Padova è soprannominata “la città dei 3 senza”. Questa cosa me l’hanno ripetuta allo sfinimento fino da bambina, ma la verità è che pochi conoscono la verità dietro questo bizzarro soprannome. Prima di partire, però, sappi che, oltre ai 3 senza, Padova è una città “con tanti con” e tantissime chicche che merita di essere visitata con calma!
La città dei 3 senza
I tre senza sono presto elencati:
- il Santo senza nome
- il Prato senza erba
- il caffè senza porte
Il Santo senza nome: Sant’Antonio
Se sei padovano, la Basilica di Sant’Antonio significa 3 cose:
- le bancarelle di ceri aperte con qualsiasi condizione climatica,
- le orde di turisti,
- la messa di Natale con lo splendido (e gigante) presepio.
La cosa che però mi ha stupita fin da giovane è quanto Sant’Antonio sia riconosciuto e venerato in tutto il mondo. E così, con mio grande stupore, mi è capitato che all’estero conoscessero Padova e non Venezia, proprio per via della Basilica di Sant’Antonio! Prova a fare un test quando ti chiedono da dove vieni: se sei in un paese cattolico, vedrai gli occhi del tuo interlocutore illuminarsi!
Tornando a noi, il Santo senza nome è appunto Sant’Antonio, perché la Basilica, a lui dedicata, è nota a tutti semplicemente come “la Basilica del Santo”, a sottolineare come non ci sia modo di specificare altro.
Sant’Antonio infatti era un frate francescano di origine portoghese molto amato che trascorse gli ultimi anni della sua a vita proprio a Padova e dove morì. Per i padovani fu una figura chiave, specie per la sua lotta contro la corruzione e lo strozzinaggio, tanto che i ceti meno abbienti ne avevano una vera e propria venerazione proprio in virtù di questo importante ruolo sociale.
Oggi nella Basilica sono conservate le sue reliquie (in particolare la celebre “lingua”, le corde vocali, il mento e il dito indice destro) che attraggono ogni anni milioni di fedeli, trasformando Padova in una delle più importanti mete di turismo religioso del mondo.
Già che sei qui… questa è una chicca che in pochi conoscono: sulla sinistra della facciata del Santo, seguendo il muro, puoi scovare quella che si dice essere l’impronta del diavolo… aguzza la vista!
Già che sei qui (bis)… in uno dei tre chiostri del Santo si trova una splendida magnolia pluricentenaria.
Già che sei qui (ter)… sempre in tema botanico, a poca distanza puoi visitare l’Orto Botanico di Padova, non perdertelo!
Il Prato senza erba: il Prato della Valle
Se sei padovano, il Prato della Valle significa 3 cose:
- il luogo in cui “bruci” scuola alle superiori,
- l’isola felice dove ancora le persone vanno con i pattini in linea dopo gli anni ’90,
- lo scenario della panna in gelo (ok, questa forse è una mia fissazione, ma cavoli se è buona!).
Il Prato della Valle in realtà è molto di più, tanto che con i suoi 90 mila metri quadri di estensione è la seconda piazza più grande d’Europa: la supera soltanto la Piazza Rossa di Mosca.
Guardandolo oggi, il Prato della Valle è un ovale circondato da statue, ghiaia e… erba, ma non è sempre stato così! Un tempo infatti il Prato della Valle era un terreno paludoso, che venne bonificato e riqualificato da Andrea Memmo perché venisse usato a scopi commerciali, come la vendita di bovini e altri animali di grossa taglia. Un pratum, ossia un mercato, nel quale però non vi era erba.
Già che sei qui… riesci a contare quante statue ci sono in Prato della Valle?
Il caffè senza porte: il Caffè Pedrocchi
Se sei padovano, il Caffè Pedrocchi significa 3 cose:
- il bar dei “vecioti” della Padova bene,
- le guglie che si stagliano su cieli pastello,
- il caffè verde.
Il Caffè Pedrocchi è una vera e propria istituzione a Padova. Fu realizzato nell’800 dall’architetto Giuseppe Japelli, divenne da subito uno dei luoghi più cool (ok, al tempo avrebbero detto “rinomato”) per accademici, intellettuali, politici e artisti di fama internazionale. Qui si veniva a conoscenza delle notizie, si discuteva animatamente, si cospirava…
Il caffè in origine era aperto sia di giorno che di notte, e le sue porte non venivano mai chiuse.
La tradizione si interruppe nel 1916, quando si temette che le luci del locale avrebbero potuto attirare le attenzioni degli austriaci che stavano assediando la città.
Già che sei qui… sappi che il Caffè Pedrocchi ha avuto un ruolo importantissimo durante il Risorgimento: gli universitari (studenti e professori) si trovavano qui per organizzare i moti contro gli occupanti austriaci. Nella sala bianca del caffè è ancora visibile il foro provocato da un proiettile esploso l’8 febbraio 1848, quando i padovani insorsero contro l’esercito austriaco.
Già che sei qui (bis)… te lo dicevo che è una città “con tanti con”. Nella sala rossa sono presenti quelli che sembrano essere i primi planisferi con il nord in basso. Due cimeli che fanno la gioia dei geografi come Davide!
Già che sei qui (ter)… la foto seduti sui leoni del Caffè Pedrocchi è un must per i piccini (e per i grandi mai cresciuti).
Gli altri “senza” di Padova
Negli anni, a questi storici “3 senza” se ne sono aggiunti davvero tanti e (detta tra noi) non tutti sono proprio degni di nota. Quelli che seguono rappresentano però delle belle curiosità da vedere.
Il bue senza corna
È l’emblema dell’Università patavina: un teschio di bue senza corna. Sembra che derivi dal simbolo dell’antica locanda Hospitium Bovis, che sorgeva proprio nell’attuale sede del Bo e che si chiamava così perché vicina a via Cesare Battisti, la via dei macellai.
Già che sei qui… visita la sala anatomica dell’Università: speciale!
Il capitello senza colonna
Si trova in Piazza delle Erbe. La leggenda narra che la colonna sia stata rubata di notte dai vicentini (storica sciocca rivalità tra città vicine, accade quando una città è nettamente più bella dell’altra – mi riferisco a Padova, ovviamente), ma più probabilmente sembra sia stata tolta per facilitare l’accesso al portico ai carri merce.
Già che sei qui… spritz e tramezzino al Nazionale o al Bar degli Osei (nella vicina Piazza della Frutta), e sei davvero padovano!
L’orologio astronomico senza il segno della bilancia
Se alzi lo sguardo di fronte alla Torre dell’Orologio in Piazza dei Signori, ti accorgerai che, tra tutti i segni zodiacali, manca proprio la Bilancia. Ripicca del costruttore nei confronti del committente che non pagava? Per la risposta ti rimando alla visita guidata dell’Orologio, una delle cose più sottovalutate da fare a Padova, ma splendida.
Già che sei qui… a pochi passi si trova il Duomo con il battistero riccamente affrescato da Giusto de’ Menabuoi (PS, forse non vincerà sulla Cappella di Giotto, ma ti assicuro che è davvero strabiliante).
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