Mezzogiorno, e siamo appena arrivati a Claut. Le nuvole sembrano minacciare il pomeriggio, per cui chiediamo in albergo un giro semplice e veloce. Ci consigliano il Col del Piais e, “se avete tempo e voglia”, di proseguire sul Sentiero delle Creste di San Gualberto. E chi siamo noi per rifiutare un buon consiglio? E allora seguici, ti portiamo su un bellissimo e inaspettato sentiero panoramico, e (spoiler!) in esplorazione su un sentiero appena recuperato, e che a breve sarà inaugurato.

Da dove partire e la prima parte del sentiero

Si parte da Claut, in paese. Tecnicamente il Sentiero delle Creste di San Gualberto inizia dalla Conca Verde (606 mslm, c’è un pannello che lo riassume), il parco urbano alle porte dell’abitato. C’è un ampio parcheggio per le auto; per raggiungere la Conca Verde puoi mettere questo punto nel navigatore.

Da qui, si attraversa la strada, si segue il torrente Ciàdula e si passa tra le case fino ad arrivare alla Chiesa di San Rocco, in corrispondenza della quale si prende a sinistra.

Ora, ti do un consiglio e ti lascio un’AVVERTENZA IMPORTANTE:

  • il consiglio è quello di fare il giro delle creste passando a ovest del Col dei Piais, facendo la breve deviazione per la vetta, tornando sull’ultima selletta e, a quel punto, proseguire sul sentiero 384 per l’effettivo Sentiero delle Creste. Mi sembra che così il giro sia più completo, e senza ripetizioni;
  • l’avvertenza è quella di fare l’anello delle Creste di San Gualberto in senso orario; anche se dovrai voltarti spesso per vedere il magnifico panorama, percorso così è più sicuro.

Per raggiungere la sommità del Col dei Piais e poi la selletta dalla quale comincia il Sentiero delle Creste, ti consiglio di leggere la relazione che abbiamo dedicato al facile itinerario del colle:

 

Se non vuoi fare il Col dei Piais, dalla Chiesetta di San Rocco segui la strada asfaltata che alle sue spalle sale verso il colle, fai il primo curvone sulla sinistra (con il ponte sul Ciafurle), i tre tornanti e prosegui in salita fino a quota 700 mslm, dove sulla sinistra si stacca la traccia in salita per la fantomatica sella di quota 840 mslm alla base del Col dei PIais.

In ogni caso, ci vediamo alla sella di quota 840 mslm, e continuiamo insieme da lì.

Dalla sella del Col dei Piais al Col Mittol

Dalla sella di quota 840, il sentiero sale ora con decisione, affrontando il versante meridionale del Col Mittol, il primo rilievo a costituire le creste. In breve il bosco si fa sempre più rado e siamo circondati da un folto prato fiorito e tante farfalle. Per un po’ la pendenza non molla.

Raggiungiamo un bivio (poco meno di 1000 mslm, cartello): sulla sinistra si scende all’imbocco della Val Settimana, noi invece prendiamo a destra – in salita, tra tornatini e curvette.

Sbuchiamo infine su Col Mittol (1046 mslm), e iniziamo a fare sul serio, ma in senso bello. Ci rendiamo conto che siamo molto alti, ora, e che il panorama si sta aprendo sulla Val Settimana, alla nostra sinistra, sull’alta Valcellina, a destra, mentre di fronte a noi, in fondo, un grande monte inclinato inizia a fare da guida.

Ma la vista più bella, da ora in avanti, sarà alle nostre spalle: la Valcellina si allarga, dove il fondo alluvionale è inciso compaiono ferite bianche di ghiaia, e possiamo immaginare come i torrenti dalle acque trasparenti si siano sforzati di scavare i propri corsi tra le alte e rudi montagne che sembrano chiudere l’orizzonte in ogni direzione.

Le Creste di San Gualberto

Con Claut alla nostra destra e l’impressionante sequenza di pareti che compone la destra della Val Settimana ed è dominata da Monte Turlon, camminiamo ora su una stretta ma evidente e comoda traccia, a tratti in quota e a tratti erta. Di fronte abbiamo gli strati inclinati delle Pale de Cione, che quasi ci fanno da guida.

Camminando, raggiungiamo nell’ordine Culisei (1169 mslm), dove si trova un consesso circolare di panche di legno; dopo un’ardua salita Cima dei Fagier (1372 mslm), sulla quale si trovano appunto dei faggi; e infine una nicchia naturale di pietra nella quale è stata di recente sistemata una scultura di legno raffigurante San Gualberto, patrono dei forestali e dei selvicoltori d’Italia. C’è anche una piccola cassetta di legno nella quale è conservato un “libro di cresta”, nel quale lasciare segno del proprio passaggio.

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
Se ti va puoi seguirci su Instagram oppure iscriverti alla newsletter. Buone gite!
segui bagaglio leggero su Instagram

Cima Val Tremoia

Questo è il tratto più “difficile” dell’escursione. Ora, non c’è nulla di scomodo o difficile: soltanto serve stare attenti in alcuni passaggi, e soprattutto se il fondo è bagnato, perché la roccia e l’erba qui sanno essere piuttosto sdrucciolevoli. Il passaggio dura comunque poco; presto siamo su un’ennesima selletta e affrontiamo la breve salita fino a Cima Val Tremuoia (1452 mslm), punto più alto dell’escursione.

Qui panorama ancora più bello, aria che si soffia in faccia, una piccola e semplice croce di legno.

Ci apprestiamo alla discesa: proseguiamo oltre la croce e seguiamo il sentiero che attraversa in rapida sequenza alcuni ambienti eccezionali, e ben indicativi delle Dolomiti Friulane – il prato di versante inclinato, carico di fioriture in questa stagione, un ripido canalone, poi un ghiaione solcato dalla traccia che dobbiamo seguire, poi i faggi che segnalano la ricomparsa del bosco. Mentre scendiamo guardiamo alle nostre spalle: la vista è splendida, isolata e selvaggia.

Siamo infine a Forcella della Cita (1144 mslm), sella per nulla panoramica perché dove abbiamo due possibilità per la discesa.

Due modi per chiudere l’anello delle Creste di San Gualberto

La chiusura “normale” sul sentiero 384

Scesi su Forcella della Cita si prende a destra e si segue il sentiero. Si superano alcune stalle prima di immettersi sulla poderale in località Stalle dei Fager (899 mslm). La strada bianca scende con pendenza costante fino a Stalle Costolada, dove si immette sulla strada asfaltata in discesa che ci riporta in paese per lo stesso percorso dell’andata.

Un nuovo percorso ad anello per chiudere il Creste di San Gualberto

Seguiamo allora il “nuovo” sentiero che percorre la cresta parallela a quella di San Gualberto e che, a differenza di questa, è coperta da un fitto bosco di faggi. Usiamo le virgolette sull’aggettivo nuovo, perché in realtà si tratta del ripristino di un’antica via seguita dai cacciatori della zona, e che quindi ha anche un importante valore tradizionale.

L’antica via dei cacciatori porta alla cima di Punta de Thep (in clautano, cioè Punta Sep). Nelle parole di chi ha tracciato il sentiero: “qui c’era solo bosco ripido. Il nuovo truoi, il sentiero, è impegnativo in alcuni punti per ripidità, ma è affrontabile anche da escursionisti non esperti.” Il Truoi de Thep è stato inaugurato a inizio luglio assieme ad un altro, più semplice percorso tradizionale di Claut, il Truoi de Piolsa.

Questa volta nelle parole del sindaco di Claut, Gionata Sturam: “siamo un po’ allergici a iniziative luna park o in stile panchine giganti, pensiamo sia meglio valorizzare quello che il territorio offre, ad esempio recuperando i sentieri dei nostri avi, con il valore aggiunto che sono sentieri che partono dal centro del paese.”

Per qualunque dubbio, segui la traccia gpx che trovi in basso.

Scesi su Forcella della Cita, cerchiamo di fronte a noi (cioè sul versante opposto) l’attacco del nuovo sentiero. Il sentiero è ben sistemato con gradini di legno fino alla cima della Punta di Sep (1331 mslm), dove ci aspettiamo un belvedere, ma…

… lo troviamo poco dopo, scendendo dalla cima e prendendo il sentiero più evidente, che porta ad un balcone panoramico aperto tra i faggi.

Da qui, torniamo di qualche passo indietro e più o meno capiamo che il sentiero “delle nuove creste” scende pendente di alcune decine di metri. Ora la traccia si regolarizza e diventa facile da seguire, proseguendo verso ovest sud ovest verso il paese di Claut. In successione passiamo su Croda Spissa (1205 mslm), dove si trova un grosso masso di calcare, e poi sul Monte Ciade (1179 mslm). Passiamo un paio di punti esposti e a ridosso di pareti di roccia, da affrontare con concentrazione – ma brevissimi.

Dopo il Monte Ciade, il panorama infine si apre su Claut e sulla valle. Il tramonto ci accompagna mentre il sentiero entra nel bosco e diventa una vecchia mulattiera, che seguiamo fino a a sbucare su una seconda mulattiera (680 mslm). Prendiamo a sinistra e scendiamo in paese, nei pressi della Chiesetta di San Rocco.

Sentiero delle Creste di San Gualberto: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo A Claut, in alta Val Cellina, sulle Dolomiti Friulane, nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane.
📍 Partenza da Claut, Conca Verde (606 mslm)
🏅 Arrivo Cima di Val Tremuoia (1452 mslm)
📐 Dislivello 1020 metri il giro completo
📏 Lunghezza 10,9 km
⏱️ Tempo poco meno di 6 ore
😅 Difficoltà Medio l’anello tradizionale; medio-difficile se segui il percorso sul sentiero dei cacciatori/Truoi de Thep.
💧 Acqua Solo in paese. In estate, portati abbondante scorta.
🗺️ Cartografia Carta Tabacco n.21 – Dolomiti di Sinistra Piave (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon), oppure Carta Tabacco del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che comprende tutto il territorio del parco (puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì. Comprende la salita per il Col dei Piais, il Sentiero delle Creste di San Gualberto e la discesa per il nuovo sentiero Truoi de Thep