Oltre gli ultimi rilievi, una linea bianca, netta, taglia in orizzontale la pianura: stiamo guardando il Tagliamento dalla cima del Monte Dosaip, uno degli ultimi bastioni meridionali delle Dolomiti Friulane. Tutto intorno abbiamo ondulazioni boscose che salgono fino a cime rocciose e scabre e poi, in fondo, le Dolomiti. Ti raccontiamo come salire su questo non facile, ma splendido monte.

Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Dove lasciare l’auto

L’auto va lasciata a Pian de Cea, che si raggiunge esclusivamente da Claut (PN). In estate, per arrivare in zona molto probabilmente dovrai pagare l’accesso alla strada che risale la Val Cellina: si fa al parchimetro che si trova tra Claut e località Lesis. Verifica sul luogo i giorni in cui è previsto pedaggio; il costo si aggira sui 6-7 euro per tutta la giornata; si paga in contanti (non dà resto) o con carta. La strada è stretta, ma in buone condizioni; solo il tratto finale è sterrato.

Avvertenza. Il tratto finale dell’escursione si svolge su antiche vie di pascolo, ora abbandonate, in un ambiente tra i più selvaggi e isolati delle Dolomiti Friulane. Serve essere escursionisti esperti: tienine conto!

ghiaie verso Casera Podestine

Da Pian de Cea a Casera Podestine

La prima tappa dell’escursione è Casera Podestine, un grazioso ricovero che si trova nel cuore dell’ambiente selvaggio delle Grave de Giere. Lasciata l’auto a Pian de Cea (941 mslm), scendiamo sul guardo che attraversa le Grave da Giere, l’impressionante deposito di ghiaie alluvionali incise dai corsi d’acqua effimeri che scendono dalla Val di Gere.

Le ghiaie vanno percorse per quasi quattro chilometri seguendo la “riva” destra o quella sinistra, sul tracciato inesistente del sentiero 376. Quando sulla sinistra compare dalla bassa vegetazione un pilone – si tratta di un punto di rilevazione meteorologico – pieghiamo per raggiungerlo. Saliamo sul basso argine e percorriamo la traccia della vecchia strada forestale che raggiunge la base del dosso sul quale si trova Casera Podestine, alla quale possiamo salire.

Puoi approfondire l’itinerario fino a qui, e l’escursione alla sola casera Podestine, leggendo questo articolo.

Itinerario per Casera Podestine tra le Dolomiti Friulane

Da Casera Podestine a Forcella Caserata

Dopo una meritata pausa – le ghiaie stancano – sulla panca prospicente Casera Podestine, ripartiamo scendendo alla base del dosso, da dove eravamo arrivati, e seguendo il cartello per Forcella Caserata/sentiero CAI 398.

Per una cinquantina di metri seguiamo il corso del torrente Ciol de la Frata e lo attraversiamo, saltando sulle rocce, per riprendere il sentiero sulla riva opposta (cartelli). Il sentiero sale dapprima erto un versante a faggeta, poi si fa piacevole e rilassante. A quota 1348 mslm superiamo un modesto punto critico: l’attraversamento di un canalone di ghiaia compattata che richiede di fare pochi passi sicuri e fermi. Altra breve salita e siamo a Forcella Caserata (1505 mslm).

Poco più in basso, nel mezzo del prato, c’è Casera Caserata (1479 mslm), ottimo punto per una pausa – si raggiunge con una deviazione di un minuto. Qui puoi approfondire questo bellissimo ricovero.

Lo splendido posto nel quale ti portiamo: Casera Caserata, un bivacco

Il nostro percorso prosegue però da Forcella Caserata quindi, se sei sceso per curiosare il ricovero, “tocca” tornare su.

Da Forcella Caserata al Monte Dosaip

Su Forcella Caserata, dando le spalle al sentiero dal quale proveniamo, prendiamo sulla destra e superiamo un pianoro erboso fino a dove il versante boscoso ad abeti e larici guadagna pendenza. Il sentiero non è segnato in maniera ufficiale, ma seguendolo fedelmente si risale senza problemi attraverso il suddetto bosco, tra tornanti e improvvisi strappi. Il sottobosco si fa sempre più erboso finché non sbuchiamo sul limite di quelli che furono i prati di Casera Dosaip, della quale rimangono pochi ruderi (1743 mslm). E anche dei prati non rimane molto: la traccia di sentiero che seguiamo da adesso si ricava a fatica il suo posto tra bassi arbusti, larici isolati, erbe infestanti, rovi, slavaz. Ma se da una parte l’abbandono è abbandono, e fa un po’ piangere il cuore, dall’altra l’esplosione di fiori che impreziosiscono il rigoglioso e denso tappeto verde sono la promessa di una natura che, comunque, rifà suoi gli spazi.

Silvia tra i prati di Casera Dosaip (ruderi)

Ai ruderi, ci voltiamo: il Monte Caserine Basse, con i suoi poco più di 2300 metri, è uno spettacolo di roccia pallida e severa, un vero gigante delle Dolomiti Friulane.

Silvia con vista sulle Caserine Basse

Però ora basta lirismi, perché la via è ancora lunga. Dalla casera seguiamo con attenzione la traccia, ci lasciamo bagnare i pantaloni dalla vegetazione, e saliamo gradualmente e con pazienza fino a quota 1825 mslm, dove sulla sommità del dosso erboso vediamo finalmente il motivo del nome Dosaip: Dosaip è due catini, e due sono i ciadìn, i catini appunto, nei quali confluiscono i detriti che scendono dal monte, e che nascondono grotte, inghiottitoi e abissi – uno in particolare, enorme. A guardarli sulla carta, è evidente: una grande conca si biforca contro uno sperone di roccia. Ora che li vediamo di fronte, i due catini del Dosaip sono bellissimi, primordiali.

Lungo il catino del Monte Dosaip

Dal dosso, individuiamo il mix di bolli e ometti (rarissimi i primi, un po’ più frequenti i secondi) che ci indicano la via per la parte critica dell’escursione: dobbiamo traversare lungamente la colata di detriti, in parte inerbiti da fetenti erbe scivolose, per arrivare quasi contro la muraglia apparentemente invalicabile che vediamo di fronte.

Estrema attenzione, qui. Si deve camminare con passo sicuro, seguendo fedelmente gli ometti. La traccia mescola sentiero, pietraia e prato di pendio con una certa liberalità, lo spazio per i piedi è risicato e la scivolosità – specie se ha piovuto di recente – è accentuata.

Questo passaggio, insomma, è destinato a escursionisti esperti (meglio se di questo tipo di ambiente). E diciamolo, anche: se piove, meglio rinunciare.

Superato il lungo traverso, quasi ci siamo, se non che… manca un bel pezzo di dislivello! Alla fine del versante (1900 mslm circa), infatti, traccia e ometti piegano a sinistra, e ci si apre di fronte un largo pendio terminale. La traccia lo risale con calma, facendo mille tornantini, ma c’è da faticare per averne ragione (non ultime perché, una volta giunti qui, di strada ne abbiamo fatta già molta).

Arriviamo così a quota 2025 mslm, dove alcune grosse rocce annunciano che ci siamo. Il Monte Dosaip si fa dosso erboso, e arriviamo alla sommità (2062 mslm). Non c’è una croce di vetta – che mi pare di capire sia stata danneggiata – ma un semplice cumulo di pietre.

"Croce di vetta" del Monte Dosaip

In compenso, la visuale è spaziale (anche se un po’ nebulosa quando ci siamo saliti), merito anche della posizione del Dosaip, spartiacque tra Val Cellina e Val Meduna. Le ultime increspature di montagna si annullano nella pianura, segata in due dal Tagliamento bianchissimo. Verso est la vista precipita sui laghi artificiali della Val Tramontina; verso ovest supera le Dolomiti Friulane e corre oltre; verso nord il Cornaget e il Caserine fanno muraglia. Bellissimo.

Il tempo di un panino, e si inizia a scendere, ripercorrendo l’intera via di salita all’incontrario.

Via normale al Monte Dosaip: dati tecnici in breve e traccia GPX

⛰️ Dove siamo Sulle Dolomiti Friulane, all’intero del territorio del Parco Dolomiti Friulane. Tra Val Cellina e Val Meduna.
📍 Partenza da Parcheggio Pian de Cea (914 mslm)
🏅 Arrivo Monte Dosaip (2062 mslm)
📐 Dislivello 1148 metri
📏 Lunghezza 18 km
⏱️ Tempo 8 ore
😅 Difficoltà Difficile. Leggi la relazione per i punti critici.
💧 Acqua Torrente e qualche ruscello tra le casere Podestine e Caserata
🗺️ Cartografia Carta Tabacco n.21 – Dolomiti di Sinistra Piave (se non ce l’hai, puoi comprala su Amazon), oppure Carta Tabacco del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che comprende tutto il territorio del parco (puoi comprarla qui)
🛰️ Traccia GPS Sì. la prima traccia comprende la salita fino a Casera Caserata; la seconda, la salita da Casera Caserata al Monte Dosaip e tutto l’itinerario di discesa