate nella roccia, con stanze per soldati, feritorie per artiglieria e mitragliatrici, un totale di 2 km di cunicoli e gallerie. Al suo interno si trova anche una scalinata da 260 gradini.
L’Opera 10 avrebbe potuto ospitare circa 170 uomini, ma non fu mai usata – come tutte le opere del Vallo Littorio.
Una volta visto l’ingresso e le cupole che si mimetizzano nella roccia, si torna indietro fino a Forcella Pian della Biscia, e da lì si scende per il sentiero 171 o per il Colesei.
Infine, una nota per un’ulteriore DEVIAZIONE ad uso ESCLUSIVO degli escursionisti MOLTO ESPERTI, abituati a camminare tra ghiaioni instabili e su sentieri evanescenti per effetto del dilavamento. Da Forcella Popera, siamo scesi in direzione Sesto (alcuni bolli e frecce a vernice rossa, giusto sopra le trincee in direzione Pala di Popera indicano la via). Il sentiero ha alcuni tratti attrezzati con cavo, ma in molti punti è eroso dall’acqua – si deve quindi camminare con attenzione. Questo sentiero raggiunge l’altro ingresso dell’Opera 10: dalla roccia spuntano cupole e poligoni di cemento. Si scende poi ancora fino a intercettare il sentiero 15 che proviene da Sesto; si prende sulla destra e si risale – un po’ a caso, eventualmente – fino all’altra strada di ingresso all’Opera 10. Da qui, superando il tratto eroso, si raggiunge in breve Forcella Pian della Biscia.
Rifugio Berti e Anello Vallon Popera: dati tecnici in breve e traccia GPX
⛰️ Dove siamo | Dolomiti di Sesto/del Comelico, sospesi tra Val Comelico e Pusteria; l’escursione si svolge in Valgrande e Vallon Popera |
📍 Partenza | Rifugio Lunelli (1568 mslm) |
🏅 Punti dell’anello | Rifugio Berti (1950 mslm), Lago di Popera (2153 mslm), Croda Sora Colesei (2371 mslm) |
📐 Dislivello | 880 mt |
📏 Lunghezza | 10,7 km |
⏱️ Tempo | 6 ore |
😅 Difficoltà | Media +, è presente un tratto di cavo nell’anello completo |
💧 Acqua | Ruscelli nei dintorni del Rifugio Berti |
🗺️ Cartografia | Carta 1:25.000 Tabacco n. 17 – Dolomiti di Auronzo e del Comelico |
🛰️ Traccia GPS | Sì |
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