Ci diciamo che forse una notte in rifugio possiamo concedercela: una cena calda e abbondante, qualche chiacchiera di fronte a una grappa, un letto morbido (e anch’esso caldo). Scegliamo il Galassi, le tempistiche sono giuste… è giusta è la scelta.
La premessa è questa: siamo nella natura da quattro giorni, c’è già stata la prima nevicata dell’anno, l’Alta Via numero 4 è bellissima ma intensa, e abbiamo tre notti di tenda nella schiena.

Il Rifugio Galassi è il rifugio che fa per noi.

PS A fine articolo ti racconto un’altra chicca.

Rifugio Galassi Antelao

Come arrivare al Rifugio Galassi: 2+2 itinerari

Per salire da queste parti, hai fondamentalmente quattro possibilità:

Da San Vito di Cadore

Raggiungi gli impianti della seggiovia San Marco, dove parcheggi (1225 mslm circa). Da qui sali per la strada bianca fino al Rifugio Scotter Palatini (1580 mslm), prosegui sulla stessa strada e, in corrispondenza del tornante, imbocchi il sentiero 229. Con un’infinità di tornantini superi i chiari ghiaioni fino al incrociare il sentiero 227: prendi a destra per un traverso in quota, dopo il quale una buona pendenza ti permette di raggiungere Forcella Piccola (2120 mslm), dalla quale in meno di dieci minuti puoi scendere al rifugio.

Dislivello: 900 metri

Cartografia: Carta Tabacco 1:25.000 n. 03 – Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane

Da Calalzo di Cadore

Dal paese raggiungi il Bar La Pineta (1044 mslm). Qui imbocchi la carrareccia che si infila in Val d’Oten e la percorri fino a Capanna degli Alpini (1395 mslm). Il sentiero 255 ti permette di superare gli ultimi 600 metri di dislivello all’ombra di Cime Bastioni e Scotter.

Dislivello: 1000 metri scarsi

Cartografia: Carta Tabacco 1:25.000 n. 16 – Dolomiti di Centro Cadore

E le altre due opzioni?

Alta Via n. 4 di Grohman

Rifugio Galassi: prima le cose tecniche

Dove si trova il Rifugio Galassi

Il Rifugio Galassi, posto a 2018 mslm giusto sotto Forcella Piccola, in pieno Cadore, è stretto tra il Re delle Dolomiti, l’Antelao, e Cima Scotter (ma non dimentichiamo l’affascinare ondeggiare delle Marmarole, verso est).

Una mole squadrata, 100% pietra, resa più leggera dalle imposte blu. Panche d’ordinanza davanti, mughi a dare il tocco di verde, una pista da bocce.

Hai detto pista da bocce?

La storia del rifugio

È stato caserma, prima di tutto. Costruita nel 1903-1905, inaugurata nel 1913, mobilitata con la Prima Guerra Mondiale, da qui non si è sparato un colpo: gli austrici mica volevano farsi cannoneggiare già in valle, no? Ci raccontano però che i resti delle postazioni di tiro sono sparsi verso sopra la forcella.

Caserma e poi rifugio sono stati intitolati a Pietro Galassi, tenente del VII° Alpini morto in Libia nel 1913 appunto. Se vai in sala da pranzo, noterai una teca chiusa a chiave. Aprila: dentro c’è un faldone di ricordi, messo insieme dalla sorella del tenente. Lettere dattiloscritte, foto in bianco e nero, ritagli di giornale: un commovente viaggio nel tempo.

Foto storica Rifugio Galassi

La dotazione del rifugio

99 posti letto disponibili (ad oggi se ne usano 58), un accogliente bar, un ristorante di tutto rispetto e una targa che parla di rifugio ad alta tecnologia. Salendo alle stanze da letto, si passa per una saletta tutta di legno carica di cimeli e foto. E nelle camere, come speravamo, ci sono materassi morbidi e piumoni pesanti.

Questa è la vista dalla finestra della nostra camera… non male, vero? 

Vista dal Rifugio Galassi

Un rifugio autogestito, una bella storia di montagna

Ci raccontano che il Rifugio Galassi è l’ultimo rifugio alpino veramente autogestito.

Autogestito significa che il Cai di Mestre seleziona e invia quassù delle squadre di 10-12 volontari che, per una settimana, gestiscono ogni aspetto del rifugio: cucina, servizio e camere, accoglienza. Un responsabile “con conoscenza del territorio” coordina il tutto. Una squadra resta al Galassi per una settimana, poi c’è il cambio, e si va avanti così dal 1970.

Questo implica delle situazioni grande spasso. Ci raccontano che questa squadra è stata decimata dagli imprevisti, e sono saliti solo in cinque. C’è stato uno scatto gerarchico per tutti: il lavapiatti è diventato il cuoco, il barista è diventato il responsabile, e via dicendo. Ci accorgiamo subito che nel rifugio regna un regime di divertita anarchia e accoglienza gentilissima e premurosa. Troviamo ottima birra a temperatura ambiente (in rifugio ci sono 14 gradi), le promesse di una bella cena, una camera con quattro letti tutta per noi. Nel sottoscala, firme e graffiti: non è vandalismo, ma sono le tracce dei soldati acquartierati qui durante la Grande Guerra.

interno Rifugio Galassi

Dopo cena si chiacchiera tutti insieme al bar, tra le grappe. Scopro che sì, sono quasi tutti pensionati, e che l’età media del team è di 58 anni. Che tra di loro c’è un surplus di infermieri e operatori sanitari. Che se vieni con le squadre di maggio, per l’apertura, passi la maggior parte del tempo a spalare gallerie nella neve. E che quello fuori è davvero un campo da bocce: “quando c’è poco lavoro, i volontari ingannano il tempo sistemando roba, facendo manutenzione, costruendo cose.” 

Ci portiamo a casa una lista infinita di escursioni da fare.

Quando è ora di andare a letto, ci spiegano il dove-come-quando dell’alba, ci chiedono a che ora vogliamo fare colazione, ci avvertono che la porta principale, una volta chiusa da fuori, non si apre più. Noi abbiamo la sveglia alle 5:45, quindi l’alba dovremmo vederla senza troppo sforzo.

La vedremo incendiare Cima Scotter salendo verso i ghiacciai dell’Antelao.

Enrosadira sulle Dolomiti

Cosa dovevo dirti a fine articolo?

Quando le imposte blu del Galassi ci si sono prospettate davanti, non abbiamo avuto dubbi: è stata lui questa la meta del nostro primo giro in montagna insieme. Erano i cosiddetti tempi non sospetti, di montagna non ne capivamo molto – per questo non ci ricordavamo di questo posto – e da quella gita siamo tornati a casa esausti e con la pelle bruciata dal sole.

Sono passati otto anni e chissà quante migliaia di metri di dislivello, da quella gita. E niente, ci tenevo a dirtelo.

Rifugio Galassi: tra Antelao e Marmarole - pin