Il Kirghizistan è stato un sogno ad occhi aperti. Tre settimane di immersione in un territorio che, oltre ai panorami struggenti e alle innumerevoli avventure, ci ha regalato la possibilità di entrare in contatto con una cultura così diversa e interessante che ci siamo sentiti travolgere. Questo è il nostro itinerario on the road di tre settimane in Kirghizistan. Buon viaggio!
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti – copywriter (Silvia) e ghostwriter (Davide) – da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Montagna e natura vs città e cultura: quanto tempo stare
Una premessa è obbligatoria: noi siamo volati in Kirghizistan principalmente per le montagne e la natura, per i panorami infiniti e infinitamente cangianti.
La storia del Paese è almeno altrettanto interessante, tra cultura nomade, presenza sovietica e sforzi di costruire una democrazia seguiti al crollo dell’URSS, ma al momento non è sviluppata dal punto di vista turistico: non solo le città offrono, da questo punto di vista, stimoli limitati, ma in tutto il Paese mancano quasi sempre pannelli, didascalie e informazioni in una lingua che non sia russo o kirghizo.
Insomma: se vuoi fare trekking, 3 settimane non saranno minimamente sufficienti a scalfire la “montagna” di avventure disponibili; se invece ti interessa maggiormente l’aspetto storico e culturale, potresti avere qualche difficoltà a riempire il tuo tempo.
Auto vs mezzi pubblici
Secondo noi il metodo migliore per girare il Paese è noleggiare un’auto. Il costo nel noleggio non è eccessivo (circa 50-55€ al giorno per un 4×4, e 90€ al giorno per un van, sempre 4×4 e spesso dall’inossidabile appeal sovietico) e ti dà tutta la libertà del mondo di decidere tempi, orari e modi del tuo viaggio.
L’unica cosa della quale ti metto in guardia è la guida in Kirghizistan (Davide sta scrivendo una guida in questi giorni), perché cavarsela non è sempre semplice tra strade non asfaltate, buche impossibili, piste che anche a farle a piedi risultano drammatiche, segnaletica non chiara, dissuasori altissimi e invisibili e percorsi vietati (dal noleggiatore, ma anche dal buonsenso).
Servono insomma un po’ di dimestichezza… e un po’ di pelo sullo stomaco. In qualsiasi caso, se noleggi un’auto in Kirghizistan, SOLO MEZZI 4X4. Vale la pena di ribadirlo.
Durante il viaggio abbiamo conosciuto alcuni ragazzi che stavano utilizzando i mezzi pubblici per spostarsi, le famose maršrutka, delle specie di taxi collettivi, che costano pochissimo, partono a ciclo continuo quando sono piene e permettono di vivere un 100+ di racconti, soprattutto se sai parlare russo. L’unico problema è che tanti luoghi (come ad esempio il bellissimo lago Songkol) non sono raggiungibili con i mezzi pubblici: dovrai comunque contattare dei tour per il servizio driver o prenotare dei tour a cavallo.
Comunque niente che: con un po’ di organizzazione, tutto si può fare.
Assicurazione di viaggio in Kirghizistan
Non saremo mai partiti per questo viaggio senza un’ottima assicurazione viaggio! Sono già alcuni anni che ci affidiamo a Heymondo: rapporto qualità/prezzo imbattibile, ottime garanzie espandibili come più ti serve, e una bella attenzione alle attività outdoor. Puoi scegliere tra varie tipologie di polizza, a seconda di quello che ti dà più sicurezza in viaggio.
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Prima tappa: Bishkek, la capitale del Kirghizistan
Atterrare a Bishkek, per noi europei, significa atterrare in un altro mondo. Gli enormi palazzoni ex soviet si alternano a giardini cittadini curatissimi, mentre nei ristoranti le cucine del centro Asia si mescolano con quelle turche, armene, cinesi, russe.
La città merita ben più di una visita secondo noi, soprattutto se la si guarda con occhi curiosi di capire la storia che ha portato questa neonata Repubblica ad essere oggi quello che è. Immancabile Piazza Ala-Too con lo svettante pennone che ospita una bandiera kirghiza che fluttua ipnotica, ma anche uno sguardo all’architettura brutalista del Circo di Bishkek, un giro all’Osh Bazar con i suoi strettissimi dedali, più di qualche ristorantino interessante.
Uscendo dalla città, ti consigliamo di fare un salto al complesso monumentale Ata Beyit Memorial.
Dove mangiare a Bishkek: impossibile provare ogni cosa, quindi tanto vale darti i tre posti nei quali ci siamo trovati davvero bene:
- Navat Teahouse, apprezzatissima tea room e ristorante, offre cucina tra il locale, l’asiatico e il russo;
- Papuri, ristorante georgiano davvero di qualità;
- Pechki-Lavochki Semeynyy, ristorante russo nel quale siamo pure tornati, da quanto ci è piaciuto (il menù è infinito).
Parco Nazionale Ala-Archa
Partendo dalla capitale, in meno di un’ora si arriva in questo incanto naturale. Noi abbiamo visitato il Parco Nazionale Ala-Archa in autunno, con i colori che iniziavano a sciogliersi in rossi, gialli e arancioni. Una cornice di cime innevate, i jailoo (pascoli) ancora verdissimi, i laghi color zaffiro contribuivano ad un colpo d’occhio struggente.
L’ingresso del parco – storico non solo per la data di creazione, ma anche per l’alone di antico alpinismo che gli è rimasto attaccato – è a pagamento (pochi euro) e una volta entrati non c’è che l’imbarazzo della scelta tra le escursioni da fare. Noi te ne consigliamo due, entrambe da fare con trekking di due giorni:
- salita al Rifugio Racek: questa capanna d’alta quota, aperta tutto l’anno, è il punto di partenza per diversi belvedere sui ghiacciai della zona, e per cime decisamente interessanti;
- salita al Lago Adigene. Questo trekking è eccezionale, e gli dedicheremo a breve una relazione dettagliata.
Al termine di una valle parallela a quella del parco Ala-Archa, invece, si trova la graziosa cascata della Alamedin Gorge, meta di una facile escursione di un paio d’ore. Super consigliata anche questa!
On the road tra la prima e la terza tappa del nostro itinerario in Kirghizistan: Torre di Burana
Tra Bishkek e il Lago Issyk-Kol svetta la Torre di Burana, minareto che è uno dei simboli del Kirghizistan, che testimonia come questa area fosse un crocevia importantissimo per i commerci. L’intero Paese è infatti attraversato dagli innumerevoli percorsi della Via della Seta, testimonianza di un susseguirsi di religioni e di tribù che hanno vissuto in questa area.
Seconda tappa: Lago Issyk-Kol e Cholpon-ata
L’Issyk-Kol è un lago così grande da sembrare un mare: lo racconta bene Čyngyz Ajtmatov ne “Il battello bianco” (che ti consiglio di leggere). Si tratta del secondo lago salato più grande del mondo – il primo è il Titicaca – ed è così grande che da una sponda è praticamente impossibile avvistare l’altra. le montagne che svettano in ogni direzione invece sono sempre perfettamente visibili.
Noi ci siamo fermati a Cholpon-ata per spezzare il viaggio e la cittadina non è niente male; adagiata tra lago e montagne, offre passeggiate a cavallo, trekking davvero molto belli e piscine termali nelle quali rilassarsi. Le piscine termali sono molto diverse dalle nostre terme, ma hanno un costo super accessibile (circa 3 euro a persona all’ora) e sono perfette per sguazzare dopo una giornata di escursione.
Quanto stare: dipende da quanti trekking decidi di fare in zona. Se non ti fermi per le montagne, un giorno può essere sufficiente. Ti consigliamo in ogni caso di visitare il museo a cielo aperto dei Petroglifi (a 3 km dalla città, ci si arriva con la maršrutka).
Dove mangiare a Cholpon-ata: senza ombra di dubbio, da U Rakhima. Ci siamo stati due volte, superando il vuoto della sala (eravamo decisamente fuori stagione) e le strane dinamiche del locale (piatti che arrivavano una volta dalla cucina e una volta dalla strada); cucina ottima e niente da dire.
Esaurita Cholpon-ata, ci mettiamo su strada, non prima di esserci psicologicamente preparati agli assurdi lavori stradali che ci attendono: le due ore di Google Maps diventeranno quattro…
Terza tappa: Karakol
Il Kirghizistan è definito da più parti come la “Svizzera dell’Asia”. Nonostante queste definizioni non mi piacciano mai, se c’è un posto nel quale questo parallelismo è visibile è proprio a Karakol. Non perché le strade o le case siano particolarmente curate, né perché le vie del centro profumino di cioccolato, anzi, ma proprio perché tutt’attorno svettano montagne e prati alpini di rara bellezza.
Da qui iniziano innumerevoli sentieri di trekking, molti dei quali durano più giorni e attraversano passi alpini a più di 4.000 metri. Tra i sentieri più famosi da percorrere ci sono sicuramente
- lo splendido trekking di tre giorni al lago Ala-Kul, con notte in yurta e terme inaspettate: a breve arriva la relazione completa;
- non un vero e proprio trekking, ma un’area da esplorare: le Seven Bulls Rock, formazione di colore rosso intenso nei pressi del paesello di Jeti-Ögüz. Da qui parte la facile escursione alla cascata chiamata Maiden Braids (trecce della fanciulla), anche qui tra yurte che invogliano a passar la notte, verdi pascoli, cavalli liberi.
On the road tra la terza e la quarta tappa: i canyon lungo la riva sud dell’Issyk-Kul
Percorriamo quindi la riva sud dell’Issik-Kul tenendo gli oggi a metà tra le montagne innevate sulla nostra destra, e due deviazioni che vogliamo assolutamente fare:
- lo Skakza canyon (chiamato anche Fairytale) e una formazione di sedimenti chiari modellati dall’acqua; noi ci siamo accontentati di un belvedere, ma è possibile percorrerne alcuni tratti;
- l’Ak-Sai canyon, una meraviglia di rocce e sedimenti rosse, da percorrere con calma – è stata una delle scoperte che ci hanno lasciato più a bocca aperta, con la sua vegetazione pioniera in fiore, le rocce lisce, le curve vertiginose delle gole.
Quarta tappa: Kockor e il lago SongKol
Kockor è la base ideale per vedere quello che è il secondo simbolo del Paese: il lago SongKol. Dedicheremo una guida al lago, ma andando per punti sappi che:
- puoi raggiungere il Lago SongKol in auto (ma occhio a quale strada prendi, alcune sono tortuosi passi di montagna, altre piste di livello estremo);
- ti serve un’auto 4×4 per arrivare e per fare il giro del lago in autonomia. Con un’auto di piccole dimensioni rischi di trovarti in difficoltà – tieni conto che il telefono qui non prende;
- è molto popolare trascorrere una notte nei campi di yurte che si trovano attorno al lago… lo scenario è splendido, quindi valuta questa opportunità;
- in ogni caso, calcola un’intera giornata di viaggio (anche se Google Maps ti dirà il contrario).
In alternativa puoi raggiungere il lago SongKol a piedi, in bici o a cavallo, mentre non ci sono mezzi pubblici (ma puoi prenotare dei tour).
Un’altra meta splendida che abbiamo visitato partendo da Kockor è il Lago Kol-Ukok, che puoi raggiungere a piedi, a cavallo… oppure in auto, perché quando siamo saliti noi stavano proprio ampliando la vecchia strada di accesso ai pascoli. Anche qui troverai campi di yurte, posticini per la tenda e scenari irreali.
Dove mangiare a Kockhor: abbiamo cenato benissimo da Asman (cucina tipica a prezzi più che modici); se vuoi tentare la sorte – ma solo dal punto di vista linguistico – il kebab non è per niente male da Shaurma Ot Urma.
Nota bene: anche nei pressi di Kockor ci sono degli interessanti canyon da visitare: il Kok-Moinok canyon (con diversi sentieri che si infilano tra le sue gole) e, più a nord, il canyon Konorchek (qui è possibile fare un sentiero che richiede circa 3 ore andata e ritorno).
Quinta tappa del viaggio on the road in Kirghizistan: Naryn
Siamo arrivati all’ultima tappa del nostro itinerario on the road in Kirghizistan e, prima di tornare verso la capitale ci aspetta Naryn. Un caleidoscopio abbacinante di luci al neon di ogni tipo: se arrivi di notte, Naryn non lascia scampo, abbaglia. Non so il motivo, forse ne avranno avuto uno stock gratis o altro, ma ti assicuro che non ho mai visto nulla del genere e l’aspetto è decisamente bizzarro, perché queste luci al neon che decorano la città in realtà non sono accompagnate da attività commerciali, ristoranti o casinò, sono semplicemente neon che ricalcano i bordi di sgarrupati edifici sovietici, ne contornano le finestre e gli atri, salgono sui lampioni…
Naryn è anche uno dei principali centri di produzione degli shyrdak, i tipici tappeti kirghisi (ai quali è dedicato anche un festival che si tiene solitamente nella seconda metà di giugno); se hai tempo ti consiglio di fare un salto al museo cittadino.
Dove mangiare a Naryn: al Nomad Coffee oppure da Mubarak Fast Food (lì accanto) per un kebab di alta qualità.
Tolti questi aspetti curiosi a Naryn si viene principalmente per due cose.
ll caravanserraglio di Tash Rabat
Si tratta di una “fortezza di pietra”, un tempo utilizzata per le soste delle carovane lungo la Via della Seta, anche se nasceva come monastero. Il monumento si trova a circa 3.200 metri di quota e si compone di 31 stanze visitabili, anche se purtroppo i pannelli informativi non sono in inglese.
Da qui puoi proseguire a piedi e fare un bellissimo trekking verso il Panda Pass, dal quale si ammira il lago Chatyr-Köl. Potresti anche scendere a quest’ultimo, ma serve fare richiesta del famigerato border permit, dato che il lago si trova a poca distanza dal confine con la Cina.
Tornando indietro, fermati a Koshoy Korgon dove potrai vedere quello che resta delle mura di un’antica cittadella, con accanto un grazioso museo (molto spesso chiuso, accidenti) in un curioso edificio.
Trekking ed escursioni da Naryn
Impossibile non esplorare le montagne, che anche qui sono imponenti e maestose e offrono tantissime opportunità. L’unico neo è che, a parte due sentieri che partono nei pressi del Parco Salkyn Tor, tutti gli altri sono abbastanza distanti: avrai quindi bisogno di un’auto per raggiungerli.
L’escursione più famosa è Köl-Suu Lake a 3.500 metri di altitudine, uno splendido lago alpino che si estende per circa 10 chilometri all’interno di una gola circondata da picchi appuntiti. È un’area estremamente remota al confine con la Cina, e per questo difficile da raggiungere. Per arrivare al lago avrai bisogno del border permit (ci sono due posti di blocco che lo controllano) e di un’auto 4×4 seria seria per affrontare la seconda parte. Attenzione, però: molti servizi di noleggio auto non permettono di percorrere questa strada (viene specificato nel contratto), quindi non rimane che partecipare ad un tour o contattare un drive. Noi, fatti i conti (circa 500 euro in due compresa la notte fuori) ci abbiamo rinunciato, ma lo scenario dev’essere bellissimo. Calcola che per andare a Köl-Suu Lake ti serviranno almeno due giorni pieni.
E poi? Altro da vedere in Kirghizistan?
Avendo avuto più tempo il nostro itinerario on the road in Kirghizistan si sarebbe diretto verso Osh e poi Jalal Abad – sempre per vedere le montagne – ma per fare l’on the road che ti abbiamo descritto abbiamo impiegato comunque tre settimane, facendo trekking e curiosando tutto il possibile.
Una buona scusa per tornare, no?
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