Mi domando dove si abbia la prima impressione di un Paese, di una città. In un mondo in cui siamo ormai sempre più strettamente connessi quando posso dire di avere la mia prima impressione? A casa mentre guardo un documentario? Sul treno mentre leggo un libro? In aereo mentre guardo dal finestrino? In taxi mentre attraverso la periferia della città? O ancora è la prima persona che incontro a fare un luogo, oppure il primo odore che sento, il primo rumore…
Quelle immagini del Taj Mahal che ho visto nei libri di geografia prima e nelle mille foto patinate di Instagram poi. La cucina indiana assaggiata nei ristoranti della mia città e curiosata dalle finestre di qualche casa vicina.
In India invece potrei dirlo con certezza di tutti i posti, ad esempio di Nuova Delhi è stato il viaggio in taxi nel cuore della notte, dalla periferia della città per arrivare in centro. A Mumbai invece…
Ciao! Siamo Silvia e Davide, nomadi digitali in versione montanara. Entrambi liberi professionisti, da 4 anni abbiamo scelto di vivere tra le montagne, spostandoci di valle in valle. Sul blog e sui social raccontiamo le terre che ci ospitano.
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Dall’aereoporto di Mumbai al centro della città
Siamo in India già da tre settimane, ma la prima impressione di Mumbai è arrivata come un pugno già in aereo.
I grattacieli spiccano vertiginosamente, sopra le nuvole, uno dietro l’altro in un’ordine che, dopo due settime di India, sembra quasi irreale. Ma l’aereo si abbassa e oltre ai grattacieli iniziano le baraccopoli. Anzi “oltre” non è corretto, dato che le baracche a Mumbai si affastellano tra di loro, si ammassano, tanto da arrampicarsi sopra i grattacieli, sui cancelli, sulle grate che separano l’aeroporto dal resto di India.
Prendiamo un Uber per arrivare nel quartiere di Colaba, dove alloggeremo per i prossimi giorni.
Il traffico non lascia scampo, come sempre da quando siamo in India, e ci mettiamo quasi due ore ad arrivare a destinazione. Le strade, di per sé già affollatissime, sono invase da ragazzi di tutte le età che creano delle piramidi umane (alcune di notevole dimensione) per cercare di rompere un recipiente di terracotta pieno di burro e yogurt, spesso colorati.
Siamo capitati nel giorno di Janmashtami che celebra la nascita di Krishna, l’ottava incarnazione di Vishnu. Secondo la tradizione, le piramidi umane simboleggiano l’armonia, e in molti si tingono il volto di blu per celebrare la divinità reincarnata, il cui nome deriva dal sanscrito e significa proprio blu scuro.
Colori, tamburi, musiche e canti invadono la città.
Consiglio: dall’aeroporto al centro città calcola comunque un’ora di strada. Quasi non esistono tuk tuk, quindi dovrai prendere per forza un taxi. Ti consiglio di salire in uno di quelli preparagati oppure di utilizzare l’app di Uber (risparmierai anche 5 volte tanto).
Chi è Mumbai?
Difficile definirla in modo semplice. Andrò per tentativi, per cui ti dirò che Mumbai:
- è la capitale del Maharashtra, ma questo è un mero dato geografico.
- deve il suo nome da Mumba-Ai (Madre Mumbai), la dea adorata dai pescatori Koli, gli originari abitanti di queste zone. Sì perché in origine la città si componeva di sette isole paludose che iniziarono a svilupparsi solo quando gli inglesi affittarono alla Compagnia delle Indie Orientali questo porto naturale facendone, nel XVIII sec., uno dei più grandi cantieri navali della costa. E così abbiamo fatto un po’ di storia.
- ha una popolazione di circa 20 milioni di persone. Un altro dato, ma che nasconde un mondo.
- è sicuramente la più grande, cosmopolita e dinamica città indiana. Moderni grattacieli svettano accanto a grandiosi edifici vittoriani e art-decò. Passeggiamo per le vie del centro dove bellissime ragazze indiane escono da profumerie e negozi alla moda con jeans attillati, smartphone e lunghissimi capelli neri sciolti sulle spalle.
- ospita una delle più grandi slum del mondo, Dharavi. 1,7 km² per oltre un milione di abitanti, una densità da far tremare le mani mentre scrivo. Un microcosmo fatto di famiglie, aziende, lingue, religioni, umanità.
- è la sfavillante Bolliwood, la fama improvvisa, la ricerca di notorietà per un giro economico che ha assicurato a Mumbai il ruolo di centro finanziario dell’intero Paese.
Potrei dirti tutto quello che ti ho detto e lo stesso dimenticarmi un milione di altre cose. Perché Mumbai è la città dei contrasti. Mai come qui ho capito cosa significasse questo termine. E va vissuto per essere davvero compreso.
Cosa vedere a Mumbai
Gateway of India
Simbolo di Mumbai e prima immagine per i viaggiatori che giungevano in India ai tempi dell’impero inglese. Si tratta di un’enorme porta monumentale con archi, e minareti in stile indosaraceno.
Merita una visita anche la sera, quando i dintorni si animano di persone che passeggiano lungo il litorale Apollo Bunder e le luci del portale illuminato si riflettono sul mare.
Taj Mahal Place
Vorrei dire che eravamo alloggiati qui, ma ovviamente non è così! È dibattuto se sia il più bell’hotel indiano, ma è sicuramente il più iconico e maestoso con la sua caratteristica cupola rossa.
La storia della sua costruzione è molto “favola indiana”. Il Sig. Jamshedji Tata, un’industriale facente parte di una delle più ricche famiglie indiane, recatosi presso l’Hotel Watsons si vide respinta la possibilità di soggiornarvi perché nero. Decise così di costruire proprio di fronte al mare l’hotel più grandioso dell’India, con colonne moresche, maestose scalinate e gallerie… insomma, uno che non le manda mica a dire questo Sig. Tata.
Nel 2008 l’hotel fu teatro di un tremendo attacco terroristico (che ha ispirato almeno un paio di film), ma venne in seguito completamente ristrutturato.
Victoria Terminus
La frase che ho pensato appena sono capitata qui davanti è stata “e questo da dove sbuca?“. Decisamente poco indiano, il Victoria Terminus è il più importante esempio di architettura vittoriana in India. Insomma qui gli inglesi hanno proprio importato il loro linguaggio architettonico ornato di cupole, guglie ed archi… ed è subito Londra!
Mettiti in disparte e aspetta, la vita attorno alla stazione vale la pena di essere vissuta lentamente. Uomini di affari si affastellano lungo la scalinata marmorea mentre i dabbawallah (uomini che consegnano i pasti caldi negli uffici) si districano tra le persone con i loro contenitori di acciaio sopra la testa, e all’esterno altri uomini offrono un servizio di pulizia completa delle orecchie.
Quartiere di Colaba
Centro vivace di Mumbai il quartiere di Colaba merita di essere visto a piedi.
Imbocca Causeway Road e poi perditi tra le viuzze tra lo shopping, i ristoranti alla moda, i quartieri residenziali e il famosissimo Leopold Cafè aperto dal 1871 (decisamente overpriced e piuttosto turistico, ma un caffè o una birra, qui, sono quasi obbligatori).
Sassoon Docks
Svegliati all’alba, ne varrà la pena. I Sassoon Docks altro non sono che i pontili dove i pescatori, i koli, scaricano il pescato della giornata. Ma sono le donne le vere protagoniste: nei loro abiti coloratissimi con le loro vistose decorazioni dividono e curano il pesce depositato per terra. La naturalezza e l’eleganza delle mani di queste donne che animano il mercato ci ha davvero colpito.
Crawford Market
Un mix di architetture che ospita al suo interno un’infinità di bancarelle di legno che vendono i più vari prodotti. Frutta, pesce, fiori, uccelli esotici, sari, gioielli, antichità e articoli per la casa… si trova davvero di tutto.
Si trova di fronte alla stazione ferroviaria di Victoria Terminus.
Marine Drive
Il lungomare più amato dagli indiani va visto soprattutto la sera. Viene chiamato infatti “collana della regina” per la scintillante fila di lampioni che costeggiano il lungomare.
Bellissima inoltre la vista degli innumerevoli grattacieli che si riflettono nell’acqua scura dell’oceano indiano.
Hanging Gardens
E siamo di nuovo in Inghilterra. Questi giardini pensili infatti furono costruiti in epoca coloniale, quando gli inglesi riuscirono a creare depositi di acqua che consentissero la costruzione di giardini in collina.
Si trovano all’interno di un ricco quartiere residenziale, e l’aspetto europeo delle aiuole ordinate contrasta fortemente con la vista sulla caotica città di Mumbai.
Elephanta Island
I templi di Elephanta si trovano su un’isola al largo della costa di Mumbai. Si tratta di meravigliosi templi maestosamente scavati nella roccia e raffiguranti il culto di Shiva.
Il sito è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e per raggiungerlo basta recarsi al Gateway of India, dove vengono venduti i biglietti per le imbarcazioni. Basterà prenotare con un giorno di anticipo l’orario in cui intendi partire: la navigazione dura circa un’ora e calcola almeno mezza giornata per visitare tutto il sito.
Un film!
Se c’è una cosa che assolutamente non puoi perderti a Mumbai è vedere un film! Ci sono moltissimi cinema in tutta la città e alcuni spettacoli vengono addirittura trasmessi in inglese, o sono perlomeno sottotitolati. Noi abbiamo avuto l’ardire di guardare anche una commedia in lingua hindi, ci siamo divertiti un sacco e ti assicuro che non è stata difficile da comprendere.
Una commedia matrimoniale è una commedia matrimoniale in tutto il mondo.
Piccolo spoiler: prima degli spettacoli, tutti in piedi a cantare l’inno nazionale!
È possibile inoltre visitare anche Film City: 140 ettari che ospitano la più grande industria cinematografica del mondo. Ogni anno qui infatti vengono registrati più di 800 i film, i titoli potrebbero non dirti nulla, ma l’atmosfera che si respira è elettrizzante. A proposito, hai visto The Millionaire, vero?
Non è insolito inoltre che qualche registra, vedendoti girare per i set, ti chieda di partecipare come comparsa per la sua produzione… sognando Bolliwood!
Dharavi
È possibile fare un tour di Dharavi con una guida locale, e qualsiasi tassista sarà disposto ad accompagnarti per visitare questa città nella città. Non è pericoloso e ci sono sicuramente aspetti molto interessanti da comprendere.
Personalmente siamo piuttosto contrari a questo genere di turismo. Detta senza mezzi termini: abbiamo come l’impressione di inscenare il rapporto tipico degli zoo. Per noi non si tratta di ignorare una realtà, ma di rispettare chi ci vive.
È comunque una questione di sensibilità personale, quindi nulla ti vieta di andare se ne hai la curiosità o se, giustamente, vuoi vedere con i tuoi occhi. In tal caso ti raccomandiamo vivamente di affidarti a qualche onlus o associazione no profit i cui ricavati siano devoluti per lo sviluppo di questi luoghi.
E poi c’è Shantaram
Che è molto più di un libro. È una vera e propria immersione nell’India più caotica, e nello stesso tempo spumeggiante. Meglio: è una immersione in Mumbai, perché il grosso del libro è ambientato proprio qui. Gli occhi sono quelli dell’occidentale, certo: ma sono anche quelli di chi ha imparato sulla sua pelle ad amare una cultura ingombrante, che non ti dà un attimo di respiro (e che può essere spietata).
Ehi, attenzione però: Shantaram non è un libro figlio-dei-fiori e ciecamente entusiasta (Anche se di entusiasmo ce n’è a pacchi). Nelle sue mille e passa pagine ci sono soprattutto avventure e disavventure, cose rocambolesche, crimine e i classici “sentimenti contrastanti”.
Non ti dico niente della storia, che peraltro è anche piuttosto famosa – Shantaram è un libro culto, di quelli che “o li ami o li odi”. Puoi leggerlo prima di partire per il tuo viaggio in India (prenditi per tempo!), oppure durante gli interminabili spostamenti in treno per una esperienza di lettura “tono su tono”… o anche, come ho fatto io, una volta tornato a casa. E ritrovarci Colaba, il café Leopold, il lungomare, il Gateway, i profumi e gli odori, la confusione, la densità umana, la povertà, e una enorme ricchezza di spirito.
Hai fatto l’assicurazione di viaggio?
Quando viaggi in India, devi mettere in conto alcuni imprevisti, molti dei quali hanno a che fare con gli spostamenti – soprattutto se come noi ti affidi ai mezzi locali – e alla salute.
Davide ancora racconta l’episodio di una spiacevole intossicazione, che gli è costata due giorni di febbre altissima. Eravamo ad Agra, e rischiavamo di compromettere la tabella di viaggio (E la salute di Davide). Ci siamo rivolti a un medico – la singola voce di spesa più alta di tutto il viaggio, volo aereo escluso – e… per fortuna che avevamo un’ottima assicurazione.
Infatti, non saremo mai partiti per questo viaggio senza assicurazione. Dopo essermi sciroppata decine di condizioni di polizza, ho scelto Heymondo: rapporto qualità/prezzo imbattibile, ottime garanzie espandibili come più ti serve, e una bella attenzione alle attività outdoor.
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Ci siamo stati anche noi e volevo leggere il tuo articolo sulla città che per noi è stata la più incasinata dell’India.
A noi ci ha sconvolto per il casino ovunque sempre a tutte le ore, o probabilmente venivamo da un mese di India del Nord ed eravamo stanchi.
Ci è piaciute molto Elephanta Island e Dhobi Ghat, uno dei posti più assurdi che abbia mai visto, una mega lavanderia a cielo aperto dove tutti i giorni 7000 persone lavano i panni di mezza città! Incredibile!
Ciao Sara, anzitutto mi scuso per il ritardo della risposta, ma per qualche motivo avevo perso il tuo commento! Mumbai è una città assurda, dici benissimo! Come casino la metterei seconda solo a New Delhi che per noi è stato un vero e proprio shock (complice anche il clima tremendo)! Elephanta Island ci è piaciuta molto, anche se, allontanandoci dal percorso battuto, abbiamo imboccato delle tracce immerse nel verde dove la natura era trattata come una discarica a cielo aperto. Insomma… come tutte le cose che hanno a che fare con l’India: difficile dare un giudizio, puoi solo osservare.
Grazie ancora per essere passata!