I Klöckeln della Val Sarentino sono stati la ciliegina sulla torta di un periodo incredibile che abbiamo trascorso in Alto Adige. Prima di venire qui infatti non avevamo mai sentito parlare della Val Sarentino. Fuori dalle rotte turistiche, lontana dai caroselli sciistici, così isolata che anche gli altoatesini ci hanno confidato di conoscerla poco.

Così autentica.

“Fuori“, “lontana”, “isolata”. La colpa è in buona parte della posizione della valle, collegata al resto del mondo

  1. da un passo (il Passo Pennes 2.211 m s.l.m.) che la unisce a Vipiteno e che viene chiuso in maniera capricciosa ad ogni nevicata,
  2. da una stretta gola che porta a Bolzano, e che prima che costruissero i tunnel era un viaggio della speranza,
  3. dalla strada, così tortuosa da mettere a dura prova gli stomaci più ferrei (scusa Anna!) e impraticabile da bus e camion, che porta sull’altopiano del Renon.

Insomma… in Val Sarentino ci vieni se proprio ci vuoi venire, ed è proprio questo che negli anni sono rimaste vive tantissime antiche tradizioni tipiche di questo piccolo angolo di mondo.

Tradizioni, tra le quali ci sono quelli che io chiamo “gli uomini con la faccia di muschio” (ma tu non chiamarli così!) i Klöckeln.

Sarentino-mercatino-Natale

I Klöckeln della Val Sarentino

Ogni giovedì dell’Avvento gruppi di uomini e ragazzi travestiti vanno di casa in casa intonando canzoni, dapprima a cappella, poi con l’aiuto della fisarmonica e poi con balli che traggono origine da un rito germanico della fertilità.

Quando arrivano? “Ah quelli fanno quel ca**o che vogliono, dipende da quanto ubriachi sono”. Così ci rispondono al bar nel quale stiamo tergiversando già da un pezzo.

Poi arrivano, ed io mi commuovo.

E la valle ancora una volta ci insegna che le cose fanno quello che vogliono, arrivano e non arrivano, sono volubili e accigliate; i passi chiudono e ti impongono lunghe deviazioni oppure sono aperti e tutto scorre liscio; la neve compare quando meno te lo aspetti, poi quasi sparisce, poi torna ancora; il sole squarcia nubi che le previsioni davano impenetrabili; il camion dell’ortolano può avere come non avere quello che ti serve, venderti cachi per pere, rape per peperoni; il maso con i formaggi può avere la serranda alzata o abbassata, tanto gli orari sono comunque bizantini; i maiali del vicino possono essere nel recinto o chissà dove nel bosco; fuori dalla baita può esserci il silenzio, oppure può comparire un artigiano allevatore in vena di chiacchiere e grappa al cirmolo; e gli spiriti possono farsi attendere anche per ore – ma poi, inevitabilmente, un delirio di campanacci e corni lontani annunciano l’uomo e la donna, l’inverno e la primavera che scendono correndo per la via principale e fanno apparire il resto dei Klöckeln.

C’è quello che c’è, insomma, in questo mondo raccolto e alle volte isolato.

In ogni caso, basta abbandonarsi alla valle: e qualcosa da prendere, qualcosa per emozionarsi, ci sarà sempre.

Una festa di origine pagana

Il nome di questa festa deriva da “Anklöpfeln” che in tedesco significa bussare; in questo caso alla ricerca di una locanda dove dormire. La tradizione del “Klöckeln”, una volta diffusa in tutte le zone dell’arco alpino, risale infatti all’antico mito germanico della fertilità che annunciava il solstizio d’inverno ed è stata modificata nel corso del tempo da contenuti cristiani, arrivando ad assumere un significato simile a quello della “chiara stella”. Nella Val Sarentino si sono comunque conservati molti elementi pagani che rimandano al periodo precristiano.

I Klöckeln sono persone del luogo, rese irriconoscibili dai loro costumi fatti di pelli di animali, muschio, rami, corda e tessuti naturali, che girando maso per maso, bussano alle porte. Nelle frazioni più piccole vengono poi invitati ad entrare, a mangiare (ma soprattutto bere!) qualcosa e viene lasciata loro un’offerta. I Klöckeln che abbiamo visto noi avevano incastonati nelle gerle, sulle spalle, gli oggetti più strani: attrezzi agricoli, volpi impagliate… persino una stufa accesa con tanto di tubo!

I Klöckeln sono decisamente diversi dai Krampus – altra, ben più celebre, usanza altoatesina (e friulana, slovena, austrica). Non sono spaventevoli, non sono inquietanti: sono più beffardi, intimi, misteriosi.

Come, dove quando vedere i Klöckeln: istruzioni per l’uso

COME: Come avrai capito la tradizione dei Klöckeln è ben lontana da essere ad uso turistico (come invece ormai avviene quasi ovunque per i Krampus). Ecco un piccolo vademecum:

  • se vuoi partecipare a questa festa ti consiglio infatti di avvicinartici con questo spirito, proprio come se fossi invitato a casa di un amico per un evento di famiglia;
  • goditi il momento e, se puoi, evita di fare milioni di foto, aiuterai a mantenere il momento più intimo e prezioso;
  • la tradizione vuole che venga dato un soldino al Klöckeln che passa con la musina quindi ricordati di avere con te qualche moneta o del contante.

DOVE: in Val Sarentino. Ti consigliamo di attenderli proprio in centro a Sarentino.

QUANDO: ogni giovedì dell’Avvento dalle 19.00 in poi. Non c’è un orario preciso, ma solitamente arrivano dopo cena, non prima. Nel frattempo, ci sono le bancarelle del Glühwein (il vin brulé) e dell’Afelglühmix (il brulè di mele) a tenere banco – sono le uniche del mercatino di Natale ad essere aperte il giovedì sera – e di fianco alla biblioteca c’è un ottimo bar dove puoi farti un bicchiere durante l’attesa… li sentirai arrivare senza dubbio!

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
Se ti va puoi seguirci su Instagram oppure iscriverti alla newsletter. Buone gite!
segui bagaglio leggero su Instagram