Se vuoi conoscere un territorio, hai bisogno di tre cose: il tempo per percorrerlo a piedi, qualcuno che ti racconti le cose, e qualche curiosità che tenga vivo l’interesse. Il facile sentiero ad anello Intrecci del Tempo di Sagron Mis è tutte queste cose, e una in più: un ambiente davvero bello con una coccola finale, il Rifugio Forestale.

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Dallo Chalet Giasenei alle cascate di Val de le Moneghe

Lasciamo l’auto nel parcheggio sterrato poco più in su dello Chalet Giasenei (1105 mslm), che si trova sopra il centro di Sagron. Scendiamo di qualche decina di metri lungo la strada asfaltata, superando alla nostra destra l’anfiteatro – piacevole area verde dalla quale sembrano nascere le pareti severe del Gruppo del Cimonega – e imbocchiamo sulla destra la stradina indicata dal segnavia IDT – Intrecci del Tempo.

Intrecci del Tempo è un piacevole “sentiero interpretativo” che, snodandosi lungo il versante a sud di Sagron, si prende il tempo di raccontare geologia, storia, vita, usanze e leggende di questo territorio. Molti totem e alcuni originali geolabi offrono tantissime informazioni e curiosità.

La strada si fa subito sentiero, scende (un po’ ripida) per superare l’alveo di un ruscello e subito risale. Con qualche saliscendi, il sentiero prosegue lungo il versante fino a incrociare la strada forestale diretta in Val de le Moneghe (996 mslm), che percorriamo. Il bosco misto ci ripara dal caldo, mentre la strada si fa inaspettatamente asfaltata, ma ricoperta di un morbido tappetino muschiato. Raggiungiamo così uno stretto tornante (1195 mslm), che ignoriamo per proseguire dritto e inoltrarci nella valle.

La strada termina a quota 1121 mslm, in località Val de le Moneghe, al cospetto di un ambiente dominato dalla roccia: sono le pareti che salgono verso il Comedon (da qualche parte, lì in alto, passa la celebre Intaiada, passaggio chiave dell’Alta Via delle Dolomiti numero 2). Il vero protagonista è però il Piz di Sagron, che con i suoi 2486 metri è la vetta più alta delle Feltrine.

Qui ci sono un tavolo, delle panche, un geolabio… e due cascate da scoprire.

Guardando di fronte a te, vedrai sulla destra il segno evidente dell’alveo di un torrente. In pochi minuti, percorrendolo, raggiungerai una coppia di esili cascate. Cascate che, in inverno, diventano il paradiso degli scalatori di ghiaccio.

Se vuoi andare a visitare le cascate di Val del le Moneghe, mi raccomando: attenzione a dove metti i piedi!

Dalla Val de le Moneghe al Rifugio Forestale

Torniamo sui nostri passi, in direzione del tornante che avevamo precedentemente ignorato.

A poca distanza dal tavolo e dalle panche, sulla sinistra si stacca un sentiero (segnavia bianco rossi) che permette di tagliare un lungo pezzo di escursione su forestale. Si tratta di un sentiero abbastanza pendente, in un bel bosco; ti consigliamo però di proseguire sulla strada forestale, ci sono anche due bellissimi vecchie baite da curiosare.

Raggiunto il tornante, proseguiamo in salita. Seguiamo la forestale fino ad una evidente curva sulla sinistra. Arriviamo così a Ronch de le Giasene, una coppia di umili fienili posizionati in una radura che non ti aspetti (1225 mslm).

Proseguiamo sulla forestale, e raggiungiamo località Prà de le Fante (un modesto versante erboso sulla nostra destra, che però ha una storia di abbandono alle spalle – nell’ottocento era 4 volte più ampio!) e, poco dopo, il dolcissimo Rifugio Forestale (1265 mslm).

Rifugio Forestale

Silvia l’ha definita “la baita dei sogni“, e in effetti non è una definizione sbagliata.

Ci dà il benvenuto una fresca fontana, la legna ben ordinata, alcune semplici decorazioni fatte con spago, pigne, cortecce e felci. Il Rifugio Forestale di Val de le Monegne, sistemato nel 1982 dal Corpo dei Forestali, è un gioiello; è anche privato, quindi è chiuso. Ma il solo fatto di potersi sedere qui, godere del silenzio, guardare le cime che compaiono sopra le chiome degli alberi, è un regalo magnifico.

Se invece vuoi fermarti qui a dormire o cenare, puoi chiedere le chiavi direttamente al comune.

A proposito di Vecia che fila: sul totem posizionato di fronte alla baita, sono riassunte le più succose leggende della zona. Dal Mazzarol al Gabiàn (il primo a salire sul Piz di Sagron), passando per la Vecia che fila (che puoi vedere aguzzando un po’ la vista) e per finire con gli spiriti maligni della Val de le Moneghe, vale la pena di leggerle!

Quella che ci ha colpiti di più è proprio quella di El Gabiàn. Questo era il soprannome di Mariano Bernardin, un bracconiere di Sagron che viveva decisamente fuori dalla legalità. Personaggio sopra le righe, viene contattato nel 1877 da Cesare Tomè perché lo accompagni sul Piz. Ma el Gabiàn non si vede. Il Tomè allora, accompagnato da Tommaso dal Col, si avviano per tentare la salita. Mentre bivaccano a Passo Cereda, il il Gabiàn si fa vivo: “ho sentito che qualcuno mi cerca…”, e accetta di far loro da guida. Come ricorda la targa in vetta, la prima ascesa del Piz di Sagron porta i nomi di Tomé, Dal Col e Bernardin.

(Anche se, con molta probabilità – e secondo l’uso delle prime guide alpine “non ufficiali” – el Gabiàn era già salito in vetta al Piz di Sagron, per poi vendere ai clienti l’esperienza e il titolo della “prima ascesa”!)

Dal Rifugio Forestale, chiudiamo l’anello prendendo la strada forestale sulla sinistra e percorrendola fino a valle: farà diverse curve, alcuni tornanti, qualche saliscendi, e ci depositerà poco più in alto del parcheggio in cui abbiamo lasciato l’auto.

Ultima nota: se vuoi raggiungere direttamente il Rifugio Forestale da Sagron, puoi percorrere il sentiero Intrecci del Tempo al contrario: in una quarantina di minuti sarai arrivato!

Sentiero Intrecci del Tempo a Sagron Mis: dati tecnici in breve e traccia gpx

⛰️ Dove siamo A Sagron Mis, Trentino, tra Pale di San Martino e Vette Feltrine
📍 Partenza da Chalet Giasenei (1105 mslm)
🏅 Punti di interesse Rifugio Forestale (1265 mslm)
📐 Dislivello circa 300 metri
📏 Lunghezza 8 km
⏱️ Tempo 3 ore
😅 Difficoltà Facile
💧 Acqua Di fronte al Giasenei, al Rifugio Forestale
🗺️ Cartografia Carta Tabacco n.22 – Pale di San Martino (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon)
🛰️ Traccia GPS