Il viaggio è una cartina di tornasole.
Dato che è un oggetto al giorno d’oggi misconosciuto, te lo spiego in due parole: la cartina di tornasole è una strisciolina di carta che, immersa in una soluzione, cambia colore a seconda che questa sia più o meno acida o basica.
Il viaggio, con le persone, fa lo stesso: rivela.
La persona pignola darà il massimo di sé già organizzando il bagaglio. Quella che ha davvero bisogno di una vacanza mollerà gli ormeggi, e partirà disorganizzata al massimo: l’importante è partire, tagliare la corda. Ci sarà chi avrà studiato cinque guide diverse e scaricato 200 articoli da internet, fatto domande nei forum e contattato in anticipo le autorità locali. E quello che a malapena saprà che dovrà ricordarsi di salutare in spagnolo.
I caratteri cambiano o si esacerbano, in viaggio.
Questi sono gli otto tipi di compagni di viaggio che potrai trovare sulla tua strada: nella tua stessa coda in aeroporto, nella tua compagnia di viaggio, nella tua coppia.
Oppure sarai tu a riconoscerti in uno di questi nove tipi di viaggiatore in partenza.
(in qual caso non avercela a male: si scherza. E alla fine dell’articolo ti dirò Silvia ed io che tipologia di viaggiatore siamo.)
1. Quello con i problemi di bagaglio
Viaggiatore a casa: * usa sempre le solite tre cose *
Viaggiatore in partenza: mi basteranno, quattro viole da gamba, oppure meglio portarne cinque?
Siamo d’accordo: le compagnie aeree low cost sono i nuovi pirati dell’aria. Non nel senso cavalleresco e un po’ romantico del Barone Rosso, ma proprio dei pirati brutti, volgari e arraffoni.
Pensavi di ricordarti bene: con la tal compagnia, il bagaglio in cabina ha dimensioni massime 55x45x25 centimetri.
Poi per scrupolo controlli sulla carta d’imbarco (a zaino rigorosamente fatto), e le misure sono state ridotte del 50%.
Oppure puoi portare solo una borsetta minimale con il portatile.
Oppure neanche quello.
Aggiungici la morsa di controlli e ansia da terrorismo (alla quale si aggiunge quella recentissima da coronavirus) e ti rendi conto che l’età dell’oro dei viaggi a basso costo e anche spensierati è finita da un pezzo.
Ho questa immagine negli occhi. 2011, Aeroporto di Londra Stanford, io di ritorno dall’Islanda. Lo scalo mi impone di passare la notte qui. Mi costruisco una specie di nido tra due sedie, ma l’adrenalina è ancora alta (ho appena attraversato l’isola di ghiaccio da nord a sud, a piedi, in tenda) e passerò la notte a ciondolare in giro, facendo mille capatine all’unico minimarket aperto.
Comunque.
Poco distante da me dei ragazzi (credo austriaci) giocano a frisbee. Uno di questi ha tutti i suoi averi infilati nella federa di un cuscino. La federa, chiusa con un nodo, faceva parte di un completo da letto di Hello Kitty.
Consigli
Nessuno. Ovvero: sono state scritte guide su guide sull’arte di preparare i bagagli e, in genere, sulla corretta gestione della nuvola di oggetti che ci portiamo dietro – non solo in vacanza, ma anche nella vita quotidiana. Si va dalle guide per i viaggiatori, alle filosofie di decluttering e Marie Kondo varie.
Poi, per carità, ognuno trova la sua strada.
Noi siamo particolarmente sensibili a questo tema – Bagaglio Leggero, anyone? – e abbiamo già scritto una guida allo zaino per i trekking in tenda. Arriverà anche quella per i viaggi all’estero, non vi preoccupate.
2. L’ansioso
Ansia: hey, sei sveglio?
Viaggiatore: …
Ansia: HEY SEI SVEGLIO?
Viaggiatore: ora sì.
Ansia: C’È QUALCOSA DI CHE NON VA.
Viaggiatore: oh no, cosa?
Ansia: NON LO SO.
Viaggiatore: …
Ansia: POSSO FARTI UNA LISTA DELLE COSE CHE POSSONO ANDARE STORTE.
Ansia: no no, va bene così-
Ansia: TROPPO TARDI: COMINCIAMO!
La lista delle cose che possono andare storte in un viaggio è lunghissima – Ansia ha chiaramente ragione.
Ti svegli con 39 di febbre. Ti si stacca una spallina dello zaino. Non trovi più il passaporto. Non riesci a raggiungere l’aeroporto. Ti arrestano ai controlli. Non riesci ad ottenere la carta d’imbarco. Ti ritardano il volo. Ti annullano il volo.
In realtà, diciamocelo: non andrà storto nulla, il viaggio filerà via liscio, appena sceso dalla scaletta dell’aereo troverai un paese accogliente e meraviglioso.
Punto.
Consigli
Non vale a pena perderci la testa (e il sonno). Fai i bagagli la sera prima, controlla tutto prima di andare a dormire (compresa la programmazione della sveglia, il telefono in carica e la procedura che ti porterà fino all’imbarco) e perdi il sonno per l’eccitazione di partire.
3. L’elefante nel negozio di cristallerie
È corollario al punto precedente.
Già non tutti hanno il pieno controllo del proprio corpo “normale”. Ma quando hai uno zaino ingombrante, un trolley, la borsina dei documenti, la giacca sotto al braccio, gli occhiali che continuano a scivolarti, il telefono che squilla perché non hai detto ai colleghi dove trovare quel file in tua assenza, beh: ci sono persone i cui movimenti diventano catastrofici.
Zainate in faccia ai bambini più bassi, panico al metal detector, malcapitati che inciampano sui trolley perché cambi direzione di colpo, passaggi bloccati perché proprio lì bisogna controllare la carta d’imbarco, merce fatta cadere al duty free, lo smartphone che ti cade nel water perché in quell’aeroporto non sono ancora arrivati al concetto di ganci per le giacche.
Un gran caos, e alla fine ne combini talmente tante che l’altoparlante chiama il tuo nome perché il gate sta chiudendo.
Consigli
Lavorare sulla propriocezione.
4. Quello che proprio non ricorda le cose
Guarda la carta d’imbarco.
Ok, è il 12D.
Mette via la carta d’imbarco.
Ok, ma quale cavolo di posto era?
Tira fuori la carta d’imbarco.
12D. Capito. 12D. Sicuro.
Mette via la carta d’imbarco.
35 secondi dopo.
OK, SOLO UN’ULTIMA OCCHIATA CAVOLO.
Hai un tuo rituale di controllo: mani nelle tasche della giacca, palpatina a quelle dei jeans, tastata al fuori dello zaino e strattone alle cerniere, verifica della presenza del cavetto degli auricolari, degli occhiali addosso, del berretto.
Però non ti preoccupare (cioè, un po’ preoccupati: dipende da dove ti trovi): capita a tutti prima o poi.
Hai stampato carte d’imbarco, prenotazione del noleggio della macchina, mappa con la posizione dell’albergo. E hai lasciato tutto in ufficio.
Hai dato da bere alle piante, chiuso casa, portato giù l’umido. Ma ti sei dimenticato il tuo berretto di lana preferito.
Sei arrivato in aeroporto troppo presto, hai dormicchiato sulle sedie d’attesa, il pisolino ti ha un po’ inebetito: riesci a lasciare il passaporto in sala d’attesa.
Consigli
Tieni d’occhio le tue cose, SEMPRE. Abbi sempre presente dove hai passaporto e documenti, telefono e altre cose di importanza (per me, ad esempio, sono lettore mp3 e Kindle).
E lo zaino, ovviamente, devi considerarlo come un’estensione del tuo corpo.
Queste avvertenze sono ancora più valide se hai sonno: che sia perché il tuo volo è schedulato e sei dovuto uscire di casa alle 3, o perché hai fatto baldoria la sera prima – sera che è improvvisamente diventata mattina – non importa. Se non sei in forma, devi fare uno sforzo cosciente per aumentare il tuo livello di attenzione.
Ebbene sì, eccomi. Sono quella del “ogni cosa a suo posto”, delle settimane di pianificazione e del passaporto scordato in aeroporto (ben 2 volte). Un consiglio? Nonostante i mille metodi studiati e applicati, nulla. Attrezzati anche tu di un Davide che si accerti che tu non stia seminando i tuoi oggetti personali come le briciole di Pollicino. E se viaggi da sola? Non so aiutarti, il primo giorno di viaggio solitario in Vietnam ho perso il bancomat, davvero sono l’ultima alla quale chiedere consigli!
5. Quello che dorme sempre
Fa fatica a svegliarsi, anzi: rimanda la sveglia di 5 minuti. Di 5 minuti. Di altri 5 minuti.
Non fa colazione a casa perché a forza di rimandi è in ritardissimo. In macchina verso l’aeroporto, nonostante l’eccitazione e le battute che volano tra compagni di viaggio, dorme. Appena arrivato in aeroporto si fionda al primo bar, prende un caffè americano, lo beve ancora rovente perché ne avevo proprio bisogno. Poi si insacca su una sedia in sala d’attesa e si addormenta.
Nel bus che vi porta dal gate all’aereo, penzola inerte appeso a una delle maniglie.
In aereo è già in fase REM mentre gli altri passeggeri stanno ancora sistemando i bagagli nella cappelliera. Scaccia un trolley da 25 chili che gli cade addosso come fosse una zanzarina. La litania delle istruzioni di sicurezza sortiscono l’effetto di una ninna nanna.
Era nel suo letto a Padova quindici ore fa, ora è al di là dell’oceano. Senza aver partecipato alla traslazione: praticamente teletrasportato.
C’è un compagno di viaggio così in ogni compagnia. È uno dei due in ogni coppia.
Ti dirà che ha finito di lavorare tardi e che poi sai dovevo preparare i bagagli. Che è un periodo che dorme poco. Che ha fatto troppa baldoria ieri sera.
Per lui partenza e arrivo è come prendere il teletrasporto, e ritrovarsi improvvisamente dall’altra parte del mondo.
Consigli
L’unico consiglio che possiamo dare al teletrasportato in realtà è diretto ai suoi compagni di viaggio.
Badate a lui come se fosse vostro figlio. Come se fosse un bagaglio. Come se fosse il vostro portafoglio o il passaporto.
Non dimenticatelo in giro, e tutto andrà per il meglio.
Alla fine del viaggio vi sarà riconoscente, ma senza davvero sapere il perché.
6. Brontolo
Stai partendo per un viaggio, che è una delle cose più belle che possano capitarti. Non c’è bisogno di lamentare ogni singolo micro-intoppo che ti capita. O che credi ti stia capitando.
E per non rovinare il feeling di questo articolo, non mi dilungherò nemmeno io sulle cose che possono infastidirti quando stai per partire per un viaggio.
(soprattutto perché sono un misantropo, e per contenere la lista completa mi ci vorrebbe un sito intero)
Consigli
Respira profondamente, fai una bella colazione a casa, e come dice Baba il barbiere cosmico: relax.
7. Il gps vivente
Il suo personaggio è ritagliato da una scena che abbiamo visto mille volte nei film (me ne viene in mente una di Verdone): quella della telefonata imbarazzante nel posto sbagliato.
Se la traduci nel mondo contemporaneo di smartphone e psicosi, hai tutti gli elementi che ti servono.
Appena arrivato in aeroporto. Ho sbagliato terminal, sono al B invece che al C. Sì ho appena passato il metal detector. Adesso vado a vedere il tabellone delle partenze. No la sala d’attesa era piena, sono al bar. Sono in coda al gate. Siamo nell’autobus. Sono al mio posto.
Micromessaggi che permetterebbero ad un investigatore di una volta giunto a destinazione (nel caso ce ne fosse bisogno).
L’aereo ha appena fatto quel piccolo affondo sulle sospensioni dei carrelli e la voce del capitano sta annunciando di tenere le cinture allacciate fino-
Togli modalità aereo. Sì siamo appena atterrati.
Mentre i viaggiatori si alzano, poi, sgranchendosi e tentando di ricordare in che cappelliera hanno messo il bagaglio, parte già la prima telefonata. Che ripercorre tutte le tappe di cui sopra.
Consigli
Meno comunicazioni, ma nei punti giusti. Ricordati che essere rassicurante non passa mai di moda: ai genitori, alle nonne e ai partner piace sempre…ma il troppo stroppia!
Ah che noia! Abbiamo visto e letto centomila parodie, satire, imitazioni e condanne dell’ossessionato di social network. Quello che ogni passaggio va documentato e trasmesso (dannate stories di Instagram!).
Quindi mi fermo qui.
Consigli
Less is more, ragazzi (e ragazze). Ma a proposito… ci segui già su Instagram?
9. Quello che molla gli ormeggi
Non importa quanto adulto sei. Comprare snack per un viaggio deve sempre essere come dare una banconota da 100 euro a un bambino di 9 anni.
Il viaggio per te diventa l’inversione carnevalesca della vita quotidiana. Dove c’era dieta e morigeratezza, ora ci sono doppia colazione, extra maionese e orsetti gommosi.
Dove c’era preferisco un tè verde, ora c’è una birretta ogni ora e mezza, mentre con lo smartphone studi guide gastronomiche sulla tua meta, o consulti l’atlante online del gusto.
Posso dire una cosa? Dacci dentro.
Una volta giunto a destinazione avrai tutto il tempo per tornare ad essere un viaggiatore responsabile. Ma intanto, sei già andato a vedere in quel temporary shop del cioccolato se c’è qualcosa di nuovo da provare? E quel centro commerciale con le svendite pazzesche?
Consigli
Nessuno, eccetto che se la partenza è quella di un viaggio on the road, la banconota è da 200 euro.
E noi?
Beh, Silvia si è già esposta. Io… sto a metà di due categorie: l’ansioso, perché non c’è notte prima di una partenza che io non trascorra insonne, e quello che molla gli ormeggi. Il viaggio è (anche) festa, no?
E tu, che tipo di viaggiatore sei?
Senza ombra di dubbio, e un po’ me ne vergogno, rientro nella prima categoria. Non so perché ma da una parte mi assale una sorta di panico dal non sapere come sarà il tempo, che si farà, ecc… dall’altra penso che un viaggio è sempre una buona occasione per usare cose nuove. Ma niente poi, di portare il mondo e metter le una cosa per tutto il tempo! 😂
ahah il magico mondo dei bagagli delle donne! anche io ogni tanto però penso che sarebbe un’ottima occasione per mettere quel vestito che non metto da tanto, ma poi so che alla fine non uscirebbe neanche dallo zaino! Work in progress per una guida su come preparare un “bagaglio leggero” per viaggiare senza rimorsi, ti terremo informata!
Io sono decisamente quello che molla gli ormeggi! In vacanza non mi ricordo più chi sono e tutte le mie buone abitudini costruite con fatica vanno direttamente fuori dalla finestra!
Ahah Tania! si dice che per fare un’abitudine servano 6 settimane…ma nessuno ci spiega come mantenerle anche in viaggio!
ahahahaha troppo bella questa guida! Devo ammettere che mi ritrovo in più di uno, ma per tutela personale non mi svelo!
Eh Fiorella, così non vale!! :P
Ho riso moltissimo per i vari tipi di viaggiatori descritti! Soprattutto ho trovato un nuovo modo di usare i vestiti per dormire, basta prendere una federa e riempirla, magari non i Hello Kitty ahahah
Io viaggio in coppia e devo ammettere che ho riconosciuto sia me sia il mio ragazzo in questa lista. Lui è l’ansioso, io quella che dorme sempre o più che altro che riesce a dormire ovunque: a terra, in aeroporto; sul bus, treno, aereo, macchina. Ovunque. Pure in piedi a volte. Però siamo entrambi anche quelli che mollano gli ormeggi. Un bel mix insomma!
Grazie Veronica! Mi sembra che quella del mollare gli ormeggi sia un vizio comune a tutti, ma d’altronde sei in viaggio e non assaggi la cucina locale? Non ti concedi qualche sfizio in più? Eddai! L’ansioso invece va gestito, ma non dormendo! Dopo questa immagine dev’essere uno spasso vedervi viaggiare insieme.
Fortuna non appartengo a nessuna della categorie ma mi hai fatto ridere tanto! Bellissimo articolo e si, ora vi seguo anche su Instagram!
Monica mi spiace, ma non ti credo neanche un po’! Ahah scherzi a parte, grazie mille, ci vediamo su IG! :)
Bellissimo questo articolo, mi ha fatto molto sorridere 😂 io sono senza dubbio quella che molla gli ormeggi, ma, a volte, rientro anche nella categoria ansioso, anche se cerco di non farlo vedere 😂
Ciao Federica! Non ti avrei mai inserita nella categoria dell’ansioso…quanti lati di noi che si scoprono in viaggio!