Un pomeriggio sulle colline, un bel giro di facili saliscendi nel bosco, due meraviglie naturali piuttosto originali: le Grotte di Labante, con spruzzi d’acqua e verdissimi muschi, e le Grotte di Soprasasso, create da un’artista dalla mano capace di scolpire, levigare, lisciare (spoiler: è la Natura, questa artista, e lo strumento che ha usato per questa opera è stato il vento). Con questa escursione ti portiamo a camminare sull’Appenino Bolognese.

Da dove partire per l’escursione

L’escursione inizia proprio di fronte alle Grotte di Labante. Si raggiunge San Cristoforo di Labante – minuscolo borgo sparso che si trova a circa un’ora d’auto da Bologna (imposta “Grotte di Labante” in Google Maps) – e si parcheggia in corrispondenza del tornate della Strada Provinciale 68 oppure, scesa la pendente stradina che conduce alle grotte, nel grande prato.

Nota a proposito dell’itinerario. Percorreremo in parte l’Anello di Soprasasso, un itinerario escursionistico che parte da Riola, ma non arriva alle Grotte di Labante. Per vedere in una mezza giornata entrambe le meraviglie naturali, conviene però partire da Labante e seguire il nostro itinerario.

Potresti inoltre raggiungere le Grotte di Soprasasso da Riola, magari quando sei in zona per visitare la Rocchetta Mattei (qui trovi quello che devi sapere su questo originale edificio, e sul suo particolare ideatore). Dalla Rocchetta sono 20 minuti di auto, per cui può essere interessante organizzare una giornata di visita+trekking.

Le Grotte di Labante

La prima cosa che vedi, è un drago. Nello specifico, un drago di muschio che sputa – spruzza – acqua. In realtà, si tratta di una sorgente, scoperta a fine Ottocento e dal 1986 usata per alimentare i comuni vicini. Il “drago” è dovuto alla serie di vasche di captazione dell’acquedotto: quando queste sono troppo piene, l’acqua è libera di sgorgare sotto forma di cascata di San Cristoforo. fortemente calcarea, l’acqua ha nel tempo allungato il profilo della montagna – tanto da aver pure costretto a ridisegnare un tratto del sentiero CAI 166.

E le grotte?

Mettiti di fronte al drago, e guardalo negli occhi. Le Grotte di Labante, scavate e modellate nel travertino da un particolare fenomeno carsico, si sviluppano a sinistra e a destra della cascata:

  • a destra, una cancellata blocca un ingresso, e c’è poco altro da dire;
  • a sinistra, un pendente sentierino tutto curve porta alle grotte vere e proprie, dove un percorso ardimentoso permette di entrare in una montagna scavata dall’acqua, con minuscoli laghetti, piazzole, improvvisi restringimenti. Neanche a dirlo, se entri qui, fai la massima attenzione.

Un po’ di storia: le grotte di travertino si sono formate per il deposito del calcare presente nelle acque della zona, e sono tra le più grandi in Italia scavate in questo materiale. Attorno ad esse si è sviluppata un’attività di cava già al tempo degli etruschi; con il travertino sono state realizzate le loro tombe, la chiesa di San Cristoforo e numerosi edifici dei dintorni. Le cave sono state dismesse a inizio secolo.

Ma ora basta parlare, che è ora di mettersi in cammino.

Da Labante alle Grotte di Soprasasso

Ci lasciamo allora alle spalle il “drago” della cascata di San Cristoforo (620 mslm), e ci incamminiamo lungo la strada bianca che scende verso il letto del torrente Aneva; raggiunti gli edifici immersi nell’ombra di Molino di Corba, la forestale si esaurisce nel sentiero che scende sul greto del torrente (560 mslm), per risalire sul fianco opposto. Qui prendiamo a sinistra, e seguiamo in piano.

Da questo punto, e per la prima metà dell’escursione, siamo guidati dai segnavia bianco-rossi del CAI, ma soprattutto da alcune frecce di legno, dalla punta rossa e scritte a pennarello, che indicano chiaramente le deviazioni da fare le le Grotte di Soprasasso. La prima di queste si trova dopo il primo crocevia (sentiero 166).

Seguendo le frecce quindi prendiamo la prima deviazione verso destra, che ci fa brevemente salire nel bosco, ci immette su un sentiero/forestale piuttosto largo, supera un bell’edificio e ci porta sotto al cavalcavia in cemento di Via Castelnuovo (640 mslm), dove inoltre riguadagnamo il sole dopo il fitto bosco percorso. Superato il cavalcavia prendiamo a sinistra, e incrociamo un altro cartello per le grotte – meno visibile, questa volta: si trova in corrispondenza di un capitello – con iscrizione a memento – e dell’imbocco di una strada per residenti. Inforchiamo così lo stretto sentiero che abbandona la strada e si lancia lungo il versante, in discesa. Si tratta di una scorciatoia, che ci deposita su un’altra strada asfaltata (località Sassetto), dove prendiamo verso sinistra.

Di fronte a noi, appare la mole del Soprasasso, che scopriremo essere traforata, sul lato meridionale, dai tafoni delle Grotte di Soprasasso.

Seguiamo ora la strada fino a località Torziano, dove dobbiamo aggirare un bell’edificio isolato (540 mslm) e piegare a gomito, ora su un sentiero che corre lungo dei prati. Con un certo occhio, azzecchiamo una deviazione sulla sinistra, in salita decisa su alcuni gradini di pietra: sul tronco di un albero, il segnavia del sentiero 162A per Soprasasso.

C’è ora la parte più erta dell’escursione – un sentiero che sale pendente e zigzagante per il fianco della montagna, per raggiungere i 580-600 metri di quota lungo i quali si sviluppano le forme di erosione delle Grotte di Soprasasso.

⚠️ Qui c’è anche l’unico punto dell’escursione alle Grotte di Soprasasso che potrebbe considerarsi “esposta”: sono poche decine di metri nei quali il sentiero si restringe; niente di pericoloso, comunque, anche se la presenza del versante boscoso, sulla sinistra, potrebbe dar fastidio a chi soffre di vertigini. ⚠️

Le Grotte di Soprasasso

Camminiamo allora lungo lo sperone roccioso, per aggirarlo, nel frattempo ammirando le forme – alle volte degli alveoli, altre delle sottili membrane, poi coppelle naturali, impronte che paiono di dita, e poi ancora delle morbide curve e degli improvvisi, lisci camini. Questo repertorio di curve e vuoti, di origine soprattutto eolica – sono infatti dei tafoni – trafora una parete di roccia giallo-paglierina, che contrasta decisa contro la vegetazione. Un altro termine, per descrivere questa roccia, è alveolizzata.

Il tutto infatti si sviluppa sulla lunga parete di arenaria quarzoso-feldspatica (anche questa, una roccia sedimentaria) che, nei tempi, è stata modellata dalla corrasione, l’azione congiunta di vento e acqua di condensazione. Detto da geografo, non mi aspettavo di trovare dei tafoni qui, tra le colline emiliane, dato che si tratta di formazioni in genere associati alla Sardegna (o così mi diceva il manuale di geografia fisica).

Le “grotte” sono più che altro fessure, rientranze e insenature, ai piedi delle quali si accumula la sabbia giallognola prodotta dall’erosione; a dirla tutta, la parete cela tre vere grotte, cheperò sono appannaggio degli speleologi. Soprassasso è un geosito di rilevanza locale.

Ritorno a Labante per Precaria

Aggirato lo sperone giallo delle Grotte di Soprassasso, fatto il fotografatissimo passaggio delle “scalette scolpite nella roccia” (con comoda corda per aiutarsi), il sentiero inizia una lenta discesa tra i pungitopo fino a una cordicella che segna un divieto di passaggio (585 mslm): strada privata, è in realtà definita da un gentile cartello che segnala come le app escursionistiche non siano ancora aggiornate, e ci guida a scendere di quota, seguendo sentiero e numerosi segnavia, e poi a risalire verso (attenzione, all’unico bivio di quota 525 mslm, a prendere in salita).

Risbucati sulla forestale, troviamo una fontana – un cartello dichiara che la potabilità non è sottoposta a controlli, nell’eventualità fa comodo avere un filtro per la potabilizzazione.

Qui seguiamo verso destra, e in breve raggiungiamo la bellissima frazione di Precaria (560 mslm). In corrispondenza del nucleo di abitazioni, prendiamo a sinistra e in salita. Prima della salita, una scultura di pietra: si tratta di un monumento ai Três Heróis della FEB, la cui storia è piuttosto curiosa.

Lungo la Linea Gotica, sull’Appenino Bolognese, tra il 14 e il 17 aprile del 1945 si svolge la battaglia di Montese: la prima divisione della Força Expedicionária Brasileira (FEB) – l’unica forza militare brasiliana ad aver preso parte alla Seconda Guerra Mondiale – si scontra con le truppe della 14a armata del Gruppo C della Wermacht.

Un episodio minore della battaglia: tre soldati brasiliani si trovano circondati dai tedeschi. La logica avrebbe parlato di resa, ma i tre spianano le armi e si lanciano contro i nemici, arrivando, finite le munizioni, ad inastare le baionette. Verranno uccisi, ma… sarà il comandante tedesco a ordinare la sepoltura dei corpi, e a far mettere sulla semplice croce di legno una scritta di tributo: “3 brasiliani coraggiosi”.

Infine, una curiosità. Un detto brasiliano recitava: “È più facile che un serpente fumi che il Brasile entri in guerra in Europa!”. Questo spiega perché il distintivo della FEB era un serpente che fuma la pipa.

Lasciamo il monumento, quindi, e saliamo. Un bel sentiero largo e bordato dalla vegetazione ci fa salire fino a intercettare (655 mslm) una strada asfaltata – è la Via Castelnuovo che abbiamo percorso qualche ora fa. Prendiamo a sinistra e ne percorriamo, senza deviare, un paio di chilometri, fino a ritrovarci sotto al cavalcavia, che attraversiamo.

Siamo ora sul sentiero iniziale, da percorrere a ritroso fino a San Cristoforo di Labante.

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Escursione ad anello dalle Grotte di Labante alle Grotte di Soprasasso: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo Provincia di Bologna, sull’Appennino Bolognese, lungo la valle del fiume Reno (e la Valle dell’Aneva)
📍 Partenza da Grotte di Labante (620 mslm)
🏅 Arrivo Grotte di Soprasasso (630 mslm)
📐 Dislivello 500 metri complessivi
📏 Lunghezza 10 km
⏱️ Tempo 3 ore e mezza
😅 Difficoltà Medio
💧 Acqua Sì, tra le Grotte di Soprasasso e l’abitato di Precaria
🗺️ Cartografia /
🛰️ Traccia GPS