Siamo in Val Codera, che di per sé è una meraviglia. L’obiettivo è un giro ad anello di tre giorni e la meta della prima notte è proprio il Bivacco Valli. Un incanto situato a monte di due cascate gemelle, appoggiato ad un enorme monolite erratico e circondato da splendidi monti.

Silvia e Davide al Bivacco Valli

Da Novate Mezzola a Codera

Una premessa: raggiungere il Bivacco Valli in giornata è decisamente lungo e l’escursione può diventare decisamente troppo impegnativa. Puoi però decidere di spezzarla in due giorni e pernottare una notte al Rifugio Brasca.

In auto, da Novate Mezzola imbocchiamo Via al Castello in località Mezzolpiano, che termina proprio nel parcheggio (312 mslm) con alcune panchine, una fontanella (provvidenziale al rientro) e la macchinetta erogatrice del ticket per il parcheggio. Il costo del biglietto è risibile anche nel caso si voglia lasciare l’auto per tre giorni di fila.

Il sentiero 401 inizia proprio qui accanto, dove imbocchiamo la bella mulattiera a gradoni che ci porterà fino a Codera. Sbagliare sentiero è praticamente impossibile, perdersi d’animo prima di arrivare a destinazione è molto più probabile. Data la bassa quota, l’inizio del sentiero in questa torrida estate (e all’ora di pranzo) è un forno.

A poco servono le belle viste sul lago di Mezzola, il distrarsi contando i gradoni o il pensiero del pranzo: lo zaino pesa e fa troppo caldo. L’aiuto concreto a superare la salita è l’acqua: lungo tutta la Val Codera si trova acqua in abbondanza in ruscelli e fontanelle, pause obbligatorie per riprendere fiato. Il primo tratto però – diciamo fino a poco prima dell’abitato di Codera – è impietoso e arido.

Lago di Mezzola

La pendenza del sentiero è piuttosto sostenuta e i tornanti si fanno sempre più avvoltolati, un vecchio scavatore abbandonato (?) ci saluta dalla sua ammiccante ombra, mentre un tratto pianeggiante ci illude che la salita sia già finita.

Arriviamo alla località Avedée (770 mslm) e poco dopo entriamo all’interno di una galleria paramassi che – per quanto esteticamente discutibile – ci regala qualche minuto di ombra. Un’altra galleria, gli ultimi metri che ci separano da Codera, ed eccola.

Veniamo accolti dal piccolo cimitero (795 mslm) – niente battute – e, dopo aver oltrepassato la cappelletta delle Grazie, arriviamo con poca pendenza al cartello di benvenuto di Codera (825 mslm).

Codera

Codera

Codera non si può raccontare in poche parole, mi (e ti) riprometto di scriverne nei prossimi giorni, ma in maniera sommaria posso dirti che:

  • è un posto incredibile,
  • è uno dei pochi paesi d’Italia raggiungibili solo a piedi ad essere ancora abitato tutto l’anno,
  • è terra di scoutismo “estremo”,
  • ci sono ben tre musei etnografici che meritano attenzione,
  • il Rifugio La Locanda dicono sia strepitoso,
  • c’è un’interessante insegna che conduce all’Osteria Alpina, e dice semplicemente “Vino Buono”.

Insomma, a Codera ci si ferma. Obbligatorio.

Da Codera al Rifugio Bresciadega

Lasciamo Codera non senza un po’ di malinconia, ma con la certezza di aver visto un posto unico al mondo e ci incamminiamo in direzione del Rifugio Brasca.

Il sole è ancora alto in cielo e la forestale di recente costruzione abbastanza un incubo. Nonostante corra affianco al torrente, il percorso è completamente al sole e i pochi alberi sparuti ai lati della forestale non riescono a dare conforto a due escursionisti appesantiti dallo zaino (e da un bicchiere di vino – ok evitabile, ma che fai? Non lo prendi?). Un’altra nota negativa: fino al rifugio sono 5 chilometri così.

Entriamo poi in bosco e raggiungiamo dapprima la bella località di Stoppadura con case di pietra ben risistemate e una interessante fontana e poi, oltrepassato un cancello di legno per il pascolo, arriviamo in breve al Rifugio Bresciadega (1214 mslm).

Non siamo entrati nel rifugio, ma la piana dove sorge è davvero bellissima: quasi tutte le case sono state risistemate e danno idea di essere utilizzare in estate come case vacanza.

Rifugio Bresciadega

Dal Rifugio Bresciadega al Rifugio Brasca

Dal Rifugio Brasciadega continuiamo dritti e ci riaddentriamo nel bosco, dove veniamo colpiti all’improvviso da un profumo squisito: siamo attorniati da fragoline di bosco! Fidati, mai viste così tante. Via gli zaini, mani che curiosano tra le foglie e quel sapore squisito delle cose raccolte nella natura.

Non senza difficoltà, Davide riesce a persuadermi nel proseguire, oltrepassiamo la Base Scout La Casera e, con un bellissimo sentiero nel bosco, arriviamo al Rifugio Brasca (1304 mslm).

Rifugio Brasca

Dal Rifugio Brasca al Bivacco Valli

Studiamo la carta topografica appesa nelle vicinanze del Rifugio Brasca, constatando enormi differenze con quella che abbiamo noi… speriamo bene che la nostra sia più affidabile (spoiler: lo è, ma i problemi topografici ci perseguiteranno per i tre giorni di trekking).

Dal Rifugio Brasca il sentiero si perde. Puntiamo verso sud, tenendo il rifugio alla sinistra, una traccia inerbita passa accanto ad un albero e prosegue in direzione delle ultime baite che si vedono tra bosco e prato.

Il panorama da qui è grandioso: le due cascate gemelle sono un premio per gli occhi. È la Val d’Arnasca, corta laterale della Val Codera.

Cascate gemelle in Val Codera

Il segnavia su un masso ci suggerisce la direzione e inizia nuovamente la salita, piuttosto verticale. Il sentiero infatti sale a zig-zag tra pietrone, felci e rivoli d’acqua. Anche se la salita non presenta difficoltà tecniche è comunque richiesto buon passo perché non si tratta di un sentiero agevole nel quale camminare, ed è un po’ esposto.

Il sentiero costeggia le splendide cascate e ci porta di fronte ad un piccolo pianoro con mucche al pascolo (da quanto caldo è oggi, si sono nascoste sotto alcuni massi erratici, povere). Gli alpeggi sono minuscole costruzioni lontane, di pietra.

Un ultimo intaglio piuttosto verticale ci fa sorpassare una parete rocciosa, salire su un dosso e finalmente… eccolo!

Sass Carlasc

Bivacco Valli

Il Bivacco Valli (1930 mslm)

Invisibile fino all’ultimo, il Bivacco Valli è uno spettacolo! È addossato al Sass Carlasc, uno scenografico masso erratico, mentre accanto scorrono splendidi rivoli d’acqua che formano cascate e piscine naturali (nelle quali ci immergiamo in meno di un minuto).

Bivacco Valli Val Codera

L’interno del Bivacco Valli è molto spartano e non gode di splendida forma (forse è il caso di riportare qui il galateo del bivacco per chi magari è alle prime armi), ma dopo una bella passata di olio di gomito è pronto per accoglierci per la notte.

6 posti letto con materassi, coperte e cuscini, una piccola dispensa ben fornita di viveri e vettovaglie e un tavolone centrale con panche. Essenziale, ma c’è tutto quello che serve.

Per il resto è il panorama a parlare.

Interno del Bivacco Valli

Dal Bivacco Valli: forcella Ligoncio e forcella

Due indicazioni per chi volesse proseguire:

  • Passo di Spassato o della porta, sconsigliatissimo da tutti. Anche gli alpinisti più esperti ci hanno detto di lasciare stare, quindi io lo riporto a te in chiare lettere. Oltretutto su tutte le carte che abbiamo non è presente la traccia, ci sarà un motivo.
  • Passo del Ligoncio, difficile. Riservato ad escursionisti decisamente esperti. Ci sono alcuni tratti di cavo (uno abbastanza strapiombante) e alcuni tratti non assicurati sono davvero esposti.
    Questo è il passaggio per raggiungere il Rifugio Omio in Val Masino, ma valuta attentamente la tua preparazione prima di intraprenderlo.

Bivacco Valli

Escursione al Bivacco Valli: dati tecnici in breve

⛰️ Dove siamo In Val Codera, laterale della Valchiavenna ad altezza del lago di Mezzola (SO)
📍 Partenza da Mezzolpiano (parcheggio a pagamento, 312 mslm)
🏔️ Arrivo Bivacco Valli (1930 mslm)
📐 Dislivello 1600 metri
📏 Lunghezza 12,6 km la salita
⏱️ Tempo quasi 7 ore la salita
😅 Difficoltà Media-Difficile: non ci sono difficoltà tecniche, ma la lunghezza dell’itinerario è impegnativa
💧 Acqua Sì, fonti presso quasi tutte le borgate
🗺️ Cartografia Carta SeteMap Val Masino – Val Codera (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì.

Bivacco Valli in Val Codera - pin