Nonostante fossimo partiti da casa senza aspettative, la salita al Monte Tremoggia in invernale è una delle gite più belle che abbiamo fatto durante il lungo periodo in cui siamo stati in Abruzzo. Sarà che Campo Imperatore è uno spettacolo ad occhi aperti, che siamo sbucati sopra il mare di nuvole o che la vista dalla cima è davvero superlativa, ma gli scenari che abbiamo avuto davanti agli occhi per tutta la salita meritano ogni polpaccio in fiamme (ora ti spiego!).
⚠️ Avvertenze. Trattandosi di un’escursione invernale è obbligatorio consultare sempre il bollettino valanghe e dotarsi di ARTVA, pala e sonda.
Noi avevamo le ciaspole (usate per 2/3 dell’escursione) e i ramponi (usati nel tratto finale); quello che usi è a discrezione tua e dello stato di innevamento.
Arrivare al Rifugio Fonte Vetica di Campo Imperatore
Se sei abruzzese già lo sai, se invece come noi ti muovi in “terre straniere” sappi che non è facilissimo muoversi in inverno in Abruzzo. Ci sono diverse strade che vengono chiuse per neve e altre – come questa – che aprono e chiudono ad intermittenza. Non te lo dico per scoraggiarti, anzi, ma se la stagione presenta neve devi capire fino a dove puoi arrivare con la macchina (e da dove). Due giorni dopo il nostro passaggio, infatti, la strada era stata nuovamente chiusa.
Noi siamo saliti da Castel del Monte, seguendo la Statale 17bis. Ci siamo lasciati alle spalle il mitologico Ristoro Mucciante – ohimè chiuso – e arrivando circa in corrispondenza del Rifugio Fonte Vetica.
Una cosa però è certa: le strade in Abruzzo sanno togliere il fiato e questa è una di quelle, lo vedrai con i tuoi occhi.
Dalla Fonte della Vetica alla Sella di Fonte Fredda
Parcheggiamo così nei pressi della Fonte Vetica (1604 mslm), dove lo spazzaneve finisce la sua corsa, e siamo immersi in uno scenario incredibile. La piana di Campo Imperatore, famosa in estate per il Ristoro Mucciante e per gli arrosticini, in inverno assume tutt’altra dimensione, offrendo il fianco romantico fatto di bellezza sconfinata e infiniti silenzi.
Siamo i primi della giornata, il giorno prima ha nevicato e io mi sto già mangiando le mani per non aver scelto gli sci d’alpinismo! Un ragazzo sta preparando le pelli: salirà verso il Camicia, probabilmente.
Indossiamo le ciaspole, allora, mettiamo nello zaino i ramponi e imbocchiamo quello che in estate è il sentiero 252 che sale dritto rispetto alla statale in senso longitudinale (lo vedi nella foto sotto: è proprio il canale dentro ai due boschetti), ma soprattutto – superati gli ultimi alberi – sale dritto in senso latitudinale! Ecco, verticale è dire poco!
Saliamo all’interno di un canalone abbastanza ampio, fiancheggiato lateralmente da due costoni di monte (su quello di destra corre una variante estiva del sentiero), compiendo degli zig-zag che cercano disperatamente di evitare che i miei polpacci vadano in fiamme… inutile dire che non ci riusciranno!
Dalla Sella di Fonte Fredda al Monte Tremoggia
Ma prima o poi spiana, giusto? E infatti alla Sella di Fonte Fredda tiriamo un respiro di sollievo. Non che la salita sia finita (anzi), ma la pendenza diventa almeno umana! Proseguiamo lungo un versante innevato fino ad arrivare attorno a quota 1994 mslm, dove deviamo verso sinistra imboccando quello che in estate è il sentiero 254 e fiancheggiando il limite della cresta del Monte Tremoggia. Qui la neve, spostata dal vento, lascia esposte le rocce sottostanti; questo tratto non presenta difficoltà tecniche e la salita è sempre costante, senza particolari strattoni.
Ovviamente, in inverno la difficoltà dipende molto dalle condizioni della neve. Noi togliamo le ciaspole all’imbocco della cresta, e mettiamo i ramponi: sul sentiero che sale, tra le rocce, c’è qualche tratto ghiacciato. Saliamo fino ai 2200 mslm, dove siamo “tentati” da due colletti. Non sapendo qual è il Tremoggia, controlliamo la carta: attraversiamo la conca tra i due e risaliamo quello a destra.
Da qui, l’ultimo centinaio di metri scarsi di dislivello – una linea retta verso la vetta (tenendosi sempre lontani dalle eventuali cornici).
Il Monte Tremoggia
Arrivati sulla cima del Monte Tremoggia a 2350 mslm la vista è davvero unica. Abbiamo lasciato alle spalle le nuvole, il lavoro, i pensieri, i sogni svaniti della pianura e ci siamo trovati di fronte ad uno scenario commovente: il mare Adriatico da una parte, la piana di Campo Imperatore e un mare di nuvole dall’altro!
Sì ok, so che questa è la normalità per gli abruzzesi, ma ehi, io avevo i lacrimoni alla vista di questa meraviglia!
La croce di vetta era quasi completamente sotterrata dalla neve, in compenso il Dente del Lupo appare in tutta la sua estetica bellezza davanti a noi. E il Monte Camicia è imponente, rude, verticale e apparentemente impendibile. Nel canalone più ampio, che da qui sembra avere una pendenza impossibile, delle figurette salgono in fila: sono scialpinisti.
Da qui, se le condizioni lo consentono, è possibile salire fino al Monte Camicia (2564mslm) attraverso un sentiero di creste che scende qualche metro per poi riprendere a salire deciso. Nel nostro caso non era possibile proseguire – la neve recente di certo aveva complicato i passaggi in cresta – così, rifocillati da questa vista (e da un paio di paninetti tattici), siamo scesi per la via di salita.
Monte Tremoggia da Campo Imperatore: dati tecnici in breve e traccia GPX
⛰️ Dove siamo | Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Campo Imperatore, dorsale orientale del massiccio del Gran Sasso |
📍 Partenza da | Rifugio Fonte Vetica (1604 mslm) |
🏅 Arrivo | Monte Tremoggia (2350 mslm) |
📐 Dislivello | 730 m |
📏 Lunghezza | 5,5 km |
⏱️ Tempo | 4 ore tutta l’escursione |
😅 Difficoltà | Difficile, soprattutto per la pendenza, che all’inizio è tostissima |
💧 Acqua | / |
🗺️ Cartografia | Carta 1:25.000 Gran Sasso d’Italia, Iter Edizioni. Foglio Nord. |
🛰️ Traccia GPS | Sì |
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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