“Il Bivacco Bedin è il più bello delle Dolomiti”, oppure, secondo altre versioni addirittura “il più bello d’Europa”. Ho perso il conto di quante volte abbia sentito questa affermazione, e di quante volte abbia pensato fosse solo un’ennesima moda. Ebbene… è arrivato il momento di testare sul campo se il Bedin è davvero il bivacco più bello.

Dolomiti Agordine, Pale di San Lucano e panorama a 360°: le premesse sembrano in effetti esserci tutte.

Cosa troverai nella salita al Bivacco Bedin
Fatica
Difficoltà tecnica
Panorama
Bellezza

trekking da Pradimezzo al Bivacco Bedin

Da Pradimezzo a Malga d’Ambrosogn lungo il sentiero 764

Lasciamo l’auto nei pressi del delizioso abitato di Pradimezzo, nel quale veniamo accolti da splendide dalie in fiore e da un signore piuttosto burbero che ci sgrida perché stiamo partendo troppo tardi!

Alcune accortezze prima di iniziare la gita. Il Bivacco Bedin è frequentatissimo, e molti in paese non vedono di buon occhio questo anda-rianda. Cerca quindi di essere il più rispettoso possibile e parcheggia prima delle indicazioni di divieto. Ci sono 4-5 posti auto lungo la strada, in corrispondenza dei primi edifici, e un piccolo parcheggio subito sotto.

Il sentiero infatti passa attraverso alcune case del paese per poi addentrarsi in breve nel bosco. La salita si fa sentire quasi subito, inerpicandosi piuttosto ripidamente.

Attenzione! A seguito della tempesta Vaia del 2018 il percorso originario ha subito delle modifiche, per cui lo troverai un po’ “spostato” rispetto alla topografia. Non è segnalato benissimo, ma basta tenere gli occhi ben aperti per trovare la traccia che sale per poi scendere qualche metro fino ad incontrare un torrente.

Qui occorre prestare attenzione perché l’originario ponte che permetteva l’attraversamento del Rù del Torcol è crollato. Ora bisogna scendere lungo una parete rocciosa, aiutandosi con delle corde metalliche fisse. Niente di troppo impegnativo, ma la roccia può essere davvero scivolosa.

Continuiamo a salire ripidamente lungo la valle del Torcol fino alla Casera Torcol (1382 mslm), adibita a stalla. Da qui il sentiero continua a salire fino alla bella conca di Casera Ambrosogn (1700 mslm), dove il bosco si dirada per lasciare spazio ad una morbida conca erbosa.

La casera offre riparo spartano con una stufa (in una stanza separata), un camino e un soppalco. Segnalo anche un simpatico libro di bivacco nel quale si trovano molte testimonianze di escursionisti che per la troppa fatica abdicano alla salita al bivacco Bedin una volta arrivati qui!

Malga d'Ambrosogn

Il sentiero 765 da Malga d’Ambrosogn al Bivacco Bedin per Forcella Besausega

Dalla Malga d’Ambrosogn infatti bisogna calcolare almeno un’altra ora di salita. Il bosco si dirada mano a mano che saliamo, aprendo la vista sulla Marmolada e sulla nostra amata sulla nostra amata Cima Pape, i fienili Campigol in bella vista.

Salutiamo gli ultimi larici che iniziano a cambiare colore ed iniziamo a salire le ripide ghiaie di Forcella Besausega. Il sentiero passa proprio sotto le pareti delle Cime di Ambrosogn, dalle quali escono dei tenerissimi uccellini canterini. Il sole è ancora alto, nonostante abbiamo davvero iniziato a camminare tardi, ma il fronte di nuvole che vediamo davanti a noi non promette nulla di buono.

Forcella Besausega

Arriviamo a Forcella Besausega e veniamo letteralmente avvolti dalle nuvole. In un attimo tutto attorno a noi diventa grigio. Riusciamo a mala pena a seguire il sentiero mettendo un piede davanti all’altro lungo la bellissima cresta in quota che si snoda nel versante sud della Prima Pala di San Lucano. Le nuvole ogni tanto si dissolvono per pochi istanti, facendoci scorgere una stella alpina, il suggestivo Boral di Besausega, una colonia di funghi, un… no, ora non vediamo più nulla.

Ah no, aspetta, una statuetta di Cristo ed eccolo: il bivacco! Grigio scuro su grigio… lo ricordavo diverso! Ah… il famoso bivacco Bedin (2210 mslm), celebre in tutto il mondo per il suo panorama – allego documentazione fotografica!

Nonostante siamo saliti in un giovedì di fine settembre, all’interno ci sono già altre quattro persone. Facciamo legna grazie agli attrezzi del bivacco e ad un recente incendio di mughi poco più sotto, e accendiamo il fuoco per la notte. Fuoco che sarà spettatore di una nottata di chiacchiere, vino in cartone e cibi non proprio gourmet.

Le stelle? 5 minuti di gloria in molte ore di nulla cosmico!

Fuoco in bivacco

Gli interni del Bivacco Bedin

Il bivacco è stato eretto nel 1977 dal gruppo alpinistico vicentino, in memoria di Margherita Bedin, deceduta sul Gran Sasso d’Italia.

La cosa che salta subito all’occhio è la deliziosa veranda che si affaccia su alcune delle più famose cime dolomitiche. Un tavolone in legno con panche e sgabelli, delle enormi finestre e una dispensa così rifornita che basterebbe a sfamare un esercito.

All’incirca separata dalla veranda si trova la “zona notte”, composta da 9 letti al castello con coperte e materassi in ottimo stato. Ah, le coperte hanno un verso testa-piedi, te lo segnalo perché io me ne sono accorta solo ripiegandole al mattino!

Interni del Bivacco Bedin

Interno letti del Bivacco Bedin

L’alba dal Bivacco Bedin

Dopo le prime due ore insonni per i classici piedi-di-ghiaccio, il resto della notte riesco a dormire bene. Mi sveglio prima dell’alba e curioso fuori dalla veranda, standomene ben stretta dentro il mio sacco a pelo. Fuori è ancora grigio. Mi rigiro, riapro un occhio… cos’è quel bagliore che vedo??

Sgattaiolo fuori dal bivacco insieme ad un altro ragazzo ed siamo travolti da uno scenario incredibile. L’alba sta per sorgere di fronte a noi, sotto di noi un mare di nuvole dato dall’inversione termina e sopra di noi un cielo tremendamente sereno.

Entro a svegliare Davide che non può perdersi lo spettacolo. Il resto è semplicemente difficile da spiegare. I passi percorrono piano il pianoro verdeggiante sopra l’alto precipizio che guarda la valle del Cordevole.

Civetta, Agner, Tofane, Cristallo e Schiara fanno bella mostra di sè, mentre il sole ci incanta con giochi di colori di una bellezza commovente. E questa, sì, è una delle più belle albe che abbiamo mai visto.

Alba al Bivacco Bedin

Inversione termica sulle Dolomiti

Il Bivacco Bedin è il più bello delle Dolomiti?

A favore:

  • posizione e panorama decisamente straordinari, con vista sulle più belle cime dolomitiche e una posizione perfetta per ammirare l’alba;
  • veranda deliziosa nella quale cenare e godersi il panorama;
  • attrezzatura in buono stato. È presente anche un materassino e una tenda di emergenza per i casi di “overbooking”;
  • dispensa super fornita e possibilità di fare fuoco all’esterno.

Contrari:

  • affollamento. Nel libro del bivacco si parla di notti con 15 persone + 3 tende fuori. Se volete andare nel weekend, partire presto al mattino per assicurarvi un posto letto;
  • la struttura è pur sempre quella di un bivacco stile Berti, per cui non è possibile scaldare con stufe o fuochi l’interno, né cucinare. Non sono presenti grandi confort, oltre ad una simpatica moka verde.
  • acqua non sempre presente nei pressi del bivacco.

Non abbiamo (ancora) avuto la fortuna di vedere tutti i bivacchi delle Dolomiti, ma diciamo che sicuramente il Bivacco Bedin difende bene il suo posto sul podio.

Bivacco Bedin

Davide di fronte alle Dolomiti all'alba

Trekking al Bivacco Bedin: dati tecnici in breve

Dove siamo: sulle Pale di San Lucano, un blocco roccioso tagliato da profondi solchi, a nord est delle più celebri Pale di San Martino

Partenza: Pradimezzo (873 mslm), a due passi da Cencenighe Agordino. Lascia l’auto prima del divieto di accesso.

Arrivo: Bivacco Margherita Bedin (2210 mslm)

Dislivello: circa 1400 mt

Tempo: 4 ore la salita

Difficoltà: medio-difficile. Ci sono un paio di tratti esposti da affrontare con cautela e piede fermo. Nel complesso il dislivello e la lunghezza la rendono una gita per escursionisti con un po’ di esperienza (e gamba).

Acqua: dipende dalla stagione. Normalmente sono presenti 4 fonti di acqua: una in paese, una lungo il sentiero nel bosco, una alla Malga d’Ambrosogn e una a 5 minuti dal bivacco, in direzione Forcella Besausega. A fine settembre due erano del tutto prosciugate, per cui abbiamo trovato acqua solo in paese e alla malga (1 ora dal bivacco).

Cartografia: Tabacco n. 15 – Marmolada, Pelmo, Civetta, Moiazza (se non ce l’hai puoi comprarla su Amazon)

Bivacco Bedin sulle Pale di San Lucano - pin