L’abbiamo chiamata “la gita che mette d’accordo tutti”. Quante volte infatti gli amici ti chiedono di portarli sulla neve, ma tutti hanno un’esigenza diversa – chi vuole farsi una sciata, chi non vede l’ora di usare le ciaspole, chi vuole farsi una pellata, chi pensa solo al posto nel quale si mangerà… ecco: la salita invernale al Monte Fertazza e al Ristoro Belvedere è la gita perfetta. In più, dire che è panoramica è dire poco: qui le Dolomiti danno davvero il meglio di sè!
Salita a Cima Fertazza in invernale: informazioni utili
Indipendentemente da come saliremo a Cima Fertazza, la gita parte dagli impianti di risalita di Pescul (BL), piccolo abitato della Val Fiorentina che si trova giusto giù da Passo Staulanza (se vieni da Longarone/Zoldo) o dopo Selva di Cadore se vieni da Passo Giau.
Questo versante del Monte Fertazza è infatti interessato dalle piste omonime, parte del comprensorio Ski Civetta.
Questa gita può essere goduta in tanti modi diversi:
- a piedi, con i ramponcini o con le ciaspole a seconda dell’innevamento (trovi l’itinerario e la traccia GPX sotto),
- con gli sci da scialpinismo (salendo per lo stesso itinerario che raccontiamo e scendendo per le piste),
- salendo con gli impianti per poi scendere con gli stessi, oppure con gli sci da discesa lungo le piste oppure ancora scendendo a piedi lungo l’itinerario che raccontiamo (non a fianco delle piste mi raccomando!).
- e per chi vuole camminare, ma meno? Può fare metà salita a piedi (ciaspole o ramponcini) e metà con gli impianti
…. insomma, vedi che accontenta davvero tutti?
Detto questo, ecco la descrizione dell’escursione per sale a piedi, con le ciaspole o con le pelli.
Da Pescul a Cima Fertazza
Guardando gli impianti (1415 mslm), imbocchiamo la forestale che, con pochissima pendenza, sale sulla destra (sentiero 569). Per un’ora e un quarto, seguiremo questa: guadagnando quota molto lentamente, protetti dal bosco all’inizio (l’unico conforto panoramico è dato dal Pelmo che spunta alle nostre spalle) e poi, quando gli alberi si diradano, con una visuale strepitosa verso nord e nord ovest, con il Piz Boè e il Gruppo del Sella a spadroneggiare.
Nota bene che salendo lungo la forestale, devi ignorare tutte le deviazioni: in inverno immettono direttamente sui settori di versante occupati dalle piste da sci, e quindi non percorribili a piedi (a meno che tu non voglia prendere gli impianti a metà).
Secondo nota bene: Rifugio Fertazza e Monte Fertazza si trovano in due posti diversi! Noi stiamo andando al Ristoro Belvedere, tienilo a mente quando guardi le indicazioni.
Raggiunta quota 1720 mslm, in località Col de la Chizza, e in corrispondenza di alcuni cartelli, il nostro percorso piega a gomito e inizia a salire con molta decisione verso sud: è il tratto che raggiunge Tabià Forzela, e che propone uno dei due punti tosti dell’escursione.
Quando arriviamo al Tabià Forzela (1840 mslm), infatti, abbiamo macinato centoventi metri di dislivello in pochissimo tempo, e superato un traverso di versante non difficile, ma comunque che richiede attenzione. Al tabià abbiamo però una sorpresa: qui “scavalliamo” con lo sguardo verso l’Agordino e la valle del Cordevole, e lo facciamo in modo piuttosto scenografico.
Pieghiamo a sinistra ora sul sentiero 566, seguiamo un lungo percorso quasi in quota e raggiungiamo un bivio (cartelli):
- proseguendo dritti si raggiunge in pochi minuti il panoramicissimo Col di Davagnin,
- tenendo la quota, si scende a Fernazza e poi al Lago di Alleghe,
- prendendo in salita, si sale verso il Monte Fertazza e Ristoro Belvedere.
Prendiamo in salita, allora, per il vero e proprio muro dell’escursione: poco più di 100 metri di dislivello piuttosto aggressivi, che ci portano ad aggirare sulla sinistra uno sperone roccioso (visuale drammatica verso il lato occidentale del Civetta), e ci depositano nella parte più bella dell’escursione: quasi un piccolo altopiano in quota, con lo sguardo che si apre sopra il manto di neve ma quasi ci fa sentire sopra le nuvole.
Camminando raggiungiamo la Madonnina Bianca del Fertazza: una piccola statua, poggiata sopra un masso, che ci consola del fatto che le nostre fatiche stanno per finire, e stiamo per arrivare… in paradiso (in senso buono); difatti da qui ci restano pochi minuti per salire al Monte Fertazza, anche Cima dei Viai (2101 mslm), prima nostra meta della giornata.
Il Monte Fertazza
Sulla cima troviamo una croce di metallo proiettata verso il Civetta, mentre sotto di noi guardiamo il Lago di Alleghe ghiacciato, che avevamo adocchiato già una mezz’ora prima. Idilliaco, peccato che lo sguardo debba un po’ forzarsi a escludere le poderose antenne presenti sul colle.
Un cenno storico. Il Fertazza- Fernazza era fino alla Prima Guerra Mondiale zona di confine, e separava la Valle del Cordevole, italiana, dall’austriaca Val Fiorentina. In estate sono visibili i resti di trincee e ripari.
Il Ristoro Belvedere
Scendiamo, allora, verso sud est verso il Ristoro Belvedere (2082 mslm), che raggiungiamo in pochissimi minuti. E finalmente, ci togliamo ciaspole, sci o ramponcini…
per goderci tutto quello che questo posto ha da offrire, e cioè: la vista ECCEZIONALE su Pelmo e Civetta che paiono così vicini da poterli toccare con un dito (poi guardi meglio, e in secondo piano c’è l’Antelao, il Re delle Dolomiti…); la soleggiata terrazza, peraltro defilata rispetto all’arrivo degli impianti che salgono dal Rifugio Fertazza; l’accoglienza della mitica Michela, la cui famiglia gestisce questo luogo da 30 anni; il cibo, in particolar modo – data la stagione e la clientela degli sciatori “che non hanno tempo da perdere” – gli strepitosi panini caldi; l’infilata di grappe dagli 80 gusti differenti!
Per tornare a valle:
- con ciaspole, ramponcini o piedi, scendi dalla via della salita;
- con gli sci da scialpinismo, scendi per le piste;
- gli amici che sono saliti per sciare, scendono per le piste anch’essi;
- i pigri che volevano solo stare in compagnia a tavola, scendono con gli impianti (o, se attrezzati, per il sentiero).
In ogni caso… ci si rivede a Pescul?
Ciaspolata a Cima Fertazza e Ristoro Belvedere da Pescul: dati tecnici in breve e traccia GPX
⛰️ Dove siamo | Tra Val Fiorentina e Agordino, Dolomiti Bellunesi |
📍 Partenza da | Pescul, impianti di risalita (1415 mslm) |
🏅 Arrivo | Monte Fertazza (2101 mslm), Ristoro Belvedere (2082 mslm) |
📐 Dislivello | 680 metri |
📏 Lunghezza | 14,4 km tutta l’escursione |
⏱️ Tempo | Due ore e mezza la salita |
😅 Difficoltà | Media |
💧 Acqua | / |
🗺️ Cartografia | Carta Tabacco n.25 – Dolomiti di Zoldo, Cadorine e Agordine |
🛰️ Traccia GPS | Sì, della salita |
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