Gestire le mestruazioni in montagna non è sempre semplice, anzi. Se nelle escursioni giornaliere ci si può “arrangiare in qualche modo”, nei trekking di più giorni può diventare complesso, ma questo non deve impedirci di vivere le nostre avventure!
So che le mestruazioni sono ancora un tabù, ma parlarne, cercare soluzioni insieme e condividere le nostre esperienze è alla base per normalizzare una cosa che fa parte della natura di tutte noi e di tutti noi. Maschietti non sentitevi esclusi dal discorso: la responsabilità del nostro benessere come società passa anche attraverso la fine di odiose battutine e di orecchie tappate.
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Andare in montagna durante le mestruazioni
Inizio con il dire che le mestruazioni, al netto di condizioni patologiche, non devono essere invalidanti e non devono impedirci di andare in montagna o di fare sport. Crampi, dolori alla pancia o ai polpacci (ditemi che non sono l’unica) ed emicranie sono comuni, ma tendenzialmente si possono risolvere facilmente, anche con rimedi naturali.
—> Il dolore acuto invece non è normale, se questo è il tuo caso, ti consiglio di rivolgerti ad un medico e indagare.
L’importante in qualsiasi caso è ascoltarsi. Se ti sono venute le mestruazioni proprio il giorno in cui avevi programmato di fare trekking e ti senti a pezzi, il mio consiglio è quello di rallentare, riprogrammare l’escursione e assecondare il tuo corpo. Le montagne rimangono sempre lì ad espettarti.
Questo è un consiglio che vale per chiunque si approcci la montagna: la sicurezza dev’essere la priorità. Un pensiero attanagliante o un malessere possono contribuire a non farci prendere le decisioni corrette con lucidità.
Se invece ti senti in forza, go go go! Questa qui sotto io durante alcune delle volte più “epiche” nelle quali mi è venuto il ciclo puntuale-puntuale!
Questa immagine e la prossima fanno parte delle slide che corredano lo speech che ho presentato, in collaborazione con Sebach, alla Route Nazionale Agesci 2024. Non solo la gestione sostenibile delle mestruazioni in montagna, ma anche il fatto che rompere il tabù che ancora le circonda può aiutare a raggiungere la parità di genere. Capi scout, grazie per l’accoglienza, è stato bello, bello!
Impatto delle mestruazioni sull’ambiente
Come ogni prodotto industriale, assorbenti usa e getta e tamponi hanno un ciclo di vita breve che inquina acque e terreni, portando alla dispersione di microplastiche. Vediamo qualche dato?
I prodotti mestruali non riciclabili sono costituiti da alte percentuali di plastiche non biodegradabili, mentre confezioni e applicatori sono in genere completamente fatti di plastica. Se nel corso della sua vita, una donna può utilizzare più di 10,000 prodotti mestruali usa e getta, significa che dovrà smaltire circa 150 chilogrammi di tamponi, assorbenti e applicatori, dei quali il 90% è plastica.
Personalmente, durante le mie escursioni cerco di seguire la Filosofia Leave No Trace. Ti consiglio di approfondirla se sei appassionata di montagna perché permette di avere una buona prospettiva su come comportarsi in ogni situazione.
Un assorbente impiega più di 450 anni per decomporsi e spesso finiscono come rifiuti sulle spiagge o negli oceani. Non è un caso se i prodotti mestruali sono uno degli articoli in plastica monouso più comunemente ritrovati nei rifiuti marini. I dati della Marine Conservation Society mostrano che in media si trovano 4,8 rifiuti mestruali ogni 100 metri di spiaggia pulita.
Questo perché c’è ancora la pessima abitudine di buttarli nello scarico del water o di abbandonarli nell’ambiente, come accade anche in montagna. In questi anni infatti, oltre agli immancabili fazzoletti sporchi nel limitare dei sentieri, ho trovato innumerevoli tamponi e assorbenti abbandonati sotto ad una pietra o dietro ad un albero.
Le mestruazioni fanno parte della nostra natura, ma non dobbiamo farci spaventare da questi dati.
Possiamo fare tantissimo per inquinare il meno possibile e dev’essere una nostra responsabilità.
I 3 metodi sostenibili per gestire le mestruazioni in montagna
Partiamo dalla differenza tra escursione giornaliera e trekking di più giorni. La vera difficoltà si ha quando decidiamo di fare trekking, alte vie o cammini di più giorni dove, ovviamente, spesso non abbiamo la possibilità di cambiarci comodamente in un bagno, quindi ci troviamo di fronte a:
- disagi/scomodità
- rifiuti da smaltire
- assenza di acqua
Sostanzialmente per la gestione delle mestruazioni durante un’escursione o un trekking esistono tre soluzioni sostenibili:
- la coppetta mestruale,
- gli assorbenti ecologici,
- le mutande mestruali.
Di ognuna soluzione ci sono pro e contro ovviamente… mai una cosa che sia facile.
Coppetta mestruale
✅ Mi sono sempre trovata benissimo con la coppetta mestruale ed è il metodo che utilizzo normalmente per gestire le mestruazioni. La coppetta mestruale:
- ha un grande potere di contenimento,
- è molto economica,
- risulta davvero comoda per lo sport (impossibile sentirla se indossata correttamente)
- dura anche 10 anni… quindi significa 10 anni senza rifiuti!
Parentesi, se si annerisce non è da buttare, è per via del ferro presente nel sangue.
❌ Durante i trekking però può presentare qualche problematica.
Se siamo nella natura infatti, senza la possibilità di svuotare la coppetta in bagno, ci sono due problemi:
- Da una parte la pulizia della coppetta, senza un bagno a disposizione bisogna arrangiarsi con la borraccia e cercare di usare una sola mano per togliere, svuotare e reinserire la coppetta, in modo che con l’altra si possa sciacquarsi l’altra mano per tirarti su i pantaloni. A volte non è così semplice e inoltre c’è la necessità di avere acqua, altra cosa non banale durante un’alta via di più giorni.
- Dall’altra la dispersione del sangue mestruale che può implicare dei potenziali rischi biologici. Non solo perché può contenere dei patogeni conclamati (ad es. il virus dell’epatite B e C), ma anche i batteri. batteri che fanno parte del normale e corredo di un apparato genitale sano, ma che una volta liberi dell’ambiente possono proliferare, rendendo il sangue un terreno di coltura difficile da prevedere.
- Per la loro conformazione inoltre potrebbero non essere adatte a tutti i tipi di fisicità.
Come svuotare la coppetta mestruale in natura? Il metodo migliore è quello che si utilizza anche per le feci:
– allontanati di almeno 60 metri da ruscelli, torrenti, laghi e fonti d’acqua;
– scava una buca con una palettina di alluminio (le trovi online)
– svuota il sangue dentro la buca
– ricopri con la terra… e voilà
PS: esiste anche il disco mestruale che funziona similmente, ma consente anche di avere rapporti sessuali…. magari in tenda, al chiaro di luna!
Assorbente biodegradabile
✅ L’assorbente biodegradabile che si trova in commercio:
- può essere sia interno che esterno, da scegliere a seconda di come sei abituata e di come ti trovi meglio;
- è pratico e facile da gestire durante i cambi;
- quelli esterni si adattano a tutte.
❌ La controindicazione principale rimane il fatto che in cammino ti troverai a dover smaltire l’assorbente.
Ecco, è bene chiarirlo: gli assorbenti biodegradabili NON vanno dispersi nell’ambiente perché “tanto sono compostabili” (come vedo fare sempre anche per bucce di banana o di mandarino) quindi devi comunque portarveli a valle.
Potete riporli arrotolati su di loro o in un po’ di carta igienica all’interno di un semplice sacchetto; io mi trovo bene ad usare una bustina di silicone (tipo quelle per alimenti) così quando torno a casa la svuoto e la lavo bene e la posso riutilizzare all’infinito.
Personalmente mi da fastidio la sensazione dell’assorbente esterno sulla pelle mentre faccio sport e sudo, ma questo è un discorso personale.
Mutanda mestruale
✅ L’ultima soluzione tra quelle sostenibili è la mutanda mestruale. Si tratta di comodissime mutande (spesso in cotone) che raccolgono perfettamente il sangue mestruale e che poi si lavano tranquillamente in lavatrice insieme alle altre cose sporche.
❌ La verità è che se per le escursioni giornaliere è probabile che dobbiate portarvi almeno un cambio, a seconda di quanto è abbondante il flusso, ma questo significa che per le escursioni di più giorni è decisamente impensabile per me perché significherebbe portarsi via più di 10 paia di mutande con conseguente peso nello zaino e ingombro.
Flusso istintivo libero
Per dovere di completezza ti segnalo anche che esiste un metodo 100% naturale per gestire le mestruazioni che si chiama flusso istintivo libero. È una cosa di cui si parla pochissimo e potrebbe interessarti approfondire, ma che non è proprio semplice eseguire… praticamente si tratta di una pratica di (auto)controllo sul proprio corpo che permette di trattenere il flusso fino al momento che decidete.
Negli anni scorsi avevo provato ad avvicinarmici, se non altro per curiosità, ma il problema è che bisogna comunque avere un bagno a disposizione nel momento in cui serve, quindi lo trovo poco praticabile durante un’escursione.
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