Solo noi possiamo fare queste cose. Partiamo dal paese – Tolmin, in questo caso – per “fare turismo” e andare a visitare la chiesa di Javorca, ma poi, guidati da un vaghissimo pieghevole dell’ufficio del turismo, ci impegniamo in un giro ad anello di malghe che, vuoi per la stagione e vuoi per la poca segnaletica – risulta alquanto avventuroso… fino al colpo di scena finale.

Giudizio: assolutamente meritevole!

Srednjica

Da Tolmin a Javorca

La prima tappa della giornata, la raggiungiamo in auto. Partiamo da Tolmin, superiamo Zatolmin, e percorriamo tutta la stretta e sospesa strada che risale la valle, a tratti profondamente incisa, del torrente Tolminska – lo stesso che dà origine alle affascinanti gole di Tolmin. Nonostante siano soltanto 8 km, ci vogliono quasi 25 minuti per percorrere la strada – se la tua macchina è bassa, diverse pietre, rotolate dai versanti, vanno schivate attentamente. Quando il panorama si apre, l’ambiente rimane affascinante: morbidi pratoni, rocce carsiche, greggi di pecore. La stagione invernale con pochissima neve permea ogni cosa di un senso di pausa e – non so dirlo meglio – dimenticanza.

Praticamente alla fine della strada asfaltata, in località Srednjica, troviamo un ampio parcheggio, dove lasciamo l’auto. La strada, sempre asfaltata, per la chiesa si stacca sulla sinistra (le indicazioni sono evidenti). Pochi minuti a piedi, in salita, e si apre il pianoro sul quale, alta sulla sua gradinata, sorge la chiesa dello Spirito Santo di Javorca.

Silvia a Javorka

La chiesa di Javorca

In realtà, non sai cosa guardare: la chiesa, che si staglia davvero originale, o l’ambiente circostante – prati sulla sinistra, pareti rocciose sulla destra, il cosiddetto Rdeči rob (ciglione rosso) verso nord ovest. Saliamo i gradoni e raggiungiamo la chiesa, che si trova a 571 metri di quota.

Javorca è una chiesa-memoriale dedicata ai caduti della battaglia dell’Isonzo, (Prima Guerra Mondiale), costruita proprio dai soldati austro-ungarici. A colpire è soprattutto lo stile, perché la chiesa di legno appare delicata rispetto ai gradini di pietra e all’austero panorama. Costruita nel 1916, la struttura è stata restaurata più volte nel suo secolo di vita.

Progettata da un tenente austriaco amico di Gustav Klimt, ha tutti i caratteri della Secessione. All’esterno, i blasoni di legno dipinto richiamano le province imperiali dai quali provenivano i soldati, all’interno – oltre alle colonne decorate con rombi blu e bianchi – vi sono grandi tavole di quercia sulle quali sono incisi i nomi degli oltre 2500 caduti nei campi di battaglia dei dintorni.

Javorca è simbolo di riconciliazione.

La chiesa è aperta e visitabile (a pagamento, con visita guidata) soltanto in estate. Oltre ad aver spiato dalle grate del portone di ingresso, ci siamo accontentati di questo interessante tour virtuale.

interno Javorka

Il giro delle malghe di Tolmin

Non so se si possono chiamare “malghe di Tolmin”: si tratta comunque di una serie di malghe che sfruttano i prati compresi in un grande anfiteatro solcato dal torrente Tolminka.

Torniamo sui nostri passi fino al parcheggio (433 mslm), e prendiamo il sentiero che si stacca dal tornante della strada. Sbuchiamo in un attimo sulla carrareccia di servizio delle malghe.

Camminando lungo la strada, sulla sinistra, dove i prati si interrompono e inizia il bosco, si vedono delle strutture a blocchi di cemento, e numerose aperture: è uno dei bunker che letteralmente traforano quest’area, e che si può andare a curiosare.

Bunker Tolmin

I bunker in realtà non hanno granché da mostrare: solitamente si può entrare – con cautela – dalle porte, e camminare in cunicoli di cemento fino alle feritoie di guardia. Sono sempre spogli, e spesso ingombri di spazzatura, ma dall’esterno danno un che di spettrale e curioso all’ambiente.

La prima malga che incontriamo è Planina Polog (460 mslm), un complesso di edifici – alcuni in rovina, altri in uso e ben ristrutturati – che “a suo tempo” ospitavano una decina di famiglie di contadini. A due passi dalla malga c’è il Bunker Tolminka, un curioso incrocio tra materiale di guerra e casa degli hobbit.

bunker tolminka

Proseguiamo oltre la malga, seguendo la carrareccia in piano. I prati vengono sostituiti dal bosco. Ignoriamo un incrocio (c’è un curioso cartello che prende troppo sul serio il concetto di “freccia per indicare”, dato che ha la forma di… un enorme arco con freccia incoccata!) e proseguiamo dritti. La strada inizia ad un certo punto a salire più pendente, facendo numerosi brevi tornanti.

Una cosa che mi ha colpito, di questo giro come di altri itinerari di questo angolo delle Alpi Giulie, è la presenza della roccia. Ci sono le pareti, certo, le cime e le guglie… ma ci sono anche vere e proprie colate – sono i solchi lasciati dalle piene dei torrenti e dall’erosione – e soprattutto il suono di irrequieti massi che, un po’ ovunque, si sentono rotolare giù dai versanti. Sono montagne che davvero non possono stare ferme

Finiti i tornanti, la strada torna pianeggiante e sul fianco si apre una grande conca, che immagino sia prativa in estate: ora è per metà innevata, per metà acquitrinosa. In fondo, di fronte a noi, sorgono gli edifici della malga Planina Osojnico (690 mslm). Noi non ci passiamo, ma pieghiamo sulla destra seguendo il sentiero, in pratica aggirando la conca acquitrinosa e superando un ponticello sul Tolminka.

Ora il sentiero inizia a salire attraverso un versante boscoso: è l’unico punto dall’orientamento difficile: non abbiamo visto segni, e siamo andati un po’ a caso, fondamentalmente salendo. Ad un certo punto, abbiamo incontrato invece un evidente sentiero, che abbiamo imboccato sulla destra. Lo seguiamo.

Il sentiero perde quota molto gradualmente, supera un dosso allungato – quando ci guardiamo alle spalle, vediamo la profonda incisione tra le rocce scavata dal Tolminska – e sbuca con un certo stupore a malga Na Prodih (559 mslm).

anello delle malghe di Tolmin

Malga Planina Na Prodih

Un gioiello: anche adesso, che il cielo è cupo, gli alberi spelacchiati, e le chiazze di neve non rendono certo poetico l’ambiente. In estate, questa malga deve essere uno spettacolo. È sistemata in una radura in pendenza, un piccolo edificio per metà aperto ospita un focolare tradizionale con tanto di porta paiolo per la polenta. C’è anche uno stravagante campetto da basket, racchiuso dentro un muretto a secco. La immaginiamo con tavoli e panche… ma si è fatto tardi, e conviene scendere.

Il sentiero scende adesso per sessanta metri lungo il fianco del colle sul quale sorge la malga. Sul fondo, il Tolminska ha acque turchesi e schiuma impetuoso e, a ben guardare, dove il sentiero lo incontra non c’è un ponte, ma…

Il mitico carrioletto (e il ritorno)

In corrispondenza delle rocce bagnate dal torrente, c’è una piattaforma, con una schematica struttura in metallo dalla quale partono alcuni cavi d’acciaio che superano il corso d’acqua. Sulla riva opposta, idem. Non si dovrà mica passare tipo ponte tibetano?

Provo a tirare un cavo, e la vediamo: è una piattaforma mobile di metallo, agganciata ai cavi, che in risposta ai miei strattoni, viene verso di noi.

“Ma non dovremo mica salire su quella cosa?”

La risposta è sì! Il “mitico carrioletto” è un incrocio tra ponte tibetano e ferrovia a cremagliera, un vero “ponte sospeso”, Ci si sale sopra – uno per volta! – e con le mani si aziona una barra di metallo a curve, simile ai pedali di un pedalò. Se per tirare la piattaforma verso di noi c’è voluta un po’ di fatica, manovrarla con le mani è davvero facile, e il carrioletto va che è una meraviglia, superando il torrente (ci passa sopra a cinque o sei metri di quota, il che fa un certo effetto).

mitico carrioletto

Avvertenza: se soffri di vertigine, lascerei stare il carrioletto e, quindi, l’intero giro ad anello, perché non ci sono altri modi per superare il Tolminska.

A turno, il carrioletto ci deposita sulla piattaforma opposta da dove, in pochi minuti, risaliamo al primo bivio dell’escursione (quello con l’insegna arco-e-freccia). Da qui, rientriamo al parcheggio seguendo la comoda strada delle malghe dell’andata.

Torrente Tolminka

L’anello delle malghe di Tolmin: l’escursione in breve

⛰️ Dove siamo In Slovenia, sulle Alpi Giulie slovene, a nord di Tolmin, lungo la valle del torrente Tolmiska.
📍 Partenza da Parcheggio di Javorca (433 mslm)
💍 Punti dell’anello Planina Polog (460 mslm), Planina Osojnico (690 mslm), Planina na Prodih (559 mslm)
📐 Dislivello 320 m
📏 Lunghezza 7,75 km tutta l’escursione
⏱️ Tempo 2 ore e 45 minuti
😅 Difficoltà Facile, non fosse per il passaggio sul carrioletto che può dar noia a chi soffre le vertigini (tienine conto, in qual caso NON puoi fare il giro ad anello).
💧 Acqua No.
🗺️ Cartografia Tabacco 1:25.000 n. 66 – Tolmin, Bohinjske Gore, Krn, Vogel, Rodica (se non ce l’hai puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì.